Lettera a Álvaro Uribe a 5 anni dal massacro di San José de Apartadó



Lettera a Álvaro Uribe a 5 anni dal massacro di San José de Apartadó


Qui si può firmare la lettera, che in versione cartacea verrà spedita ai destinatari nella giornata di lunedì dall'Associacione Colombia Vive! 
 
Presidente de la Republica de Colombia
ALVARO URIBE VELEZ
 
Fiscal General de la Nación 
GUILLERMO MENDOZA DIAGO
 
Presidente Consejo Superior de la Judicatura 
 JORGE ANTONIO CASTILLO RUGELES
 
Signori: 
In tutto il mondo, cittadini e cittadine sia della Colombia che di altri Paesi, solidali con le Comunità contadine colombiane che quotidianamente devono sopportare affronti e aggressioni da parte di membri della forza pubblica in opposizione ai loro diritti inalienabili, esprimono  indignazione per il modo in cui lo Stato colombiano ha costantemente ostacolato il processo giudiziario tramite il quale si spera di giungere ad una giusta sentenza per gli accusati di crimini di lesa umanità per il massacro compiuto il 21 febbraio 2005 nel quale otto membri della Comunità di Pace di San José de Apartadó sono stati assassinati in modo cruento.
Fin da quando fu commesso il crimine, la comunità internazionale non ha mai cessato di scrivere petizioni e d'inviare comunicati alle autorità colombiane affinchè quell'atroce massacro non rimanesse impunito come è successo invece per altri 197 crimini perpetrati ai danni di questa Comunità di civili i quali, nel portare avanti il loro percorso di resistenza civile e non violenta, le uniche cose che chiedono allo Stato colombiano sono il rispetto della Costituzione e, concretamente, il rispetto per la Vita dei membri della Comunità e il loro Diritto a vivere in Pace
Dal momento stesso in cui fu denunciato il massacro perpetrato da membri dell'Esercito Nazionale in connivenza con paramilitari, lo Stato Colombiano, rappresentato da Lei, Signor Presidente, dal Procuratore allora in carica, Luis Camilo Osorio e dal Ministro della Difesa in carica ai tempi del crimine, Signor Jorge Alberto Uribe, e da altri rappresentanti del Governo di allora, ha dichiarato una serie di cose che i fatti hanno poi dimostrato essere non vere. In primo luogo, fu negata la presenza di truppe nella zona del massacro nel giorno 21 febbraio 2005, presentando carte geografiche militari e documenti ufficiali che poi sono stati riconosciuti come falsi. Egualmente, il signor Luis Camilo Osorio, Procuratore Generale nel periodo 2002-2005, quando in seguito ricoprì la carica di ambasciatore della Colombia in Italia, affermò che il massacro del 21 febbraio 2005 era stato compiuto da guerriglieri delle FARC in vista di un prossimo reinserimento di Luis Eduardo Guerra nella vita civile mediante un programma presidenziale. Questa accusa, che si ripete in varie comunicazioni scritte in risposta alle denuncie internazionali riguardanti il suddetto crimine, oltre ad essere falsa può considerarsi anche come una calunnia, visto che fa insinuazioni e vuol creare dubbi sull'integrità morale di Luis Eduardo Guerra, che in quel momento svolgeva il ruolo di interlocutore tra la Comunità di Pace e la Vicepresidenza affinché non fosse istallato un posto di polizia nel podere della Comunità, come dovrebbe ricordare il Signor Vicepresidente Francisco Santos.
Anche a Lei Signor Presidente, in varie occasioni, organizzazioni come la Rappresentanza in Colombia del Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e la Commissione Interamericana per i Diritti Umani, le hanno fatto notare che in alcuni suoi interventi pubblici aveva parlato di questa Comunità di Pace come di un'organizzazione vicina alla guerriglia.
Ed allora le recenti notizie sulla sparizione avvenuta nella sede della Procura Nazionale di 9 fascicoli contenenti prove accusatorie nei confronti dei militari processati per il massacro e, in aggiunta  la possibile prescrizione dei tempi del processo e la strategia di dilazione da parte dei difensori dei militari, in sintonia con il contesto anteriormente descritto, ci inducono a pensare che vi sia una ben precisa strategia d'ostruzione della giustizia per evitare l'assunzione di responsabilità penali tanto agli autori materiali che a  quelli morali  del sopra citato pluriomicidio.
Noi chiediamo come sia possibile che documenti di tale importanza per la sicurezza di tutti possano sparire senza nessuna spiegazione dalla sede della Procura Nazionale. Se una cosa del genere può accadere proprio nella sede dell'ente responsabile di garantire le misure necessarie per la comparsa in giudizio degli imputati di un processo penale, della conservazione delle prove e della protezione di tutta la popolazione, e con maggior ragione delle vittime, cosa si può sperare dalla giustizia colombiana? 
Risulta evidente la gravità di questi crimini considerati di lesa umanità, e che oggi, ancora una volta, chiediamo non restino impuniti, e non solo per il fatto stesso del delitto ma anche perché a questo si aggiungono altre aggravanti, come, ad esempio, il ruolo sociale e comunitario a favore della pace in Uraba' svolto da alcune delle vittime del massacro, ruolo riconosciuto tanto localmente che internazionalmente; la crudeltà con la quale furono assassinati tre bambini e la natura di chi si suppone abbia commesso il massacro, membri delle forze dell'ordine e della sicurezza. Proprio coloro i quali dovrebbero preservare l'integrità e la sicurezza della popolazione colombiana. 
Signor Presidente e Signori membri del Governo Colombiano, sembra che gli avvocati difensori dei militari accusati del massacro avvenuto il 21 febbraio 2005 non condividano l'opinione del Presidente che risulta contrario alla prescrizione dei processi e alla messa in libertà degli imputati per scadenza dei termini, opinione espressa nel comunicato del 12 gennaio del corrente anno per mezzo del suo portavoce César Mauricio Velásquez. Poiché in caso contrario non ricorrerebbero a questi artifici per approfittare del poco tempo concesso a questi processi dal codice penale colombiano.
Per questo, le chiediamo che, come massima autorità dello Stato, proceda a fare chiarezza sulla scomparsa di documenti tanto importanti riguardanti un crimine sul quale il mondo intero tiene attentamente lo sguardo e per evitare che sia concessa l'impunità ai colpevoli di questo crimine.
Il prossimo 21 febbraio ricorderemo che cinque anni fa tre bambini, due donne, un lavoratore e due leader sociali furono brutalmente squartati da membri del Esercito nazionale e che fino ad ora non è stata emessa una giusta sentenza per questo crimine di lesa umanità.
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Firmatari:   
Rete italiana di solidarietà, Colombia Vive! Onlus reteitalianadisolidarieta at gmail.com ( Italia)  ( Italia)
Comune di Narni sindaco at comune.narni.tr,it( Italia)
Comune di Cascina, sindaco at comune.cascina.pi.it ( Italia)
Centro Studi Difesa Civile, presidente at pacedifesa.org ( Italia)
Comunità Cristiana di Base Oregina di Genova, giuseppecoscione50 at gmail.com(Italia)
AVI. Associazione Volontariato Insieme, f.tartini at alice.it ( Italia)
LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le Mafie - Sezione internazionale, libera.international at libera.it( Italia)
Narni per la pace, narniperlapace at libero.it(Italia)
 
Fondazione Basso – Sezione internazionale simonafr at gmail.com  (Italia )
MIR , Movimento Internazionale di Riconciliazione paoloeilaria at tele2.it  (Italia)
Fondazione Neno Zanchetta aldozan at tele2.it (Italia )
Associazione I Raggi di Belen lorenzo.cesana at fastwebnet.it  (Italia )
Circolo Culturale Primomaggio info at circoloprimomaggio.org (Italia)
Iniciativa Solidaria Internacionalista
(España)
 
Asociación Burgalesa para el Impulso Social jmibeas at ubu.es(España)
 
 
Con copia a:
  • Fiscal de la Corte Penal Internacional 
LUIS MORENO OCAMPO
  • Comisión Interamericana de derechos humanos
  • Corte interamericana por los DD.HH.
  • Vicepresidente de la Republica de Colombia
FRANCISCO SANTOS
  • Director Programma Presidencial de DDD.HH. y DIH, Colombia
CARLOS FRANCO ECHEVARRIA
  • Oficina del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para Colombia
  • Delegación de la Unión européa en Colombia
  • Embajada de Colombia en Italia
Embajador SABAS PRETELT DE LA VEGA
  • Embajada de Italia en Colombia
Embajador GEROLAMO SCHIAVONI
  • Embajadas de las asociaciones firmantes tanto en Colombia como en los países   respectivos
  • Ministerio de relaciones exteriores de los países de las asociaciones firmantes
 


Annalisa Melandri
http://boicottaisraele.wordpress.com
 
La rivoluzione è un fiore che non muore
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