Re: R: co-produzione dei servizi pubblici







On 09/09/2010 at 9.22 Beniamino Altezza wrote:

>Gentile Danilo,
>ho un dubbio che mi attanaglia da tanto e che vorrei sottoporre alla tua
>attenzione, ne caso tu avessi già trovato una risposta.Premesso che
>condivido parte della tua proposta per i servizi meno "importanti" e
>"delicati!", il recente caso della donna morta per una trasfusione
>sbagliata (cosa che per fortuna fa notizia per l'eccezionalità
>dell'evento) mi ha fatto riflettere: si potrebbe condividere anche la
>funzione sanitaria oppure questa sarebbe il caso di lasciarla in mano a
>professionisti che siano esperti e che siano responsabili per il loro
>operato? 




Caro Beniamino, lo specifico caso del chirurgo è uno dei più gettonati quando si tratta di rotazione. Il timore è pure comprensibile :) ma solo perché all'idea di rotazione, o di una turnazione di un qualche tipo nella funzione pubblica, in alcuni si associa istintivamente il pensiero di una inadeguatezza di colui o colei che si ritroveranno davanti mentre saranno fruitori di un servizio pubblico.

Così non è. La rotazione non significa assegnare compiti richiedenti una competenza a persone che non ne hanno od aventi altre competenze, come nelle vecchie battute sul servizio militare. Quando andremo on line a prenotarci per compiere un lavoro pubblico, il sistema ci chiederà quali sono le nostre competenze, esperienze, meriti, risultati, titoli, etc. Tutto quello che si può normalmente immaginare più altro ancora dato da un continuo aggiornamento del sistema d'interfaccia tra lavoratori e ruoli. Se la persona non sarà più che adeguata, non solo a sufficienza, ma più che adeguata al compito da svolgere, non sarà accettata ma le verrà proposto un incarico più consono o preparatorio.


E' da tenere presente che il sistema della armonica rotazione sociale, non perseguendo un rendimento esasperato delle persone bensì soprattutto una libera circolazione dei beni intellettuali, non può non prevedere l'accavallamento di due o più addetti nello svolgimento di un lavoro. Significa che la persona con più esperienza rimarrà insieme al "novizio" fintantoché non gli avrà trasferito tutto quello che sa. E nel sistema di valutazione del lavoratore verrà considerata anche la sua capacità e disponibilità a trasferire questo know how. Altrimenti invece di avanzare inevitabilmente arretrerà nella scala dei ruoli.

In somma l'armonica rotazione sociale prevede sì lo scambio di ruoli, in modo che le persone amplino le proprie esperienze e conoscenze. Ma non si cancella certo la specializzazione. Questa viene semplicemente integrata con l'organizzazione, con l'olismo. L'armonica rotazione sociale è tutto tranne che un sistema totalitario. E' un sistema integrativo, che aggiunge senza togliere. Che arricchisce senza impoverire.


In somma, possiamo esser tranquilli che non ci capiterà mai di essere operati da un calzolaio. Potrà però capitare che, nella diagnosi di un male, grazie alla rotazione, una qualche informazione che possa esser d'aiuto e possa evitare l'intervento giunga fino al medico ed al paziente. Non è raro incontrare persone, anzi sono molte, cui sono stati diagnosticati mali incurabili e terribili, che prendendo altre strade hanno invece risolto i loro problemi senza dover ricorrere a tutti quei farmaci ed a tutti quegli interventi che invece i migliori medici (di cui non di rado ci si fida a torto) richiedevano.

Non è raro incontrare di queste persone. Ce ne hai una davanti proprio ora.




>Grazie, attendo con curiosità la tua risposta.
>Beniamino
>ps: cosa pensi che si possa fare per portare avanti quanti proponi, oltre
>insistere sulle varie mailing list? una proposta di legge? un nuovo
>partito?



Se ci troviamo qui su PeaceLink vuol dire che siamo persone pacifiche. E colgo l'occasione per ringraziare PeaceLink per questo servizio ed importante riferimento di pace. Noi persone pacifiche non possiamo non usare allora il nostro mezzo privilegiato: quello di focalizzarci sul compito di descrivere in tutti i suoi aspetti e fin nei più minuti particolari il progetto di vita che vorremmo vedere realizzato.

Oggi non si fa altro che andare contro il potente di turno. Occorre scoprire invece che ognuno di noi è un potente a patto di focalizzarci laddove veramente conta. Immaginiamo e raccontiamo ad altri quello che vorremmo, lavoriamoci ogni giorno, non perdiamo tempo ad andare alle manifestazioni di piazza perché aiuteremo solo la violenza a nascere. Grazie ad Internet concentriamoci invece sull'obiettivo, sviluppiamo le idee giuste, ogni volta che il discorso devia riportiamolo a fuoco e vedrai che ce la faremo.

Tu pensa: oggi vi sono mille movimenti senza una idea e quando ce l'hanno è così superficiale o bloccata nella tradizione che sarebbe meglio non l'avessero. A mancare sono i ragionamenti freschi, concreti ed utili. Ecco: affermiamo il RAGIONAMENTO al posto del MOVIMENTO. Ad un certo punto la trasformazione avverrà quasi da sola.


Picchettala piano, picchettala piano,
alla fine la roccia si spacca da sè.

Ciao e grazie ancora,

Danilo




p.s.: spero di leggere presto qualche altro tuo intervento su ciò che ti piace o non piace di questo nuovo, dinamico sistema pubblico ed anche di vita.