Roberto Spaccino, bastardo di casa



Roberto Spaccino, bastardo di casa

Facendo salva la presunzione d'innocenza, l'incriminazione di Roberto Spaccino (nella foto AP), presunto assassino della moglie incinta di otto mesi, ammazzata di botte dal padre dei suoi figli, rimette le cose a posto. I panni sporchi si lavano in famiglia.
di Gennaro Carotenuto

In una donna incinta di otto mesi, ammazzata di botte dal marito nella più tranquilla delle province italiane, non c'è nulla di esotico. Non c'è nulla che possa far disquisire più di un paio di giorni psicologhe, criminologi e veline. Del resto non c'è neanche speciale allarme sociale, la curva di tali "femminicidi" è piuttosto una linea retta costante nei decenni, senza particolari sobbalzi e nell'Italia del Family day è meglio non rimestare troppo.

Nei giorni scorsi, dotti, medici e sapienti ci avevano illustrato la fine della pace nella tranquilla Umbria, l'arrivo della criminalità in un'Umbria purtoppo finalmente normale. E invece anche in questo l'Umbria ha ribadito la sua particolarità, almeno rispetto al nord delle Erike e alla Roma della caccia al romeno.

Infatti, almeno, ci è stata risparmiata la balla degli immigrati assassini, l'infamia della fiaccolata dei bravi razzisti in camicia verde, magari con l'assassino in prima fila a tenere lo striscione.

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