pasta per piccoli con muffe da grandi



da ilsalvagente.it
20 maggio 2010

Pasta per piccoli con muffe da grandi: test sui 27 prodotti più diffusi d'Italia
Pieni di micotossine anche i marchi di pastina molto graditi dai bambini.
Marta Strinati

Giostrine, margheritine, stelline, tempestine, minipipe. Sin dal nome sembra la pasta per i bambini.
Confezionata in scatole abbellite con i personaggi dei cartoni animati o pubblicizzata con il ricorso a teneri testimonial, è irresistibile per mamme e figli. Eppure, non è pasta per bambini. È quanto ha scoperto il Salvagente con un test su 27 prodotti diversi pubblicato nel numero in edicola da oggi (e acquistabile on line a un euro
nel nostro negozio virtuale) in cui si denuncia una diffusa contaminazione da micotossine che per i più piccoli può rappresentare un vero pericolo.
A dispetto delle suggestioni, la pasta di piccolo formato che acquistiamo per i bambini è infatti un prodotto per adulti.
La pasta è pasta, si dirà.
Ed è vero: è fatta sempre di acqua e semola. La differenza è nella qualità dell’ingrediente primario, il grano.
Più in particolare, nel livello di contaminazione da micotossine, pericolose muffe che dal campo possono arrivare fino al piatto che mettiamo davanti ai nostri figli.

Muffe cancerogene
La gravissima insidia rappresentata dalle micotossine è nota.
Sono tossiche per l’uomo, alcune sono manifestamente cancerogene. Per questo sono oggetto di controlli e monitoraggi, e sono ammesse dalla normativa soltanto in piccolissime dosi, espresse in parti per miliardo (ppb).
Le norme dedicate alle pericolose muffe dei cereali dettano due livelli di sicurezza: uno per gli adulti e uno, molto più restrittivo, per lattanti e bambini. Una distinzione che intende mettere al riparo i delicati organismi dei più piccoli.
Ma che si rivela solo teorica, quando si guarda alla pasta.

Pasta per piccoli con ingredienti da grandi
A eccezione delle costose versioni dietetiche per la prima infanzia, infatti, l’industria osserva i limiti più alti indicati per gli adulti.
Anche per i formati tradizionalmente usati per i bambini. E persino per quelli pubblicizzati con toni che inducono a credere che siano prodotti studiati per loro.
Tutto legale, certo. Nessuna norma obbliga le aziende a elevare la qualità della semola per andare incontro alle esigenze di sicurezza essenziali ai primi anni di vita. E le conseguenze si vedono.
Basta cercarle.

La carica dei 27
Per verificare il grado di contaminazione delle paste più mangiate dai bambini il Salvagente ha portato in laboratorio 27 campioni, scelti tra i pastifici più noti, tra le linee a marchio privato e prodotti da discount.
Presenti, ovviamente, due prodotti di grande richiamo per bambini e genitori: i Piccolini della Barilla e i Topolino and Friends della Gs.
Gli esperti del Labs, Laboratorio di alimenti, benessere e sicurezza dell’Università Federico II di Napoli, hanno cercato le tre micotossine più significative per testare la qualità del grano: l’aflatossina B1 (AfB1), l’ocratossina A (OtA) e il deossinivalenolo (Don).
La buona notizia è che una di queste, la più temuta, è risultata assente. Nell’intero campione non vi è traccia della AfB1, la micotossina classificata come cancerogena, e inserita nel gruppo 1, dallo Iarc, l’Agenzia dell’Oms che si occupa della ricerca sul cancro.
La cattiva notizia è che le altre due muffe cercate sono state quasi sempre rintracciate. E, in molti casi, decisamente sopra al limite che la legge imporrebbe a questi prodotti se fossero espressamente destinati ai bambini. Non lo sono e ovviamente rientrano perfettamente nelle tolleranze di una legge un po’ paradossale.
Ma chi spiegherà ai genitori che la pasta che tutti i giorni danno ai propri bambini è... solo per adulti?