Cile: Valech2, "sommersi" e "salvati"?



 

22.000 esclusi, "no calificados". Questo è all’incirca il numero di cittadini cileni che nell’agosto 2011 sono stati risospinti, nel silenzio quasi totale degli organi d’informazione, nelle tenebre di un passato senza riscatto, vedendosi negare dalle conclusioni dell’ "informe Valech" -il rapporto elaborato dalla “Commissione Valech sulla detenzione e tortura” che è stato poi recepito da una legge dello Stato-, la richiesta di essere riconosciuti come vittime della dittatura. Ultima in ordine di tempo dopo il rapporto Rettig (1991,su “desaparecidos y ejecutados”, cioè scomparsi e giustiziati), la legge sugli "exonerados politicos" (cittadini privati del lavoro per motivi "politici" o per detenzione durante la dittatura), e la Commissione Valech 1 (2003-2004) che aveva concluso con un conteggio di più di 30.000 vittime, la Commissione Valech2 -così chiamat a dal nome del vescovo Sergio Valech che ne fu il presidente fino alla data della morte nel 2010, e composta da avvocati e rappresentanti dei Diritti Umani-, ha portato a 40.018 il numero delle persone arrestate e torturate in Cile negli anni della dittatura di Pinochet, dal 1973 al 1990, ma l’esame dei casi effettuato nello scorcio di tempo che va dall’ultimo periodo del governo Bachelet fino all’agosto 2011 (governo Piñera), ha approvato solo 9795 casi di "calificados" che riceveranno una pensione, cure sanitarie del programma PRAIS (Programma di riabilitazione e di attenzione integrale della salute), cure speciali nel caso in cui le vittime avessero riportato lesioni gravi e permanenti, e una borsa di studio da poter trasmettere ai propri figli o nipoti in linea diretta. Un numero irrisorio a fronte delle domande pervenute, praticamente un esito negativo di quasi il 70 %: risultato “absurdo y ilógico”, come afferma la vicepresidente de l Gruppo Familiari dei “Detenidos Desaparecidos” (AFDD), Mireya García.
La pubblicazione della lista -uscita il 26 agosto 2011 peraltro con un scarsissima pubblicità da parte dei media, costringendo gli interessati a una complessa ricerca nei siti governativi per capire quali siano i benefici e cosa fare per riceverli- ha risvegliato il disagio, l’esasperazione, la rabbia degli esclusi, mettendo a volte tristemente vittime contro vittime, "salvati" contro "sommersi".
Sul web, coinvolgendo Twitter, Facebook e vari blog creati per l’occasione, l’indignazione è esplosa per quella che viene definita una "lotteria", anche perchè nessuna giusticazione è stata data ufficialmente ai cittadini le cui domande sono state respinte.
I “no calificados” scrivono per confrontarsi con altri, per chiedere cosa fare, a volte si rivolgono a rappresentanti politici. Sostengono di aver partecipato ai confronti, di aver prodotto documenti, ritagli stampa, testimonianze, esattamente come richiedeva il regolamento della Commissione, e come gli altri le cui domande sono state accolte. Ci sono state delle proteste, sono intervenuti deputati dell’opposizione. Ma di fatto nessuno sa ancora se la Valech2 sarà rivista, se saranno riesaminati nuovi casi, se saranno possibili dei ricorsi. E d’altra parte circolano poche informazioni sulla procedura da seguire per eventuali reclami, sugli organismi sociali o politici a cui fare riferimento, e persino la stessa lista dei “calificados” non ha ricevuto adeguata visibilità, tanto che i blog sono pieni di richieste su dove trovarla.
Fino alla data del 20 dicembre 2011 si ha notizia di un unico ricorso, a nome di 32 persone, presentato alla Corte d’Appello di Santiago, che deve ancora essere esaminato dai giudici.
Quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo atto del passato per il Cile, e stabilire le basi per la riconciliazione, rischia di diventare al contrario una ulteriore resa di conti, il ritorno di un incubo di ieri. E’ una pagina amara; è già triste dover accettare un risarcimento per cose che non possono essere pagate. Come osservava il deputato socialista Espinosa in un suo intervento pubblico del 2004, riferendosi alle vittime, chiamate a volte a esprimere un’opzione tra le varie situazioni di violazione dei diritti umani di cui sono state oggetto “Nessuno di loro è milionario; ricevono i benefici già esistenti con una mescolanza rara di rabbia, vergogna e dignità, perché sono necessari a loro e alle loro famiglie…E continuano ad essere vittime, perché devono scegliere tra le loro sofferenze….mentre i nomi dei torturatori si custodiscono sotto chiave almeno per i prossimi 50 anni…”
Ma la delusione della Valech 2 ha aggiunto all’amarezza l’indignazione e il turbamento, inevitabili per chi ha accettato di rivivere momenti angosciosi e di rendere pubblica la sua storia (tutti i nomi dei richiedenti sono di dominio pubblico), inutilmente e senza spiegazioni, se non quella generica che “i casi in questione non rientravano negli scopi della legge”.
Difficile da capire. Specialmente se l’ingiustizia si colora di assurdo: paradossalmente infatti (-come era già accaduto nella Valech 1 con Marcia Merino, la famigerata "flaja Alejandra"-), figurano tra i "calificados" che godono dei risarcimenti monetari, sanitari, educativi previsti dalla Valech anche Miguel Reyno Estay, detto el Fanta, ex militante comunista passato a collaborare con i servizi segreti della dittatura, condannato all’ergastolo per l’uccisione dei professori Manuel Guerrero, José Manuel Parada e Santiago Nattino, caso definito all’epoca “dei degollados",- e Luz Arce, discussa figura di detenuta socialista passata alla Dina e diventata torturatrice .
"Esperamos que este informe de la comisión contribuya a la paz y la reconciliación", aveva dichiarato il ministro della giustizia, Teodoro Ribera. Ma con queste.conclusioni la Valech 2, pur partendo dalle migliori intenzioni, non rimarginerà le antiche ferite. Piuttosto invece ha finito col riaprirle.
E’ difficile sperare pace e riconciliazione in un Paese in cui le commissioni parlano di torturati ma non di torturatori, dove le leggi a conclusione degli "informes" stabiliscono che i risarcimenti per le vittime non autorizzeranno comunque processi per i torturatori (anzi, gli atti saranno segretati per 50 anni), dove i militari delle prigioni segrete hanno fatto carriera e sono aumentati di grado arrivando ai vertici delle gerarchie,un Paese dove gruppi di ex detenuti, per richiamare l’attenzione sul perpetuarsi dell’ingiustizia e dell’impunità , mettono provocatoriamente on line gli indirizzi dei medici che parteciparono alle sessioni di tortura e i cui studi professionali stanno tranquillamente nell’elenco telefonico.
Sono passati 38 anni da quell’11 settembre. Il Cile vuole dimenticare. Ma come ci ammonisce il poeta uruguaiano Mario Benedetti nei suoi versi che stanno sulla parete del sacrario di Villa Grimaldi, il carcere segreto di Pinochet, "el olvido està lleno de memoria".
Diana Di Francesca

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