SOSPENDERE IMMEDIATAMENTE I LAVORI



RIGASSIFICATORE: UN SUCCESSO CHE RILANCIA LA VIGILANZA
E LA LOTTA.  SOSPENDERE IMMEDIATAMENTE I LAVORI

Avevamo ragione ed i Ministri per lo Sviluppo Economico Bersani e
dell’Ambiente Pecoraro Scanio ne hanno preso atto nel corso di una riunione
presso il Consiglio dei Ministri ed hanno deciso la riapertura della
Conferenza dei Servizi perché si possa procedere poi alla valutazione di
tutti i profili ambientali che comporterebbe la realizzazione del
rigassificatore a Brindisi, una valutazione estesa all’impatto delle
connesse opere portuali. Ma c’è di più e cioè che i due Ministri hanno
motivato tale decisione anche con la presa di posizione della Commissione
Europea che non ha ritenuto adeguato il procedimento autorizzativo definito
dall’art. 8 della L. 340/2000 ed hanno aggiunto che nell’ambito della
ripresa del procedimento dovrà essere effettuata «la consultazione delle
popolazioni interessate ai sensi della Direttiva Seveso sugli impianti a
rischio».

Siamo quindi di fronte ad un importante riconoscimento della validità delle
censure che le nostre associazioni hanno ripetutamente mosso nei confronti
del procedimento amministrativo a suo tempo espletato: le gravissime
violazioni di legge consistenti nella non effettuazione della doverosa
procedura di VIA e nel mancato coinvolgimento democratico dei cittadini che
vivono sul territorio destinato ad ospitare l’impianto. Tuttavia il
comunicato diffuso in merito alla citata decisione governativa, per la sua
sinteticità probabilmente dovuta anche a motivi di prudenza politica, non
dice tutto ciò che avrebbe potuto dire su quanto è accaduto nella lunga e
tortuosa vicenda che grava come un macigno sulle sorti della nostra città:
la oggettiva e clamorosa incompatibilità dell’impianto con le più
elementari esigenze di sicurezza dei cittadini per il sito prescelto nel
porto a ridosso del centro abitato ed in una zona dichiarata a rischio di
incidente industriale rilevante; la incompatibilità sociale del
rigassificatore con un diverso modello di sviluppo economico deciso dalle
rinnovate amministrazioni degli Enti locali e dalla Regione Puglia con
deliberazioni assunte all’unanimità dai rispettivi Consigli a seguito di
precisi mandati elettorali.

Ed ancora: il mancato coinvolgimento durante il procedimento degli organi
deliberativi collegiali di Comune Provincia e Regione; le trattative
condotte all’epoca in solitudine dai vertici degli Enti locali nei meandri
dei “palazzi” senza le doverose consultazioni istituzionali e sociali;
certi fatti ed atti sui quali è tuttora in corso un’inchiesta da parte
della locale Procura della Repubblica, con perquisizioni e sequestri di
documenti, per l’accertamento di eventuali interferenze delittuose nel
procedimento autorizzativo; il responso delle ultime elezioni
amministrative che ha dato alle rinnovate gestioni degli Enti locali il
preciso mandato di contrastare la costruzione dell’impianto; le numerose
manifestazioni popolari di protesta con la mobilitazione di migliaia di
cittadini e la partecipazione di quasi tutte le espressioni politiche,
sociali e culturali del territorio.

Sono queste le tante ragioni per le quali la nostra comunità si oppone
fermamente alla costruzione dell’impianto, ragioni che noi ribadiamo nel
momento in cui il Governo si fa carico della gravità di una situazione che,
se non risolta positivamente, potrebbe provocare un’insanabile frattura nel
rapporto di fiducia e di collaborazione tra l’Esecutivo centrale e le
Amministrazioni locali. Le nostre associazioni in questa difficile fase
della vita cittadina hanno sempre agito con senso di responsabilità e
lungimiranza puntando tutte le loro carte su un “movimento di popolo” forte
soprattutto delle proprie ragioni, culturalmente pluralistico e capace di
interpretare le istanze della stragrande maggioranza dei cittadini. Un
movimento che ha rifiutato il ricorso alla scorciatoia di azioni
incontrollate e controproducenti, operando sempre nel pieno rispetto della
legalità democratica.

Ebbene questo Movimento considera la riapertura della Conferenza dei
Servizi per quello che deve essere: l’avvio di una procedura di autotutela
per pervenire, qualora la società inglese non dovesse rinunciare al
progetto a fronte anche di possibili contropartite, al ritiro del
provvedimento autorizzativo per motivi di legittimità dovuti a vizi
procedimentali e per ragioni di merito determinate dalla sussistenza di un
attuale e concreto interesse pubblico riveniente dalla conclamata
incompatibilità ambientale e sociale dell’impianto. Nei mesi scorsi abbiamo
affermato che una VIA senza la riapertura della Conferenza dei Servizi
sarebbe stata una operazione di facciata peraltro impraticabile ed
illegittima. Oggi, di fronte alla riapertura della citata Conferenza,
esprimiamo il nostro apprezzamento per la scelta del Governo ma lo facciamo
senza salti di gioia perché sappiamo quanto forti sono i poteri e gli
interessi che vogliono mettere pesantemente le mani sul nostro territorio
già ampiamente violentato. Svolgeremo perciò ogni necessaria azione di
vigilanza e di lotta per impedire che qualcuno tenti di trasformare la
riapertura del procedimento in una “polpetta avvelenata” che, aggiungendo
al danno le beffe, punti alla riconferma del provvedimento autorizzativo
con qualche rituale prescrizione di cautela. L’incompatibilità
dell’impianto scaturisce da nozioni di comune esperienza che non possono
certo sfuggire ai tecnici della Commissione incaricata di svolgere la
valutazione, sopralluoghi compresi, dell’impatto ambientale.

La LNG-Britsh Gas ha a questo punto il preciso dovere di sospendere i
lavori in corso che ha arrogantemente proseguito anche dopo gli annunci del
Governo di una imminente decisione sugli sviluppi della vertenza.
Sollecitiamo comunque le competenti autorità ad intimare ancora una volta
formalmente alla società inglese, dopo le ultime decisioni del Governo, la
sospensione immediata delle operazioni procedendo, in caso di
inottemperanza, all’adozione dei necessari ed inevitabili provvedimenti.

Brindisi, 28 dicembre 2006

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti – TerraNostra, Fondazione
“dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S.,
ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per
la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino Comitato cittadino
“Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.