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Stedile: Sono ottimista, il 2005 sar à l¹anno della ripresa Stedile: Sono ottimista, il 2005 sarà l¹anno della ripresa dell¹unità e delle mobilitazioni di massa. Potete annotarlo.



Title: Stedile: Sono ottimista, il 2005 sarà l¹anno della ripresa Stedile: Sono ottimista, il 2005 sarà l¹anno della ripresa dell¹unità e delle mobilitazioni di massa. Potete annotarlo.

Stedile: Sono ottimista, il 2005 sarà l¹anno della ripresa dell¹unità e delle mobilitazioni di massa. Potete annotarlo.

(Intervista al Bollettino delle pastorali sociali della CNBB ­ dicembre 2004)

Stedile rispondendo alle domande del Bollettino delle Pastorali Sociali della Conferenza dei Vescovi brasiliani,  partendo dal commento al progetto della 4° settima sociale (iniziativa di lungo periodo, nonostante il nome, della conferenza dei vescovi) parla della crisi che attraversa il paese e della possibilità di elaborare un progetto di cambiamento per il Brasile basato su tre pilastri: analisi della realtà brasiliana, organizzazione del popolo, formazione di lottatori del popolo. C¹è un fitto calendario di impegni per il 2005 e Stedile si dichiara ottimista su una possibilità di ripresa di mobilitazioni di massa unitarie. Il MST si impegnerà anche a   raccogliere firme perché sia approvato un progetto di legge che regolamenta l¹uso automatico da parte della popolazione del diritto di plebiscito, referendum e consultazione popolare.

1. Secondo lei come si può costruire il nuovo progetto di paese proposto dalla 4° Settimana Sociale Brasiliana?
 Il Brasile vive una grave crisi. Una crisi economica, sociale, culturale e ideologica. E una delle cause di questa crisi è la mancanza di un progetto che unifichi la maggioranza del popolo, le forze sociali, verso uno stesso ideale. Come costruire questo progetto? E¹ una sfida enorme, storica. E la affronteremo solo con molto lavoro, molta organizzazione e con il tempo. La costruzione di questo progetto non consiste solo nell¹elaborare un testo, un documento. Secondo quanto abbiamo discusso nell¹ambito dei movimenti sociali, della consulta popolare e di Via Campesina, la costruzione di un progetto popolare sarà realizzata sulla base di tre pilastri complementari. Il primo   è costituito da  una analisi della realtà brasiliana, dal conoscere a fondo i suoi problemi, le loro cause, per sapere quali sono le soluzioni reali. Questo è un esercizio di riflessione, di studio, di ricerca; l¹impegno ad imparare dai pensatori brasiliani che hanno studiato tanto la nostra società. Il secondo pilastro è l¹organizzazione del popolo,  della base, perché lotti per i cambiamenti, per migliorare le proprie condizioni di vita. E¹ il rilancio dei movimenti di massa. Soltanto il popolo che lotta raccoglie forze per modificare la situazione. Il terzo pilastro è costruire una corrente di lottatori del popolo, di agenti di pastorale, che comunichino le stesse idee, perché la loro azione si indirizzata a tessere questo stesso progetto.


2. Come può la  4° Settimana Sociale Brasiliana contribuire all¹articolazione delle forze sociali  
La Settimana Sociale ha un ruolo fondamentale nel costruire, raccogliere le energie di centinaia, migliaia di agenti di pastorali e dirigenti e militanti dei movimenti sociali, intorno alla costruzione del progetto. (Š) Penso che il processo che è previsto per lo sviluppo della settimana sociale, sia un processo nello spirito dei tre pilastri


3. Quali sono le difficoltà affrontate dai movimenti sociali di fronte alle grandi lotte e mobilitazioni come la riforma agraria, l¹Alca, e il debito estero?
Ci sono molte difficoltà La prima è che viviamo in un periodo storico di riflusso del movimento di massa. Il popolo si mobilita secondo dei cicli. Abbiamo cicli di crescita e cicli di riflusso. Abbiamo vissuto un grande periodo di crescita tra 1979 e 1989 e dall¹89 siamo in una situazione di riflusso. Questo produce confusione, scoraggiamento ecc. E questo esige pazienza, per non pensare che tutto sia perduto. La seconda difficoltà è che stiamo vivendo da 15 anni nel neoliberismo e si è imposta una egemonia totale del capitale e dei suoi valori che rappresentano una specie di pensiero unico. Il pensiero delle elite, dei ricchi, dei potenti. E tutti quelli che non sono d¹accordo vengono ridicolizzati dai mezzi di comunicazione e a volte anche criminalizzati. E la terza difficoltà è che i movimenti sociali, in particolare nelle città, vivono una crisi ideologica e organizzativa. Nessuno fa più lavoro di base, nessuno fa più formazione di militanti, quindi tutto questo rende difficile portare avanti campagne più politicizzate che sono in relazione alla costruzione del progetto politico, come quella per la riforma agraria, la lotta contro l¹Alca e contro il debito estero.


4 Quali sono i passi avanti ottenuti dai movimenti sociali in questi ultimi anni? Possiamo dire che esiste unità di vedute tra i movimenti sociali intorno alle grandi lotte, come è accaduto durante la Conferenza su Terra e Acqua?
Lentamente stiamo cominciando a fare dei passi nella costruzione del progetto. E¹ vero che in ambito rurali, i movimenti sociali sono avanzati di più e   la realizzazione della conferenza Terra e Acqua ha consolidato una unità molto grande tra tutti i movimenti che organizzano il popolo in Brasile. Raccogliere 10.000 militanti di tutti gli stati e di tutti i movimenti è una conquista enorme e inimmaginabile due o tre anni fa. C¹è anche una maggiore unità, nel comprendere che l¹attuale politica economica è la continuazione del neoliberismo e che quindi dobbiamo lottare per un nuovo progetto nazionale di sviluppo. Ci sono passi avanti anche nel comprendere che non possiamo cadere nella posizione ingenua di aspettare tutto dal governo. E nemmeno cadere nella posizione settaria di dare tutta la colpa al governo. La nostra forza sta invece nella capacità che avremo di organizzare il popolo. Ossia, dobbiamo organizzare, organizzare, organizzare e lottare per i cambiamenti.
Nei movimenti sociali della città le sfide sono molto più numerose e difficili per la sconfitta storica che ha sofferto il movimento operaio, per la mancanza di prospettive di fronte a tanta disoccupazione e per la necessità di scoprire un qualche tipo di movimento sociale che riesca ad organizzare i giovani, poveri delle periferie.


5.Quale deve essere il rapporto tra i movimenti sociali e il Governo nella costruzione di un nuovo progetto di paese?
I movimenti sociali devono essere autonomi dai partiti politici, dal governo, dallo stato e dalle chiese. La forza dei movimenti è la loro capacità di organizzare il popolo e poter camminare con le loro proprie gambe e, soprattutto con la loro propria testa.
Noi del MST e di Via Campesina, abbiamo imparato dalla nascita, attraverso le esperienze dei movimenti contadini del passato e con l¹esperienza storica della classe lavoratrice, che è necessaria autonomia. Ma autonomia non è sinonimo di isolamento. Autonomia per crescere, svilupparsi e poter costruire alleanze di classe, alleanze sociali, sulla base di un progetto e non in maniera verticistica, o per obbligo. E mantenendo l¹autonomia in relazione al Governo Lula, avremo la possibilità di criticarlo quando sbaglia e appoggiarlo in quello che farà a favore del popolo. I partiti politici hanno l¹obbligo di comportarsi come alleati o oppositori, i movimenti sociali no. Essendo autonomi dal governo, abbiamo relazioni di negoziazione e pressione.


6. Lei pensa che i movimenti sociali dovrebbero farsi da parte in questo momento contraddittorio del paese in cui non c¹è chiarezza su quali siano gli indirizzi economici e politici?  
Questo è il momento in cui il popolo ha più bisogno dei movimenti sociali. I movimenti e tutte le persone, militanti indipendenti, agenti di pastorale, e tutte le forme di organizzazione sociale del nostro popolo, hanno la responsabilità, in questo momento di crisi, di riflusso del movimento di massa, di contribuire a trovare una strada. Discutere che tipo di progetto ci può tirare fuori da questa crisi, da questa perdita di tempo. Non possiamo avere nessun dubbio. Non possiamo stare fermi. Non possiamo alienarci. Non possiamo cadere nell¹individualismo piccolo borghese, del devo occuparmi della vita mia, della mia famiglia e, quando le cose miglioreranno torno ad essere militante. Questo è un cumulo di opportunismo. Il nostro ruolo, ora, più che mai, è quello di aiutare il popolo a discutere, a fare lavoro di base, a fare un vero   mutirão per consultare il popolo e costruire un progetto popolare.  

7. Come possono i movimenti sociali contribuire a coinvolgere e a far partecipare la popolazione nel   mutirão per la costruzione di un nuovo paese?  
Noi abbiamo abbastanza discusso nelle diverse sfere di articolazione dei movimenti, sia in Via Campesina, sia nella Campagna contro l¹Alca, sia nella Consulta Popolare, e nella Settimana Sociale. Abbiamo messo a punto un calendario comune di compiti organizzativi e di mobilitazioni per il 2005 che è molto interessante. Interessante per il grado di impegno e serietà e interessante per il grado di unità. Il nostro accordo prevede di realizzare, nel mese di marzo,  incontri di formazione di militanti-formatori, a livello nazionale e di stato. Poi, nei mesi da maggio a luglio, organizzeremo una specie di questionario, con una decina di domande, per consultare il popolo sui principali problemi che sta vivendo e quali sono le soluzioni che il popolo propone. Quindi percorreremo il Brasile, ogni militante dovrà consultare un minimo di cento famiglie. Immaginate se i 150.000 mlitanti e agenti di pastorale che sono stati coinvolti nel plebiscito sull¹Alca, tornassero nelle strade, ora per ascoltare il popolo, potremmo consultare due/tre milioni di famiglie; è recuperare il lavoro di base. Il lavoro di ascoltare il popolo, che sa più di qualsiasi politico. Poi in agosto faremo assemblee locali per raccogliere queste idee e poi assemblee popolari a livello di stato e finalmente, dopo il Sette di Settembre, dopo Il Grido degli Esclusi, faremo, verso la metà di settembre, una grande assemblea nazionale, popolare a Brasilia, riunendo più di 20.000 militanti di tutto il paese. E più tardi in ottobre, con meno persone, durante la Settimana Sociale, matureremo, rumineremo le idee e le proposte che il popolo ci ha fornito.

Questo è il piano organizzativo. Ma insieme a questo calendario svilupperemo anche grandi giornate unitarie di mobilitazione. Così in aprile ci sarà una grande marcia per la Riforma Agraria, poi la lotta per la rivalutazione del salario minimo, la giornata mondiale contro il libero commercio, le mobilitazioni del Grido degli esclusi ecc.

Sono ottimista, il 2005 sarà l¹anno della ripresa dell¹unità e delle mobilitazioni di massa. Potete annotarlo.  

8. La  4ª Settimana Sociale sta discutendo il ruolo dello StatoŠ
Il dibattito sul ruolo dello stato è estremamente necessario e includeremo domande relative a questo nel questionario e lungo tutto il processo. Perché lo stato è il potere costituito per fare cambiamenti in nome della società, come popolo organizzato. Quel che succede ora è che abbiamo uno stato, ai tre livelli ­ municipale, statale e federale ­ che esercita un potere solo a favore del mantenimento dei privilegi di una minoranza. E¹ nel senso classico uno stato a favore della classe borghese e contro i poveri. I lavoratori e il popolo hanno bisogno di comprendere il carattere dello stato per poter presentare  proposte concrete di cambiamento.  

9. Quale è il ruolo dei movimenti sociali nel controllo delle politiche pubbliche, sociali e di bilancio del paese?
Il ruolo dei movimenti sociali e di tutte le forme di organizzazione sociale e pastorale è fondamentale per organizzare il popolo. E organizzare il popolo è molto importante  perché abbia forza sufficiente per imporre la volontà della maggioranza alle istituzioni pubbliche che non compiono il loro ruolo costituzionale di rispondere, prima di tutto,  alle necessità della maggioranza  E ora, avremo uno strumento fondamentale per mobilitare il popolo perché eserciti il suo potere, come è scritto nella costituzione:  ³tutto il potere emana dal popolo². E¹ la proposta organizzata da OAB e CNBB, di raccogliere firme perché sia approvato un progetto di legge che regolamenta l¹uso automatico da parte della popolazione del diritto di plebiscito, referendum e consultazione popolare. Questi strumenti sono la forma in cui il popolo ha il potere di decisione, senza delegare ai deputati o a nessun altro. La costituzione garantisce questo diritto, ma i parlamentari non hanno mai voluto regolamentarlo. Quindi con questo progetto dell¹OAB lo regolamenteremo e quando sarà approvato (e spero che questo avvenga  nel primo semestre del 2005) il popolo raccoglierà l¹1% delle firme del totale dell¹elettorato e con queste firme affiderà al potere giudiziario il compito di convocare automaticamente consultazioni e plebisciti popolari su qualsiasi argomento. Sul debito estero, sull¹Alca, sui transgenici. Anche con la possibilità di revocare i mandati dell¹esecutivo e dei deputati. Ossia, ci sarà un vero esercizio di democrazia diretta. Così potremo avere un potere di decisione maggiore sul bilancio e sulle stesse leggi che i deputati approvano e che spesso sono contro gli interessi del popolo. Quindi il popolo può esso stesso esercitare il diritto di decidere che è superiore al mandato rappresentantivo dato all¹esecutivo e al legislativo. Ci impegneremo perché questa materia sia regolamentata il prima possibile (Š)