la casa diventa ecologica



CORRIERECONOMIA I LUNEDÌ 25 OTTOBRE 2010

La rivoluzione abitativa La detrazione fiscale ha premiato soprattutto la sostituzione degli infissi. Poi, impianti termici e pannelli solari
La casa diventa ecologica

Nuovi materiali, ma anche piante rampicanti. Gli interventi per risparmiare energia. Sperando nella proroga del 55%

DI PAOLA CARUSO

Anche una pianta può aiutare a tagliare la bolletta energetica di un palazzo. Basta ricoprire le pareti esterne della casa con il verde rampicante, edera e affini, per avere un buon isolamento termico. Con in più un bel colpo d'occhio da paesaggio bucolico. Questa è l'ultima tendenza dell'edilizia ecofriendly, sempre più gettonata in Italia.
«I nuovi materiali permettono che l'edera si aggrappi alla facciata senza la disgregazione dell'intonaco che comprometterebbe l'isolamento — spiega Marino Capelli, responsabile fiere costruzione-industria BolognaFiere —. Si tratta di griglie a supporto del rampicante abbinate a vernici speciali. Inoltre, questa soluzione è in grado di abbattere la C02». Quindi fa bene all'ambiente.
A spingere l'edilizia green è in parte l'aumento della sensibilità ecologica e in parte è la possibilità di detrarre il 55 per cento degli investimenti, alme-
no fino a dicembre. La scadenza di questi incentivi ha dato un'accelerata al business proprio nella seconda metà dell'anno. Infatti, gli interventi stimati per una eco-casa nel 2010 sono 250."rnila contro i 239 mila del 2009, pari a un valore di 3,2 miliardi di euro (2,95 miliardi nel 2009), secondo il rapporto Saie-nergia 2010 del Cresme.
«Gli incentivi sono stati il driver del cambiamento per il mercato delle costruzioni — dice Lorenzo Belli-cini, direttore tecnico del Cresme — e continueranno a portare innovazione se saranno rinnovati. Oggi s'investe di più sulle fonti di energia alternativa e meno sulla riqualificazione dell'immobile, anche se oltre mille comuni hanno adeguato i regolamenti edilizi al risparmio energetico e di sicuro questo fattore favorirà il segmento della ristrutturazione. Le nuove costruzioni oggi incidono non più dell'1% sullo stock».
Gli interventi preferiti dagli italiani? Per dare una mano al Pianeta abbiamo dato la precedenza alla sostituzione degli in-
fissi (48,4% degli interventi) come indicano gli ultimi dati Enea, poi alla sostituzione di impianti termici (29,5%) e all'adozione di pannelli solari (17,5%).
Soltanto in pochi hanno scelto la nuova coibentazione: qui gli interventi sono stati il 4,7%. Eppure le finestre non garantiscono un grande taglio in bollet-
ta. «Gli infissi possono arrivare a ridurre i consumi fino a 5 megawatt/ora all'anno — sottolinea Francesco Toso, dirigente di ricerca del Cresme — men-
tre un nuovo isolamento termico arriva a tagliare 20 megawatt/ora annuali. Questi risultati dipendono poi anche dalle regione».

isolare e risparmiare

Insomma, l'isolamento dei muri ha un peso maggiore delle finestre? «Se si fa "il cappotto" al palazzo come diciamo in gergo — spiega Adriana Spazzoli, responsabile marketing operativo di Mapei — ossia lo si riveste con pannelli e pittura protettiva, la dispersione termica della facciata si riduce in media del 30% e l'investimento si ammortizza in cinque anni».
Per il business del mattone imboccare la via del-l'eco-sostenibilità non è solo un a questione culturale, ma un'esigenza. È un obbligo stabilito da un accordo europeo (il 20-20-20). «Abbiamo calcolato che per abbassare le emissioni di anidride carbonica del 13% occorre mettere in campo un mix d'interventi capaci di raggiungere i 25.600 gi-gawatt/ora di risparmio energetico», aggiunge Toso. Per arrivare a questo risultato il Cresme ha fatto una simulazione. L'obiettivo si centra con un investimento di circa 45,6 miliardi di euro (ripartito equamente nei va*ri tipi d'intervento) e si realizza se il 2% delle abitazioni coibenta a norma, se l'I % sostituisce gli infissi e se il 3,4% sostituisce l'impianto termico. Presto vedremo i risultati.
 
Rivoluzioni Indispensabile per le nuove costruzioni, cambierà il profilo dell'intero mercato immobiliare
Innovazione
i Così l'appartamento vale di più

La documentazione relativa alla classe energetica influisce sul prezzo finale di vendita
DI GINO PAGLIUCA

Abitate a Milano e avete una vettura diesel senza filtro antiparti-colato? Bene, provate a metterla sul mercato dell'usato e vedete se riuscite a rivenderla senza rimetterci. Quello che sta succedendo nel mondo dell'auto può servire a comprendere come prevedibilmente l'obbligatorietà della certificazione energetica degli edifìci cambierà il mercato immobiliare: il processo è già iniziato e sta accelerando i suoi ritmi (grazie anche alla crisi), anche se ci vorranno molti anni perché i suoi effetti diventino evidenti.
Variabile verde
Chi compra casa, però, non ragiona, o non dovrebbe ragionare, dall'oggi al domani ma in termini di medio periodo e le performance energetiche dell'immobile, in prospettiva, sono destinate a diventare un elemento decisivo della sua valutazione. Ne è assolutamente convinto Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del Cresme, che presenterà al Saieenergia di Bologna il rapporto Costruzioni ed efficienza energetica. Dai presupporti al mercato globale. Attualità e scenari. «Negli ultimi mesi — spiega Belli-Cini — stiamo assistendo a un
fenomeno molto interessante: grazie anche alla grandi disponibilità di offerta in cantiere, i potenziali clienti non comprano la casa nuova se non è in classe energetica A; già quelle classificate B e che pertanto hanno performance solo lievemente peggiori, sono del tutto Snobbate. E un cambio di costume che però coniuga alla maggiore sensibilità ai temi del consumo sostenibile anche la consapevolezza che le prospettive di valorizzazione nel tempo dell'immobile sono legate alle sua qualità intrinseca».
Se fotografassimo la situazione a oggi e ragionando in termini puramente finanziari, in realtà le prestazioni energetiche dovrebbero avere solo un modesto impatto sul valore di un immobile: CorrierEco-nomia ha provato a calcolare il costo medio annuo del riscaldamento e del raffresca-mento estivo di una casa da 100 metri quadrati a Milano classificata nelle varie categorie energetiche; un appartamento di classe A in media consente di risparmiare in un decennio 35 mila euro rispetto a una casa con le performance energetiche scadenti della classe G. Una differenza forte che però da sola non ba-
sta ad ammortizzare il maggiore costo della casa. Questo in pratica significa che se la casa in classe G costa 350 euro al metro in meno il risparmio non si ammortizza in tempi significativi. 11 problema però è che tra dieci anni con tutta probabilità vendere quella casa in classe G comporterà un forte ridimensionamento del prezzo rispetto ai valori standard del mercato di allora. Questo perché in prospettiva la legislazione fiscale incentiverà sempre più gli immobili virtuosi e penalizzerà quelli che fanno sprecare.
«L'offerta di case di edilizia
sostenibile è destinata ad aumentare — spiega Bellicini — perché la gran parte delle nuove costruzioni dovrà rispettare regole più stringenti in materia di risparmio energetico. Già oggi molti comuni vincolano con i loro regolamenti edilizi la concessione dei permessi al rispetto di severi parametri energetici e il discorso non vale solo per l'edilizia di elevato standing ; anche i bandi per il social housing prevedono ormai ovunque il rispetto di requisiti stringenti in materia energetica. Anche queste case, che potranno essere riscattate dall'inquilino, tra qualche anno sono destinate a finire sul mercato libero, contri-
buendo a deprimere il valore degli immobili meno validi». Il rapporto Cresme Legambiente 2009 rileva che già 557 comuni hanno cambiato il regolamento edilizio in termini più restrittivi sul rispetto dei parametri ambientali e tutti i piani casa regionali vincolano la possibilità di ampliamento o di demolizione con successiva ricostruzione al miglioramento delle performance energetiche.
Bisognerà comunque aspettare perché il mercato si saturi di case sostenibili: «Le case nuove — conclude Bellicini — fanno crescere ogni anno solo dell'1-2% lo stock abitativo».

Pareti con la cera per battere il caldo
Come sarà la casa del futuro? Con mura di cera, calcestruzzo traspirante e sottotetti isolanti. La multinazionale delle chimica Basf è stata la prima al mondo a calcolare il proprio bilancio in termini di C02, ed oggi si propone di ridurre del 25% le emissioni per ogni tonnellata di prodotto venduto entro il 2020.
«Nell'edilizia sostenibile, abbiamo testato prodotti che sbarcheranno sul mercato a breve — racconta Alessandro Gandini, responsabile settore Construction di Basf Italia — tra questi le microcapsule di cera che vengono inserite nell'intonaco o nelle vernici per pareti». Quando d'estate la temperatura sale ed i muri sentono caldo, la cera si scioglie e stabilizza la temperatura dell'ambiente su livelli di comfort (23-26°). Microcapsule senza manutenzione, che durano a vita.
Con un fatturato di 2.203 milioni, di cui oltre 1.243 nel settore chimico, Basf Italia è attiva nel nostro paese con 7 società, che si occupano di sistemi informativi, prodotti chimici per l'industria, edilizia, agricoltura e materie prime (petrolio e gas). Il giro d'affari dei soli prodotti, per l'isolamento edilizio si aggira attorno ai 70 milioni. «Altra tecnologia ecosostenibile che garantisce un isolamento termico ottimale e risparmio energetico è quella dei pigmenti freddi — spiega Gandini —. Assorbono meno calore ed evitano il surriscaldamento di una serie di oggetti che vanno dal volante nero dell'auto che smette di scottare, ai sottotetti che non si arroventano più come un tempo. Il risparmio c'è perché, in quest'ultimo caso, non bisogna più ricorrere a climatizza-tori». Una terza linea di prodotti ecocompatibili sono gli additivi per i calcestruzzi, dove il risparmio è nel minor utilizzo di acqua e nelle «plastiche biodegradabili per i sacchetti, che si possono così smaltire nel cestello dell'umido».
BARBARA MILLUCCI