Sulla stampa cubana del 27/01/06



Granma Internacional Digital
VERSION SOLO TESTO 

L'Avana. Cuba. Anno 10 - Venerdi 27 Gennaio 2006


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Le vittime di Posada Carriles in Venezuela hanno le prove 

o Il terrorista ha torturato e assassinato

JEAN-GUY ALLARD - Inviato speciale

CARACAS - Le vittime delle torture e i familiari delle persone assassinate da Luis Posada Carriles in Venezuela, quando il terrorista lavorava in questo paese come commissario della polizia politica (DISIP), dispongono dei documenti degli archivi di polizia che dimostrano le responsabilità di Posada in una lunga serie di crimini. 

L´economista Jesús Marrero, che guida il gruppo delle vittime venezuelane del terrorista ha rivelato a Granma l´esistenza di questi documenti ed ha annunciato che si sta studiando la possibilità di accudire direttamente nei tribunali nordamericani. 

"Abbiamo le prove dei crimini di Posada", ha affermato Marrero. 

"Il gruppo presenterà queste prove della partecipazione di Posada alle torture, un crimine condannato dalla legge degli USA, non prescrivibile, con l´obiettivo di chiedere la condanna del terrorista. Questi documenti provengono dalla direzione segreta della DISIP e dalla direzione dei servizi segreti militari e sono argomenti sufficienti per consegnarlo alle autorità giudiziarie degli USA, che dovrebbero considerare questi fatti nel momento in cui pretendono di liberare un terrorista cosi perverso", ha dichiarato ancora Marrero. 

Questo venezuelano di 58 anni è stato torturato da Posada nel luglio del 1973 nei sotterranei della polizia politica venezuelana, dapprima nel quartiere di Caracas Los Chagaramos, dove Posada aveva inventato una Abu Ghraib a sua misura e poi in una casa di Macaracuay. 

"I documenti sono stati rivelatori, perchè appare il Commissario Basilio con nome e cognome, il suo nome di cellula al comando della brigata che ha catturato molti rivoluzionari - e molti furono assassinati- ha ricordato Marrero, citando anche il caso della scomparsa di Rinaldo Rodríguez. I documenti rivelano che la brigata di Posada Carriles e il suo "staff di lavoro" nella DISIP sono i colpevoli di questa scomparsa e della morte di Jesús Maria Castello. I documenti confermano la diretta colpevolezza di Posada nell´esecuzione di azioni di tortura e nell´assassinio di molte persone!" 

Marrero ha spiegato che il gruppo dispone delle testimonianze di tutte le persone che hanno sofferto la tortura, dei familiari degli assassinati direttamente da Posada Carriles e che questi elementi sono più che sufficienti per far si che gli USA, dove esiste una legge contro la tortura, applichino un supporto giuridico per processare Posada Carriles per Crimini di Lesa Umanità!" 

"L´HANNO PICCHIATA ,L´HANNO FATTA ABORTIRE, L´HANNO FATTA MORIRE "

Il gruppo delle vittime di Posada ha cercato in maniera sistematica testimoni nei luoghi dove si giustiziarono le persone che erano state arrestate dall´autore dell´esplosione di un aereo in volo con73 persone a bordo. 

"Abbiamo testimonianze per il caso di La Victoria, del 1972, quando sequestrarono il bambino Edmundo Hernández e altri tre compagni in una casa". 

I testimoni hanno rivelato che furono presi vivi e poi assassinati e sono testimoni diretti: le zie delle vittime. Il papà di Edmundo lo presero vivo e poi lo ammazzarono per ordine diretto di Posada. 

"C´è l´assassinio di Brenda Esquivel che era incinta e la picchiarono e la fecero abortire, ammazzarono il feto poi a lei venne un´infezione che l´uccise mentre era prigioniera..." 

Marrero ha citato i collaboratori di Posada Carriles in quell´epoca: Henry López Cisco, agente della CIA, oggi molto vincolato alla mafia cubano americana. Nel momento del fallito colpo di stato contro il Presidente Chávez, questo figuro partecipò all´attacco contro l´ambasciata di Cuba a Caracas a lato dei terroristi Ricardo Koesling e Salvador Romaní.

"López Cisco, che ora lavora per l´organo di sicurezza del governatore all´opposizione dello Stato di Zulia, allora lavorava per Joaquin Chaffardet, suo socio nelle operazioni d´acquisti illeciti di dipartimenti e terreni". 

Chaffardet, è il colmo dell´assurdità, che ha condiviso con Posada alte responsabilità negli organi di repressione del Venezuela, è colui che ha testimoniato per la difesa di Posada a El Paso, in Texas, per impedire l´estrazione del terrorista in Venezuela, usando il falso argomento che lo avrebbero probabilmente torturato. 

Marrero ha citato anche un altro noto terrorista chiamato "Harapan Vango", che ha partecipato attivamente alle selvagge operazioni di repressione eseguite da Posada Carriles. 

Molti dei suoi subordinati della DISIP sono riapparsi in El Salvador, dove si sommarono alle operazioni organizzate dalla CIA durante la detta Guerra di Bassa Intensità. 

"Abbiamo anche dei documenti che dimostrano come Posada e la sua gente erano implicati nelle operazioni di narcotraffico e di lavaggio di denaro", ha precisato Marrero, che ha segnalato la qualità del lavoro d´investigazione fatto dai suoi collaboratori. 

Posada rimase in Venezuela, su suggerimento della CIA, alla fine degli anni ´60 e poi a partire dal 1967, quando integrò la direzione dei servizi segreti della polizia dove svolse compiti vincolati alla CIA. 

All´inizio del 1974 abbandonando la DISIP, creò a Caracas con Chaffardet, l´Agenzia dei Detectivs Investigatori Commerciali e Industriali, che serviva come facciata per l´organizzazione di varie operazioni terroriste, sviluppate in America Latina e nei Caraibi e per la preparazione dell´omicidio di Orlando Letellier, l´ex ministro degli esteri cileno e della sua collaboratrice Ronnie Moffit. 

Inoltre lì fu organizzata l´esplosione in volo dell´aereo della Cubana, con 73 persone a bordo, che morirono il 6 ottobre del 1976 nel cielo davanti alle coste di Barbados. 

"Vogliamo che questi documenti e le testimonianze servano per applicare la legge con tutto il rigore e che questo terroristi paghino in carcere, per quel che hanno pagato molti innocenti", ha detto Marrero, commentando che questa stessa genia di terroristi è colpevole della morte dell´avvocato Danilo Anderson. Esiste un vincolo diretto tra i terroristi di ieri e i terroristi di oggi!" 

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La lotta per i Cinque nel Forum Sociale Mondiale

MARIELA PÉREZ VALENZUELA  - Inviati speciali -

CARACAS. - Centinaia di delegati al VI Forum Sociale Mondiale (FSM), che si sta svolgendo in questa città, hanno espresso oggi la loro volontà di lottare assieme ai cubani per ottenere la liberazione dei Cinque Eroi prigionieri negli Stati Uniti.

I partecipanti ad un emozionante incontro organizzato dal Coordinamento Giovanile d´Amicizia e Solidarietà Cuba-Venezuela hanno appreso qualcosa di più sulla vita di questi valorosi compagni. Assieme a loro c´erano familiari dei Cinque e delle vittime del terrorismo contro Cuba, che stanno partecipando all´evento internazionale.

Le quasi 400 poltrone dell´auditorium del Ministero dell´Energia e delle Miniere erano insufficienti per il pubblico riunito. Decine di persone si sono sedute sul pavimento, mentre in una sala attigua veniva trasmesso l´atto su uno schermo gigante.

Messaggi di solidarietà con i Cinque sono stati letti, tra gli altri, da rappresentanti del Movimento dei Senza Terra (MST) del Brasile, del Comitato di Salute di Santa Rosalia e della missione Barrio Adentro sportiva.

Altri momenti emozionanti sono stati vissuti quando Eda Marina Boberezco, a nome del Movimento di Solidarietà Cuba-Venezuela, ha consegnato a Gloria la Riva, coordinatrice del Comitato di Solidarietà con i Cinque negli Stati Uniti, una donazione per la causa dei valorosi combattenti contro il terrorismo.

È stato mostrato ai partecipanti anche il documentario Cinque uomini, una storia e una lettera scritta al popolo del Venezuela da René González, uno dei Cinque eroi cubani.
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È iniziata in Sudafrica una riunione preparatoria del Movimento dei Non Allineati

JOHANNESBURG. - I ministri degli Esteri di Cuba, Sudafrica e Malaysia hanno iniziato giovedì nella città sudafricana di Hermanus i preparativi per la riunione dell´Ufficio di Coordinamento del Movimento dei Paesi Non Allineati (NOAL), previsto per maggio a Kuala Lumpur.

Stanno partecipando all´incontro i membri della cosiddetta "troika", attualmente composta dai ministri Felipe Pérez Roque (Cuba), Nkisazana Dlamini Zuma (Sudafrica) e Syed Hamid Albar (Malaysia), ha reso noto Prensa Latina.

Fonti vicine all´iniziativa hanno detto che i ministri degli Esteri affronteranno anche questioni relative al prossimo XIV Summit dei Non Allineati, che si effettuerà nel prossimo mese di settembre a L´Avana.

Il Movimento, composto da 114 paesi, è la maggiore organizzazione politica del mondo dopo le Nazioni Unite.

Il Sudafrica ha guidato il NOAL prima dell´attuale presidenza malaysiana, che passerà a Cuba nel Summit de L´Avana del settembre prossimo.

Dopo la riunione della "troika", il Sudafrica e Cuba sosterranno una riunione ministeriale per analizzare temi bilaterali ed altre questioni dell´agenda internazionale.

Pérez Roque ha partecipato mercoledì a Pretoria ad una cerimonia per commemorare i cubani che lottarono contro il regime dell´apartheid ed ha sottolineato la necessità che la giustizia sociale in Africa tenga conto del concetto di solidarietà tra le nazioni.

Felipe ha anche messo in risalto che circa 30.000 africani si sono laureati in università cubane e circa 3.000 stanno attualmente studiando nell´isola caraibica.
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L´Ufficio d´Interesse dell´Avana è un´impresa del contrabbando

? L´ha detto il presidente Fidel Castro dialogando con la stampa nell´area della Tribuna Antimperialista José Martí

Enrique Montesinos e Alberto Núñez

"Questo paese non potrà venire conquistato nè dominato perchè fino a quando ci sarà un patriota vivo, starà combattendo. Siamo invulnerabili sui terreni militare e politico e stiamo marciando verso l´invulnerabilità economica".

Così ha detto il presidente Fidel Castro in un dialogo con la stampa nell´area della Tribuna Antimperialista José Martí, dove si sta compiendo un ampliamento di questo sito, frutto dell´attuale Battaglia delle Idee.

A una domanda su come vedeva lo stato delle relazioni di Cuba con il mondo, il leader della Rivoluzione ha risposto di osservare l´impero circondato dal disprezzo e dalla ripugnanza per i molti crimini e torture commessi in varie nazioni, "mentre il nostro paese è oggi circondato da una crescente simpatia e ammirazione per la sua fermezza e capacità".

Ha argomentato che questo è un merito storico che non si potrà nascondere. "Noi seminiamo idee, coscienza. Disponiamo di mezzi per aiutare il mondo, il nostro capitale umano si moltiplica, non si esaurisce perchè non è oro, petrolio nè nichel".

Fidel ha chiesto di avere pazienza ai giornalisti che, con la curiosità caratteristica della professione, hanno chiesto in cosa consista l´opera in fase d´esecuzione di fronte alla Sezione d´Interesse degli Stati Uniti all´Avana. Si è limitato a dire che "di fronte alla nuova e insolente provocazione dello stato maggiore della controrivoluzione a Cuba, siamo stati costretti a dare una risposta".

Il mondo sta correndo un reale pericolo perchè gli USA hanno il monopolio delle armi nucleari e si arrabbiano quando altri paesi, come l´Iran, vogliono produrre combustibile nucleare, ha detto il Presidente.

"Non hanno nessun diritto di vietare a quella nazione l´utilizzo pacifico dell´energia nucleare. Col pretesto che questo costituisce una minaccia, parlano perfino di attaccarlo", ha sostenuto.

Ha aggiunto che gli Stati Uniti non hanno mai protestato per le armi nucleari che Israele possiede per davvero e ha ricordato che in Angola il Sudafrica pensò di utilizzare contro di noi questi terrificanti ordigni.

SOLTANTO LA VERITÀ POTRÀ SALVARE LA NOSTRA SPECIE

"Il mondo scomparirà se non ha il coraggio di denunciare la politica guerrafondaia di Bush, che ha preso a pretesto gli atroci attacchi dell´11 settembre e, incoraggiato, ha parlato di attaccare 60 paesi compresi in un elenco nel quale figuravano nazioni europee come l´Olanda; hanno parlato perfino di invadere l´Olanda.

"Nemmeno Hitler disse questo. Hitler cercava pretesti, ma Bush attacca con maggiore sfacciataggine e possiede molte più armi. È un pazzo e il mondo sta correndo un reale pericolo. Soltanto la verità  potrebbe salvare la nostra specie", ha sentenziato Fidel.

Il leader cubano ha ricordato che "abbiamo da 44 anni esperienze di minacce con armi nucleari, quando c´era un `ombrello´ su Cuba e nemmeno battemmo ciglio, nessuno tremò. È un pazzo scatenato. Poveretto chi ha paura, noi non abbiamo nessuna paura di lui".

Per quanto riguarda la pretesa imperialistica di mettere in libertà l´assassino Luis Posada Carriles, il Leader della Rivoluzione ha ricordato come per 40 anni  questi si sia mantenuto in contatto con i servizi segreti degli Stati Uniti, che hanno pianificato centinaia di attentati contro la sua persona, l´ultimo dei quali a Panama, quando hanno sequestrato a Posada quasi 50 Kg di esplosivo che, se fatti detonare, avrebbero ucciso centinaia di studenti. "Venne processato e condannato lì, ma poi Bush lo ha liberato dal carcere e adesso non si azzardano nemmeno a dire com´è entrato in territorio USA.

"Non lo restituiscono al Venezuela invocando la Convenzione contro la Tortura, ma in Venezuela non ci sono squadroni della morte, non esiste la pena capitale, hanno fatto un colpo di stato e gli autori passeggiano liberi in strada. Per quanto riguarda la tortura il primo da condannare sarebbe Bush, perchè ha torturato in tutto il mondo".

Fidel ha definito l´Ufficio d´Interessi all´Avana come impresa del contrabbando, che l´anno scorso ha introdotto più di 100 tonnellate di prodotti - macchine fotografiche, video, radio per agevolare l´ascolto delle mal chiamate Radio e TV Martí - utilizzando le valigie diplomatiche.

Dopo aver denunciato che alla SINA entrano anche enormi somme di denaro per promuovere la controrivoluzione e destabilizzare il paese, ha enfatizzato che i suoi impiegati hanno sempre meno ossigeno.

Cominciando la conversazione con i giornalisti, Fidel ha commentato che non era intelligente mostrare questo cartellino un´altra volta, facendo riferimento a quello dell´Ufficio d´Interessi.

Ha spiegato che il Governo di Bush sta tentando di compiacere la mafia che gli ha dato la presidenza, la quale esercita pressioni affinchè ci siano restrizioni nella politica migratoria e vengano così favorite le uscite illegali.

"È un errore stimolare le uscite illegali e viola le loro stesse leggi. Un loro quotidiano ha scritto recentemente che si tratta di una pazzia; che si doveva eliminare la cosidetta Legge di Aggiustamento Cubano".

È´ una totale contraddizione con la loro battaglia contro l´immigrazione illegale, quella dei latinoamericani che cercano di sfuggire alla povertà dei loro paesi sottosviluppati, illusi dalla società dei consumi. E ha sottolineato che questo succede nel momento in cui gli USA stanno costruendo un gigantesco muro, cercando di scavalcare il quale muoiono 500 messicani l´anno, più di tutti quelli che sono morti cercando di scavalcare il muro di Berlino.

Ha sostenuto che commettono un grande errore perchè non sono stati capaci di vedere i cambiamenti nè il momento vissuto dal nostro paese, hanno creduto che a Cuba restavano pochi giorni. "Anche se il nostro popolo ha dovuto affrontare molti sacrifici è stato capace di resistere", ha sottolineato e poi ha segnalato che il mondo era cambiato e che anche l´America Latina era cambiata.

"Immaginano che siamo nel 1995", ha detto, "ma sono passati 10 anni e oggi la coscienza è più solida".

"Hanno tentato di evitare che gli agricoltori nordamericani esportino a Cuba perchè siamo diventati uno dei principali importatori. Pretendono di creare le condizioni per impedire il commercio, ma siamo preparati per tutte le eventualità", ha ribadito.

"Cuba è diventata una fortezza morale. Disponiamo di mezzi per aiutare il mondo", ha sottolineato.

PARTECIPEREMO AL CLASSICO DI BASEBALL

"Noi parteciperemo al Classico di Baseball  per gareggiare lealmente, anche se ci hanno rubato alcuni bravi giocatori, che hanno corrotto con offerte di milioni di dollari", ha segnalato Fidel.

Ha definito una stupidaggine voler impedire la partecipazione cubana a questo torneo e ha giudicato molto positivamente le proteste effettuate da molti quando hanno visto che a Cuba veniva negata la possibilità di partecipare.

Ha ricordato che "noi abbiamo dimostrato la nostra qualità nei tornei mondiali, negli incontri con i giocatori delle Grandi Leghe, che sono venuti perfino qui. Gli imperialisti si sentono impotenti davanti a noi perchè non possono distruggere la Rivoluzione".

Il leader cubano ha poi assicurato che il nostro peso convertibile è forte, mentre il dollaro è alla mercè di Cuba, di quel che vogliamo che valga qui.

Ha reiterato che il Governo Rivoluzionario aiuterà sempre il lavoratore, il pensionato.

SCHAFIK NON SI È MAI ARRESO

Fidel ha affermato di credere nell´umanità, nel valore del talento che ha la specie umana, che è capace di superare i momenti più difficili.

Esaltando la statura degli uomini che con fervore e posizioni antimperialiste guidano attualmente i loro popoli come Evo Morales e Hugo Chávez, il leader della Rivoluzione ha fatto riferimento ad un altro grande rivoluzionario scomparso da pochi giorni, il patriota salvadoregno Schafik Handal, un uomo irreprensibile che non si è arreso mai.

"Tutti questi valori ci danno vita", ha concluso Fidel.

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Avanti Shafik, il futuro è nostro

ORLANDO ORAMAS LEÓN

Schafick Handal è morto. Aveva 75 anni e il suo cuore gli ha fatto un brutto scherzo poco dopo l´atterraggio nel suo amato El Salvador, dopo aver assistito emozionato all´elezione ufficiale a presidente di Evo Morales, in Bolivia. 

Un´agenzia di notizie lo ha definito emblematico, questo ex capo dei guerriglieri, mentre altri mezzi di comunicazione hanno riconosciuto la sua lunga dedizione alle lotte sociali e politiche, oltre alla sua militanza comunista. 

Ha guidato il Partito Comunista in El Salvador negli anni difficili e eroici della lotta contro i regimi repressivi e venduti ed ha continuato anche dopo la guerra, quando è stato fondato il Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale. 

È stato uno degli uomini più ricercati dagli Stati Uniti e dagli squadroni della morte al loro servizio nella più piccola repubblica americana, la Pollicina, come si chiama popolarmente. 

Erano i tempi della detta guerra di bassa intensità lanciata dall´amministrazione Reagan in America centrale, quando i guerriglieri del FMLN davano scacco matto all´esercito dell´oligarchia addestrata e armata sino ai denti di Washington. 

Dopo gli accordi di pace del 1992, Schafik era diventato la principale figura dell´ex guerriglia diventata un partito politico, del quale fu candidato alla presidenza nelle elezioni del 2004. 

La destra e i mezzi di comunicazione al suo servizio lo chiamavano ortodosso e dogmatico, che era la maniera di attaccare la difesa intransigente di Shafik del socialismo e non fu per caso che scatenarono una sudicia campagna mediatica contro di lui, pagata tra gli altri con i milioni della mafia cubano americana di Miami. 

Shafik era nato il 14 ottobre del 1930 a Usulután, figlio di emigranti palestinesi dalla città di Belen. Era il maggiore di sei fratelli, uno dei quali fu uno tra le migliaia di desaparacidos del suo paese. 

La lotta contro la dittatura di Maximiliano Hernández fu l´impatto con la battaglia politica. Ha vissuto buona parte della sua vita in clandestinità, in esilio, perseguitato. 

Ha difeso a oltranza la Rivoluzione Cubana e ha mantenuto una calda e stretta relazione con Fidel, suo amico, suo fratello. 

Come non ricordarlo quando parlava al popolo cubano, tante volte, come lo ha fato di fronte alla folla che colmava Plaza de la Revolución dell´Avana il 1º Maggio del 2005? 

Allora aveva condannato la complicità della Casa Bianca con il terrorista Luis Posada Carriles che anche in El Salvador aveva preparato e eseguito i suoi orrendi crimini. 

In quella storica giornata aveva detto: "I popoli hanno il diritto di liberarsi dal neoliberismo, dal capitalismo, che sono terrorismo e i popoli sanno che il socialismo è umanesimo!" e quella frase fu applaudita da migliaia di cubani là riuniti. 

Un mese dopo era tornato all´Avana come delegato all´incontro internazionale contro il terrorismo, per la verità e la giustizia. 

Era pieno di ottimismo per i cambiamenti che stanno avvenendo in America Latina. 

E con questa fede è morto, ma prima ha abbracciato Evo e ha confermato alla Bolivia sofferente che il futuro è dei popoli e degli uomini come lui. 


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