[Disarmo] Guerra e media da ingaggio



Due articoli dal Manifesto

Guerra e media da ingaggio di Tommaso Di Francesco
Libia, le rivelazioni di Wikileaks sui piani di attacco dell'Europa. Una 
missione militare a tutti gli effetti e non un'operazione di polizia per 
salvare migranti, come invece raccontano i ministri Alfano e Gentiloni

 Se ci fosse stato biso­gno di una con­ferma che di guerra si tratta per il 
docu­mento stra­te­gico di 19 pagine pre­sen­tato da Moghe­rini all’Onu nem­
meno due set­ti­mane fa su «Libia, migranti e sca­fi­sti», ecco la rive­la­
zione di Wiki­leaks — anti­ci­pata dall’Espresso — che rende noti due pro­to­
colli riser­vati della Ue sull’operazione.  È una mis­sione mili­tare in Libia 
a tutti gli effetti e non un’operazione di poli­zia per sal­vare migranti, come 
invece rac­con­tano i mini­stri Alfano e Gen­ti­loni.  La Ue con la sua flotta 
navale unita — final­mente l’Unione — com­menta Wiki­leaks «schie­rerà la forza 
mili­tare con­tro infra­strut­ture civili in Libia per fer­mare il flusso di 
migranti. Dati i pas­sati attac­chi in Libia da parte di varie paesi euro­pei 
della Nato e date le pro­vate riserve di petro­lio della Libia, il piano può 
por­tare ad altro impe­gno mili­tare in Libia». Pro­prio men­tre la Com­mis­
sione Ue rivede al ribasso il «piano Junc­ker» per le quote dei migranti che 
quasi tutti i paesi euro­pei rifiu­tano; e men­tre al Cairo fal­li­scono gli 
enne­simi incon­tri tri­bali per avere in Libia un accordo di governo — utile 
solo ad appro­vare la nostra impresa bel­lica. La nuova guerra durerà un anno e 
comun­que tutto il tempo neces­sa­rio a «fer­mare il flusso migra­to­rio». All’
infinito dun­que, visto che la dispe­ra­zione di chi fugge da guerre (spesso 
nostre) e mise­ria (spesso pro­vo­cata da noi) è inarrestabile. Per que­sto «l’
uso della forza deve essere ammesso, spe­cial­mente durante le atti­vità come l’
imbarco, e quando si opera sulla terra o in pros­si­mità di coste non sicure o 
nell’interazione con imbar­ca­zioni non adatte alla navi­ga­zione». Quindi ci 
sono le ope­ra­zioni a terra, come scri­veva The Guar­dian. E per «la pre­senza 
di forze ostili, come estre­mi­sti o ter­ro­ri­sti come lo Stato Isla­mico», la 
mis­sione «richie­derà regole di ingag­gio robu­ste e rico­no­sciute per l’uso 
della forza». Ma la vera novità è l’invito espli­cito dei mini­stri della 
difesa Ue: «Per l’operazione mili­tare sarà fon­da­men­tale il con­trollo delle 
infor­ma­zioni che cir­co­lano sui media». Per­ché il Comi­tato Mili­tare dell’
Ue «cono­sce il rischio che ne può deri­vare alla repu­ta­zione dell’Unione 
Euro­pea… qual­siasi tra­sgres­sione per­ce­pita dall’opinione pub­blica in 
seguito alla cat­tiva com­pren­sione dei com­piti e degli obiet­tivi, o il 
poten­ziale impatto nega­tivo nel caso in cui la per­dita di vite umane fosse 
attri­buita, cor­ret­ta­mente o scor­ret­ta­mente, all’azione o all’inazione 
della mis­sione euro­pea. Quindi il Con­si­glio Mili­tare dell’Unione Euro­pea 
con­si­dera essen­ziale fin dall’inizio una stra­te­gia media­tica per enfa­tiz­
zare gli scopi dell’operazione e per faci­li­tare la gestione delle aspet­ta­
tive. Ope­ra­zioni di infor­ma­zione mili­tare dovreb­bero essere parte inte­
grante di que­sta mis­sione europea». Avete capito bene: ci saranno tante vit­
time inno­centi, vale a dire i migranti, desti­nati alle fosse del Medi­ter­ra­
neo e sot­to­po­sti sem­pre più ad arre­sti e vio­lenze in Libia. E ser­vi­
ranno infor­ma­zioni «mirate» dai ver­tici mili­tari e un gior­na­li­smo veli­
naro e/o embed­ded con «robu­ste regole d’ingaggio».

WikiLeaks rivela i piani dell’Europa per la guerra in Libia di Luca Fazio

Immigrazione. L'organizzazione di Julian Assange pubblica un documento 
riservato dell'European Union Military Committee in cui si ammette che i paesi 
europei stanno preparando un'azione militare anche di terra per distruggere i 
barconi dei trafficanti e interrompere il flusso migratorio Fac­ciamo una 
guerra. Tra un mese, in Libia. I pia­ni­fi­ca­tori euro­pei di nuove morti, gli 
stessi che si rim­pal­lano poche migliaia di pro­fu­ghi che rischiano la vita 
nel Medi­ter­ra­neo, dicono che il con­flitto durerà un anno. Sarà impos­si­
bile chia­marla “ope­ra­zione di poli­zia” e sarebbe scan­da­loso defi­nirla 
“mis­sione uma­ni­ta­ria”. La chia­me­ranno mis­sione Euna­v­for Med. Dopo le 
rive­la­zioni del Guar­dian — peral­tro smen­tite con imba­razzo dai mini­stri 
d’Europa — que­sta volta è Wiki­Leaks ad aver rovi­nato i piani del vec­chio 
con­ti­nente. L’organizzazione di Julian Assange ieri ha pub­bli­cato in rete 
un docu­mento dell’European Union Mili­tary Com­mit­tee (Eumc) — dipar­ti­mento 
pre­sie­duto dai Capi di stato mag­giore dei paesi euro­pei — secondo cui l’
Europa sta pre­pa­rando un inter­vento armato in Libia.
Il titolo del dos­sier (rive­lato in Ita­lia dal set­ti­ma­nale L’Espresso) è 
tutto un pro­gramma: “Piano appro­vato dai capi della difesa euro­pea per l’
intervento mili­tare con­tro le navi dei rifu­giati in Libia e nel Medi­ter­ra­
neo”. L’obiettivo dichia­rato è col­pire gli sca­fi­sti per bloc­care i viaggi 
dei pro­fu­ghi, ma sono pre­vi­ste anche azioni di terra e non si esclude l’
allargamento dell’operazione mili­tare anche alle riserve petro­li­fere. Si 
chiama inva­sione di uno stato sovrano (con tutte le com­pli­ca­zioni del 
“caso” libico). “L’Unione euro­pea — com­menta Wiki­Leaks — schie­rerà la forza 
mili­tare con­tro infra­strut­ture civili in Libia per fer­mare il flusso di 
migranti. Dati i pas­sati attac­chi in Libia da parte di vari paesi euro­pei 
appar­te­nenti alla Nato, e date le pro­vate riserve di petro­lio della Libia, 
il piano può por­tare ad altro impe­gno mili­tare in Libia”. In totale spre­gio 
dei par­la­menti euro­pei — e dell’articolo 11 della Costi­tu­zione italiana.

Il docu­mento riser­vato, al di là dell’esito cata­stro­fico di ogni guerra 
più o meno dichia­rata, rivela tutta l’incapacità dell’Europa di com­pren­dere 
il feno­meno dell’immigrazione anche dopo anni di inin­ter­rotto flusso di 
esseri umani nel Medi­ter­ra­neo. Tra gli obiet­tivi della mis­sione, infatti, 
si ammette anche la neces­sità di “una suf­fi­ciente com­pren­sione dei modelli 
di busi­ness del traf­fico, del finan­zia­mento, delle rotte, dei posti di 
imbarco, delle capa­cità e delle iden­tità (dei migranti)”. Come dire che a un 
mese dell’attacco si bran­cola ancora nel buio. Tra le carte si ammet­tono con 
una certa leg­ge­rezza anche gli inter­venti a terra: “L’uso della forza deve 
essere ammesso, spe­cial­mente durante le atti­vità come l’imbarco, e quando si 
opera sulla terra o in pros­si­mità di coste non sicure o durante l’interazione 
con imbar­ca­zioni non adatte alla navigazione”.
Altri det­ta­gli, messi nero su bianco, sug­ge­ri­scono sce­nari disa­strosi 
già messi in conto dai mili­tari euro­pei: “La pre­senza di forze ostili, come 
estre­mi­sti o ter­ro­ri­sti come lo Stato Isla­mico”. E ancora: “La minac­cia 
che sca­tu­ri­sce dalla gestione di un grande volume di migranti deve essere 
presa in con­si­de­ra­zione”. Una tale mis­sione richie­derà “regole di ingag­
gio robu­ste e rico­no­sciute per l’uso della forza”. Non si esclu­dono inter­
venti per libe­rare “ostaggi” cat­tu­rati dagli sca­fi­sti. Sono pre­oc­cu­pa­
zioni che dise­gnano sce­nari da auten­ti­che bat­ta­glie di terra. Con impli­
ca­zioni poli­ti­che molto rischiose: “E’ neces­sa­rio cali­brare l’attività 
mili­tare con grande atten­zione, par­ti­co­lar­mente nelle acque libi­che o a 
terra, per evi­tare di desta­bi­liz­zare il pro­cesso poli­tico con danni col­
la­te­rali, col­pendo atti­vità eco­no­mi­che legit­time, o creando la per­ce­
zione di aver scelto una parte”.
Nel car­teg­gio segreto non manca il capi­tolo più spi­noso. Come gestire una 
guerra evi­tando l’effetto col­la­te­rale più sgra­de­vole per tutti i poli­
tici che indos­sano l’elmetto: più che i morti, pre­oc­cupa la cat­tiva “repu­
ta­zione” degli assas­sini. “Il Comi­tato Mili­tare dell’Unione Euro­pea — si 
legge — cono­sce il rischio che ne può deri­vare alla repu­ta­zione dell’Unione 
euro­pea, rischio col­le­gato a qual­siasi tra­sgres­sione per­ce­pita dall’
opinione pub­blica in seguito alla cat­tiva com­pren­sione dei com­piti e degli 
obiet­tivi, o il poten­ziale impatto nega­tivo nel caso in cui la per­dita di 
vite umane fosse attri­buita, cor­ret­ta­mente o scor­ret­ta­mente, all’azione 
o all’inazione della mis­sione euro­pea”. Quindi si con­si­dera “essen­ziale 
fin dall’inizio una stra­te­gia media­tica per enfa­tiz­zare gli scopi dell’
operazione e per faci­li­tare la gestione delle aspet­ta­tive”. Gior­na­li­sti 
avvi­sati, mezzi arruo­lati. Non dovrebbe esserci alcun pro­blema, invece, per 
otte­nere l’avvallo della comu­nità inter­na­zio­nale: i mili­tari indi­cano 
Unione Afri­cana, Onu, Nato, Lega Araba, Egitto e Tuni­sia come part­ner della 
nuova guerra.
E il par­la­mento ita­liano? Non è men­zio­nato nel docu­mento dell’Eumc, ma 
anche in que­sto caso per i mili­tari non dovreb­bero esserci pro­blemi. Solo 
M5S e Sel hanno qual­cosa da ecce­pire. “Le rive­la­zioni dif­fuse da Wiki­
Leaks — dicono i depu­tati pen­ta­stel­lati delle com­mis­sioni Esteri e Difesa 
— dimo­strano che la mis­sione anti sca­fi­sti dell’Ue in Libia si risol­verà 
in un vero e pro­prio inter­vento mili­tare. In sostanza Mat­teo Renzi e i suoi 
sodali Alfano, Gen­ti­loni e Pinotti ci stanno tra­sci­nando in una nuova 
guerra, senza aver prima infor­mato prima det­ta­glia­ta­mente il par­la­
mento”. Per il capo­gruppo di Sel a Mon­te­ci­to­rio, Arturo Scotto, “invece di 
pen­sare a come bom­bar­dare qual­cuno Renzi si impe­gni affin­ché l’Europa la 
smetta con gli egoi­smi nazio­nali e si fac­cia carico del raf­for­za­mento 
della capa­cità di sal­va­tag­gio di per­sone in mare, sulla scorta di quanto 
fatto con Mare Nostrum”.