USURA, RINVIATI A GIUDIZIO I DIRIGENTI DI SEI BANCHE



ROSARNO: USURA, RINVIATI A GIUDIZIO I DIRIGENTI DI SEI BANCHE - 
13/06/2005 - 15:51 
http://www.agenews.it/notizia.php?c=62&in=10953

(AGE) ROSARNO, Reggio Calabria - La Procura di Palmi ha chiesto il rinvio 
a giudizio per usura dei vertici di sei istituti di credito, Banca 
Antonveneta, Banca di Roma, Monte dei Paschi di Siena, Banca Nazionale del 
Lavoro, Banca Regionale Calabrese e Carime. Tra gli indagati Cesare 
Geronzi, presidente di Capitalia; Luigi Abete, presidente della Banca 
nazionale del lavoro; Dino Marchiorello ed Antonio Ceola, ex presidenti 
della Banca Antonveneta, e Pier Luigi Fabrizi, presidente del Monte dei 
Paschi di Siena. Complessivamente le richieste di rinvio a giudizio 
riguardano 41 persone tra direttori e dirigenti. Il comune di Rosarno, ha 
dato incarico al proprio ufficio legale di costituirsi parte civile. 
L'udienza preliminare è stata fissata per il 22 giugno prossimo. 
L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Alberto Cianfarini, è 
nata da un esposto del gruppo imprenditoriale della Piana di Gioia Tauro, 
De Masi, inviato alla prefettura e alla Banca d'Italia, in relazione al 
comportamento assunto dalle banche indagate. Secondo la denuncia del 
gruppo De Masi alcune banche applicano al Sud, e in Calabria in 
particolare, tassi di interesse irregolari perché più alti che nel resto 
del Paese, circostanze confermate dai risultati di una consulenza tecnica 
d'ufficio disposta dalla procura. 
De Masi ha riferito di essere stato costretto, ad opera degli istituti di 
credito con cui intratteneva rapporti, a pagare tassi d'interesse che 
diventavano superiori ai limiti consentiti con l'applicazione delle 
commissioni di massimo scoperto. Il gruppo De Masi, che ha circa trecento 
dipendenti, estende la sua attività in vari settori, tra cui i lavori 
edili, la produzione di macchine agricole ed i trasporti. "Il comune di 
Rosarno - è scritto in una nota - ha ritenuto che l'atteggiamento delle 
banche nei confronti degli imprenditori locali, vessati dal costo del 
denaro e dall'atteggiamento poco collaborativo degli istituti bancari, 
abbia arrecato un gravissimo danno al territorio ed allo sviluppo dello 
stesso, impoverendo la già debole economia e contribuendo alla creazione 
di sofferenze e disoccupazione". Il sindaco di Rosarno, Giacomo 
Saccomanno, ha precisato che "la costituzione dell'Ente è un modo per 
difendere il proprio territorio e l'economia già povera della zona nei 
confronti di banche che raccolgono il denaro dei calabresi, pagandolo 
pochissimo, per poi investirlo al Nord. In tale direzione - ha aggiunto - 
risulta evidente un divario rilevantissimo tra gli interessi praticati al 
Sud, altissimi, e quelli praticati al Nord, bassissimi, con un costo 
maggiore per le nostre aziende e, quindi, una difficoltà superiore 
rispetto alle imprese fuori dell'area meridionale. Un atto di giustizia 
per tutti quegli imprenditori che credono nello sviluppo del Sud e che 
poi, invece, si trovano in forte difficoltà per la mancata assistenza 
degli Istituti di credito". 
(AGE) NUN