Workshop a Coriano con Eyal Sival



 

Workshop a Coriano

con Eyal Sival

 

Si chiudono lunedì 23 novembre le iscrizioni al workshop “Elogio della disobbedienza” con Eyal Sivan.

Il workshop (3, 4, 5 dicembre – mattina e pomeriggio) si svolge al Teatro Corte di Coriano all’interno dell’evento “Libertà come bene supremo”, curato dall’artista riminese Isabella Bordoni. «Si tratta di tre giorni non-stop di workshop, proiezioni rare d'autore, incontri, lectio magistralis, poesia, voce, fumetto, per riflettere sulle relazioni tra arte e politica, filosofia, antropologia, diritti umani – spiega la curatrice –. Tre giornate che ruotano tutte intorno al documento storico e contemporaneo audiovisivo, pensate come piattaforma formativa di integrazione curriculare e accesso democratico alla conoscenza, con workshop gratuito per studenti e non-studenti e con tutte le iniziative a ingresso libero».

Le giornate di “Libertà come bene supremo” propongono il lavoro coraggioso di artisti che si misurano da tempo con i temi della costruzione del consenso, dell'uso propagandistico dell'educazione e della memoria, dei nuovi e vecchi totalitarismi. Le giornate sono suddivise in tre sezioni ma legate da una trama di relazioni e rimandi artistici e teorici.

 

Il workshop tenuto da Eyan Sivan indaga la costruzione del lavoro documentario secondo le dimensioni tecniche, etiche ed estetiche. Come si monitora la realtà? Come la si racconta? Quale verità emerge dopo il montaggio? Quali le connessioni tra oggettività e punto di vista?

 

Eyan Sivan è nato ad Haifa, Israele, nel 1964. Autore e regista di film documentari, produttore e saggista, dal 1985 ha vissuto prevalentemente a Parigi, dove ha fondato la casa di produzione Momento! e attualmente vive a Londra, dove è docente in Produzioni Media presso la School of Social Sciences, Media & Cultural Studies (SSMCS) University of East London (UEL). Presente nel dibattito internazionale intorno al conflitto e alla relazione politica di Israele e Palestina, affronta con le sue opere i temi dell'utilizzo strumentale della memoria di Israele e la questione della disobbedienza civile.

Israele Palestina, la Shoah, ma anche lo spionaggio della Stasi, l'Africa, l'America post 11/9 e la Polonia: lo sguardo analitico di Eyal Sivan smonta le costruzioni ideologiche e le ambiguità dei totalitarismi.

Autore lontano dalle formule abusate del cinema politico, Eyal Sivan racconta Israele dall'interno, secondo un'interrogazione appassionata del passato e della memoria, con uno sguardo rivolto al presente e alla realtà del mondo. Documentarista, analista raffinato e costruttore di forme cinematografiche, da Uno specialista. Ritratto di un criminale moderno, cronaca sulle tracce di Hannah Arendt del processo al burocrate dell'Olocausto Adolf Eichmann, a Route 181, viaggio lungo la linea di confine di un possibile Stato binazionale, a Aus Liebe zum Volk, immersione nel sistema di controllo della Germania Est, a Citizens K, ritratto dei fratelli Lech e Jaroslaw Kaczynski e della loro ascesa politica in Polonia sostenuta dall'estrema destra e dai conservatori cattolici, Sivan ci invita a una lettura che rovescia le certezze consolidate degli immaginari occidentali. Con il dispositivo cinematografico sposta l'attenzione dalle vittime ai colpevoli, rivendica il primato della responsabilità individuale e della giustizia.

Nel 1999 ha pubblicato con Rony Brauman Élogie de la désobéissance (Éditions Le Pommier-Fayard) che dà il nome anche al workshop di Coriano (Rimini).

 

Info e iscrizioni: http://www.ib-arts.org/libertacomebenesupremo.html

isabella.bordoni at tin.it

 

 

INFO PER LA STAMPA:

Isabella Bordoni, tel. 0541 756229, cell. 338 8456337, e.mail:   isabella.bordoni at tin.it

http://www.ib-arts.org/libertacomebenesupremo.html