Capitini e la scuola. Attuale o ancora da attuare?



 




“La verità della realtà liberata non sarà perciò comunicata come un deposito sacro, al quale gli educandi non debbano aggiungere che

l’ascoltare e l’eseguire: la verità della realtà liberata sarà attuata, svolta da

coloro che ne sono l’inizio.

Il nostro lavoro dovrà svolgersi perciò, non tanto all’escogitazione

di un metodo perché i fanciulli svolgano la verità, quanto allo studio dei modi di portar, noi, la realtà all’altezza di ciò che faranno.”

Aldo Capitini sognava una scuola democratica, liberissima ideologicamente, in cui ognuno potesse esprimersi. Una scuola in cui appunto la realtà dovesse essere portata all’altezza di quello che i ragazzi ne faranno. 

Il contrario di ciò che accade. Da sempre.

La scuola, l’educazione si riformano sotto il peso della realtà che taglia, esclude, spezza. Annulla il futuro. E non c’è verso di convincere del contrario. I ragazzi, e chi ci lavora, devono solo adattarsi.

 

Ma noi ci riproviamo.

La religione dell’educazione (232 pagine, Euro 16,00) è il volume curato da Piergiorgio Giacchè che raccoglie, in maniera antologica e ragionata, gli scritti pedagogici di Aldo Capitini.

Un testo attuale perché il problema vero è che Aldo Capitini non è mai stato attuato, e come lui quel pensiero pedagogico italiano che ha visto in maniera diversa il rapporto nell’educazione tra realtà e cambiamento, tra educatore ed educato.

 

Capitini, scrive Giacchè, parla di una educazione aperta. L’apertura è il motore e il vettore dell’esperienza. “Molti falsi sinonimi hanno invece da sempre confuso e occupato il campo: istruzione ed erudizione e perfino cultura da un lato, approfondimento e ampliamento e completamento dall’altra parte. Ma l’educazione aperta non vuole essere dilatata e onnivora ma elevata e selettiva, giacché non si tratta di informare e al limite nemmeno di formare, ma appunto di “aprire”. Indefinitamente.”

 

4 capitoli (I principi e i valori, Maestri e modelli, Fare scuola, Modi dell’educare) per provare a ragionare di educazione in maniera diversa. Laicamente ma con coscienza. Con un rigore estremo dettato da una forte apertura. Per questo l’educazione diventa religione.

 

Perché questo?  Capitini lo dice, utilizzando Mazzini: “Dio v’ha fatti educabili. Voi dunque avete dovere d’educarvi per quanto è in voi, e diritto a che la società alla quale appartenete non v’impedisca nella vostra opera educatrice, vi aiuti in essa e vi supplisca quando i mezzi di educazione vi manchino… Dio v’ha fatti sociali e progressivi. Voi dunque avete dovere d’associarvi e  di progredire…, e avete diritto a che la società alla quale appartenete… non v’impedisca …vi aiuti… e vi supplisca.”

 

Frasi incisive, chiare. Utili? Pensiamo di sì. Necessarie per trovare ogni giorno le ragioni per non cedere all’idea che tanto ormai sia inutile continuare a provarci.

Il libro è il secondo della collana Persuasioni curata da Goffredo Fofi. Della stessa collana Prima educare. Nella scuola, nella società. Entrambi i volumi con lo sconto del 20% per chi li ordina entro il 30 novembre a info at lameridiana.it

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