Appello agli amici che possono fare qualcosa



Nel silenzio assoluto della stampa (con l’eccezione del Sole 24 Ore) e nel balbettio penoso dell’opposizione, la Camera dei Deputati ha approvato la cosiddetta legge Lupi sul “governo del territorio”. Già da quel che se ne sapeva era giustificato il più vivo allarme (si veda, per una documentazione completa e continuamente aggiornata, il sito di E. Salzano, www.eddyburg.it, insieme all’altro ugualmente benemerito www.patrimoniosos.it). Ma una lettura attenta del testo appena votato lascia senza parole. Non mi riferisco tanto alle prevedibili goffaggini degli articoli “ideologici”, come l’art. 2, dove vengono chiariti gli obiettivi di tale “governo”, vale a dire prima di tutto lo “sviluppo” del territorio e, “altresì” (!), “l’urbanistica, l’edilizia, l’insieme dei programmi infrastrutturali, la difesa del suolo, la tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, la tutela della concorrenza”, ecc. E nemmeno alle continue manifestazioni di barbarie giuridica, come quando per es. (art. 4) si prevede la possibilità per lo stato di definire “prioritariamente attraverso gli strumenti di programmazione negoziata” interventi di riqualificazione delle aree depresse (evidentemente in deroga alla pianificazione ordinaria, i famosi “accordi di programma”, i “poli turistici” e simili porcate). O si veda il combinato disposto, micidiale, degli art. 6 comma 5 (destinazione d’uso) e 9 comma 3 (perequazione, la quale tuttavia si attua “indipendentemente dalla specifica destinazione d’uso”). Come sempre, la parte più insidiosa è la meno visibile, mi riferisco al lungo elenco di articoli abrogati della Legge Urbanistica, quella vera: si va dai contenuti del Prg (art. 7) alle modalità di pubblicazione (art. 9), al venir meno della competenza dei consigli comunali nell’approvare i piani di lottizzazione, agli standard urbanistici. Un disastro. E del resto, cosa aspettarsi dal governo di un tizio che si è arricchito riciclando denaro sporco in speculazioni edilizie, girando “con l’assegno in bocca” e comprandosi i permessi e le licenze?

Basta, io non sono addetto ai lavori, non ne capisco, e va bene. Ma dove diamine sono andati a finire gli addetti ai lavori? Se ancora ce n’è qualcuno in giro, che si faccia vivo, questo è il momento. Non importa se scrivendo un articolo o andando davanti al Senato con un cartello in mano. Forse prima dell’approvazione definitiva si può ancora salvare qualcosa.