geotermia energia sotto i nostri piedi



da qualenergia 30 sett.2007
 

L'energia sotto i nostri piedi

 A proposito di obiettivi al 2020, quale sarà il ruolo della geotermia? L'UGI ci invia in anteprima il suo Manifesto per lo sviluppo gli usi del calore naturale in Italia al 2020.
Riceviamo e con piacere pubblichiamo il "Manifesto della Geotermia" per lo sviluppo gli usi del calore naturale in Italia al 2020, che ci ha inviato il Presidente dell'UGI (Unione Geotermica Itailana), Giancarlo Passaleva. Il Presidente Passaleva ci fa sapere che l'UGI intende mettere in evidenza che la risorsa geotermica in Italia ha tuttora notevoli possibilità di sviluppo sia per la produzione di energia elettrica, sia, soprattutto, per l'utilizzo del calore naturale a media-bassa temperatura, a scopi civili e industriali, con significativi  risparmi di combustibili fossili e riduzione di emissioni di CO2. Tutto ciò anche senza attendere i tempi non brevi della ricerca in atto sui cosiddetti EGS (enhanced geothermal systems), che potranno portare a risultati molto più ambiziosi, ben al di là delle previsioni esposte nel position paper che qui pubblichiamo e che sarà reso pubblico nel corso di una manifestazione che  si terrà a Roma tra qualche settimana.


Il Manifesto della Geotermia

La geotermia nel quadro di riferimento energetico nazionale
Il problema energetico in Italia è divenuto negli ultimi anni prioritario sotto gli aspetti economico, ambientale e di sicurezza degli approvvigionamenti, al punto da condizionare fortemente la dinamica di sviluppo del Paese.
Il consumo lordo totale di energia nel 2006 è stato pari a circa 200 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep), di cui l’87% costituito da combustibili fossili (soprattutto petrolio e gas naturale, ed in minor misura carbone), il 6% da energia elettrica importata, e il 7% da fonti non convenzionali o rinnovabili di energia.
Tra le fonti non convenzionali, la frazione geotermica è stata lo 0,6% del consumo lordo totale di energia, ed è costituita per oltre quattro quinti dalla produzione di elettricità e per il resto dagli usi diretti del calore naturale (balneologia, riscaldamento di ambienti, agricoltura, e altri).

Il potenziale geotermico italiano
A fronte di un contributo così esiguo come quello sopra detto, il potenziale geotermico italiano fino a profondità economicamente convenienti è ragguardevole, con risorse di alta temperatura (> 150 °C) concentrate nella fascia pre-appenninica tosco-laziale-campana e in alcune isole vulcaniche del Tirreno, e con risorse di media e bassa temperatura (< 150 °C) ubicate su vaste aree del territorio nazionale.
In base alle sue caratteristiche geologiche, dunque, l’Italia è un Paese a forte vocazione geotermica, per cui il suo potenziale potrebbe essere valorizzato molto più di quanto fatto fino ad ora.
Le risorse di alta temperatura si prestano sia per la produzione di energia elettrica che per usi diretti, mentre quelle di media e bassa temperatura possono essere utilizzate prevalentemente in forma di calore.

Previsioni di sviluppo fino al 2020
La geotermia rappresenta una delle poche fonti di energia primaria di cui dispone l’Italia. Si tratta di risorse sempre sostenibili, spesso rinnovabili, ovunque compatibili con l’ambiente, ed ora anche convenienti sul piano economico a tutti i livelli di temperatura.
Tenendo quindi presente il probabile ulteriore aumento dei prezzi delle fonti tradizionali di energia nei prossimi anni, per le due forme di utilizzazione delle risorse geotermiche si possono prevedere gli obiettivi seguenti:

per l’energia elettrica, a fronte degli 810,5 MWe installati e dei 5,5 miliardi di kWh prodotti nel 2006 (corrispondenti ad 1,1 milioni di tep), la potenza installata nel 2020 può giungere a 1.500 MWe, con una generazione di 10 miliardi di kWh/anno, pari al fabbisogno elettrico di 9 milioni di abitanti. Ciò rappresenta il raddoppio della produzione del 2006, e corrisponde ad un risparmio di oltre 2 milioni di tep;
per gli usi diretti, a fronte dei 650 MWt installati e di una produzione corrispondente ad oltre 190.000 tep nel 2006, la potenza installata (senza nulla sottrarre alla generazione di energia geotermoelettrica) può giungere a 6.000 MWt nel 2020, con una produzione equivalente ad 1.800.000 tep, idonea per riscaldare 800.000 appartamenti. Si tratta di valori circa 10 volte superiori a quelli del 2006.
Le applicazioni dirette della geotermia hanno quindi prospettive di crescita decisamente più ampie di quelle sopra indicate per la produzione di energia elettrica.

Considerati nell’insieme, gli usi elettrici e non elettrici del calore terrestre possono quindi passare dagli 1,3 milioni di tep del 2006 a quasi 4 milioni di tep del 2020, corrispondenti ad oltre 1,2% del consumo totale lordo di energia del Paese in quell’anno. Si tratta di un contributo che può sembrare modesto in termini percentuali, ma che non lo è affatto in termini economici se raffrontato al costo del combustibile fossile sostituito.
L’importanza di tale contributo risulta poi ancora più evidente se si pensa che la prevista crescita della geotermia nel 2020 consente di evitare di scaricare nell’atmosfera circa 10 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Misure necessarie
Per conseguire gli obiettivi sopra indicati, considerando la precaria situazione energetica del Paese, è necessario innanzitutto che le forze politiche creino sollecitamente nuove basi legislative capaci di favorire il rapido sviluppo di tutte le fonti non convenzionali di energia, e tra esse prioritariamente il calore terrestre. Questo, infatti, può avvalersi di tecnologie di coltivazione già mature da decenni ed eco-compatibili, può essere utilizzato su vaste aree, ed è disponibile per tutto l’anno.
E’ poi auspicabile che tutte le Regioni d’Italia vogliano dotarsi di propri piani energetici e di normative specifiche volte a stimolare l’accelerato sviluppo delle utilizzazioni del calore naturale in tutte le sue possibili forme di applicazione.
In un tale quadro di riferimento nazionale e regionale, per valorizzare le risorse geotermiche di media e bassa
temperatura, è inoltre indispensabile coinvolgere le categorie professionali esperte nel reperimento di fluidi caldi naturali, nello studio dei poli di consumo dell’energia, nella progettazione di impianti termici e di reti di distribuzione del calore agli utenti, e nei problemi di salvaguardia dell’ambiente.
E’ infine necessario impostare e condurre una fitta campagna nazionale di informazione pubblica volta a far maturare una diffusa presa di coscienza sulle possibilità offerte dalla geotermia di ridurre lo scarico in atmosfera di gas ad effetto serra e di particolati dannosi alla salute, nonché di contribuire a diminuire il deficit della bilancia dei pagamenti nel comparto energetico.

Position paper dell’UGI/Unione Geotermica Italiana, del CNG/Consiglio Nazionale dei Geologi e dell’ATI/Associazione Termotecnica Italiana, sullo sviluppo delle risorse geotermiche italiane.