strumenti di governo per l'ambiente : contabilità ambientale



Associazione Analisti Ambientali
Per una gestione integrata dell'ambiente

GLI STRUMENTI DI GOVERNO
LA CONTABILITA' AMBIENTALE
Generalità
(Natura dello strumento, campo di applicazione, riferimenti storici, soggetti coinvolti,
prodotti tecnici usati, ruolo ai fini del governo del territorio, situazione attuale e
punti problematici).
La crescente attenzione riservata alle tematiche ambientali nei contesti sia pubblici che
privati dai soggetti la cui attività comporta un impatto rilevante sull'ambiente ha
generato la necessità di elaborare strumenti e sistemi conoscitivi di misurazione della
sostenibilità di tali attività, conformemente al più generale concetto di sviluppo
sostenibile.
Risulta indispensabile, infatti, conoscere l'entità dei prelevamenti e degli sversamenti
nell'ambiente naturale che ogni tipo di attività implica, nonché i costi connessi a questo
tipo di azioni e l'ammontare di risorse finanziarie dedicate, al fine di impostare e
soprattutto gestire politiche pubbliche o di impresa che siano compatibili con la
protezione e preservazione dell'ambiente, unitamente al rispetto dei vincoli imposti dalla
regolamentazione ambientale vigente.
Il soggetto la cui attività corrisponde ad un impatto rilevante sull'ambiente ha necessità
di sapere quanto inquina e che tipo di incidenza economica gli comportano le iniziative
avviate allo scopo di prevenire, ridurre o riparare il danno all'ambiente. L'esigenza di
questa informazione ambientale, sempre maggiore, che deve avere le caratteristiche di
attendibilità e confrontabiltà, ha stimolato la produzione di studi interdisciplinari per
arrivare a proporre schemi contabili idonei ad integrare sia gli aspetti economici sia
quelli ambientali, dando luogo ad un'area di ricerca e sperimentazione indicata con il
nome di contabilità ambientale.
Da questo punto di vista, il termine contabilità ambientale travalica ogni approccio
settoriale e consiste in uno strumento di analisi, monitoraggio, comunicazione ed
informazione con lo scopo di integrare gli indicatori economici e gli atti delle politiche
di bilancio. Essa misura la consistenza delle risorse naturali, i loro flussi e
cambiamenti negli anni, valuta gli effetti delle azioni umane sull'ambiente e permette di
comprendere il valore dell'utilità delle decisioni in tema economico e ambientale.
Semplificando al massimo il concetto della contabilità ambientale si può dire che essa
mira all'identificazione di nuove grandezze associate alle unità fisiche delle risorse
naturali che entrano ed escono da un determinato processo economico, e di nuove voci di
costo da inserire nelle normali operazioni di bilancio, connesse dall'utilizzo di tali
unità. La contabilità ambientale in tutte le sue applicazioni si mostra come una
disciplina, un metodo e uno strumento per la rilevazione, archiviazione, organizzazione,
produzione e rappresentazione di dati e informazioni ambientali di tipo fisico (parametri
atti a misurare gli inquinanti immessi nell'ecosistema e la qualità delle risorse
naturali) e/o monetario (spese e investimenti per la protezione dell'ambiente ed effetti
patrimoniali indotti dalla gestione ambientale).
Il campo di applicazione della contabilità ambientale interessa sia il contesto nazionale
che quello di impresa, individuando scenari a volte molto differenti e metodologie di
variabile complessità, ma seguendo sostanzialmente il medesimo schema generale di base:
quello che cerca di individuare il legame esistente tra le quantità fisiche dei flussi di
materia e di energia forniti dalla natura alle varie branche di attività economiche,
nonché prodotti, consumati ed immessi nei corpi riceventi ambientali, da una parte, e la
contabilità prettamente monetaria ad essi connessa, rispetto all'ambito di analisi di
volta in volta considerato, dall'altra.
- La contabilità ambientale d'impresa
Nell'ambito delle politiche di impresa l'utilizzo della contabilità ambientale risponde
sia ad esigenze di conoscenza "interna" - relative alla riorganizzazione del processo
produttivo, conformemente al quadro completo e dettagliato relativo all'impatto dell'
impresa sull'ambiente e, successivamente, all'elaborazione di indici sintetici di
performance per il raggiungimento di determinati obiettivi ambientali aziendali interni -
sia ad esigenze "esterne" - relative alla volontà dell'impresa di comunicare agli utenti
dei propri rendiconti finanziari, in particolare i maggiori portatori di interessi, le
informazioni sull'impatto dei rischi e degli oneri ambientali sulla posizione finanziaria
della società, nonché sull'atteggiamento della società nei confronti delle questioni
ambientali e sulle prestazioni dell'impresa in tale settore, nella misura in cui tali
aspetti possono ripercuotersi sulla situazione finanziaria della società. Naturalmente la
volontà di comunicare all'esterno un'immagine "verde" dell'impresa interessa la
collettività tutta, compresi i consumatori, nella crescente sensibilizzazione che essi
dimostrano verso le tematiche ambientali.
La contabilità ambientale d'impresa non mira a stravolgere i tradizionali sistemi di
registrazione finalizzati alla rilevazione dei fatti della gestione d'impresa (quali, ad
esempio, vendite, acquisti, pagamenti, incassi, retribuzioni, costi diversi etc.) ma, al
contrario, utilizza pressoché la stessa impostazione pur con rilevanti differenze inerenti
l'oggetto della contabilità (che cosa si osserva) ed il metodo contabile (le modalità e le
procedure di registrazione dei fatti della gestione).
Lo strumento che viene maggiormente utilizzato per soddisfare tali esigenze di
comunicazione ambientale legate alla contabilità di impresa ed al suo impatto sull'
ambiente è il bilancio ambientale d'impresa.
Il bilancio ambientale d'impresa è lo strumento contabile che racchiude in un unico
documento i dati di natura ambientale, rilevati in modo dettagliato e organizzato dal
sistema informativo aziendale nell'arco di un anno. La sua funzione consiste nel
rappresentare in termini quantitativi e qualitativi il tipo e l'entità dell'impatto
esercitato dall'attività produttiva aziendale sull'ambiente naturale, sotto forma sia di
consumo e depauperamento di risorse naturali sia di emissione di sostanze inquinanti.
Quest'ultimo viene definito dalla Fondazione Enrico Mattei come "uno strumento contabile
in grado di offrire un quadro organico delle interrelazioni dirette tra l'impresa e l'
ambiente naturale attraverso l'opportuna rappresentazione dei dati quantitativi e
qualitativi relativi all'impatto ambientale delle attività produttive, e dello sforzo
economico e finanziario sostenuto dall'impresa per la protezione dell'ambiente".
Il bilancio ambientale si differenzia dal tradizionale bilancio d'esercizio principalmente
per le seguenti caratteristiche:
presenta, accanto ad una situazione consuntiva basata, in linea di principio, solo su
valori certi, verificati, espressione di quanto effettivamente accaduto nel corso dell'
esercizio di riferimento, anche valori attesi, stimati, riguardo: emissioni in atmosfera,
stime d'impatto, monetizzazione del danno ambientale;
fornisce, accanto alla rappresentazione statica del bilancio d'esercizio fissata
convenzionalmente per un giorno preciso dell'anno ed idonea a fotografare semplicemente la
situazione gestionale dell'impresa, report interni periodici utili per il controllo e la
gestione delle attività, la verifica del raggiungimento degli obiettivi e soprattutto la
base oggettiva per molte delle decisioni future da intraprendere;
è un documento che viene redatto su base volontaria, svincolato dagli obblighi previsti
per legge relativi all'elaborazione e pubblicazione del bilancio d'esercizio.
Le ragioni dell'utilità del bilancio ambientale nell'ambito dell'attività di impresa, e
congiuntamente alla pratica della contabilità ambientale, sono molteplici e si
differenziano in relazione all'attenzione che ogni realtà aziendale dedica alle tematiche
ambientali. La dottrina che si è occupata dell'argomento le sintetizza come segue:
consente all'impresa di rilevare in modo esaustivo i dati di tipo fisico, relativi all'
input e alle emissioni prodotte, ed i dati di tipo monetario, relativi alla "spesa
ambientale" sostenuta;
rappresenta la base per collegamenti, ove possibile, fra dati di tipo fisico e dati di
tipo monetario;
fornisce l'opportunità per comunicare al pubblico ed a tutti i soggetti interessati un'
immagine "verde" dell'impresa;
data la sua flessibilità, consente di paragonare lo "stato di salute ambientale" delle
varie realtà di impresa, nonché l'accessibilità e la sua verifica da parte dei
responsabili delle strategie di impresa e gli esperti esterni e di società di auditing
ambientale;
è conforme alle esigenze di rilevazione dell'Istituto Statistico Nazionale (ISTAT) in modo
da essere utilizzabile per la redazione dei conti ambientali nazionali;
integra una strategia di gestione aziendale che minimizza i costi attraverso:
la verifica e/o certificazione della situazione dell'impresa rispetto al complesso delle
norme ambientali, sia per scopi di sicurezza interni che rispetto a potenziali controlli;
la ricerca dell'ottimizzazione gestionale in termini di continua innovazione delle
tecnologie di produzione, di prevenzione del danno ambientale ed in generale di una
massimizzazione del profitto, rilevando tutti quei costi, legati ad un utilizzo delle
risorse naturali, non contabilizzati che fino a quel momento l'azienda non ha considerato.
L'obiettivo per le imprese di testare il proprio impatto ambientale e le incombenze di
carattere finanziario che derivano dalla considerazione della variabile ambiente nelle
politiche di bilancio ha stimolato chi si occupa di contabilità ambientale ad elaborare
convenzionalmente una serie di categorie di indicatori ambientali di impresaesprimibili
con parametri numerici da monitorare nel tempo e riguardanti l'oggetto della contabilità
ambientale, ossia il "cosa" si osserva. Quelli qui di seguito riassunti in categorie ed a
titolo esemplificativo sono stati divulgati con la norma ISO 14031 e lo schema Global
Reporting Initiative:
Environmental Management Indicators (Emi) - Indicatori di gestione ambientale che
comunicano l'impegno dell'azienda nel campo ambientale quali, sostanzialmente, gli
investimenti ambientali per anno ed i costi operativi per anno, unitamente al livello di
implementazione e di integrazione delle politiche e dei programmi; dell'evoluzione dei
rapporti sociali con la comunità, le autrorità circostanti ed i media; il rispetto della
normativa ambientale.
Environmental Absolute Indicators (Eai) - Indicatori ambientali assoluti che misurano l'
effettivo uso dell'ambiente da parte dell'impresa. Essi riguardano dati fisici sui
prelievi, sulle emissioni, sugli scarichi, sui volumi dei rifiuti e sulla misurazione dei
livelli acustici.
Environmental Performance Indicators (Epi) - Gli indicatori di performance ambientale
traducono il concetto di sostenibilità per l'impresa confrontando il livello di
inquinamento raggiunto in rapporto alla propria mole di produzione. Per sfruttare
efficacemente il valore di questi indicatori è indispensabile che tutta l'attività dell'
impresa sia suddivisa in modo da individuare precisamente quali fasi sono responsabili di
ogni singolo fattore di impatto sull'ambiente e successivamente definire l'unità utile per
costruire l'indice.
Potential Effect Indicators (Pei) - Gli indicatori di effetto potenziale hanno l'obiettivo
di valutare l'effetto che potrebbe avere l'attivtà di impresa sull'ambiente. Generalmente
questi indicatori vengono espressi in unità di sostanza di riferimento per ogni singolo
effetto ambientale. Ad esempio come quelli utilizzati per il più noto "effetto serra"
(Global warming potential), la riduzione dello strato di ozono (Ozone depletion
potential), l'effetto smog fotochimico (Pocp: Photo chemical ozone potential) etc.
Per questo tipo di indicatori aggregati i maggiori problemi, come si può intuire, derivano
dalla mancanza di una chiara politica di standardizzazione del potere pubblico regolatore
che faciliterebbe la confrontabilità delle varie realtà aziendali e dei loro impatti sull'
ambiente.
Environmental Effect Indicators (Eei) - Questo tipo di indicatori consiste nel
monitoraggio delle grandezze chimico-fisico o biologico dell'ambiente esterno all'impresa
(aria, acqua, suolo). Anche in questo caso le maggiori difficoltà riguardano la
possibilità di dividere ciascun effetto ambientale per ogni unità produttiva ed il grosso
impiego di risorse umane e finanziarie che mancano spesso alle imprese.
Una volta che l'impresa ha definito cosa osservare dovrà individuare i costi connessi alle
attività di protezione ambientale. Questi possono essere rappresentati da diverse voci di
spesa che l'impresa sostiene nel raggiungimento dei propri obiettivi ambientali.
Un'area problematica riguardo l'identificazione delle spese ambientali consiste nell'
identificazione di criteri e classificazioni specifici per poter discriminare quali costi
possono essere considerati ambientali e quali non ricadono in tale categoria. L'Eurostat
definisce come "ambientali" quelle spese sostenute per la realizzazione di attività il cui
fine principale (diretto o indiretto) è la gestione e la protezione dell'ambiente, ossia
quelle attività dirette deliberatamente e principalmente a prevenire, controllare, ridurre
o eliminare l'inquinamento ed il degrado ambientale provocati dagli atti di produzione e
di consumo.
spese relative all'attività di protezione dell'aria e del clima;
spese relative all'attività di protezione delle acque (escluse le sotterranee);
spese relative all'attività di gestione dei rifiuti;
spese relative all'attività di protezione del suolo e delle acque sotterranee;
spese relative alle attività di abbattimento del rumore e riduzione delle vibrazioni;
spese relative all'attività di protezione del patrimonio naturale dal degrado ambientale;
spese relative ad altre attività di protezione ambientale (formazione, informazione e
amministrazione generale);
spese relative ad attività di ricerca e sviluppo in campo ambientale.
Ciascuna delle voci di spesa potrà a sua volta essere suddivisa per rilevare i costi
relativi alle attività di:
manutenzione e controllo;
prevenzione dell'inquinamento;
trattamento e riduzione delle emissioni inquinanti;
riduzione del livello di inquinamento esistente degli elementi del patrimonio naturale
(acqua e suolo).
Lo strumento principale attraverso cui l'impresa comunica all'esterno i propri dati
ambientali di natura qualitativa e quantitativa, nonché relativi alla conformità
legislativa e di comunicazione in materia legale è il Rapporto ambientale. Esso deve
soddisfare, sia esigenze di trasparenza e comunicabilità, raggiungendo tutti coloro i
quali sono interessati al suo contenuto e evidenziando gli sforzi del management interno
verso la persecuzione e raggiungimento di risultati ambientali, sia il rispetto di un
rigore scientifico garantendo completezza ed affidabilità delle informazioni fornite.
Il Rapporto Ambientale è pertanto quel documento diffuso al pubblico e redatto
periodicamente, per mezzo del quale l'impresa descrive le sue principali problematiche
ambientali, il suo approccio strategico, la sua organizzazione per la gestione ambientale,
le azioni messe in atto per la protezione ambientale e documenta, con dati statistiche e
indicatori, il proprio impatto (il bilancio ambientale) e gli aspetti finanziari connessi
con l'ambiente (spese correnti e di investimento). Oltre che strumento di comunicazione
con i vari interlocutori dell'impresa (azionisti finanziatori, assicuratori, opinione
pubblica, gruppi ambientalisti, autorità nazionali e locali, clienti e consumatori), il
rapporto ambientale (e il bilancio che esso contiene) rappresenta un elemento fondamentale
per la gestione strategica della variabile ambiente, all'interno del processo di
pianificazione d'impresa.
L'importanza di definire una posizione comune su questi argomenti e soprattutto sul
contenuto degli strumenti che svolgono una funzione di informazione e comunicazione
ambientale è confermata dal fatto che la Comunità Europea ha emanato la Raccomandazione
della Commissione del 30 maggio 2001 (CE/2001/453) rivolta agli Stati Membri al fine di
seguire un'impostazione standard sulla - "rilevazione, valutazione e divulgazione di
informazioni ambientali nei conti annuali e nelle relazioni sulla gestione delle
società" - (G.U.C.E. L 156 del 13.06.2001).
Pur non essendo un documento giuridicamente vincolante per gli Stati Membri la
raccomandazione della Commissione fornisce un'indicazione per soddisfare le esigenze di
armonizzazione contabile in campo ambientale, utile soprattutto ai soggetti interessati
alle performance ambientali delle varie realtà imprenditoriali.
Il documento riveste una certa importanza in quanto tenta di integrare le iniziative
svolte in ambito europeo sull'armonizzazione contabile nel contesto più ampio dell'
armonizzazione contabile internazionale dato che segue e sostiene l'impostazione dei
precedenti lavori dell'International Accounting Standards Committee (IASC).
- La contabilità ambientale pubblica
Nel contesto pubblico l'utilizzo della contabilità ambientale è imprescindibile e doveroso
per due ordini di ragioni fondamentali:
rappresenta uno strumento che misura la sostenibilità delle azioni antropiche volte alla
ricerca di sviluppo e benessere, rispondendo all'esigenza di avere a disposizione un
sistema informativo più articolato, in grado di rappresentare le interrelazioni, nel breve
ma soprattutto nel lungo periodo, del sistema economico con il più ampio sistema naturale;
è uno strumento le cui potenzialità non possono essere ignorate dal decisore politico nel
momento in cui quest'ultimo gestisce e protegge un interesse pubblico fondamentale come lo
è quello all'ambiente salubre. In questo caso, rispetto alla posizione del soggetto
privato nei confronti delle incombenze ambientali, il soggetto pubblico è chiamato ad una
più stringente responsabilità sociale.
Per far si che l'utilizzo della contabilità ambientale sia associato all'assunzione di una
responsabilità politica sugli stessi fatti ambientali ed economici, con l'intento di
influenzare le scelte di famiglie ed imprese nella direzione di adottare un comportamento
ecologicamente compatibile, è necessario che l'informazione prodotta sia inserita all'
interno del quadro istituzionale, e quindi all'interno dei convenzionali processi
decisionali di controllo e rendicontazione.
La contabilità ambientale pubblica, come si può intuire, presenta caratteristiche di
maggior complessità e finalità più ampie rispetto a quelle perseguibili nel sistema
imprenditoriale privato dove le politiche di gestione ambientale che la utilizzano hanno
come primo obiettivo un "ritorno economico", sia esso dipendente dalle richieste del
mercato rivolte ad una maggior considerazione dell'impatto ambientale dell'attività di
impresa, che riguardante una miglior gestione interna.
Nell'ambito del governo del territorio la contabilità ambientale ha come oggetto di
analisi, di informazione e comunicazione, sia gli effetti delle attività sull'ambiente
direttamente collegati all'azione del soggetto pubblico, sia le conseguenze ambientali
derivanti dalle attività di natura privata svolte dai soggetti terzi nell'area di governo
in questione.
La sua funzione generale è quella di ordinare le scritture ed i quadri contabili tenendo
in considerazione quelle grandezze ambientali, fin ora pressoché ignorate, come la
quantità di risorse naturali , l'utilizzo del suolo, la concentrazione di inquinanti etc.,
nei processi decisionali e di programmazione territoriale.
Il prodotto della contabilità ambientale pubblica, come per la contabilità ambientale
microeconomica o di impresa, si concretizza principalmente:
nella produzione di informazioni ambientali fisiche che, attraverso il monitoraggio del
territorio, produce dati a supporto di sistemi informativi e rappresentativi dello stato
dell'ambiente, degli impianti, delle pressioni e dei fattori di pressione;
nella rilevazione statistico-contabile, riferita ai sistemi di contabilità ambientale
nazionale e locale, corrispondente e quanto più possibile coerente alle informazioni
fisiche, prodotte nel primo livello, per arrivare a comprendere le conseguenze ambientali
di una serie di variabili economiche-contabili (importazioni, produzioni etc.);
una terza sezione dedicata agli utilizzi della contabilità ambientale pubblica riguarda la
correzione dei sistemi di contabilità nazionale attraverso l'introduzione di misure di
svalutazione del patrimonio naturale conseguente al degrado ambientale.
Tale ultima possibilità, che fa riferimento alla redazione del cosiddetto "Pil verde", è
ancora in fase di sperimentazione in quanto introdurrebbe una modifica sostanziale degli
indicatori di performance macroeconomica. Le conseguenze sulla politica economica
nazionale che porterebbe un tale uso della contabilità ambientale, attraverso metodologie
delle stime monetarie degli impatti ambientali non ancora pienamente condivise da tutti
gli attori economici e politici, relegano attualmente la contabilità territoriale alla
funzione di rendicontazione definendola ancora strumento di "informazione parallela".
Risultano invece più diffusi i sistemi che fanno riferimento all'elaborazione di "conti
satellite" i quali associano le informazioni espresse in termini di conti "fisici" ai
conti economici, descrivendo i rapporti di causa/effetto tra attività antropica e risposte
ambientali.
La dottrina di settore definisce i conti satellite come "l'interfaccia tra il sistema
economico e l'ambiente in grado di registrare sia i flussi fisici relativi ai diversi tipi
di inquinamenti emessi, sia i dati monetari relativi alle spese sostenute dalla nazione
per la protezione e gestione dell'ambiente".
Esistono diversi modelli di contabilità ambientale pubblica che traducono l'impostazione
appena descritta. Il sistema più noto è quello denominato ESEPI (European System for
environmental Pressure Indices), che costituisce una delle linee d'azione sviluppate dalla
Commissione Europea dal 1994 rivolte alla ri-organizzazione delle informazioni necessarie
per l'applicazione, da parte del decisore politico, degli indirizzi in tema di sviluppo
sostenibile contenuti nel V° Programma d'Azione.
Il sistema ESEPI consiste di cinque categorie di indicatori riassunte nella sigla DPSIR
(Driving Forces, Pressure; State, Impact, Response), utilizzabili da tutti i livelli di
governo, nazionale e locale.
driving forces: indicatori territoriali riguardanti il subsistema umano, che danno
informazioni sui fattori che determinano la pressione ambientale (Stato, produzione
industriale, famiglie);
pressure: indicatori di pressione, che descrivono le variabili che sono direttamente causa
dei problemi ambientali considerati (flussi di materia - uso di risorse naturali,
emissioni, effluenti - flussi immateriali - impatti su biodiversità, ambiente urbano)
state: indicatori di stato che registrano i cambiamenti avvenuti nell'ambiente naturale a
causa dell'attività antropica;
impact: indicatori di impatto, che misurano gli effetti sul sistema antropico derivanti
dai cambiamenti di stato del sistema naturale;
response: indicatori di risposta, che quantificano gli sforzi del sistema politico e
sociale per risolvere i problemi di carattere ambientale, riguardanti principalmente
azioni di prevenzione (legislazione, ricerca, monitoraggio e controllo, gestione risorse
naturali, permessi negoziabili, tasse e sussidi), abbattimento (tecnologie "end of pipe",
depuratori, inceneritori, barriere anti rumore), ripristino (bonifiche).
Attraverso una serie di progetti di ricerca (Environmental Pressure Indices Project) che
hanno coinvolto circa 2000 esperti europei, EUROSTAT ha identificato 10 temi ambientali
prioritari, per ognuno dei quali sono stati individuati sei indicatori chiave, che
rappresentano nel modo più efficace le relative pressioni. Sono quindi state elaborate
delle schede metodologiche per il calcolo di ciascun indicatore di pressione. I risultati
derivanti da questa serie di progetti sono stati raccolti da EUROSTAT in un rapporto
(Towards Environmental Pressure Indices, 1999).

Inquinamento atmosferico Emissione di ossidi di azoto Emissioni di composti organici
volatili non metanici Emissioni di anidride solforosa Emissioni di particolato Consumo di
benzina e gasolio per veicoli Produzione di energia primaria
Cambiamento climatico emissioni di anidride carbonica emissioni di metano emissioni di
protossido di azoto emissioni di clorofluorocarburi emmissioni di ossidi di azoto

Emissioni di ossidi di zolfo
Perdita di biodiversità Perdita di aree protette, danni e frammenazioni Perdita di zone
umide per drenaggio Agricoltura intensiva Frammentazioni di foreste e paesaggi
Eliminazione di aree boschive naturali Cambiamento di pratiche di agricoltura tradizionale
Ambiente marino e zone costiere eutrofizzazione Pressioni della pesca Sviluppo lungo le
coste Perdita di habitat fondamentali Scarico di metalli pesanti Inquinamento da petrolio
Rarefazione dello stato di ozono Emissioni di bromofluorocarburi Emissioni di
clorofluorocarburi Emissioni di idroclorofluorocarburi Emissioni di anidride carbonica
Emissioni di ossidi di azoto Emissioni di cloruri organici

Uso eccessivo delle risorse Consumo idrico pro-capite Utilizzo di energia pro-capite
Aumento del territorio occupato permanentemente Equilibrio dei nutrienti del terreno
Produzione di elettricità da combustibili fossili Equilibrio delle riserve di legno
Dispersione di sostanze tossiche Uso di pesticidi in agricoltura Emissioni di inquinanti
organici persistenti Uso di prodotti chimici tossici Emissioni di metalli pesanti in acqua
Emissioni di metalli pesanti in aria Emissioni di sostanze radioattive
Problemi ambientali urbani Consumo di energia Rifiuti urbani non riciclati Acqua di
scarico non trattata Quota di autotrasporti privati Popolazione minacciata da rumore

Trasformazione del territorio
Rifiuti Rifiuti in discarica Rifiuti all'inceneritore Rifiuti pericolosi Rifiuti urbani
Rifiuti per prodotto nel suo ciclo di vita Rifiuti riciclati e materiale recuperato
Inquinamento acque e risorse idriche Inquinamento da azoto e fosforo Estrazione di acqua
da falda Pesticidi usati per ettaro di terreno agricolo Acqua trattata e acqua recuperata
Emissioni di metalli pesanti Emissioni di materia organica

Altri strumenti di natura statistico-contabile che contribuiscono alla realizzazione dei
conti satellite a tutti i livelli istituzionali sono il sistema SERIEE ed il sistema
NAMEA:

Il conto satellite della spesa per la protezione dell'ambiente SERIEE (Systéme Europèen de
Rassemblement de l'Information Economique sur l'Environnement). È uno strumento che
consente di affiancare alle informazioni fornite dai conti economici tradizionali
ulteriori informazioni riguardanti la spesa sostenuta per realizzare e finanziare solo ed
esclusivamente le attività il cui scopo principale è la prevenzione, la riduzione e l'
eliminazione dell'inquinamento e di ogni altra causa di degrado ambientale. La metodologia
per la costruzione di tale conto è stata sviluppata da Eurostat, l'Istituto di statistica
europeo.
Teoricamente il SERIEE consta di quattro moduli:
- il conto satellite della spesa per la protezione ambientale (EPEA),
- il conto satellite dell'uso e gestione delle risorse naturali,
- il sistema di registrazione delle Eco-Industrie,
- l'analisi di tipo input-output delle attività di protezione ambientale.
Il modulo di contabilità NAMEA (National Accounting Matrix including Enviromental
Accounts). È un sistema di contabilità - proposto per la prima volta dall'Istituto di
statistica olandese (CBS) - che raccoglie in un unico schema conti economici tradizionali
(modulo economico) e conti ambientali (modulo ambientale). Il modulo economico riporta i
flussi monetari e i principali aggregati registrati dalla contabilità nazionale per quanto
riguarda la produzione e il consumo dei beni e dei servizi scambiati nel sistema economico
e i conti economici dei settori istituzionali (pubblica amministrazione, famiglie, resto
del mondo). Il modulo ambientale è principalmente finalizzato - allo stato attuale - alla
contabilizzazione delle pressioni sull'ambiente generate dalle diverse attività di
produzione e di consumo in termini di emissioni di sostanze inquinanti e di uso delle
risorse naturali, nonché degli effetti di tali pressioni in termini di variazioni
qualitative e quantitative del patrimonio naturale.