Gli USA RIGETTANO IL NUCLEARE ,L'ITALIA RACCATTA QUELLO FRANCESE




Da www.rainews 24

L'Italia rimane attaccata al nucleare anche dopo l'abbandono Usa, la denuncia 
di Greenpeace 
 Centrale nucleareL'Italia continua a fare la parte dell'ultima ruota del 
carro nel dibattito su clima ed energia. Anche l'ultimo chiaro cambio di rotta 
degli Usa di Obama - introdotto dal pacchetto di misure in discussione al 
Congresso - è stato sostanzialmente ignorato dai nostri politici e dagli stessi 
media. Un tentativo di inserire 50 miliardi di dollari di fondi per prestiti a 
tasso agevolato a favore del nucleare, infatti, è stato infatti respinto dal 
Congresso, che ha bocciato l'emendamento del senatore repubblicano Robert 
Bennet. Invece i fondi per efficienza e rinnovabili sono passati da meno di 52 
a quasi 60 miliardi, di cui 32,8 nelle fonti rinnovabili e 26,86 per 
l'efficienza energetica. A questi si aggiungono quasi 19 miliardi sui trasporti 
collettivi e sulle ferrovie.

Un grave colpo al preteso rilancio del nucleare. Già nel 2007 
l'amministrazione Bush aveva introdotto fondi, pari a 18,5 miliardi di dollari, 
per prestiti a basso tasso di interesse per la costruzione di centrali 
nucleari. Una delle domande di finanziamento è stata presentata dalla Florida 
Light & Power per sostituire due reattori nucleari sulla base di 16 miliardi di 
dollari, mentre il totale delle richieste di accesso ai fondi, prima della 
crisi economica, aveva raggiunto 122 miliardi di dollari. E senza i soldi da 
parte del governo, per il nucleare made in Usa il futuro si prospetta veramente 
duro.

"Si tratta di un importante cambio di direzione dell'amministrazione USA- 
spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia-Efficienza 
energetica e fonti rinnovabili hanno un grande potenziale sia in termini 
energetici che occupazionali. Secondo le valutazioni correnti per ogni miliardo 
di investimenti pubblici se ne possano generare due di investimenti privati, 
dunque l'impatto del piano è potenzialmente triplo".

Tutte novità che non vengono percepite in Italia, dove si parla ancora di 
rilancio del nucleare e di carbone. Mentre Obama sembra andare nella direzione 
opposta: "Se si guarda al pacchetto messo a punto dall'amministrazione USA – 
continua Onufrio-  quella delle fonti rinnovabili e dell'efficienza è la parte 
che si presta maggiormente a promuovere uno scambio di tecnologie con la Cina, 
che è uno dei maggiori finanziatori del debito USA. Il Piano Obama, è un passo 
nella direzione giusta. Questo fa ben sperare anche in vista dell'appuntamento 
di fine anno a Copenhagen dove è in gioco il futuro del Protocollo di Kyoto. 
Speriamo che il nostro governo se ne accorga e si metta nella direzione 
giusta".


Nucleare/ Forte alleanza Italia-Francia: si punta a 2 centrali Epr
Protagonisti accordo Enel ed Edf
postato 3 giorni fa da APCOM 

Roma, 20 feb. (Apcom-Nuova Energia) - Il futuro del nucleare italiano 
potrebbe delinearsi intorno a una struttura a quattro centrali di cui due 
adotterebbero la tecnologia Epr di fabbricazione francese e due con reattori Ap 
1000 prodotti dalla americana Westinghouse-Toshiba in collaborazione con 
Ansaldo. E' questa l'ipotesi a cui stanno lavorando i tecnici italiani, ma 
anche francesi, in vista dell'incontro di martedì prossimo tra il premier 
Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy, in cui è attesa la 
firma di un accordo di collaborazione di ampia portata sull'atomo, un accordo 
che dovrebbe prevedere una cooperazione tra Enel e Edf, che coinvolge Edison. 
Il piano per il ritorno del nucleare a cui il governo italiano sta lavorando 
punta alla realizzazione di centrali per una potenza complessiva installata di 
circa 10.000 Megawatt. Sulla base dell'ipotesi in discussione, la ripartizione 
degli impianti potrebbe essere di almeno quattro centrali, di cui due dotate di 
due reattori EPR da 1600 Mw ciascuno, e altre due centrali dotate di almeno tre 
AP 1000 da 1.100 mw ciascuno. 

Tutta l'operazione avrebbe come principali protagonisti da parte italiana 
Enel, per quanto riguarda la gestione degli impianti e il coordinamento e 
Ansaldo sotto il profilo industriale. Da parte francese invece i principali 
interlocutori della partita sarebbero Electricitè de France con Edison, e Areva 
per la realizzazione dei reattori. "Si tratta di una partita - ha spiegato una 
fonte vicina ai negoziati - talmente ampia che coinvolgerà un po' tutti gli 
attori del settore, comprese le aziende maggiormente energivore". 

Sul piano dei rapporti tra Enel ed Edf, coinvolte già nella realizzazione 
della centrale francese di Flamanville, partecipata con il 12,5 per cento da 
Enel, gli accordi tra i due paesi potrebbero dare il via libera all'ingresso 
del colosso multinazionale italiano anche nella realizzazione del secondo Epr 
che verrà costruito a Penly, sul mare del Nord. 

Più complessa invece la situazione sotto il profilo industriale, tra Ansaldo 
da una parte e Areva dall'altra. La società di stato francese, dopo la rottura 
dell'alleanza strategica con la Siemens, ha necessità di mezzi freschi per far 
fronte agli investimenti necessari per soddisfare l'enorme richiesta di nuovi 
impianti nucleari in ogni parte del mondo. La necessità di nuovi partner è 
stata esposta a chiare lettere nei giorni scorsi dalla stessa amministratrice 
delegata della società Anne Lauvergeon. Parallelamente la società ha avviato 
contatti con diversi attori tra cui Alstom per cercare di consolidare la sua 
posizione. Areva sarebbe interessata anche a una collaborazione con Ansaldo 
Nucleare per la realizzazione di nuove centrali in Gran Bretagna. In 
particolare Ansaldo potrebbe fornire servizi di ingegneria per la progettazione 
delle nuove centrali inglesi. Ansaldo è però legata da un contratto per la 
fornitura di questo tipo di servizi con la diretta concorrente di Areva, che è 
appunto Westinghouse- Toshiba, la società che produce il reattore Ap-1000. 

Nell'ipotesi di accordo Italia-Francia si prevede inoltre un ampio 
coinvolgimento del mondo della ricerca italiano che in vista di un ritorno 
dell'Italia al nucleare è destinato ad aumentare la sua capacità produttiva.