Guatemala, rapporto di Amnesty sulle espulsioni: non sono la risposta alle dispute sulla terra



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COMUNICATO STAMPA
CS34-2006

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SUL GUATEMALA: LE ESPULSIONI NON SONO LA
RISPOSTA ALLE DISPUTE SULLA TERRA

In un nuovo rapporto presentato oggi a Citta' del Guatemala, Amnesty
International ha chiesto alle autorita' del paese centroamericano di
fermare le espulsioni ai danni delle comunita' rurali fino a quando le
attuali leggi e prassi, che sono ritenute fondamentalmente inique, non
verranno riesaminate.

Il rapporto di Amnesty International denuncia le violazioni dei diritti
umani commesse nel contesto delle dispute sulla terra, l'impatto degli
sfratti forzati eseguiti con violenza e la discriminazione subita dai
contadini e dalle popolazioni indigene.

'Mentre delle proprie responsabilita' per i diritti dei contadini e degli
indios se ne lavano le mani, le autorita' si mostrano pronte a usare la
forza quando si tratta di venire incontro alle richieste dei ricchi
proprietari terrieri' - ha affermato Amnesty International.

Le dispute sulla terra nascono quando i contadini occupano i terreni come
forma di protesta per ottenere il riconoscimento del proprio diritto al
lavoro o quando sorge una contestazione sulla proprieta'. Secondo dati
ufficiali, alla data dello scorso dicembre rimanevano irrisolte 1052
dispute, a fronte di 911 casi segnalati nell'ottobre 2004.

Il rapporto di Amnesty International descrive una serie di situazioni
prese in esame dai ricercatori dell'organizzazione per i diritti umani.

Nel 2004, 90 famiglie indigene Q'eqchi che avevano lavorato nella fattoria
di Trece Aguas, sono rimaste senzatetto dopo che si erano rifiutate di
lasciare i terreni che avevano occupato come forma di risarcimento per non
aver ricevuto la liquidazione dopo il licenziamento. Sono stati sfrattati
con la forza e sono ancora in attesa di ricevere il risarcimento.

La fattoria di Trece Aguas, situata nel dipartimento di Alta Verapaz, nel
nord del Guatemala, e' una delle principali fonti di lavoro nel campo
della produzione del caffe'. Quando il prezzo di questo prodotto e'
collassato, i contadini sono stati i primi a subirne le conseguenze.

Il rapporto di Amnesty International segnala casi del genere in altre zone
del paese. Sempre nel dipartimento di Alta Verapaz, la piccola comunita'
agricola di Santa Iñes rischia adesso di subire la terza espulsione
consecutiva da parte di una persona che rivendica la proprieta' delle
terre su cui vivono. Nonostante diversi organismi governativi abbiano
ribadito che la rivendicazione di questa comunita' e' legittima, e' stato
recentemente autorizzato un nuovo ordine di espulsione. Nel corso delle
precedenti operazioni sono state distrutte diverse abitazioni.

Gli accordi di pace del 1996, che hanno posto fine a 36 anni di conflitto
armato, comprendevano l'impegno da parte del governo ad approntare una
serie di misure per risolvere la crisi della terra e assicurare il
rispetto dei diritti umani dei contadini e delle comunita' agricole. Ad
oggi, nessuna di queste misure e' stata attuata, nonostante governi
stranieri, tra cui quelli di Spagna, Canada, Norvegia, Finlandia, Svezia,
Giappone e Usa, continuano a fornire aiuti a quello del Guatemala,
finanziando iniziative destinate a sviluppare gli accordi di pace.

'Ignorando gli impegni assunti con gli accordi di pace, le autorita' del
Guatemala stanno perdendo un'opportunita' importante per assicurare una
soluzione duratura alla crisi della terra' - ha dichiarato Amnesty
International.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 29 marzo 2006

Il rapporto 'Guatemala: Land of injustice?' e' disponibile in lingua
inglese all'indirizzo:
http://web.amnesty.org/library/index/ENGAMR340032006

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it




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