NEWS 12.05.2005 - correzione comunicato stampa



ci scusiamo, ma per un refuso tecnico dobbiamo correggere il precedente
comunicato stampa, elimando un passaggio tra parentesi, erroneamente
rimasto nel testo definitivo.

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ASSOCIAZIONE COMITATO QUARTIERE VILLANOVA - FALCONARA
ASSOCIAZIONE COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO - FALCONARA

COMUNICATO STAMPA


IL RUOLO DEI COMITATI E DEI CITTADINI DI FALCONARA

Alcuni osservatori mediatici hanno definito stridente la soddisfazione
espressa dai Comitati dei quartieri Villanova e Fiumesino per avere
ottenuto dalla magistratura il riconoscimento del diritto ad essere
risarciti dei danni subiti a causa del rogo del 25 Agosto 1999 da parte di
chi è stato condannato e della Società API.
In sintesi ci si imputa una sorta di incoerenza, poiché si dice dopo anni
di lotte per dimostrare la cattiva conduzione della raffineria da parte
della dirigenza API i Comitati si dichiarano soddisfatti di una sentenza
che li risarcisce per i danni subiti ma che assolve proprio i vertici API
per la cattiva gestione della manutenzione della pompa esplosa.

Crediamo che in primo luogo sia importante richiamare la attenzione sulla
necessaria distinzione che è opportuno fare  tra VERITA' scaturita da un
caso giudiziario e VERITA' della storia dei fatti di cui il caso fa parte.
Quanto definito dal Dott. Capezza con la sentenza di primo grado del
processo per l'incendio alla raffineria API del 25/8/1999 e la morte di due
lavoratori rappresenta una VERITA' GIUDIZIARIA su un episodio singolo a cui
è giunta la magistratura sulla base degli atti e delle prove a disposizione
nello specifico procedimento ed attinenti a tale singolo episodio. La
VERITA' storica è l'insieme dei fatti e degli episodi, cioè una situazione
duratura che si protrae negli anni, non necessariamente materia di
interesse per la magistratura, della quale il fatto oggetto del
procedimento costituisce, invece, un singolo evento sul quale la
magistratura ha ritenuto di indagare e procedere.
Non tenere conto di ciò può indurre a considerare con stupore le
valutazioni che su tale sentenza hanno espresso i Comitati dei cittadini.
L'esultanza dei Comitati, ribadiamo, deriva dal grande risultato ottenuto,
in questo procedimento penale, (ed è bene precisarlo ancora una volta,
avviato dalla magistratura e nel quale i Comitati ed i cittadini hanno
partecipato solo perché costituitisi parte civile) conclusosi con una
sentenza che ha anche sanzionato l'obbligo per la Società Api a risarcire i
cittadini, ratificando così l'enorme successo della nostra azione.
La VERITA' STORICA sulla quale noi conduciamo, e condurremo, le nostre
battaglie senza tregua e senza sosta riguarda l'operato della dirigenza e
dei proprietari della raffineria API prima e dopo, oltre che durante,
l'incendio, del 25/8/1999.

Questa VERITA' è quella che risulta:


A)  dai verbali del Comando dei Vigili del Fuoco dopo il tragico rogo,
allorquando nel paragrafo della loro Relazione intitolato «Nodi critici per
la sicurezza e misure di prevenzione da adottare da parte della raffineria
API» essi indicano


« (...) le misure di sicurezza da adottare nel breve e medio periodo (...)


-  Ristrutturare tutte le aree individuate come "sala pompe" di prodotto di
ctg. A o di prodotti infiammabili caldi, dotandole di sistemi di
rivelazione delle perdite, di sistemi di blocco ad azionamento remoto, di
impianti di spegnimento automatico allontanandole dal sedime ferroviario,
consentendo una fascia di sicurezza adeguata.


-  Realizzare una rete di rilevatori sulle pipe-ways e sulle pipe-rack che
corrono in corrispondenza della linea ferroviaria, collegata con una sala
quadri (...)


Vengano riviste le procedure operative correlate alla movimentazione dei
prodotti, controllando lo stato di apertura delle valvole in modo
elettronico, utilizzando le migliori tecnologie attualmente disponibili ».


Quelle misure di sicurezza individuate dai Vigili del Fuoco, dunque, non
esistevano (siamo certi che non esistevano?) al momento dell'incendio del
25/8/1999, presumibilmente per scelte della dirigenza API.
 E quelle stesse misure avrebbero potuto evitare la morte di Gandolfi e
Giulian ?


B) dalla Relazione dell'allora Prefetto D'Acunto che, circa il
comportamento della Società API e/o della sua dirigenza, rilevò, evidenziò
e scrisse:
 «Fino alle 5,39, subito dopo lo scoppio avvenuto alle 5,37, nessuno ha
dato l'allerta ai Vigili del Fuoco - la prima chiamata sembra essere stata
quella di un cittadino - e nessuno ha potuto dare l'allarme anche alla
popolazione (...) avvertita, solo di fatto, dalla o dalle esplosioni e
dalle fiamme e poi dal denso fumo. Ora, logica impone che un allarme venga
dato il più possibile in anticipo sul verificarsi dell'evento nocivo, cioè,
all'insorgere dello stato di pericolo, specie in situazioni ad altissimo
rischio. Il che, nel caso di specie, non è avvenuto».

Se queste sono alcune delle verità storiche esistenti, esse, per
concretizzarsi anche come VERITA' GIUDIZIARIA, devono essere supportate da
prove inconfutabili su cui il magistrato possa basarsi.
Il fatto che nel primo grado del processo non siano state sufficienti le
prove in ordine alle responsabilità sulla presunta non manutenzione della
pompa esplosa la mattina del 25/8/1999 significa che, probabilmente, si
renderà ancor più necessario l'appello alla sentenza di primo grado proprio
per l'esigenza di un maggior approfondimento delle indagini anche alla luce
della verità storica dei fatti pregressi, come quella,  per esempio,
tracciata dalla relazione dei Vigili del Fuoco.
Nulla, però, può offuscare la rilevante importanza politica, sociale e
giudiziaria del fatto che la Società API, per la prima volta nella sua
storia su questo territorio, si è trovata CONTRO una parte dei cittadini
falconaresi ed i Comitati in cui si sono costituiti e che a questi sono
stati riconosciuti in via giudiziaria i danni ad essi provocati da quella
Società.
Quei cittadini che il Presidente Aldo Brachetti Peretti dice di avere
soltanto beneficiato!
Possibile che nessuno colga che l'alterigia delle affermazioni di Brachetti
Peretti è proprio rivolta a quello che egli probabilmente reputa un
popolino suddito?
E' umano e lecito sospettare che il Presidente dell'API abbia usato le
stesse parole e la stessa arroganza con Amagliani, D'Ambrosio, Spacca e
chicchessia al momento del rinnovo della concessione?
Possibile che nessuno si chieda a chi sono indirizzate e quali scopi si
prefiggono le innumerevoli visite agli impianti della raffineria degli
ultimi due anni?
Suvvia, non c'è bisogno di fare della psicologia rasoterra per capire che
il sistema API ha dovuto difendersi dai colpi provenienti dal basso, dai
cittadini/elettori e dai loro Comitati i quali, se avessero avuto la
capacità di rendere egemone il rifiuto al sistema API, avrebbero stravolto
disegni e progetti pianificati anche politicamente!

Ecco perché ribadiamo il valore storico della sentenza di primo grado per
ciò che attiene le rivendicazioni dei cittadini e dei Comitati in quella
sede: il riconoscimento giudiziario che la Società API ha arrecato un danno
a privati cittadini e alle Associazioni, che difendono, sia la sicurezza e
i diritti civili e reali delle persone minacciate da tale impianto, sia gli
interessi ambientali della zona dove è stata fatta sviluppare la
raffineria, rappresenta una rottura che fa seguito ad una ribellione
sociale nei confronti di un modello di sviluppo capestro, al quale è stato
permesso di rimanere per altri 20 anni!

Quel riconoscimento giudiziario sancisce una rottura definitiva ed
insanabile con il sistema API che solo privati cittadini e Comitati che
difendono il territorio e la qualità della vita delle persone hanno avuto
il coraggio di mettere in discussione!

Ed ora rivolgiamo noi una alcune domande/indovinelli a quanti non hanno
compreso l'importanza della sentenza risarcitoria:

di fronte al danno che i cittadini hanno patito e che è stato
giudiziariamente riconosciuto qual'è la condizione di quegli uomini
politici marchigiani che hanno usufruito dei buoni benzina targati API
nelle elezioni regionali del 2000?

E ancora:

il riconoscimento giudiziario che l'Api ha arrecato danno ai cittadini come
si riverbera sugli uomini politici ed amministratori marchigiani che hanno
rinnovato ed avvallato il rinnovo della concessione alla raffineria di
quella società?

Su tutto questo è basato il peso politico che noi leggiamo in quella
sentenza, senza per questo manifestare la benché minima idea di abdicare al
ruolo di segnalatori di eventi che possano comportare presunte
responsabilità della dirigenza API che, però, è compito della Magistratura
verificare!
La nostra opinione sulla sentenza concernente la colpevolezza o meno dei
Dirigenti dell'API non conta. La giustizia è sovrana e la decisione del
magistrato va confutata, quando necessario, nei modi e nelle sedi previste
dalla legge.

A questo punto vogliamo sottolineare che il lavoro svolto in questi anni
dai Comitati dei cittadini per dimostrare l inaffidabilità oggettiva della
dirigenza della raffineria API nei confronti dei lavoratori, dei cittadini,
del territorio e delle Istituzioni è continuata e sta continuando anche per
altri capitoli che abbiamo ampiamente illustrato, a suo tempo, agli organi
di informazione:


- i pesanti dubbi sulla proprietà della sponda del fiume Esino (zona foce)
che la società API rivendica e che, da soli, i Comitati stanno contestando
di fronte alla Procura;


- l'opposizione conclusasi con successo alla realizzazione di una
palancolata nell'alveo del fiume Esino per contenere la migrazione verso
tale corso d'acqua delle sostanze inquinanti che è stato accertato essere
presenti nel sottosuolo della raffineria;


- le esalazioni diffusesi nei quartieri a causa di serbatoi con i tetti
bucati denunciate dai Comitati, da soli;


- gli shock acustici sopportati per due lunghi anni di sperimentazione
della nuova centrale (2000-2002), attestati anche dalla Commissione del
Ministero dell'Ambiente, ma da soli portati all'attenzione della Procura
della Repubblica di Ancona;

Questo, soltanto per fare alcuni esempi; e se qualcuno nutrisse dubbi
sull'identità dei Comitati, invitiamo a rileggere il documento sulla
inaffidabilità oggettiva della raffineria API pubblicato alla vigilia del
rinnovo della concessione, nella primavera del 2003.



Falconara M.ma, 12.05.2005


Il Presidente dell’Associazione di Villanova
 Loris CALCINA


Il V.Presidente dell’Associazione di Fiumesino
 Massimo DE PAOLIS














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