BONIFICA AREE EX ILVA CORNIGLIANO UNA MINIERA DI VELENI



la Repubblica
Quotidiano
Ed. Genova

Data      04-12-2008

Seicentomila metri quadri sotto ai quali si nascondono sostanze tossiche di ogni tipo
Bonifica di CornigUano una miniera di veleni
GIUSEPPE FILETTO

SEICENTOMILA metri quadri di aree ex Italsider che ritornano alla città, ma che potranno essere utilizzate soltanto dopo una bonifica. Pesante. Ripulite daidrocarburi come n-esa-no, Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici), benzene, toluene, xilene, stirene, persino di cromo e di metalli pesanti, quali mercurio, piombo e cadmio. Una vera miniera di sostanze inquinanti e, soprattutto, pericolose per la salute pubblica: i valori riscontrati, infatti, sarebbero notevolmente superiori ai limiti di legge.
E ciò che emerge dalla "caratterizzazione" a tappeto compiuta in questi mesi dalla società Sviluppo Genova, ma soprattutto da quella a campione effettuata dal-l'Arpal, delegata al controllo, affinché le operazioni di bonifica siano regolari. Dalle perforazioni, fatte inprofonditàprima che le aree tornino ad essere fruite dalla città, sarebbero state individuate
8 "sottoaree", tutte a ridosso della ferrovia (parte Sud) e da qualche giorno evidenziate in rosso nella cartografia gigante che campeggia nelle varie sedi istituzionali: falde acquifere e sottosuolo sarebbero altamente inquinati, quindinecessitanodipe-santi interventi di risanamento. C'eradaaspettarselo. Oltre agli
scarti delle lavorazioni ed ai percolati, penetrati nel sottosuolo in mezzo secolo di attività siderurgica, scorrendo il libro dell'ingegnere Alberto Alberini, "Infrastrutture e trasformazioni urbane a Genova", si capisce cosa nel
'51 possa essere finito nei terrapieni. Si legge: "I lavori di riempimento resero necessario l'approvvigionamento di inerti, sia di origine terrestre, provenienti da cave, torrenti, miniere...".
I laboratori dell'Arpal confermano l'esistenza di inquinanti sugli spazi lasciati liberi dopo la demolizione di altoforni, cocke-
rie, gasometri, ma per la diffusione dei dati e delle percentuali, riferiti ai limiti di legge, preferiscono far parlare i tecnici di Sviluppo
Genova. "Per non creare allarmismi e false interpretazioni", precisano. Anche se i dati sono pubblici, ieri è stato impossibile averli.
Comunque, dagli uffici della Fiumara sarebbero partite anzitempo precise prescrizioni: quelle aree non possono essere utilizzate se non prima bonificate. Opportunamente. La sostanza del discorso, quasi perentorio, sarebbe questa. Gran parte di queste superfici, infatti, è destinata ad utilizzo pubblico e il pericolo di contaminazioni potrebbe essere alto: tra le ipotesi l'ospedale di vallata, la strada a mare, giardini, posteggi; c'è anche il discorso su Film-Connetion relativo a Villa Bombrini e alle superfici retrostanti.
L'accordo di programma, siglato lo scorso ottobre, prevede
che entro 180 giorni si indichi, con certezza, cosa fare di questi 600 mila metri quadri. «Dove c'è rischio occorrerà bonificare», si limita a dire Rossella D'Acqui, direttore scientifico di Arpal. In che modo? Quanto si dovrà andare in profondità? Basterà stendere una lastra di cemento sui materiali tossico-nocivi? Enrico Da Molo, direttore di Sviluppo Genova, negli scorsi mesi aveva promesso che entro la fine dell'anno si sarebbe finito di demolire tutti i manufatti dell'area: entro due anni completatalabonificadituttal'a-rea.
Nei prossimi giorni dovranno essere stilati i progetti di "Analisi del Rischio". Su questi, successivamente, il comitato formato da tecnici di Regione, Comune, Provincia, Arpal, Asl, Ispettorato del Lavoro, dovrà esprimersi, rilasciare le opportune autorizzazioni. Per la Cornigliano che verrà. A questo punto, però, c'è da chiedersi: quando?Labonificapesan-te rallenterà le operazioni di recupero?