Solidarietà a Nadia Furnari



Esprimiamo tutto il nostro sostegno a Nadia Furnari, fondatrice e anima dell'Associazione Antimafie Rita Atria e da tantissimi anni punto di riferimento dell'intera associazione e di tantissime altre persone impegnate nell'antimafia sociale. Il 13 dicembre prossimo Nadia dovrà comparire in Corte d’Appello di Messina per la chiamata in giudizio promossa dall’ex Prefetto di Messina, Stefano Scammacca, contro l'Avvocato Repici che, in due lettere rivolte al Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2007, denunciava fatti e circostanze che coinvolgevano lo stesso ex prefetto. Nadia Furnari è stata citata nel procedimento per una richiesta di risarcimento danni, in quanto accusata di essere, attraverso il sito www.ritaatria.it, l’organo divulgatore delle lettere.

C'è già stato un primo grado di giudizio, nel quale il Tribunale ha respinto la richiesta di risarcimento sia nei confronti di Repici sia nei confronti di Nadia sul presupposto che la pubblicazione delle lettere costituisca legittimo diritto di cronaca. Auspichiamo e chiediamo, da cittadini che hanno a cuore la lotta contro le mafie e chi ne è protagonista, e da persone che in questi anni hanno conosciuto, apprezzato, stimato e condiviso l'impegno di Nadia, che la richiesta venga nuovamente respinta, cosi’ come già accaduto in primo grado. La sua unica colpa è stata quella di aver pubblicato e dato voce all’informazione tutta. Ma quando una cittadina s'impegna socialmente e ha il coraggio di farlo su fronti come quello della denuncia civile e sociale non dovrebbe essere colpevole, ma esempio di buona ed esemplare cittadinanza.

Colpisce poi che oggi si trovi citata in giudizio soltanto Nadia Furnari dell'Associazione Antimafie Rita Atria, in quanto le missive furono all'epoca pubblicate anche su moltissimi altri siti, ben più noti di www.ritaatria.it. Perché? Quale lo scopo del voler colpire solo Nadia?

Sono domande che ci poniamo anche davanti all'attualità di tante vicende di questi anni, che hanno visto importantissime voci “scomode e libere” costrette a passare anni e anni nei tribunali per querele che hanno il solo scopo di metterle a tacere. Perché spesso, troppo spesso, la querela (o peggio, l’atto di citazione) è utilizzata come arma intimidatoria nei confronti di chi non ha paura e non si arrende, denunciando quotidianamente malaffare, cattiva politica e mettono a nudo i poteri forti senza aver paura di fare nomi, cognomi, indirizzi, atti e fatti. Sono moltissimi i casi nei quali il giornalista vince la causa e vede smontata la minaccia. Ma intanto passano anni, si perde tempo (che viene strappato alle inchieste) e ci si sente a rischio. Lo ha denunciato in questi giorni anche l'Associazione Nazionale Stampa Online, ripresa da Ossigeno Informazione (l'Osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia promosso da FNSI e Ordine dei Giornalisti), domandando “ chi difende il querelato a fronte di un’ingiusta querela, quando quest’ultima viene fatta a fini intimidatori?”

Ma noi abbiamo la convinzione che venga confermata la sentenza di primo grado quindi il rigetto della richiesta di risarcimento danni a Nadia Furnari. L'Italia ha oggi bisogno di voci libere, di persone coraggiose che tengano sempre la schiena dritta e la testa alta. Nadia è una di queste, è tra le più preziose ed importanti. E, quindi, va tutelata e non lasciata sola!!!!

I FIRMATARI
Articolo21
Libera Informazione
PeaceLink
Le Siciliane/Casablanca
Antonio Mazzeo
Michela Buscemi - testimone di giustizia
TeleJato
Associazione Culturale Altrinformazione - Rivista Mamma!
Dieci e Venticinque
I Siciliani Giovani
Censurati.it