"Che tristezza stasera a Verona"



"CHE TRISTEZZA STASERA A VERONA"

OCCORRE LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA

Ad alcuni mezzi d'informazione
ad alcune persone e associazioni impegnate per la pace e i diritti umani

Gentili signore e signori,
sperando che la cosa non vi dispiaccia, vi inviamo come anticipazione
l'editoriale che aprira' il fascicolo di domani del notiziario telematico
quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo

Viterbo, 24 luglio 2005

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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SERGIO PARONETTO: CHE TRISTEZZA STASERA A VERONA

[Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com)
per questa testimonianza scritta la sera di sabato 23 luglio]

Che tristezza, stasera, dopo la manifestazione veronese contro la violenza
da cui mi sono allontanato.
L'iniziativa era partita bene. Il gruppo promotore aveva invitato anche
tifosi ultras dell'Hellas Verona perche' dichiarassero la netta
divaricazione tra tifo e violenza. Aveva aperto il microfono alle varie
opinioni. Poi, pero', si e' dichiarato disponibile all'inquinamento dicendo
che ognuno puo' partecipare alla manifestazione con le sue caratteristiche.
Se le caratteristiche fossero, come e' stato, la disponibilita' a spaccare
vetrine, a sfilare a viso coperto con bastoni in mano, a scrivere sui muri
inni alla P38, a seminare paura? Cosa c'entravano le 20 persone col
passamontagna in mezzo al corteo con il gruppo promotore e con l'iniziativa?
Cosa c'entravano le bandiere nere o rosso-nere con la bandiera arcobaleno?
Perche' non capire che la violenza nei e attorno ai cortei puo' essere
frutto di provocazione organizzata? E che porta al degrado? Che la violenza
non solo e' feroce e stupida ma fa sempre il gioco dell'avversario?
*
Per me, la possibilita' di immaginare e di preparare "un mondo altro" passa
attraverso una totale e radicale opposizione-proposta nonviolenta.
Alcuni dicono che si tratta di una discriminante che divide. In realta' a
dividere, a screditare, anzi a distruggere i movimenti sociali e' la
disponibilita' a tollerare qualunque forma di violenza. E' la violenza
(macro o micro) che divide, separa, allontana dalla soluzione dei problemi,
blocca le relazioni con gli altri, distrugge i rapporti umani, abbrutisce
tutti.
Perche' non si vuol capire che le violenze sono sempre "reazionarie" e
incivili, "fasciste"?  E che solo la scelta della nonviolenza e' liberante,
relazionale, inclusiva, festosa e creativa? E' la nnviolenza la novita'
antagonista alla militarizzazione del mondo e della vita quotidiana. E' la
nonviolenza l'alternativa (a tutte le ideologie), la forza di liberazione,
l'energia vitale che tesse rapporti, crea reti, coinvolge.
Il pacifismo generico puo' contenere le stesse logiche militari che si
vogliono denunciare. Un capitolo del mio libro "La nonviolenza dei volti" ne
parla diffusamente.
*
Per me (e per Pax Christi) senza scelta nonviolenta non c'e' azione per la
pace.
Avevamo concluso il nostro comunicato di solidarieta' con i giovani feriti
auspicando che la doverosa e ferma indignazione per le violenze possa
accompagnarsi ad "azioni sempre nonviolente, le piu' limpide e democratiche,
le piu' adatte e credibili per affermare un altro modo di lottare per le
proprie idee e per costruire relazioni libere, giuste e fraterne".
Intendiamo riprendere e sviluppare l'idea.
Per la politica, per i movimenti sociali e per il popolo della pace dovrebbe
essere chiaro il motto di Martin Luther King: "o nonviolenza o non
esistenza".
Sta forse morendo il pacifismo. Occorre operare perche' si organizzi la
nonviolenza.

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Notizia su Sergio Paronetto

Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona
dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani.
Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile
alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione
internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli
viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e
di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso
gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios
(quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione
secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e'
consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il
disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate
dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra
Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo,
Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti
testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia'
conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale fa parte. E'
membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e, ultimamente, del Sinodo
diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto, La nonviolenza dei volti.
Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004.

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