Re: [latina] JOAO PEDRO STEDILE E FREI BETTO HANNO FIRMATO QUESTO APPELLO DI INGRAO A SOSTEGNO DELLA LISTA RIFONDAZIONE/PDCI ALLE EUROPEE + articolo RANIERO LA VALLE



Title: JOAO PEDRO  STEDILE E FREI BETTO HANNO FIRMATO QUESTO APPELLO DI INGRAO A SOSTEGNO DELLA LISTA RIFONDAZIONE/PDCI ALLE EUROPEE + articolo RANIERO LA VALLE
Gentile Signora Serena, da tempo ricevo i Suoi messaggi, da me sempre apprezzati politicamente ma quello di oggi...Lasci che io chieda a Pietro Ingrao: perchè...perchè tradisti il fascismo....? Allora ti convinse "l'appello ai nostri fratelli in camicia nera", firmato da tutta la direzione nazionale del PCI...E adesso dovrete convincervi che la nostra terza via era l'unica che potesse salvare la classe operaia attraverso la socializzazione promulgata nella RSI.
E l'argentina, il venezuela, la Bolivia ne stanno seguendo le orme... e presto altri paesi latinoamericani. Auguri Signora Serena. Angelo faccia, ex-combattente della RSI 
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Sent: Saturday, May 23, 2009 8:00 PM
Subject: [latina] JOAO PEDRO STEDILE E FREI BETTO HANNO FIRMATO QUESTO APPELLO DI INGRAO A SOSTEGNO DELLA LISTA RIFONDAZIONE/PDCI ALLE EUROPEE + articolo RANIERO LA VALLE

SE SEI DI SINISTRA, DILLO FORTE
( di Pietro Ingrao )  

PER ADERIRE ALL'APPELLO: http://www..unaltraeuropa.eu/appello-pietro-ingrao.php

Nulla è sicuro, ma scrivi  (F. Fortini)
 Viviamo il tempo buio di una crisi inedita e strutturale del capitalismo, una crisi economica, sociale, ambientale e  alimentare determinata da decenni di politiche neoliberiste: si  apre la strada ad una vera e propria crisi di civiltà il cui emblema è la guerra tra i poveri.

Il rischio è l’uscita da destra dalla crisi: la progressiva frantumazione del mondo del lavoro, il passaggio dal welfare alla carità, lo svuotamento della democrazia, resa sempre più impermeabile ai conflitti e ai soggetti sociali, e la ripresa di ideologie nazionaliste, razziste, fondamentaliste, sessiste e omofobe. È un processo che in Italia assume il volto di un nuovo autoritarismo - quello plebiscitario e populista del berlusconismo – che potrebbe essere rafforzato da una ulteriore deriva maggioritaria e dalla cancellazione definitiva di ogni possibile rappresentanza dell’opposizione sociale.

Noi ci battiamo per una uscita da sinistra dalla crisi e  per questo motivo sosteniamo la lista anticapitalista e comunista a cui hanno dato vita esponenti dei movimenti altermondialista, femminista, pacifista, ambientalista, antirazzista, LGBTQ  assieme a Rifondazione comunista - Sinistra Europea, Comunisti italiani, Socialismo 2000 e Consumatori Uniti. Un progetto di critica radicale e profonda alle politiche neoliberiste che in Europa  hanno accomunato popolari, liberali e socialisti, cioè tutti i partiti attualmente presenti nel parlamento italiano.

Sosteniamo la lista anticapitalista e comunista per mantenere aperta la strada dell’alternativa, in Italia e in Europa. Un voto utile per proporre un’uscita da sinistra dalla crisi, per rafforzare un’ipotesi di ricostruzione della sinistra basata sulla connessione fra  diversi soggetti del conflitto e culture critiche, fra vertenze territoriali e movimenti globali, fra ambiente e lavoro, fra uguaglianza e libertà: una sinistra che non abbia rinunciato ad elaborare un pensiero forte dalla parte dei deboli, alla sfida per l’egemonia e la costruzione di un nuovo senso comune.

Pensiamo in primo luogo ad un voto d’ascolto di questa giovane generazione di invisibili, o meglio di invisibili alla politica,  che sembrava condannata, dalla precarietà del lavoro, dei saperi, delle vite a non poter immaginare il futuro, a non poter lottare per il futuro, e che ha invece trasformato la propria atipicità nell’anomalia di un’onda che ha invaso, con gioia e rabbia, scuole, università, città; che ha reclamato diritto alla conoscenza, cittadinanza, reddito sociale; che ha nominato la contraddizione tra il capitale e le vite con parole  –  noi la crisi non la paghiamo- che hanno connesso le tante lotte e vertenze di questi mesi.

Un voto che tenga aperta la speranza, che apra la strada all’aggregazione della sinistra anticapitalista, comunista e della sinistra socialista.
Perché il futuro si può ancora scrivere,

il 6 e 7 giugno votiamo



Primi firmatari: Pietro Ingrao, Vincenzo Accattatis (giurista), Gianni Alasia (ex partigiano),  Bruno Amoroso,  Riccardo Bellofiore (economista, università di Bergamo),Mauro Berardi (produttore cine- matografico), Carlo Bernardini  (fisico), Luigi Cancrini (psichiatra),  Massimo Carlotto (scrittore), Elena Coccia (avvocata - Giuristi democratici Napoli), Dante De Angelis (macchinista- delegato alla sicurezza, licenziato),Walter De Cesaris (segretario Unione inquilini),  Ivan Della Mea (cantautore e scrittore), Josè Luiz Del Roio (Forum mondiale delle alternative),  Don Andrea Gallo,  Gianni Ferrara (costituzionalista),  Iaia Forte (attrice), Giovanni Franzoni, Galapagos (giornalista  de “il manifesto”), Clara Gallini (università La Sapienza, Roma - Pres. Ass. Ernesto De Martino),  Ferruccio Gambino (università di Padova), Mario Geymonat (università Ca' Foscari, Venezia), Domenico Jervolino (università Federico II, Napoli), Giorgio Inglese (università La sapienza, Roma),  Peppe Lanzetta (autore-regista teatrale-attore),  Mario Lunetta (scrittore-poeta), Fabio Marcelli (vice segretario Ass. internazionale Giuristi democratici), Eugenio Melandri (Associazione Chiama l’Africa),Emilio Molinari (ex parlamentare europeo), Raul Mordenti (università di Tor Vergata, Roma),  Nicola Nicolosi (responsabile segretariato per l’Europa Cgil nazionale), Gian Paolo Patta (direttivo Nazionale Cgil), Tonino Perna, Ciro Pesacane (presidente Forum ambientalista), Barbara Pettine (sindacalista e femminista),Francesco Piccioni (giornalista de “il manifesto”), Guido Piccoli (giornalista), Agostino Pirella (presidente onorario Psichiatria democratica), Giuseppe Prestipino(filosofo), Michele Prospero (università La Sapienza, Roma), Massimo Ranieri (attore-can-
tante), Carla Ravaioli (saggista e ambientalista), Edoardo Sanguineti (poeta),Massimo Sani (regista), Gabriella Stramaccioni (dirigente associazionismo), Stefano Tassinari (scrittore),  Vauro (giornalista-disegnatore),  NEL SITO L’ELENCO COMPLETO DELLE ADESIONI

Danno il loro sostegno
Lothar Bisky  (Presidente Partito della Sinistra europea),  Frei Betto (scrittore), Emir Sader (sociologo, Segretario CLACSO), Joao Pedro Stedile (dirigente Movimento Sem Terra), Marcos Del Roio (docente universitario, membro International Gramsci Soc.), Carlos Nelson Coutinho (docente universitario, responsabile Gramsci Society Brazil), Victoria Donda (Deputata nazionale Argentina),
Cecilia Merchan (Deputata nazionale Argentina), Ana Maria Ramb (scrittrice), Iris Sicilia (giornalista), Carlos M. Zamorano (avvocato diritti umani), Nora Podesta (Lega Argentina diritti umani)  Carlos Fonseca Teran (Nicaragua), Liliana Garcia Soza (attrice),Beda Sanchez (economista, ambientalista),Evelia Ochoa (operatrice sociale del Movimento delle organizzazioni di base Caracas),
Mario Neri (fondatore del Circolo Antonio Gramsci del Venezuela), Giordano Bruno Venier (urbanista, architetto).
 
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ACCLUDO UN BELL’ARTICOLO DI RANIERO LA VALLE – CANDIDATO ALLE EUROPEE, USCITO SUL LIBERAZIONE DEL 22 MAGGIO


Lettera aperta ai militanti e agli elettori di sinistra per un voto secondo ragione
La sinistra che c'è, senza passare per la catastrofe

Raniero La Valle
Cari amici,
forse è la prima lettera che ricevete in quanto "militanti politici". Voi siete quelli che, senza cedere alle pressioni di chi cerca di distogliere i cittadini dalla politica e dai partiti per far venir meno il controllo popolare sulla politica e sui partiti, avete tenuto alta la cura e la passione politica, e in queste elezioni avete il ruolo di orientare gli elettori al voto. Poiché in ciò siamo uniti, in quanto sono candidato alle europee per la lista di Rifondazione-Sinistra europea, vorrei incoraggiarvi a trasmettere agli elettori il messaggio che "un altro voto è possibile", come recita il titolo di testa di un giornale di cui ho curato per questa occasione il primo numero L'avvenire d'Europa .
1) Un altro voto è possibile nelle elezioni europee perché, al contrario di quelle nazionali dominate dalla legge "porcellum", i parlamentari per Bruxelles non sono nominati dai partiti ma veramente eletti mediante le preferenze.
2) Un altro voto è possibile nelle elezioni europee, perché al di sopra della soglia del 4 per cento non è sovvertito il rapporto proporzionale tra eletti ed elettori, non essendovi alcun premio di maggioranza come quello che invece la legge nazionale regala in misura enorme a chi, pur lontanissimo dalla maggioranza, prenda anche un voto in più degli altri.
3) Un altro voto è possibile anche in un senso più sostanziale, secondo le considerazioni che seguono.
Quali sono gli obietti supremi che, dal nostro punto di vista, devono essere perseguiti in queste elezioni europee?
Sono sostanzialmente tre.
1) Inviare al Parlamento europeo una rappresentanza qualificata che sia in grado di porre con forza la questione della centralità del lavoro nella crisi attuale e della necessità di una politica che sconti fino in fondo la comunità di destino dell'Europa col mondo.
2) Difendere e rilanciare il pluralismo politico della democrazia italiana contro l'ideologia dei due partiti pigliatutto e la gabbia del bipartitismo perfetto quale si vorrebbe imporre col referendum del 21 giugno.
3) Lanciare un forte messaggio elettorale che affretti la chiusura del ciclo già declinante del potere personale di Berlusconi, che con i suoi interessi, le sue ricchezze, la sua condotta politica infantile, le sue infedeltà istituzionali e le sue tecniche di seduzione popolare, rappresenta una ormai troppo lunga anomalia nel corso della vita democratica italiana. Tale anomalia è accentuata dal fatto che la maggior parte delle persone e delle forze che costituiscono il suo sistema di potere lo usano e lo vivono ormai con crescente disagio e contrarietà. Non essendo presumibile che il premier, benché sommerso da molte acque, pensi a un dignitoso ritiro, non c'è altro mezzo per sanare la situazione che quello di una energica espressione della volontà popolare.
Se questi sono gli obiettivi, i suggerimenti possono essere i seguenti:
a) Agli elettori di sinistra . Benché essi possano essere feriti per le sconfitte, irritati per gli errori e delusi per le divisioni recenti, che arrivano fino alla scheda elettorale, il comportamento responsabile è di non cedere alle emozioni del momento, ma di votare secondo ragione. Sarebbe strano che chi ha frequentato l'idea della politica come scienza, non si conformasse a una razionalità non astratta, ma commisurata al fine, che in questo caso è di avere una rappresentanza della sinistra italiana in Europa, dopo che essa è stata estromessa dal Parlamento italiano. A tal fine occorre però superare lo sbarramento del 4 per cento, che i due maggiori partiti italiani di comune accordo hanno introdotto nella legge elettorale, con l'obiettivo di restare a competere essi soli. La forza complessiva della sinistra è ben al di sopra del 4 per cento, ma non lo è una sinistra suddivisa. Occorre dunque decidere che scelta fare tra la sinistra che c'era (rievocata dalla lista di Ferrando), la sinistra che c'è (quella di Rifondazione e dei comunisti italiani) e quella che ci sarà (Sinistra e libertà). Purtroppo la sinistra che non c'è, ma si ripromette di esserci domani, parte da un'idea distruttiva della sinistra che c'è, che sarebbe "da buttare", in una logica, esplicitamente dichiarata da chi pur ne è stato il leader, del "tanto peggio tanto meglio". A parte il gioco d'azzardo elettorale insito in simile strategia, sembra difficile poter parlare di una sinistra e di una libertà in Italia bruciandosi alle spalle i vascelli e gettando tra i rifiuti tutto ciò che nel bene e nel male la sinistra in Italia è ed è stata, quando essa non è stata solo una moda di élites intellettuali, ma è stata il movimento operaio, che non era solo comunista, ma era anche socialista ed era cattolico, cosa senza la quale neanche la democrazia oggi sarebbe.
Ciò che è paradossale in questa controversia tra le due sinistre, è che Sinistra e libertà, che da tutti è presentata come quella più ragionevole e meno tributaria dei radicalismi del passato, è in realtà quella più visionaria ed estrema, perché scommette su una palingenesi: la "tabula rasa" per partire di nuovo. Ma non si tratta di una invenzione nuova, è una linea ben nota nella storia della cultura e della politica, che al meglio è espressa nel linguaggio religioso: si tratta del pensiero apocalittico, che vuol dire la salvezza attraverso la catastrofe; la catastrofe oggi, la salvezza domani. Questo alla destra e a tutto il sistema mediatico sta bene, e anzi festeggiano, perché intanto incassano la catastrofe della sinistra; quanto al suo minacciato futuro trionfo, ci sarà il tempo per pensarci.
In politica la linea apocalittica è opposta alla linea rivoluzionaria e a quella riformista: è Israele, non Marx, è Bush, non Obama. Che oggi si sia alla fase della distruzione è chiarissimo a partire dalla secessione di Vendola e Sansonetti e dello stesso Bertinotti. Una sinistra che si mette sulla linea del tanto peggio tanto meglio è una sinistra che si è stancata della fatica del cambiamento, che è invece la sola cosa che si può promettere a un popolo attanagliato dalla crisi.
b) Agli elettori democratici . Per salvare in ogni caso la democrazia e il pluralismo politico è importante che diverse liste superino le soglie di sbarramento dietro le quali i due maggiori partiti hanno inteso preservare la loro rendita di posizione. Qui c'è in particolare una responsabilità dei cattolici democratici, perché è la democrazia in cui essi hanno creduto e che hanno concorso a costruire, che oggi è sotto scacco.
c) Agli elettori delusi o critici del Partito Democratico . Se questi elettori intendono lanciare un segnale al Partito Democratico, preservandone tuttavia il ruolo e le prospettive, essi dovrebbero votare per quelle forze con cui il Partito democratico potrebbe allearsi, in una rinnovata cultura delle diversità e delle alleanze. Il Partito Democratico potrebbe in tal modo essere richiamato a pensarsi non come partito solitario e autosufficiente, ma come il fulcro di un sistema di alleanze democratiche e rinnovatrici, da preparare per tempo. Ciò che gli elettori delusi del Partito Democratico non dovrebbero fare in nessun caso, è di cambiare fronte e farsi assorbire nello schieramento e nelle culture populiste e di destra. Dovrebbe essere piuttosto loro interesse rafforzare una sinistra seria, ben radicata nella tradizione italiana, che senza trasformismi potrebbe essere domani un partner serio e affidabile per un condiviso progetto di cambiamento e di governo.
Queste analisi possono essere discusse e ulteriormente sviluppate, ma andrebbero comunque tenute presenti per la scelta di un voto secondo ragione.


22/05/2009