[Disarmo] NO alla guerra, NO alla NATO, NO al finto utilizzo “pacifico” dell’apparato militare




Sono fra i pro­mo­tori della cam­pa­gna per l’uscita dell’Italia dala NATO, per un’Italia neutrale.

Alla cam­pa­gna pos­sono ade­rire tutti, a que­sto link:

https:// ​www​.change​.org/​p​/​l​a​-​p​a​c​e​-​h​a​-​b​i​s​o​g​n​o​-​d​i​-​t​e​- ​s​o​s​t​i​e​n​i​-​l​a​-​c​a​m​p​a​g​n​a​-​p​e​r​-​l​-​u​s​c​i​t​a​-​d​e ​l​l​-​i​t​a​l​i​a​-​d​a​l​l​a​-​n​a​t​o​-​p​e​r​-​u​n​-​i​t​a​l​i​a​-​n ​e​u​t​r​ale

Una ini­zia­tiva pub­blica di pre­sen­ta­zione della Cam­pa­gna #noguerra #noNATO si terrà a Roma, nei locali del Senato della Repub­blica, domani, 21 aprile, dalle 10 alle 13.

Que­sto il testo del mio intervento


Cari amici e colleghi,

vista la quan­tità e qua­lità degli altri rela­tori di oggi, che tutti apprezzo e saluto, cer­cherò in que­ste righe di evi­tare di riba­dire quanto sicu­ra­mente verrà detto con ben più ampia com­pe­tenza da loro. Mi pare di essere fra i rela­tori l’unico “scien­ziato tec­no­logo” (sono inge­gnere nucleare e inse­gno Pro­te­zione dalle Radia­zioni al Poli­tec­nico di Torino). Mi con­cen­trerò allora su un unico punto: per­ché, da scien­ziato e tec­nico respon­sa­bile, ho ade­rito con con­vin­zione alla Cam­pa­gna “NO alla Guerra, NO alla NATO”. E per­ché la Guerra e la NATO ci ven­gono porti, da poli­tici, opi­nion makers e media, con il loro lato “buono”, che ci parla di “inter­venti uma­ni­tari” e del “garan­tire la nostra sicu­rezza dalle minacce esterne”. E con­clu­derò con due esempi recen­tis­simi che riguar­dano la Sici­lia, mia terra d’adozione: il MUOS e l’operazione Mare Nostrum.

Un argo­mento che fa buon gioco da sem­pre per i fau­tori delle spese mili­tari riguarda le cosid­dette “rica­dute tec­no­lo­gi­che” della tec­no­lo­gia mili­tare sul civile. Ovvero: la tec­no­lo­gia mili­tare avrebbe spesso costi­tuito il motore della ricerca scien­ti­fica; mol­tis­sime, anzi, quasi tutte le sco­perte scien­ti­fi­che civili avreb­bero secondo costoro una pater­nità di tec­no­lo­gia mili­tare. Ben ven­gano quindi le spese mili­tari, ben venga man­te­nere un eser­cito, ben venga stare nella NATO: alla lunga  faranno il bene dell’umanità, e così sia.

Que­sta è senza dub­bio la “bufala” più grande, e quella con­tro la quale uno scien­ziato o tec­nico eti­ca­mente con­sa­pe­vole dovrebbe bat­tersi con più forza: si tratta comun­que di un castello facil­mente smon­ta­bile con pochi punti pre­cisi. Infatti:

Non è pos­si­bile con­clu­dere senza citare George Orwell ed il suo 1984. Le guerre – e tutte le tec­no­lo­gie che stanno loro die­tro – non sono altro che il mezzo che le società oppres­sive (ovvero, secondo il nostro punto di vista, che mirano al con­trollo delle risorse da parte di pochi) hanno inven­tato per “con­su­mare” perio­di­ca­mente le risorse che l’umanità pro­duce con il pro­prio lavoro, distraen­done l’attenzione e l’ingegno dai pro­blemi reali: si evita in que­sto modo un pro­gresso reale troppo veloce dell’intera uma­nità, pro­gresso che sarebbe dif­fi­cil­mente con­trol­la­bile dai padroni attuali del mondo e che – scon­vol­gen­done gli equi­li­bri – li sbal­ze­rebbe fatal­mente dalla tanto amata sella. Le guerre, distrug­gendo risorse e con­su­mando risorse, gene­rano povertà, e pro­prio sulla povertà di una parte del mondo basa la pro­pria esi­stenza quell’altra parte, quella parte alla quale anche noi, che qui scri­viamo e leg­giamo, apparteniamo.

Ciò ammesso, sia pur dopo lun­ghe rifles­sioni e crisi di coscienza, risulta indi­spen­sa­bile allora che gli scien­ziati e i tec­nici rifug­gano dall’appartenere a que­sta schiera; la scienza ha biso­gno di esseri umani che uti­liz­zino com­ple­ta­mente – e non solo a com­par­ti­menti sta­gni – il pro­prio intel­letto per porsi costan­te­mente  una sem­plice domanda: che cosa sto facendo?

Con­cludo con due esempi recenti di falso “lato buono” del mili­tare, della guerra, della NATO.

In un recente arti­colo del Cor­riere della Sera, leg­giamo: “A molti è forse sfug­gito ma pro­prio men­tre l’altra set­ti­mana era­vamo alle prese con le minacce dello «Stato isla­mico» all’Italia dei cro­ciati, l’ineffabile Tar di Palermo, con una sen­tenza, bloc­cava la costru­zione, nella locale base Nato, della sta­zione di terra del Muos, il più avan­zato sistema ame­ri­cano di comu­ni­ca­zioni satel­li­tari. La sen­tenza è stata accolta con esul­tanza da tanti bravi cit­ta­dini della zona. Forse ser­vi­rebbe una rifles­sione col­let­tiva sul fatto che i danni per la salute del MUOS, se la situa­zione in Nord Africa con­ti­nuerà a dete­rio­rarsi, potreb­bero risul­tare mag­giori di quelli che può pro­cu­rare una sta­zione Muos. Ma dav­vero la sicu­rezza nazio­nale, non­ché i nostri impe­gni Nato, pos­sono essere appesi alle sen­tenze dei Tar?”

Non entro nel merito dell’articolo, tutto in soc­corso e difesa della Difesa, tutto pieno di rim­pianto sul “c’eravamo poco armati”, tutto ardente di nuovo spi­rito guer­riero, tutto scan­da­liz­zato su come molti depu­tati abbiano osato espri­mere addi­rit­tura la loro “oppo­si­zione di prin­ci­pio” verso l’acquisto degli F-35, nota arma anti­ter­ro­ri­stica effi­ciente e a basso costo: il tutto in que­sto Grave Momento in cui l’ISIS — impresa con star­tup USA — minac­cia di inva­dere Roma. Ma è un buon esem­pio di quanto ho sopra elen­cato in maniera generale.

Inu­tile dire che il MUOS non ha alcun inte­resse per la difesa nazio­nale: esso non è in fun­zione e gli scopi riguar­dano la dire­zione e l’uso di droni per por­tare la guerra più facil­mente dove la si desi­dera. Si tratta di instal­la­zione ad uso esclu­sivo del Governo degli Stati Uniti d’America, e non dell’Italia. I «danni per la salute» del MUOS potreb­bero essere minori di quelli che ci fareb­bero quelli dell’ISIS? Allora que­sti danni per la salute esi­stono, solo che sono “accet­ta­bili” in quanto la gente intorno a Niscemi dovrebbe sacri­fi­carsi in nome della Suprema Difesa Nazio­nale, con­tro l’ISIS? Ottimo: basta saperlo. A pro­po­sito di Sicu­rezza Nazio­nale, e di vivere con le pro­prie case a due passi da un obiet­tivo mili­tare sen­si­bile, per nulla difeso, ed essere quindi ostaggi in una guerra fra ame­ri­cani e fan­to­ma­tici altri, riflet­tiamo sul fatto che – oggi — ci si può avvi­ci­nare alle para­bole del MUOS fino a poche decine di metri. Di quale “sicu­rezza” si parla, allora?

La sen­tenza non è stata accolta con esul­tanza da “tanti bravi cit­ta­dini della zona”, ma da tutta la Sici­lia e da tutti coloro che, in Ita­lia sono la mag­gio­ranza, sono con­trari alla colo­niz­za­zione mili­tare del nostro ter­ri­to­rio, Sici­lia e Sar­de­gna in pri­mis, per fare di noi gli ostaggi o la prima linea di una guerra che è uno Scon­tro di Inci­viltà dal quale dovremmo pren­der le distanze: sap­piamo bene che chi ne ha sca­te­nato le ori­gini e ampia­mente armato e finan­ziato i “cat­tivi”, è lo stesso che ora man­terrà ben oliata la sua mac­china da guerra — sulla quale è basata la pro­pria eco­no­mia — gio­cando alla guerra sulla pelle altrui. Fino al pros­simo spau­rac­chio: Sad­dam, Ghed­dafi, i Tale­bani, Assad, l’ISIS: tutti costoro, in pas­sato, furono armati e finan­ziati dall’occidente. Smet­tia­mola di agi­tare spau­rac­chi futuri per farci inghiot­tire rospi presenti.

Un’altra ope­ra­zione di rici­clag­gio di reli­quie mili­tari inu­tili è l’operazione “Mare Nostrum”, sulla quale occorre riba­dire un secco no. È infatti assurdo man­dare enormi navi da guerra, con tutto lo stra­scico di risorse neces­sa­rie a smuo­verle – risorse ener­ge­ti­che, finan­zia­rie, umane —  a sal­vare un bar­cone di migranti. In una parola, sarebbe come sti­rarsi i pan­ta­loni con una pressa da mille ton­nel­late. I soc­corsi ai migranti in mare non si fanno por­tan­dosi a spasso dei can­noni e giu­sti­fi­cando esor­bi­tanti spese mili­tari per la Marina e per far fare car­riera agli Ammi­ra­gli. Per que­sti soc­corsi, che sono neces­sari e sacro­santi, ci vuole una flotta *civile* di navi e addetti con­ce­pita allo scopo: scopo, quello del soc­corso di civili da parte di civili, che è L’UNICO per il quale occorre per­lu­strare i mari. Ci si potrà chie­dere: abbiamo lì pronte le navi da bat­ta­glia che se no non ser­vono a niente, allora usia­mole. No. Non ser­vono a niente? Appunto. Sman­tel­liamo la Marina Mili­tare, e con un cen­te­simo delle risorse met­tiamo a punto una Marina Civile di soc­corso. Basta con que­sti spre­chi assurdi e immo­rali, visto che alla fine le risorse che spre­chiamo per que­ste inu­tili navi da guerra le sot­tra­iamo ai poveri del mondo. Non è più tempo di gio­care ai sol­dati buoni. Scom­paia la Marina Mili­tare e si diano le risorse ad una Marina Civile uma­ni­ta­ria. Senza can­noni e ammi­ra­gli: non ser­vono, così come non si porta la “Pace” nei paesi esteri usando l’esercito.

Ubi soli­tu­di­nem faciunt, pacem appel­lant. No alla guerra, no alla NATO.

Mas­simo Zucchetti

(Comi­tato Scien­ziate e Scien­ziati con­tro la Guerra)