IL TESTO IN ITALIANO DEL MANIFESTO IN DIFESA DEL MST



Title: IL TESTO IN ITALIANO DEL MANIFESTO IN DIFESA DEL MST
Alcuni intellettuali amici del MST hanno scritto un manifesto pubblico in difesa del Movimento Senza Terra che sta subendo un nuovo attacco da parte dei media e della giustizia (c’è una richiesta di insediare una commissione parlamentare di inchiesta sul MST- la terza in cinque anni). Tutto questo per difendere il latifondo, per timore che gli indici di produttività vengano innalzati, come ha promesso di fare Lula ad agosto.

Per firmare il manifesto -   http://www.petitiononline.com/manifmst/petition.html


Manifesto in Difesa della Democrazia e del MST (traduzione di Eugenio Caliceti)


Legittimano il proprio agire non per mezzo della proprietà, ma per in virtù del lavoro
In un mondo in cui il lavoro è in via di estinzione,
Legittimano il proprio agire perché sono la Storia,
in un mondo in cui ne è già stata proclamata la fine,
Questi uomini e queste donne rappresentano un contro-senso,
perché restituiscono alla vita un senso che è stato dimenticato [perso]
“Notícias dos sobreviventes”, Eldorado dos Carajás, 1996).

La ricostruzione della democrazia in Brasile è costata un enorme sacrificio ai lavoratori, durante trent’anni spesi a partire dalla ricostituzione delle proprie organizzazioni - distrutte da due decenni di repressione militare - fino ad inventare nuove forme di organizzazione e di lotta, capaci di raccoglier la sfida di modificare una delle società con le maggiori disuguaglianze del pianeta. Questo ha comportato il trasformare, nella percezione di coloro che hanno ereditato i frutti di cinque secoli di cultura schiavista, i lavoratori delle città e delle campagne in cittadini, da produttori della ricchezza del paese (come sempre è stato), a beneficiari di una sua redistribuzione.
 
Lo sguardo astioso delle oligarchie rurale e urbana non perde di vista un solo giorno uno degli strumenti di organizzazione e lotta creato dai lavoratori brasiliani a partire dal 1984: il Movimento dei Lavoratori Rurali Sem Terra – MST. Questo movimento paga ogni giorno, con sangue e sudore – como avvenuto recentemente nel Rio Grande do Sul – il prezzo per contestare una delle cause delle disuguaglianze sociali del Brasile: il monopolio della terra. Il gesto di issare la propria bandiera durante una occupazione si traduce  in un messaggio di rapida e [subitanea] diffusione, proprio per questo intollerabile per signori dell’agrobusiness e della terra. Un Paese dove l’uno per cento della popolazione detiene la proprietà del 46% del territorio, difeso con recinzioni, agenti dello Stato e assassini mercenari, non può esser considerato una Repubblica. A maggior ragione non può essere considerato una democrazia.
La Costituzione del 1988 impone che il latifondo improduttivo e le terre usate per produrre le materie prime da cui estrarre sostanze psicotrope, debbano essere destinate alla Riforma Agraria. Ma, dal momento in cui la nuova Carta è stata promulgata, i Governi hanno eluso l’obbligo di attuarla. Alla temerarietà coi cui i lavoratori rurali hanno lottato - pressionando le autorità attraverso occupazioni pacifiche -  affinchè fossero garantiti i diritti conquistati nella Costituzione, si è accompagnata la coraggiosa rivendicazione di un legittimo accesso a risorse pubbliche, ugualmente intollerbile per i grandi signori del capitale.
In quaranta anni, dall’istituzione dell’INCRA (Istituto Nazionale di Colonizzazione e Riforma Agraria, 1970), quasi un milione di famiglie rurali hanno beneficiato delle politiche pubbliche di redisribuzione della terra. Di queste circa la metà nel solo periodo compreso dal 2003 ad oggi. Per permettere a queste famiglie l’esercizio di attività economica, per integrarle nel processo economico di produzione di alimenti e ricchezza dell’attuale ciclo di sviluppo, sono necessari investimenti pubblici. Da ciò deriva l’odio di chi rappresenta gli interessi dell’aristocrazia rurale e del grande capitale, da sempre abituati ad un accesso monopolistico al credito, ai sussidi pubblici, alla periodica collettivizzazione dei propri debiti.
L’impegno preso dal governo di rivedere i criteri di produttività dell’agricoltura brasiliana risponde alle sollecitazioni avanzate, in quattro decenni di lotta, dai movimenti sociali di lavoratori rurali. Esigendo l’aggiornameno di questi indici, i lavoratori rivendicano l’attuazione della Costituzione Federale, e l’attualizzazione del metodo per mezzo del quale si deve misurare la produttività agricola nel nostro paese, adeguandone i criteri al progresso scientifico degli ultimi quaranta anni.
 
La lobbie parlamentare che rappresenta gli interessi del latifondo e dell’agro-business reagisce proprio a questa rivendicazione, attaccando il MST. In rappresaglia cerca di articolare la formazione di una Comissione Parlamentare di Inchiesta contro il MST. Sarebbe la terza in cinque anni. Se, come l’agrobusiness sostiene, l’agricoltura è così moderna e produttiva, perché si teme così tanto l’attualizzazione di questi indici?
E per quali ragioni non si crea una CPI per indagare sulle risorse pubbliche destinate alle organizzazioni della classe possidente rurale? Una CPI che si preoccupasse, per esempio, di rispondere ad alcune domande molto semplici, come ad esempio: quale è stato, negli ultimi quaranta anni, l’aumento della produttività nell’agricoltura brasiliana? In che misura la società brasiliana ha investito affinchè una vera rivoluzione – adeguandosi al progresso tecnologico – permettesse all’agricoltura brasiliana di alimentare il proprio popolo e di affermarsi come uno dei maggiori esportatori di alimenti? Quanti benefici sono stati concessi ai grandi proprietari terrieri, inquesto periodo, per mezzo di risorse pubbliche?
L’aggressione al MST va ben al di là di un attacco alla Riforma Agraria. È un attacco alle conquiste democratiche raggiunte con la Costituzione del 1988 – tra le quali la funzione sociale della proprietà – e ai diritti imprescindibili per la ricostruzione democratica del nostro Paese. È, quindi, a questo processo di ridemocratizzazione che si oppongono gli interesi dell’agro-business e dei suoi alleati, nelle campagne e nelle città. Questo fatto è grave. E costituisce una minaccia non solo per i movimenti dei lavoratori, ma per la società intera. È la ricostruzione democratica del Brasile, costata molti sforzi, e in alcuni casi la vita stessa, di molti brasilani, ad essere messa sotto scacco. È la ricostruzione democratica del Brasile che subisce una continua violenza.
Per questa ragione si sta architettando una nuova offensiva contro il MST da parte dei settori più conservatori della società: nel Congrsso Nazionale, nei media, nelle lobbie che agiscono ad ogni sfera del potere. Si tratta, ancora una volta, di criminalizzare un movimento che, inquietando la coscienza democratica del paese, continua a mantenere viva la propria causa: la nostra democrazia sarà tale quando sarà in grado di includere tutti i brasiliani, come cittadine e cittadini, garantendo loro il diritto di partecipare della ricchezza che producono nell’arco della propria vita, con il proprio lavoro, con il proprio talento, con il proprio amore per la patria da noi tutti condiviso.
Contro la criminalizzazione del MOVIMENTO DEI LAVORATORI RURALI SEM TERRA!
In favore dell’attuazione delle norme costituzionali che individuano le terre destinate alla Riforma Agraria!
Per l’immediata adozione di nuovi criteri di produttività per l’attuazione delle Riforma Agraria!