Babbo Natale scrive a Nichi Vendola



Lettera di Babbo Natale a Nichi Vendola

Caro Nichi,
volando dall'alto della mia slitta quest'anno non vedo una Puglia migliore.

Ho notato che poco è cambiato. Gli stessi poligoni di tiro, le stesse basi militari, le stesse industrie puzzolenti.

Ma vedo che il peggio deve ancora arrivare: un rigassificatore per Brindisi, uno per Taranto... E non è finita. Da Genova portano a Taranto i fumi più velenosi, tutta la produzione a caldo dell'acciaieria, quella più inquinante, proprio quella che lì non vogliono più.

So di tante persone a letto. Non sono ammalate di influenza ma di cancro.

E non è finita qui la storia, caro Nichi: la raffineria di Taranto la vogliono ampliare! Volandoci sopra quasi precipitavo per la puzza.

Tornando per questo Natale devo proprio confessarti che non ho trovato la Puglia più bella che mi avevi promesso ma un futuro grigio e peggiore.

Caro Nichi, credo che prima o poi dovrò fare sciopero.

Vengo dal Polo e devo dirti che i ghiacci si stanno sciogliendo. Gli scienziati scuotono il capo. Tra trentacinque anni le calotte polari non le vedremo più. E mentre venivo in Puglia ho saputo che il signor Riva non vuole ridurre i fumi dalle sue ciminiere. Sbirciando fra i giornali leggo che questo signore non ha alcuna intenzione di rispettare il protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni. E che è disposto a licenziare 4000 operai pur di non diminuire i fumi delle sue ciminiere.

Corpo di Bacco! Visto che lo incontri digli di cambiare idea!

Invece di licenziare 4000 operai farebbe bene a comprare un po' di impianti nuovi e più puliti: ma tu queste cose gliele hai dette? Lo sai che ha conti in banca da nababbo? Io, con i miei superpoteri, riesco a vedere oltre il segreto bancario e so che avrebbe i soldi per pulire tutta Taranto. Ma non mette mano al portafogli! Io a quello gli porto sempre del carbone, ma è tutto inutile: lui lo prende e lo butta sul quartiere dei Tamburi a Taranto. E le case si sporcano ancora di più.

Fra trentacinque anni lui, il signor Riva, non esisterà più. E non esisterà più l'Ilva. E - ricordalo - non esisteranno più le calotte polari: a voi spetta il compito di fermare il disastro!

La mia slitta fra qualche hanno non avrà ghiacci su cui scivolare. Come la mettiamo?

Caro Nichi, ricordati di quando eri bambino e ogni tanto pensami. Vivo nei tuoi ricordi, vivo nel cuore di tutti i bambini e di tutti gli uomini di buona volontà. Sono la speranza dell'umanità. Sono l'attesa di un mondo più bello. Senza di me, che cosa vi rimarrà?

Buon Natale, Nichi.


Il tuo

          Babbo Natale