fra genova lucca montecarlo ucraina e guinea storie di intrighi internazionali e di amici poliziotti importanti



 
da repubblica ed.genovese di venerdi 23 giugno 2006

IL GIALLO
Montecarlo il ricco siriano che fa tremare i quartieri alti
Un´ascesa folgorante tra calcio e business nel mirino dei giudici di Monaco
MASSIMO CALANDRI
marco preve

UN misterioso miliardario mediorientale, un intrigo internazionale che parte dall´Ucraina e via Genova arriva nel cuore dell´Africa, grandi progetti e giri di soldi, e poi quel bonifico da 50 mila euro che da un paese dell´ex Unione Sovietica finisce sul conto di uno dei poliziotti più importanti d´Italia: l´ex questore di Genova, e oggi di Napoli, Oscar Fioriolli. «Era un prestito per l´acquisto di una casa - spiega Fioriolli - che sto ripagando. Una questione personale. Non sapevo certo che quel signore fosse indagato all´estero e appena appreso, ho interrotto i rapporti».
C´è un´inchiesta della magistratura di Montecarlo che potrebbe provocare grandi imbarazzi nella Genova che conta, quella delle istituzioni e delle professioni. E´ l´indagine che il giudice istruttore del tribunale del Principato di Monaco Bruno Nedelec, ha avviato all´inizio del 2004 e che viene raccontata in dettaglio sul numero de l´Espresso in edicola oggi. L´ipotesi di reato è quella di riciclaggio, e l´indagato è Ahmad Fouzi Hadj, nato 53 anni fa in Siria, genovese d´adozione e di residenza, e negli ultimi anni protagonista di un´incredibile ascesa imprenditoriale. Quella che, tra le altre cose, lo ha portato, nell´estate scorsa, assieme ad un gruppo di avvocati e commercialisti genovesi ad acquistare la squadra di calcio di Lucca.
Al suo fianco il professor Luca Bubbi, commercialista affermato presente in vari enti e società (fondazione Gaslini, Cornigliano spa, fiera di Genova); Maurizio Mascia, uno dei migliori penalisti della città, legale personale di Enrico Preziosi; Massimo Kutufà, alto funzionario Unicredit; l´avvocato Damiano Sterle, responsabile del settore legale. E poi, a completare la compagine genovese, Fabio Oppicelli, ramo autosaloni, un posto nel Genoa di Dalla Costa, a Lucca responsabile marketing, e Spartaco Landini direttore sportivo. Senza dimenticare Franco Scoglio che di Fouzi era consigliere ed amico.
L´imprenditore siriano, che racconta di essersi laureato a Genova in medicina nel 1982, prima di diventare amico personale e socio in affari di Lansana Contè, il presidente (dittatore secondo i suoi molti oppositori e alcune organizzazioni internazionali) della Guinea Conakry, nel capoluogo ligure aveva avuto alterne fortune. Un paio di fallimenti delle sue attività di importazione di tappeti, una vecchia condanna per ricettazione. Il primo a voler fare chiarezza sulla fortuna accumulata dall´italo-siriano, che ha acquistato degli immobili anche nel Principato, è stata appunto la magistratura monegasca che ha chiesto via rogatoria la collaborazione delle autorità italiane e genovesi in particolare, visto che il medico italo-siriano risiede in una villa da sogno a Pieve Ligure.
dall'espresso di venerdi 23 giugno 2006

Dribbling alla giustizia
di Massimo Calandri e MarcoPreve

A Lucca dicono che ci sia un "dottore" - uno vero, con tanto di specializzazione in cardiochirurgia - destinato a guarire tutti i mali del pallone. Da quelle parti, almeno. Il dottore è arrivato in Toscana qualche mese fa, ha comprato la squadra locale, Lucchese Liber-tas, serie CI, il mese scorso ha mancato d'un soffio la promozione: ma ai tifosi in adorazione garantisce la conquista della A entro un paio d'anni. Promette di investire molti soldi. E di costruire stadi, strade, ospedali. La città è tornata a sognare, a pensare in grande. Il primo obiettivo, l'Accademia del Calcio, è stato presentato nei giorni scorsi; piccoli campi da football e tanto verde per i bimbi. Il dottore nel frattempo ha stravinto un sondaggio: è "il-personaggio dell'anno", a Lucca. Piace a tutti, si circonda di prestigiosi collaboratori, stringe amicizie importanti. L'ex presidente del Senato, Marcello Pera, è suo ospite fisso in tribuna d'onore. Il sindaco, Piero Pazzi, è presidente onorario del club rosonero. Il capo della locale Procura lo riceve ufficialmente, la stampa è tutta dalla sua parte. E' il calcio, la leva che scatena l'enrusiasmo intorno ad Ahmad Fouzi Hadj, 53 • anni, medico italosiriano che nel '98 dichiarava un reddito di 36 mila euro e oggi vanta un patrimonio con un'infinità di zeri. Un uomo d'affari protagonista di una misteriosa  e irresistibile ascesa,  che dicono abbia cosrruito il suo successo grazie anche alla fraterna amicizia con Lansana Conte', discusso presidente africano della Guinea Conakry. Partito da Genova, dopo essere rimasto coinvolto in un paio di piccoli fallimenti (un negozio di tappeti, un ristorante) e nonostante una condanna in primo grado per ricettazione, ha accumulato dal nulla una fortuna prodigiosa. E ha deciso di puntare su Lucca: all'inizio in sordina, poi con modi sempre più enfatici. Un simpatico vincente, ma con un'ombra nel curriculum. Una piccola macchia, di quelle che non si riescono a lavare via. Tre anni fa è stato citato dalla Human Rights Watch: forte di un rapporto Onu, l'organizzazione non governativa statunitense lo accusava di aver importato armi per i ribelli della Liberia attraverso una serie di triangolazioni che arrivavano fino in Ucraina, paese di origine della sua compagna. Alisa Pilipenko. La macchiolina si è allargata, si è fatta più scura: e adesso il dottore è finito nel mirino della Procura di Montecarlo, protagonista di un giallo internazionale che al calcio mescola il riciclaggio di denaro, il traffico di armi, lo smaltimento di rifiuti tossici.
Il primo a voler fare chiarezza sulla fortuna prodigiosamente accumulata dall'italo-siriano, che ha acquistato degli immobili anche nel Principato, è stato il giudice istruttore monegasco Bruno Nedelec. Fin dall'inizio dell'inchiesta, aperta nel 2004 con l'ipotesi di riciclaggio, Nedelec ha chiesto aiuto alle autorità italiane e in particolare al Tribunale di Genova: il medico italosiriano risiede infatti in una villa da sogno a Pieve Ligure, a pochi chilometri dal capoluogo. Un piccolo paradiso, con una palma al centro della piscina, teatro di molti incontri che gli inquirenti di Montecarlo giudicano molto "interessanti-. Intercettando le telefonate, pedinando e filmando l'indagato, gli investigatori hanno concentrato la loro attenzione sul vasto giro di amicizie che circondava l'imprenditore. Uomini d'affari, funzionari di banca ma anche del ministero dell'Interno, spesso ospiti delle faraoniche feste organizzate da Fouzi Hadj. Tra di loro Oscar Fioriolli, attuale questore di Napoli e prima ancora di Genova, uno degli uomini di punta del Viminale. Citazione inevitabile, perché all'improvviso nel corso dell'indagine salta fuori un sorprendente versamento di 50 mila euro sul conto corrente del questore: è il 15 novembre di due anni fa, il denaro arriva dalle casse della Katex Carriere Guinee Kcg (società estrattiva che fa capo a Fouzi Hadj) attraverso la Multibanka, istituto di credito di Riga, Lettonia. Fìoriolli non nega l'accredito bancario, e spiega che si tratta di un prestito ricevuto da un vecchio amico, del quale non conosceva le vicissitudini giudiziarie, che ha già cominciato a restituire. Grandi affari, grandi amicizie, grandi transazioni. Che il dottore abbia grande stima del questore di Napoli lo dimostra una serie di telefonate fatte giusto prima dello sbarco a Lucca: l'italosiriano che chiede a Fioriolli di mettere una buona parola con le istituzioni toscane. In cambio arriva a offrire al funzionario di polizia la gestione dei servizi di intelligence della Guinea Conakry, C'è da rimanere almeno sorpresi, invece la Procura di Genova sembra non trovarci nulla di strano. A Bruno Nedelec la cosa poco importa: il giudice di Montecarlo vuole scoprire come l'italosiriano abbia messo da parte quei soldi che tra l'altro gli hanno permesso di comprare un grande albergo in rue de Por-tier, la Maison d'Or, con i balconi affacciati sul circuito di Formula I, intestandone chissà perche un intero piano a un avvocato del capoluogo ligure. Mediatore dell'operazione, verificano i monegaschi, è un palermitano legato a una famiglia in odore di mafia, intanto sullo sfondo si allunga l'ombra di quel traffico internazionale di armi via Guinea Conakry, paese che ufficialmente definisce Fouzi Hadj una sorta di benefattore, insieme al sospetto di un traffico di sostanze tossiche nell'Oceano africano grazie ad alcune vecchie carrette del mare battenti bandiere di paesi latinoamericani . L'imprenditore non si lascia confondere da quelle che definisce «spregevoli chiacchiere" e punta sul più suggestivo dei business italiani: il calcio. Nella primavera dello scorso anno, complice la sua amicizia con l'allenatore Franco Scoglio, recentemente scomparso, lo solletica l'idea di comprare il Genoa da Enrico Preziosi, ma poi sceglie di rilevare la squadra di Lucca. Sbarca in Toscana con un pool dì importanti amici genovesi, compreso l'avvocato cui ha intestato l'immobile a Monaco, ma anche con commercialisti del calibro di Luca Bubhi, consulente aziendale, sindaco nella fondazione dell'ospedale Gaslini di Genova, docente alla Bocconi e all'Uni versila di Brescia. Tra un viaggio in Guinea e un fine settimana a Genova, progetta la costruzione di un nuovo stadio da 15-20 mila posti a San Donato, nella periferia sud-ovest. Nel frattempo Bruno Nedelec chiede ai colleghi italiani lo spesso fascicolo relativo alle indagini genovesi. Che sono soltanto quelle effettuate in rogatoria, perché, nonostante lo stupore degli inquirenti francesi, per due anni la Procura del capoluogo ligure non ravvisa spunti investigativi. Un fascicolo pare venga aperto soltanto di recente, quando le voci iniziano a circolare in maniera quasi imbarazzante, gli interessati sono venuti a conoscenza dell'indagine e quelli indirettamente coinvolti ne hanno discusso anche con il procuratore capo, Francesco Lalla. Vale la pena di precisare che la Procura genovese aveva affidato la traduzione delle telefonate in lingua araba di Fouzi Hadj, intercettate su richiesta dei giudici di Montecarlo, a un signore che si chiama Katabi Mar-wan: grande amico e diversi anni fa addirittura socio del dottore in una import-export, nell'86 interprete della pubblica accusa in un processo importante, quello contro i sequestrarori palestinesi dell'Achille Lauro.
A Lucca s'erano preoccupati di brutto: negli ultimi due mesi il dottore non aveva darò notizie di sé e qualcuno aveva cominciato a far circolare altre "spregevoli" chiacchiere. L'italosiriano si è invece ripresentato, denunciando per truffa il precedente presidente della società di calcio, che al momento della vendita gli avrebbe nascosto un buco da quasi 5 milioni di euro. E poi ha spiegato ai giornalisti: "Ero in Africa per curare i miei affari. In un certo senso, anche nell'interesse della Lucchese-. La squadra sarà la rivelazione della prossima stagione, giura.