Prima la democrazia, poi l'ambiente






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PRIMA la DEMOCRAZIA, POI l'AMBIENTE
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Mai come in questi ultimi tempi l'ambiente è stato tema alla moda. Sdoganato dall'economia e dalla pubblicità, l'ambiente sta velocemente conquistando l'intero spazio della nostra coscienza. I potenti del mondo si riuniscono e sembrano ancora fare fatica ad adattare le loro politiche a queste nuove esigenze. Ma ciò è solo quello che appare, perché tra breve l'ambiente diverrà velocemente, come già è divenuto per molti versi, elemento indispensabile per restaurare un regime basato su una imposizione che non lascia spazio alle libertà individuali.

Ai piani regolatori dell'edilizia si aggiungeranno in breve anche i piani regolatori demografici. Piuttosto che impegnarsi per tempo ad informare la popolazione, in modo che ognuno possa accrescere la propria consapevolezza e sviluppare il proprio senso di responsabilità, si preferirà la solita ultracollaudata strada della sbrigativa imposizione. Usando l'alibi dell'ambiente, insieme a quello della sicurezza ed altri ancora, i potenti del mondo avranno gioco sempre più facile per fare ciò che vogliono senza che le popolazioni abbiano la possibilità di sviluppare efficaci e pacifiche contromisure.

Per ciò occorre stabilire oggi, e già siamo in ritardo di più di mezzo secolo, che oggi viene:


PRIMA la DEMOCRAZIA, POI l'AMBIENTE


Prima di lasciarsi coinvolgere ulteriormente a difesa dell'ambiente occorre impegnarsi a portare a termine quel lungo processo di democratizzazione iniziato quasi un secolo fa e bloccatosi subito dopo l'avvento della Repubblica. Paradossalmente, proprio quando avremmo potuto compiere un definitivo progresso, la parte rimasta in piedi del vecchio sistema autoritario, gli statali senza più lo Stato ottocentesco, ha agito in modo da ottenebrare le menti di chiunque al fine di non far prendere coscienza di cosa effettivamente significasse essere una Repubblica e mantenere così il Paese in una condizione di parziale, vieppiù traballante, democrazia.


PRIMA la DEMOCRAZIA, POI l'AMBIENTE


Prima venga aperta la Funzione Pubblica alla partecipazione popolare, prima si stabilisca la periodica restituzione dei ruoli pubblici alla popolazione, poi ci si dedichi all'ambiente. Concentrandoci oggi sull'ambiente non avremo salvato nè noi nè esso. Perché i potenti ed i ricchi continueranno sempre più indisturbati a fare il procio comodo loro, mentre al popolo sarà lasciato sempre minor spazio di manovra. Prima se ne vadano gli statali, prima entrino i cittadini nella Funzione Pubblica. Prima abbiano questi ultimi un reale accesso alla vita civile, economica, politica, del Paese. Poi ci occuperemo dell'ambiente nel giusto modo.


PRIMA la DEMOCRAZIA, POI l'AMBIENTE


Se questa affermazione vi pare esasperata e fuori luogo, pensate che il sistema non consta soltanto di statali, di politici e ricconi. Mezzo secolo fa l'evoluzione umana e sociale si trovava su una buona, ottima strada. Poi il rapido susseguirsi delle eliminazioni fisiche di quelle personalità che più rappresentavano il progresso letteralmente bloccò il nostro avanzare. Nell'ampio universo progressista, in molti limitarono l'uso della propria creatività al campo economico, in molti sbandarono verso la droga o la violenza. Altri ancora, trovandosi in netta minoranza, cercarono rifugio dall'inciviltà in campagna e sui monti.

Ma ciò che deragliò del tutto la nostra evoluzione come esseri umani e come società doveva ancora venire. Ed arrivò nel momento in cui nacque l'associazionismo strutturato. L'associazionismo oggi raccoglie così tanta stima ma in realtà è esattamente il modo in cui negli ultimi decenni il marcio sistema ha raccolto le energie della maggior parte dei giovani e di coloro che ancora volevano darsi da fare per un mondo migliore e le ha convogliate al suo stesso servizio. L'associazionismo strutturato non è libero ed indipendente come si crede. Esso è diretto sapientemente da preti e professori, dai rappresentanti della superstizione del vecchio Stato autoritario e dagli statali fedelissimi sostenitori di esso.

Preti e professori: un terribile mix di operatori mentali, in grado di condizionare ed obnubilare chiunque non abbia saputo sviluppare un proprio adeguato senso critico. Hanno fatto credere a miriadi di persone di essere sulla buona strada. Lanciandoli in difesa ed al soccorso di questo e di quello, di questi e di quelli, li hanno spinti a credere di star facendo ciò che più serviva. In realtà l'associazionismo strutturato ha rastrellato e reso vane le energie di diverse generazioni, ha offuscato la mente di una moltitudine di giovani ed adulti. Ancora oggi il sistema abbranca queste povere menti sensibili, le storna dai punti d'attenzione realmente risolutivi, dirigendole verso l'ennesima emergenza: l'ambiente.


PRIMA la DEMOCRAZIA e POI l'AMBIENTE.


Fintantoché non vi sarà una reale condizione di democrazia vi saranno emergenze in continuazione. Senza la democrazia scordiamoci una buona vita per noi ed il mondo naturale. Se tutto ciò i giovani non sono in grado di capirlo, per la limitatezza delle loro esperienze, pensino gli adulti ed i vecchi progressisti, coloro che hanno vissuto a lungo ed un numero sufficiente di esperienze, ad aiutarli a trovare la giusta via da percorrere. Ora o mai più. Se anche stavolta ci lasceremo rivolgere verso l'emergenza, piuttosto che verso l'obiettivo giusto, assolutamente prioritario: la completa democratizzazione dei nostri Paesi, non avremo più scampo e potremo scordarci il sogno di un futuro migliore.



Danilo D'Antonio



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