acquasola rinviati a giudizio tre assessori e soprintendenti danni da risarcire per 2 milioni e mezzo processo in autunno



 DA CORRIERE MERCANTILE

Data        18-05-2013
acquasola
CORTE DEI CONTI     Concluse le indagini della Procura regionale, udienza il 25 settembre
danni per 2,5

Richieste di risardmento per tre ex assessori comunali e funzionari pubblici
ANNAMARIA COLUCCIA

Dieci persone citate in giudizio per un danno complessivo alla finanza e al patrimonio pubblico quantificato in quasi 2,5 milioni di euro (2.465.702,96). È l'esito dell'istruttoria della Procura regionale della Corte dei Conti sulla lunghissima e travagliata vicenda del parcheggio dell'Ac-quasola, bloccato da oltre due anni dopo il sequestro della magistratura penale. Con un corposo documento di 153 pagine, il procuratore regionale della Corte dei Conti, Ermete Bogetti, ha depositato il duro atto di accusa, vale a dire la citazione in giudizio per tre ex assessori comunali, dirigenti ed ex dirigenti del Ministero dei Beni culturali, un dirigente provinciale e la rappresentante dell'impresa. Gli amministratori coinvolti sono i tre ex assessori della giunta Peri-cu Bruno Gabrielli (Urbanistica), al quale viene imputata la responsabilità maggiore fra tutte le persone citate in giudizio, Arcangelo Merella (Mobilità) e Claudio Montaldo (Lavori pubblici) attuale assessore regionale alla Salute; ci sono poi l'attuale
direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Liguria, Maurizio Galletti, gli ex direttori Liliana Pittarello e Pasquale Malara, l'ex soprintendenti per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria Giorgio Rossini, la responsabile unica del procedimento della Soprintendenza Rita Pizzone, il dirigente responsabile del servizio Pianificazione generale della Provincia di Genova Andrea Pasetti e Maria Teresa Gambino, amministratore delegato della Sistema Parcheggi srl, la società concessionaria del Comune per la costruzione del mega-silos interrato sotto il parco dell'Acquasola. L'udienza è stata fissata per il prossimo 25 settembre e, quindi, a quel punto inizierà l'ultimo atto dell'indagine aperta dalla magistratura contabile.
La tesi della Procura è chiara: sulla base del diritto vigente, il progetto del silos è incompatibile con un bene pubblico come il parco storico dell'Acquasola e chi doveva tutelare questo bene non lo ha fatto, provocando un danno alla collettività. «Il parco pubblico dell'Acquasola - si legge nell'atto di citazione in giudizio -
è un bene culturale, un bene paesaggistico, un bene ambientale e un giardino pubblico. Sotto tutti questi profili - scrive Bogetti - ne è incompatibile l'utilizzo per la realizzazione di un sottostante parcheggio». E, quindi, il danno valutato e quantificato riguarda tutti questi aspetti e i maggiori responsabili vengono individuati negli amministratori comunali «che (nel 2002-ndr) hanno proposto l'approvazione della transazione con la Sistema Parcheggi» con la quale era stato chiuso un contenzioso fra Comune e impresa e riavviato l'iter dell'opera. Secondo la Procura, infatti, i tre assessori avevano agito «nella piena consapevolezza di sacrificare sia un bene culturale di proprietà comunale, sia l'ambiente urbano, sia il servizio pubblico rappresentato dal parco» e a loro, viene chiesto, in solido con altri, il risarcimento della maggior parte del danno: 2.418.636,42 milioni di euro, da risarcire per circa 1 milione al Comune e per circa 1,3 milioni allo Stato. Fra i tre as-
sessori «l'intensità del dolo è massima» secondo l'accusa, per Gabrielli, in quanto «già progettista dell'opera e legato, dunque, da comunanza di interessi alla contraparte». Il riferimento è al fatto che Gabrielli, nel 1992, quindi anni prima di diventare assessore comunale, aveva partecipato alla progettazione del parcheggio dell'Ac-quasola. A lui la Procura della Corte dei Conti imputa il 60% del danno e, se tutti gli altri chiamati a risarcire in solido con lui potessero pagare, Gabrielli dovrebbe risarcire, secondo l'accusa, circa 957 mila euro, Merella (al quale viene addebitato il 30% del danno), invece, circa 478 mila euro e Montaldo circa
159 mila euro.
Poco meno corresponsabili del danno sono poi, secondo la Procura, i dirigenti e i funzionari della Soprintendenza e i direttori regionali «cui spettava la funzione di tutela del bene culturale». A Galletti, Rossini, Pittarello, Mala-ra e Pizzone viene quindi ascritto un danno di circa 1,2 milioni, in solido anche con altri, da risarcire allo Stato. Fra loro, la maggiore responsabilità viene imputata a Rossini al quale si chiederebbe un risarcimento di circa 294 mila euro se tutti gli altri pagassero quanto loro addebitato dall'accusa (seguono, per gradi di responsabilità Galletti, Pizzone e, ex aequo, Malara e Pittarello).
Al dirigente della Provincia Pa-setti, invece, viene imputato il
danno di circa 175 mila euro (100 mila euro allo Stato e il resto al Comune di Genova) con l'accusa di aver suggerito al Comune e poi approvato, una deroga al Piano territoriale di coordinamento paesistico che consentiva l'abbattimento di alberature di alto fusto ed essenze pregiate. Pa-setti, però, è chiamato a risponderne in solido con Gabrielli, Merella e Montaldo e se anche loro pagassero, lui dovrebbe risarcire, secondo l'accusa, quasi 88 mila euro. Il danno minore, infine, di 47.066.54 euro, viene imputato alla Sistema Parcheggi, e quindi all'amrninistratore delegato della società, «per la capitozzatura dei lecci, di proprietà comunale, eseguita in violazione del progetto esecutivo». In autunno la prossi-
ma puntata.

SIGILLI DA DUE ANNI
Sulla vicenda del parcheggio dell'Acquasola è in corso anche un'inchiesta della magistratura penale che, nel marzo del 2011, aveva messo i sigilli all'area di cantiere. Da allora I lavori nel parco si sono interrotti e l'area è tuttora sotto sequestro. Nell'ambito dì questa Inchiesta, sei persone (in parte coinvolte anche nell'inchiesta della magistratura contabile) sono state rinviate a giudizio per violazione del codice paesaggistico e danneggiamento delle piante del parco e l'udienza è stata fissata per il prossimo 13 novembre
Maurizio Galletti è direttore regionale per Beni culturali e paesaggistici della Liguria, istituzione alla quale spetta la tutela di questi beni
Arcangelo Merella era
assessore comunale alla Mobilità nel 2002, quando fu approvata a Tursi la transazione contestata
J
Claudio Montaldo, attuale assessore regionale alla Salute, era assessore comunale ai lavori pubblici nel 2002, nella giunta Pericu
PARCHEGGIO INCOMPATIBILE CON IL PARCO

L'ACCUSA *> Secondo il pm chi doveva tutelare il bene pubblico, Comune, Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici e Soprintendenza in primis, non lo ha fatto
«È come se si volesse utilizzare la Lanterna quale basamento per un ripetitore televisivo»
L'incompatibilità di un
parcheggio interrato con un soprastante parco storico è evidente per chiunque. Non occorrerebbe il parere documentato di un tecnico, come non occorrerebbe - se si consente un esempio di "campanile" -per stabilire se utilizzare la Lanterna di Genova quale basamento per un ripetitore televisivo sia un uso compatibile o meno con il bene culturale». È uno dei passaggi dell'atto di citazione in giudizio firmato dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Ermete Bogetti, che sceglie un paragone singola-
re ma simbolicamente efficace, quello con la Lanterna appunto, per spiegare le ragioni dell'accusa. La tesi della Procura, infatti, è che, sulla base del diritto vigente, ci sia una assoluta incompatibilità fra il parco storico del-l'Acquasola e la costruzione di un parcheggio interrato e, per accertare il danno procurato al bene pubblico con l'approvazione e poi con interventi avviati (nel 2010) per la costruzione del parcheggio, la Procura si è avvalsa della consulenza di Angela Comenale Pinto, docente all'Istituto agrario Mar-sano, agronoma e architetto
paesaggista. E le maggiori responsabilità nella mancata tutela del bene pubblico in questa vicenda, vengono individuate dalla Procura nel Comune e negli organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività culturali.
«La tutela del bene pubblico - scrive Bogetti - spettava in primo luogo al Comune di Genova sia quale ente proprietario, che non poteva, come qualunque altro soggetto, adibire il parco ad un uso incompatibile con il carattere storico o artistico, sia quale custode/depositario dell'interesse culturale - immanente nel bene di sua
proprietà - della collettività (...) sia per la funzione di cooperazione con il Ministero per i beni e le attività culturali, in materia di tutela del patrimonio culturale (...)». Ma secondo la Procura «difficilmente comprensibile appare» anche «l'operato della Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio della Liguria e della Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici, cui spettava la valutazione della compatibilità dell'uso del bene culturale, che il Comune intendeva adibire a parcheggio interrato».
[a.c]

REAZIONI      L'ex assessore all'Urbanistica di Tursi
«Una vicenda stravagante»

A lui viene imputata la maggiore responsabilità. «No comment» ài Merella
«E,
davvero una vicenda strava-gante, ma preferisco non dire niente». Bruno Gabrielli, assessore comunale all'Urbanistica dal 1997 alla prima parte del 2007, nelle due giunte guidate dal sindaco Giuseppe Pericu, commenta così la sua citazione in giudizio da parte della Procura regionale della Corte dei Conti, nella vicenda   del  parcheggio dell'Acquasola.
Gabrielli, infatti, con gli altri due colleghi di giunta - gli allora assessori Arcangelo Merella e Claudio Montaldo - era stato uno dei proponenti della transazione fra Comune e Sistema Parcheggi - approvata dalla giunta comunale nel 2002 e firmata nel 2003 - che chiuse un contenzioso e riaprì la strada alla costruzione del parcheggio. Secondo la Procura proprio a lui sarebbero da imputarsi le maggiori responsabilità del danno provocato al bene pubblico
perché Gabrielli, prima di diventare assessore, nel 1992, era stato, per conto della Sistema Parcheggi, uno degli autori della prima versione del progetto del parcheggio dell'Acquasola. Secondo l'accusa, quindi, avrebbe avuto una «comunanza di interessi» con la controparte, e per questo la Procura
gli chiede anche un risarcimento del danno più cospicuo: circa 957 mila euro se tutti gli altri chiamati a rispondere in solido con lui di un danno di circa 2,4 milioni di euro potessero pagare. «Si tratta di cifre al di fuori della mia portata...» commenta Gabrielli. Preferiscono non fare alcun commento, invece, l'ex assessore Merella e il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Liguria, Maurizio Galletti.
Nell'atto di citazione in giudizio depositato dalla Procura, vengono riportati stralci delle difese presentate in sede di controdeduzioni dalle dieci persone che sono state poi citate in giudizio. Nel documento si legge, quindi, fra l'altro, che la difesa di Merella aveva evidenziato il fatto che l'allora assessore al Traffico fosse stato chiamato a pronunciarsi sul progetto del parcheggio solo dal punto di vista della sua congruenza con le esigenze cittadine in tema di viabilità, mentre, secondo la Procura, con la transazione proposta nel 2002 dai tre assessori, ciascuno di loro si assumeva la piena responsabilità di quell'atto amministrativo
nella sua interezza. E siccome tutti gli atti conseguenti del Comune sono stati condizionati da quella transazione del 2002, secondo la Procura della Corte dei Conti, gli amministratori, i dirigenti e i fun-zionari comunali autori degli atti successivi «devono andare esenti da responsabilità».
Quanto al ruolo di Galletti, invece, secondo la Procura il parere favorevole dato da lui quando era soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici della Liguria «è stato il primo contributo causale dell'Amministrazione preposta alla tutela dei beni culturali sulla via della definitiva autorizzazione alla realizzazione del parcheggio interrato. Già da subito, per come era concepita l'opera - secondo la Procura - il parcheggio interrato doveva apparire all'esame del Soprintendente incompatibile con la tutela del giardino storico». E viene respinta anche l'argomentazione secondo la quale il parco, degradato, aveva bisogno di un intervento di riqualificazione, riqualificazione che, secondo la Procura, non si sarebbe ottenuta realizzando il progetto del parcheggio interrato.
[a.c]