la spina senza spina una innovazione che potrebbe cambiare molto le nostre vite.



da Eddyburg
 
 
La spina senza spina
Data di pubblicazione: 23.02.2012

Autore: Bullis, Kevin

Una innovazione che potrebbe cambiare molto le nostre vite e il modo di usare lo spazio, ma di cui si parla pochissimo. The Independent, 23 febbraio 2012 (f.b.)

Titolo originale: Can we pull the plug on the plug? Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini

Eric Giler punta un telecomando verso un apparecchio appoggiato al muro, istantaneamente si accendono tre lampade e un tablet inizia a ricaricare. La cosa divertente è che l’apparecchio appoggiato al muro non ha alcun collegamento con quelli che sta alimentando, non c’è la spina. Giler è il CEO di Witricity, compagnia sperimentale che spera di rivoluzionare il mondo dell’elettronica facendo passare in modo affidabile l’energia senza fili attraverso l’aria. Lavora da quasi cinque anni utilizzando una tecnologia sviluppata al Massachusetts Institute of Technology per ampliare il raggio della carica wireless. Secondo Witricity i primi prodotti saranno disponibili sul mercato entro l’anno. Ed entro un paio apparecchiature del genere potranno essere usate per la ricarica senza fili delle auto elettriche. In seguito l’energia wireless sarà usata per apparecchiature cardiache e altri strumenti medici.

L’idea di trasportare energia senza fili non è certo nuova. La prima dimostrazione di Nikola Tesla è di cent’anni fa, oggi sono già abbastanza diffusi sistemi per ricaricare spazzolini elettrici e/o accessori di video game. Ma i sistemi induttivi di oggi operano solo su distanze molto ravvicinate, con un contatto diretto fra caricature e apparecchiatura, il che non è molto diverso in pratica dall’uso di una spina. I sistemi di ricarica induttivi funzionano con una spirale che genera un campo magnetico, a indurre elettricità simile in un’altra spirale opportunamente orientata, in un’altra apparecchiatura. Man mano le due spirali si allontanano, però, diminuisce rapidamente l’efficienza del trasferimento. Allo scopo di incrementare questa distanza utile, Witricity cerca di far risuonare a una determinata frequenza le due spirali, diminuendo la dispersione di energia.

La distanza poi dipende anche dalle dimensioni delle spirali. Se sia il trasmettitore che il ricevitore sono piccoli (ad esempio nel caso di un telefonino) per una discreta efficienza si deve restare nell’ambito di una manciata di centimetri. Ma Witricity ha realizzato anche prototipi più grandi che superano anche la distanza di un metro. Ed è anche possibile usare delle specie di ripetitori che rilanciano il segnale. Nella dimostrazione proposta da Giler, spirali inserite nel pavimento consentono di far saltare l’energia da un apparecchio sul muro a tutti i punti di una stanza. Witricity è una delle pochissime imprese che lavorano in questo campo. È stato anche sviluppato un tavolo prototipo dove si possono caricare tutti gli oggetti che vi vengono posati sopra – anche lasciandoli dentro una borsa o altro contenitore – e una tastiera e mouse wireless che si alimentano dallo schermo, eliminando la necessità delle batterie. Studiato anche un metodo di ricarica delle auto elettriche. Sta in una piastra di circa mezzo metro da mettere nel pavimento del garage: basta parcheggiarci sopra.

Witricity collabora con altre imprese per far arrivare questo tipo di prodotti sul mercato. C’è un lucroso contratto con la Toyota per la ricarica dei veicoli (quindi presto non li chiameremo più a spina) e la prospettiva di un accordo con una compagnia taiwanese di elettronica, Mediatek, per apparecchiature portatili. Katie Hall, la responsabile tecnologie di Witricity, racconta la ricerca per le componenti necessarie da aggiungere agli apparecchi. Ad esempio si sviluppa un sistema di ricarica per telefonini identico ai gusci di protezione in uso oggi. Ancora incertezze sui costi, ma nel caso delle auto ad esempio la Hall sostiene che non si spenderà più di quanto si fa ora con le apparecchiature normali di ricarica da garage.

Ci sono parecchie altre imprese che lavorano allo sviluppo di sistemi induttivi di carica efficienti. Siemens e BMW per le loro auto elettriche, e la Qualcomm ha recentemente acquisito una piccola compagnia che operava ad un proprio sistema. La Fulton Technologies ha sviluppato una tecnica per far passare il flusso anche attraverso uno spessore di alcuni centimetri di marmo, ad esempio il pavimento di un garage. Alcuni ricercatori stanno ampliando il concetto alla possibilità di ricarica delle auto mentre viaggiano. A Oak Ridge e a Stanford si è lavorato in particolare proprio su questi aspetti. Con un finanziamento federale da 2,7 milioni di dollari alla Utah State University si è realizzato un sistema di ricarica degli autobus a una fermata stradale di Salt Lake City. Nel modello Oak Ridgeci sono 200 spirali inserite nel manto stradale e controllate da un’apparecchiatura unica, ciascuna di queste via via ricarica il veicolo consentendogli di arrivare alla serie successiva a un paio di chilometri di distanza. John Miller, ricercatore della Oak Ridge, calcola che ciascuna serie potrebbe costare meno di un milione di dollari. “Wireless vuol dire comodità, non doversi intricare di cavi di alimentazione, non dover badare al tempo atmosferico. Credo prenderà piede molto in fretta”.

(articolo ripreso dalla MIT Technology Review)