Montessori, Steineriane, libertarie il boom delle scuole alternative



Montessori, Steineriane, libertarie il boom delle scuole alternative
Un diverso approccio alla didattica. In Italia già 50mila bambini le frequentano, dopo la fuga dalle "tradizionali". In cerca di un percorso sereno, non di una corsa a ostacoli fra tagli e istituti in crisi di identità
di MARIA NOVELLA DE LUCA

ROMA - C'è chi sceglie il metodo Montessori, chi la pedagogia di Rudolf Steiner, chi si affida al "Reggio approach", chi, addirittura, i figli a scuola non li manda affatto. C'è chi crea asili d'infanzia in autogestione e chi finanzia in proprio classi e aule, restaurando magari una casa colonica o un edificio abbandonato, purché il crescere e l'apprendere siano percorsi sereni, e non una corsa ad ostacoli in scuole statali flagellate dai tagli e spesso in grave crisi di identità.

Oltre cinquantamila bambini già frequentano in Italia metodi di insegnamento "alternativi", dove spesso i programmi ministeriali restano fuori dalle aule, o comunque vengono proposti con approcci diversi. Dove, pur con grandi differenze, il mondo viene visto dal basso verso l'alto e non dall'alto verso il basso, con gli occhi dei bambini insomma, più che con gli occhi degli adulti. E in cui l'arte, la musica, la manualità, lo sport convivono in pari dignità con le altre materie.

Ma la novità è che da almeno due anni i numeri di queste scuole sono in costante aumento, iscrizioni dal 30 al 40% in più, come conferma Luciano Mazzetti, presidente dell'Opera Montessori, centro che custodisce e preserva le teorie sperimentate negli anni Venti da Maria Montessori, e diffuse in tutto il mondo. L'inizio di una fuga, non tanto verso il "privato", quanto verso un diverso modo di studiare e conoscere.

"In Italia oggi ci sono 500 scuole Montessori tra private e pubbliche, con circa 40mila studenti, ma le liste d'attesa sono sempre più lunghe. Ma paradossalmente nonostante le richieste è l'Italia, dove il metodo è nato ed è stato riconosciuto a livello ufficiale, ad avere la minor quantità di scuole Montessori. Ancora oggi infatti - spiega Luciano Mazzetti - è molto difficile aprire nuove classi, ci vogliono materiali e strutture che la scuola pubblica non sempre riesce a garantire. Crescono invece le esperienze private, sia sul fronte dell'infanzia, che della scuola primaria".

Il censimento di quanti studenti si stiano spostando verso il mondo della "pedagogia alternativa" è soltanto all'inizio, ma, dice Sabino Pavone presidente della Federazione delle Scuole Steiner in Italia, "noi dal 2006, nonostante la crisi, abbiamo avuto un raddoppio delle iscrizioni, e alle scuole storiche presenti nel nostro paese dagli anni Settanta, si aggiungono ogni anno nuovi centri che seguono gli insegnamenti di Rudolf Steiner, con alcuni istituti che arrivano ad avere anche 1200 allievi". Diversissimi naturalmente gli indirizzi didattici. Ma ciò che sembra spingere le famiglie a scegliere il mondo della pedagogia alternativa è, spiega Pavone, "la paura che nella scuola statale i figli non vengano seguiti con la cura necessaria, portati verso una competizione che toglie loro tranquillità, e infatti capita sempre più spesso che arrivino nelle nostre classi bambini di 7, 8 anni a cui i genitori dopo due anni di fatiche e delusioni fanno cambiare scuola".

Un segno di crisi forte per l'istruzione italiana. E se Reggio Emilia è diventata nel tempo la "capitale mondiale" degli asili d'infanzia, seguendo la filosofia di Loris Malaguzzi e suoi "cento linguaggi dei bambini", c'è chi invece sta attuando un vero e proprio distacco radicale dalla scuola pubblica. Sono piccoli gruppi di genitori sostenitori dell'homeschooling, fare lezione in casa o in strutture totalmente autogestite, con la possibilità poi, prevista dalla legge, di sostenere un esame e accedere così alle scuole statali. Un mondo che comprende anche esperienze del tutto particolari. Come i centri di "educazione democratica e libertaria", che si ispirano all'esperienza del pedagogista scozzese Alexander Neill, e alla sua scuola "Summerhill" fondata nel 1921. Insegnamenti oggi attuati nell'istituto "Kiskanu" di Verona, dall'infanzia ai 14 anni.

"Le scuole libertarie - spiega Francesco Codello, dirigente scolastico di Treviso - non si basano su un modello di insegnamento codificato, ma tutto viene concordato tra docenti e allievi. Non c'è un sapere predefinito ma di volta in volta si decide come affrontare una materia di studio, e non c'è obbligo di frequenza. Può sembrare strano, ma il sistema è efficace, e infatti ogni volta che i ragazzi affrontano gli esami esterni risultano del tutto in linea con i loro coetanei. Con la differenza che per noi è anche molto importante la loro felicità". (27 settembre 2010)