La nonviolenza e' in cammino. 1206



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1206 del 14 febbraio 2006

Sommario di questo numero:
0. Una comunicazione di servizio
1. Solidali con Farid Adly e Mariangela Gallo
2. Alcuni interventi di Cindy Sheehan (parte seconda)
3. Cindy Sheehan: Solidale con David Airhart
4. Cindy Sheehan: Ai giudici
5. Cindy Sheehan: Persone, non numeri
6. Cindy Sheehan: Una lettera aperta a Barbara Bush
7. Cindy Sheehan: Una lettera aperta al presidente Bush
8. Cindy Sheehan: L'arresto di Brian Haw
9. Cindy Sheehan: Il linguaggio del cuore
10. Cindy Sheehan: L'anno in cui andranno a casa
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

0. UNA COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
[Da Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" (per contatti:
mao at sis.it), riceviamo e diffondiamo, con l'augurio che il problema tecnico
segnalato sia risolto al piu' presto]

A causa di un problema al server, il sito del Movimento Nonviolento
(www.nonviolenti.org) non e' al momento consultabile, e anche tutte le
e-mail spedite all'indirizzo di posta elettronica an at nonviolenti.org non
giungono a destinazione. Entro pochi giorni il sito verra' ripristinato,
mentre le e-mail inviate non saranno recuperate.
Per urgenze e' pero' attivo l'indirizzo e-mail: azionenonviolenta at sis.it
Per comunicazioni telefoniche: tel. 0458009803, fax: 0458009212.
Chiediamo scusa per gli eventuali disguidi.

1. APPELLI. SOLIDALI CON FARID ADLY E MARIANGELA GALLO
[Farid Adly (per contatti: anbamed at katamail.com), autorevole giornalista
(apprezzato collaboratore del "Corriere della sera", "Il manifesto", Radio
popolare di Milano, ed altre notissime testate) e prestigioso militante per
i diritti umani, e' direttore dell'agenzia-stampa "Anbamed. Notizie dal
Mediterraneo" e presidente dell'associazione culturale Mediterraneo; gia' ai
primi di aprile del 2005 nel centro siciliano in cui vive e lavora
(Acquedolci, in provincia di Messina) ha subito una grave intimidazione
mafiosa: e' stato minacciato di morte per impedirgli di svolgere il suo
lavoro di inchiesta, documentazione e denuncia, con particolar riferimento
alla sua concreta azione in difesa dell'ambiente, della legalita', dei
diritti di tutti. A quella minaccia ora se ne e' aggiunta una nuova.
Mariangela Gallo, docente nelle scuole medie superiori, operatrice
culturale, regista teatrale di spettacoli di impegno civile, e' impegnata
nel volontariato, contro la mafia, per i diritti umani, nell'educazione alla
pace e alla solidarieta'.
Per inviare messaggi di solidarieta' e per contattare Fraid Adly e
Mariangela Gallo: tel. 0941730053, cell. 3398599708, e-mail:
anbamed at katamail.com]

Alcuni giorni fa ignoti criminali sono penetrati nella casa di Farid Adly e
Mariangela Gallo: hanno sfondato la porta, trafugato piccoli
elettrodomestici, ed hanno collocato ben visibili su un mobile nell'ingresso
della casa due pallottole: inequivocabile minaccia di morte.
Farid Adly e Mariangela Gallo sono due persone da sempre impegnate contro i
poteri criminali, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la
pace, l'ambiente, la civile convivenza, la legalita' e la giustizia.
Gia' un anno fa Farid Adly fu oggetto di una minaccia di morte.
A Farid e a Mariangela vogliamo esprimere ancora una volta la nostra
solidarieta', la nostra gratitudine, la nostra stima e il nostro affetto.
A tutte le lettrici e a tutti i lettori di questo foglio chiediamo ancora
una volta di far sentire la propria vicinanza a Farid e Mariangela. Una
dichiarazione, un gesto di solidarieta', per piccola cosa che sia, e' un
atto che in questi momenti conta, e' un atto necessario: invitiamo
caldamente tutte e tutti a far sentire a Farid e Mariangela che siamo con
loro.
Per contattare Farid Adly e Mariangela Gallo: tel. 0941730053, cell.
3398599708, e-mail: anbamed at katamail.com

2. MATERIALI. ALCUNI INTERVENTI DI CINDY SHEEHAN (PARTE SECONDA)
Riproponiamo alcuni interventi di Cindy Sheehan apparsi nel corso degli
ultmi mesi su questo foglio. Ringraziamo ancora una volta Maria G. Di Rienzo
per le sue traduzioni. Ed Enrico Peyretti per il suggerimento di riproporre
questi interventi raccolti insieme.
Cindy Sheehan ha perso il figlio Casey nella guerra in Iraq; per tutto il
mese di agosto e' stata accampata a Crawford, fuori dal ranch in cui George
Bush stava trascorrendo le vacanze, con l'intenzione di parlargli per
chiedergli conto della morte di suo figlio; intorno alla sua figura e alla
sua testimonianza si e' risvegliato negli Stati Uniti un ampio movimento
contro la guerra; e' stato recentemente pubblicato il suo libro Not One More
Mother's Child (Non un altro figlio di madre), disponibile nel sito
www.koabooks.com
Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) e' una delle
principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale
femminista, saggista, giornalista, regista teatrale e commediografa,
formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per
conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sidney
(Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput,
in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e
la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a
cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica
Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo,
Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005.
Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) (1935) e' uno dei principali
collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura
e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e
filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il
mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore
per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede
dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato
scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita'
piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha",
edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la
Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale
della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue
opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989;
Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace,
Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999;
Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005;
Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa
Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua
fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica
delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a
stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio
nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la
traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo
foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari suoi interventi sono anche
nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e alla pagina web
http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia
bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15
novembre 2003 di questo notiziario.

3. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: SOLIDALE CON DAVID AIRHART
[David Airhart e' un ex marine che ha prestato servizio a Guantanamo, in
Iraq ed in Afghanistan; oggi e' iscritto alla Kent State University in Ohio,
la stessa in cui il 4 maggio 1970 quattro ragazzi furono uccisi dai soldati
mandati dal governo Usa per porre fine alla protesta studentesca; David
Airhart, il 19 ottobre scorso, ha protestato contro la presenza di
reclutatori militari nell'universita' scalando un muro ed appendendovi uno
striscione su cui stava scritto: "Kent State University per la pace"; i
reclutatori lo hanno forzato a scendere ed aggredito fisicamente e
verbalmente: on sono stati accusati di nulla, mentre David Airhart e' stato
multato di 105 dollari dalla locale polizia per "condotta disordinata" e
rischia l'espulsione dall'universita']

Sostengo in pieno lo sforzo di David Airhart nel tentare di esercitare i
suoi diritti, previsti dal Primo Emendamento sulla liberta' di parola, alla
Kent State University.
I reclutatori militari stavano usando immoralmente e in modo fraudolento
divertimento e giochi al fine di reclutare gli studenti del college.
Mio figlio, Casey Austin Sheehan, fu reclutato in questo modo, ed il
reclutatore gli promise il sole e la luna per arruolarlo, e il solo
risultato che mio figlio ha avuto e' stata una tomba precoce.
Non solo il signor Airhart non dovrebbe essere multato, sospeso o espulso
per il suo gesto, ma l'amministrazione universitaria dovrebbe conferirgli un
riconoscimento.
In pace e amore,
Cindy Sheehan

4. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: AI GIUDICI
[Il seguente discorso e' stato pronunciato da Cindy Sheehan il 16 novembre
2005. Il tribunale ha poi condannato Cindy Sheehan ed altri 26 pacifisti,
ordinando loro di pagare la multa comminata il 26 settembre, ovvero i 75
dollari di cui sopra. Cindy Sheehan si e' appellata contro la sentenza]

Oggi una parte delle 376 persone arrestate di fronte alla Casa Bianca
verranno processate: siamo in 125. I giudici, Scooter e Karl, si aspettano
che circa 60-70 di noi contestino l'arresto. Abbiamo un team di avvocati di
Washington che ci stanno aiutando. Il mio mi ha informato che potrei essere
multata di 500 dollari, o passare sei mesi in prigione.
L'accusa e' avere "dimostrato senza permesso", e la sentenza in proporzione
mi sembra abbastanza dura. Sono preparata, ma non sono spaventata all'idea
di ricevere il massimo della pena. Non penso che mi manderanno in prigione,
ma certamente non intendo pagare la multa. Se lo avessi voluto, avrei pagato
quella originaria di 75 dollari e non sarei venuta in tribunale.
Cosi', saro' davanti alla Corte, e questa sara' la mia difesa.
*
Il mio caro e amato figlio e' stato ucciso in Iraq il 4 aprile 2004. Ad
ucciderlo e' stato un "insorgente" iracheno, ma a premere il grilletto sono
stati George Bush e la sua banda di bugiardi criminali. E' stato provato ad
oltranza che costoro ci hanno mentito sull'invasione e continuano a mentirci
sull'occupazione.
Il 26 settembre 2005 io sapevo benissimo di star violando la legge, sedendo
sul marciapiede della Casa Bianca senza permesso.
Ma il motivo per cui stavo seduta la' era attirare l'attenzione sul fatto
che all'interno ci vivono e lavorano degli assassini. Non fosse per loro, io
avrei mio figlio vivo, e migliaia di innocenti sarebbero vivi anch'essi.
L'omicidio non e' forse un crimine? Perche' questa gente non viene portata
di fronte alla giustizia per crimini di guerra e crimini contro l'umanita'?
Chi vorrebbe vivere in un mondo in cui gli assassini sono liberi di
sterminare cittadini innocenti ed interi paesi? Io so che non lo voglio.

5. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: PERSONE, NON NUMERI

Ho ricevuto questa mail l'altro giorno. Ho tolto i nomi: "Cara signora
Sheehan, non sapevo come contattarla, cosi' le mando questo messaggio
tramite il sito web. Volevo solo ringraziarla. Mio cugino, 30 anni,
originario dell'Indiana, e' uno dei cinque soldati uccisi sabato 15 ottobre,
il famoso 'giorno di pace' in Iraq. Lascia sua moglie, due bambini, e tutti
noi parenti. Al momento stiamo aspettando la conferma dell'esame del dna per
l'identificazione. Voleva ringraziarla per il testo che ha scritto al
proposito. La perdita della vita di mio cugino e di quelle dei suoi compagni
non fanno certo di quel giorno un giorno di pace. La ringrazio per tutto
quello che sta facendo".
E questa l'ho ricevuta oggi da una madre disperata di Gold Star Families for
Peace: "Ho cosi' tante domande in mente. Come posso fermare il dolore che mi
strazia il petto, come lo faccio? Come posso continuare a respirare ma non
riesco a vivere? Come la tengo, la mia anima, nel mio corpo? Come faccio a
chiudere gli occhi e cedere al sonno, sapendo che mi risvegliero' in quello
che non e' un incubo, ma la mia vita? Come posso farcela senza quel viso,
che mi portava piu' gioia di quanta meritassi, e su cui non posero' mai piu'
lo sguardo? Come faccio a porre fine all'urlo che nessun altro sente tranne
me? Per favore, dimmelo. Come posso vivere senza mio figlio, senza il mio
cuore, senza piu' gioia? Ti prego, dimmelo. Come faccio?".
La terza l'ho ricevuta ieri da una madre il cui figlio si e' suicidato.
Soffriva di sindrome post-traumatica dopo essere tornato dall'Iraq: "Il
governatore Mitt Romney ci ha ricordato che i soldati morti erano degli
adulti che avevano fatto delle scelte. Ha ricordato a tutti che i nostri
figli avevano scelto di arruolarsi. Direi che 'sono stati arruolati
aggressivamente' sarebbe stata una frase migliore. E a nessuno di loro e'
stata detta la verita', e come mio figlio molti hanno scoperto di aver
compiuto un grosso errore. Non riesco a non pensare a mio figlio Jeffrey. Lo
vedo quando aveva undici anni, saltare di gioia perche' lo portavo in auto
dai suoi amici. E' cosi' reale, per me. E' come se potessi allungare una
mano e toccarlo. Questo nostro governo ha creato per noi un mondo infernale,
in cui dovremo continuare a vivere per il resto dei nostri giorni".
*
Quale altra vita verra' distrutta oggi? Quale altra famiglia sara' scelta a
caso dall'universo per soffrire questo?
Ci sono molte persone nel nostro paese, oggi, che sono felicemente sicure:
sanno che la loro vita non verra' sconvolta perche' il loro figlio e' stato
ucciso in una guerra senza senso. Ogni membro della nostra criminale
amministrazione e' certo di questo. Ogni membro del Congresso, e ciascuno di
quelli che si mettono davanti ai microfoni in tv ed alla radio a propagare
odio ogni giorno.
Nessuno di costoro che sostengono la guerra esplicitamente o in silenzio,
non chiedendo ad alta voce la fine dell'occupazione in Iraq, ha la piu'
pallida idea dell'orrore del giacere svegli la notte pensando al proprio
figlio, o dell'andarsene in giro di giorno con il ghiaccio nel petto,
perche' si e' sentito che oggi dei soldati sono stati uccisi in Iraq, e tuo
figlio e' la'.
George Bush ed i suoi sostenitori non si curano della gente che hanno
mandato a morire e ad uccidere innocenti in Iraq. Non ammetteranno mai di
aver sbagliato. Perche' forse non lo sapevate, ma le cose laggiu' stanno
andando esattamente come le avevano pianificate: sono felici come molluschi
nelle proprie conchiglie, a sapere che il caos cresce in Medio Oriente.
Questo significa che loro ed i loro complici criminali possono raggranellare
piu' soldi, derubare l'Iraq delle proprie risorse, svuotare il Tesoro dei
soldi che servirebbero alle nostre comunita'.
*
Le storie di dolore che ho condiviso con voi sono tre di milioni di altre.
Delle decine di migliaia di madri irachene che hanno avuto i loro figli
uccisi, quante stanno in questo momento ricordando il loro figlio bambino,
quando i suoi occhi innocenti riflettevano speranze e sogni in quelli di sua
madre?
Mio figlio Casey ha questo tipo di brillante futuro dietro di se'. Qualcuno
mi ha chiesto qualche giorno fa cosa mi manca di piu', di lui. Mi manca lui,
semplicemente. Mi manca tutto di lui. La sua allegria ingenua. La sua fede
nel futuro. Mi manca, il suo futuro, e il suo passato lo ricordo con pena e
con amore.
I nostri duemila giovani uomini e donne non sono numeri. I nostri giovani
sono confinati in tombe premature da criminali che dovrebbero essere
confinati in prigione. Gli iracheni non sono numeri, ma vengono trattati
come meno che numeri. Se pure i morti iracheni vengono contati, se mai ci si
pensa, sono calcolati fra gli "insorgenti", anche quando sono bambini.
Se mai i numeri possono scuotervi, riflettete su cosa il Signore e la
Signora Morte (Donald Rumsfeld e Condoleeza Rice) hanno detto, quando hanno
dichiarato che l'occupazione potrebbe anche durare una dozzina d'anni. Qual
e' il numero di morti che vi mette a disagio?
Uno solo e' gia' troppo, per me.

6. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: UNA LETTERA APERTA A BARBARA BUSH
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 25 novembre 2005. Barbara Bush e' la madre
dell'attuale presidente degli Stati Uniti d'America]

Cara Barbara,
il 4 aprile 2004 suo figlio maggiore ha ucciso mio figlio maggiore, Casey
Austin Sheehan.
A differenza del suo figlio maggiore, il mio era una persona meravigliosa e
si era arruolato per servire il suo Paese e per cercare di rendere il mondo
migliore. Casey non voleva andare in Iraq, ma conosceva il suo dovere.
Suo figlio si assento' senza permesso dalla sua unita' speciale. George non
riusciva nemmeno a sopportare l'Alabama Air National Guard.
Casey si e' arruolato nell'esercito prima che suo figlio ne diventasse il
comandante in capo. Sappiamo tutti che suo figlio pensava di invadere l'Iraq
gia' nel 1999. Casey era un uomo morto ancor prima che George diventasse
presidente e ancor prima di arruolarsi nell'esercito nel maggio 2000.
*
Ho educato Casey e gli altri miei figli ad usare le parole per risolvere i
problemi e i conflitti. Fin da quando erano molto piccoli ho detto ai miei
quattro figli che e' sempre sbagliato tirare calci, mordere, picchiare,
graffiare, tirare i capelli ecc. Se i piu' piccoli non riuscivano a trovare
le parole per risolvere i loro conflitti senza fare ricorso alla violenza,
li ho sempre incoraggiati a ricorrere ad un mediatore come, ad esempio, un
genitore, un compagno piu' grande o un insegnante che li aiutasse a trovare
le parole adatte.
Lei ha insegnato a George ad usare le parole e non la violenza per risolvere
i problemi? Lei gli ha insegnato che uccidere altre persone per ricavarne
dei profitti e per il petrolio e' sempre sbagliato? Ovviamente no.
Ero anche solita lavare la bocca dei miei figli con il sapone nelle rare
occasioni in cui mentivano... ha fatto la stessa cosa con George? Puo' farlo
ora? Ha mentito e continua a mentire. Saddam non aveva ne' armi di
distruzione di massa ne' legami con Al Qaeda, e i promemoria di Downing
Street provano che suo figlio lo sapeva benissimo prima di invadere l'Iraq.
*
Il 3 agosto 2005 suo figlio ha dichiarato di aver ucciso mio figlio e altri
coraggiosi e onesti americani per una "nobile causa". Ebbene, Barbara, da
madre a madre, questa dichiarazione mi ha mandato su tutte le furie.
Invadere e occupare un altro Paese che, come e' stato dimostrato, non
costituiva una minaccia per gli Stati Uniti non la considero una "nobile
causa". Non credo che invadere un Paese, ucciderne i cittadini innocenti e
distruggerne le infrastrutture per far arricchire i profittatori di guerra
della sua famiglia e degli amici della sua famiglia sia una nobile causa.
Cosi' ad agosto sono andata a Crawford per chiedere a suo figlio per quale
nobile causa ha ucciso mio figlio. Non ha voluto parlarmi. E' stato un gesto
di incredibile maleducazione. Ritiene che un presidente, si tratti pure di
suo figlio, debba essere cosi' inaccessibile ai suoi datori di lavoro? In
particolare se si tratta di una persona la cui vita George ha completamente
devastato?
Da agosto sono stata diverse volte alla Casa Bianca per cercare di
incontrare George e la settimana prossima saro' nuovamente a Crawford. Pensa
di poterlo chiamare e chiedergli di fare cio' che e' giusto ritirando le
truppe da questa guerra illegale e immorale da lui insensatamente iniziata?
Mi dicono che lei e' una delle poche persone con cui ancora parla. Non parla
con suo padre che ben conosceva le difficolta' e l'impossibilita' di
invadere l'Iraq e per questa ragione decise di non farlo in occasione della
prima guerra del Golfo. Se non puo' dirgli di ritirare le truppe puo' almeno
sollecitarlo ad incontrarmi?
*
Ecco quanto lei stessa disse nel 2003, poco piu' di un anno prima che il mio
caro, dolce Casey fosse assassinato dalle politiche di suo figlio: "Perche'
dovremmo sentir parlare di sacchi di plastica con dentro i cadaveri e di
morti? Intendo dire che non e' rilevante. Perche' dovrei sprecare il mio
prezioso cervello per occuparmi di cose del genere?" (Good Morning America,
18 marzo 2003).
Debbo dirle qualcosa, Barbara. Nemmeno io volevo sentire parlare di morti e
di sacchi di plastica con dentro i cadaveri. Il 4 aprile 2004 tre ufficiali
dell'esercito sono venuti a casa mia per dirmi che Casey era morto in Iraq.
Sono caduta a terra urlando e pregando il crudele Angelo della Morte di
prendere anche me. Ma l'Angelo della Morte che ha preso mio figlio e' suo
figlio.
Casey e' tornato a casa il 10 aprile in una bara avvolta da una bandiera. La
mia mente e' piena di immagini del suo corpo bellissimo in un feretro e del
ricordo di aver sepolto il mio coraggioso e onesto figliolo ancor prima che
la sua vita avesse inizio. La mente meravigliosa di Casey e' stata spenta
dal proiettile di un insorto che lo ha colpito al capo, ma a tirare il
grilletto avrebbe potuto essere benissimo suo figlio.
*
Oltre che incoraggiare suo figlio a mostrare un po' di onesta' e di coraggio
facendo finalmente cio' che e' giusto, non crede di dovere a me e a tutti
gli altri genitori della Gold Star Families for Peace [un'organizzazione che
riunisce i parenti di soldati morti in Iraq - ndt] delle scuse per il suo
crudele e avventato commento?
Le politiche sorprendentemente ignoranti, arroganti e sconsiderate di suo
figlio in Iraq sono responsabili di molto dolore e di molti problemi in
tutto il mondo.
Puo' farlo fermare? Lo faccia prima che altre madri abbiano a soffrire in
modo insensato e crudele. Ce ne sono gia' state molte in tutto il mondo.

7. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE BUSH
[Nel novembre 2005 Cindy Sheehan e' tornata a Crawford, a poca distanza dal
ranch dove il presidente Bush trascorre le festivita' del Ringraziamento. Il
campo dei dimostranti contro la guerra sorge su un acro di terreno privato
messo a disposizione dal proprietario che simpatizza con la protesta. Il 24
novembre, Giorno del Ringraziamento, gli oltre cento dimostranti hanno
consumato un pranzo iracheno tradizionale al posto del tacchino che si usa
mangiare in questo giorno negli Usa, con l'intenzione di attirare
l'attenzione dei media presenti sui civili uccisi in Iraq. Piu' di 2.100
soldati americani sono ormai deceduti dall'inizio della guerra nel marzo
2003. Cindy Sheehan ha inviato quello stesso giovedi' 24 novembre la
seguente lettera aperta al presidente statunitense George W. Bush]

George,
la mia famiglia sta trascorrendo il secondo Ringraziamento senza Casey,
grazie a te ed alle tue bugie.
Io ho passato questa giornata piangendo sull'aeroplano che mi portava a
Crawford, a chiederti di nuovo un incontro.
Sono stata a Crawford per tre settimane quest'estate e Washington parecchie
volte, chiedendo che tu mi incontrassi, e sto tornando di nuovo alla tua
casa delle vacanze nel tentativo di ottenere l'incontro.
Non so perche' a te piaccia Crawford, ma io la amo molto, per via della
comunita' di pace che si e' costruita attorno a Camp Casey durante lo scorso
agosto. Quando sono arrivata alla "Casa della pace", mi sono sentita come se
fossi tornata a casa, provavo un senso di appartenenza a qualcosa di piu'
grande di ciascuno di noi: una comunita' colma d'amore, di accettazione e di
pace. E' questo che senti, nei tuoi frequenti ritorni a Crawford?
Ed anche, il tramonto bellissimo del Texas mi ha riportato alla memoria
scene dei nostri giorni a Camp Casey, ad esempio l'ex marine Jeff Key che
suonava fra le croci che onoravano i nostri caduti. Agosto e' stato un
periodo miracoloso. Da allora, quando volevo chiederti quale fosse la nobile
causa per cui hai ucciso Casey e gli altri, oltre duecento dei nostri uomini
e donne sono morti nella sciarada irachena. Possiamo solo ipotizzare quanti
innocenti iracheni siano stati massacrati.
Tu non hai ancora risposto alla mia domanda. Molte persone nel nostro paese,
che hanno avuto figlie e figli uccisi, che hanno figlie e figli in servizio,
e molti americani preoccupati, vogliono anche loro la risposta alla stessa
domanda.
*
Inoltre, da agosto abbiamo scoperto che le forze americane stanno usando
armi chimiche in Iraq. L'esercito ha ammesso l'uso di fosforo bianco come
arma contro i combattenti nemici. Scusami, George, ma da quando un'arma che
spara da considerevole distanza sa distinguere fra i nemici e gli innocenti?
E' difficile ignorare e distogliere gli occhi dalle raccapriccianti immagini
dei cittadini bruciati di Fallujah. E visto che ci siamo, George, l'uso
delle armi chimiche non e' proibito? Non hai sempre detto che Saddam era "un
uomo malvagio" perche' usava armi chimiche contro la sua stessa gente? Per
te va bene usarle in Iraq, visto che i cittadini iracheni non sono la tua
gente? Saddam dovrebbe essere processato per aver ucciso cosi' tante persone
innocenti. Bombardare citta' dove vivono civili innocenti ed usare armi
chimiche sono crimini di guerra. Cio' non fa forse di te un provato
criminale di guerra? C'e' un nuovo "uomo malvagio" in citta'.
*
George, per il  bene del popolo iracheno, non credi sia ora di portare le
nostre forze armate a casa dall'Iraq? E' ora di finirla con le ipocrisie e
l'insensibilita' dell'ucciderli per diffondere il tuo tipo di liberta' e
democrazia. So qual e' il tipo di liberta' e democrazia che preferisci.
Quando nessun dissenso aperto e' permesso, quando nessuno puo' chiedere al
governo di raddrizzare i torti, mentre le nostre e-mail possono essere lette
e controllate e i libri nella nostra biblioteca analizzati e scandagliati.
Il tuo tipo di liberta' e democrazia calunnia patrioti coraggiosi come
codardi e traditori perche' hanno il coraggio di parlare contro le tue
politiche omicide. La maggioranza degli americani non lo vuole proprio, il
tuo tipo di liberta' e democrazia. Cosa ti fa pensare che lo voglia il
popolo iracheno?
George, anche per il bene delle persone meravigliose, coraggiose e molto
giovani che vestono con orgoglio l'uniforme degli Usa: e' tempo di portarle
a casa. Hanno fatto tutto quello che hai chiesto loro di fare. Hanno anche
fatto cose che rende almeno un quarto di queste persone molto malate, nei
loro cuori e nelle loro anime. Alcune sono state uccise senza necessita', in
modi che potevano essere evitati, e alcune stanno tornando a casa mutilate.
Per cosa, George? Per quale nobile causa?
*
George, tu hai sempre avuto tutto fornito su un piatto d'argento. Non ti
biasimo per aver usato l'influenza della tua famiglia per evitare di andare
in Vietnam. Non biasimo nessuno che abbia tentato di tirarsi fuori da quella
guerra disastrosa e totalmente malvagia. Cio' per cui ti biasimo e' l'aver
ucciso mio figlio in un'altra guerra disastrosa e totalmente malvagia. Lui
voleva servire il suo paese, ed era pronto a morire per salvare le vite dei
suoi compagni. Dovresti vergognarti di sfruttare l'onore di Casey e l'onore
di altri nelle forze armate, di cui sei il comandante in capo perche' anche
questo ruolo ti e' stato offerto sul piatto d'argento. Domanda al tuo vice
se pensa che Casey potesse avere altre priorita' invece di morire a 24 anni.
Tu hai il sacro lusso di avere due figlie in casa con te, oggi, per il
pranzo del Ringraziamento. Vi punzecchiate scherzando, durante il pasto,
come la mia famiglia era solita fare? Racconti loro vecchi e buffi aneddoti
di famiglia, e ridete pensando ai vecchi tempi? E' cosi' che va per te,
George? La nostra famiglia ha condiviso il pasto e abbiamo tentato di essere
allegri, ma pensa un po': non e' la stessa cosa quando un membro molto
apprezzato della famiglia se ne e' andato per sempre. La morte prematura di
Casey getta un'ombra su tutti i nostri giorni, ma le festivita' sono
particolarmente dure.
Tu e Laura vi rivolterete nel letto stanotte, e vi alzerete e andrete alla
finestra, tormentati dalla paura che le vostre figlie Jenna e Barbara
possano essere uccise in Iraq? Fate un salto ogni volta che squilla il
telefono? Il vostro cuore batte all'impazzata mentre sentite bussare alla
porta, temendo che all'uscio ci sia l'Angelo della Morte vestito con la
divisa dell'esercito? Non credo.
Due soldati sono stati uccisi oggi in Iraq, George. Spero le loro famiglie
non fossero sedute a pranzo quando e' stato annunciato loro che le vacanze
erano finite per sempre, ma non c'e' alcun momento buono per notizie tanto
orrende.
Te lo chiedo di nuovo, faí la cosa giusta. Porta a casa le nostre truppe
dall'Iraq. Non continuare ad ucciderne altri perche' le tue politiche
omicide ne hanno gia' uccisi tanti. Quanti morti saranno abbastanza? 58.000?
Uno solo era gia' troppo.
Te la diro' io la nobile causa per cui Casey e' morto, George: una pace vera
e duratura. Per favore, dai dignita' a tutte queste morti mettendo la parola
fine al barbaro massacro, prima di rovinare troppe feste per troppe persone.

8. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: L'ARRESTO DI BRIAN HAW

Oggi faceva molto freddo, mentre camminavo dalla stazione della
metropolitana di Charing Cross verso la piazza detta Parliament Square. Sono
andata la', assieme alla mia compagna di viaggio Julie, per incontrare Brian
Haw dopo aver passato alcuni giorni faticosissimi ma molto produttivi in
Inghilterra e Scozia.
Brian e' un attivista per la pace ed un uomo dalla sensibilita' eccezionale,
che sta manifestando in quella piazza dal 2 giugno 2001. Era cosi' sconvolto
dalle sanzioni delle Nazioni Unite contro l'Iraq che quella gli sembro'
l'unica cosa da fare.
Mentre io facevo la stessa cosa a Crawford, a causa della mia indignazione
per le continue e non necessarie morti di iracheni, americani e truppe della
coalizione, Brian mi mando' una lettera. In essa dice tra l'altro: "Stiamo
con te, come una famiglia, e puoi contare sul nostro amore qualunque cosa
accada. Adesso vediamo di aiutare gli altri a capire che bisogna uscire da
questo pasticcio il piu' velocemente possibile. Io non voglio che ci sia un
altro giorno in cui un figlio torna a casa in un sacco di plastica, e non lo
vuoi tu. Bene, vediamo di far arrivare questo al resto della nostra gente
dannatamente in fretta. Amen, che ne dici? Tuo fratello, Brian".  L'intera
lettera mi commosse al punto che mi dissi che se avessi mai visitato la Gran
Bretagna sarei andata a trovare Brian.
Sono rimasta sconvolta quando ho saputo che era stato arrestato all'alba di
sabato. L'anno scorso, il parlamento britannico ha votato una legge molto
restrittiva che si chiama "The Serious Organised Crime and Police Act 2005".
Essa limita la liberta' di parola e di assemblea davanti alla sede del
Parlamento e al n. 10 di Downing Street. Una giovane donna e' andata di
fronte al Parlamento ed ha letto ad alta voce i nomi dei 97 soldati inglesi
uccisi in Iraq: e' stata arrestata. Un vecchio signore ha gridato che Blair
e' complice in crimini di guerra: e' stato arrestato. Brian Haw, accampato
di fronte al Parlamento da oltre quattro anni, e' stato arrestato l'altra
mattina: sino ad ora lo avevano lasciato stare perche' la sua veglia era
iniziata prima dell'entrata in vigore della legge, ma il suo arresto e'
avvenuto perche' Brian "incoraggiava altre persone ad unirsi a lui". Si
trattava di persone che avevano scelto di farlo, e che concordavano sul
fatto che la guerra e' un tragico errore e che i nostri soldati devono
tornare a casa.
*
Queste ed altre proibizioni sulla liberta' di parola e di dissenso mi sono
orrendamente familiari. Sono stata impedita due volte dall'esercitare i
diritti previsti dal primo emendamento della Costituzione statunitense. Ho
tentato in dozzine di occasioni di avere da George Bush e dai suoi mostri
neocon un raddrizzamento dei torti che hanno inflitto al mondo ed alla mia
famiglia. Ho speso un sacco di soldi, sacrificato cosi' tanto, e ho
viaggiato in lungo e in largo. Nessuno al governo sta ascoltando. Nessuno
presta attenzione.
Ho parlato di fronte a centinaia di pacifisti a Londra, alla Conferenza
internazionale di pace, e li ho sollecitati a riprendersi le liberta' che i
nostri governi ci stanno togliendo. Mi sono chiesta perche', dopo che la
ragazza era stata arrestata per aver letto i 97 nomi dei caduti, centinaia
di persone non sono andate davanti al Parlamento a gridare quegli stessi
nomi? Il sostegno e la complicita' di Blair e del Parlamento con i crimini
di guerra in Iraq sono qualcosa con cui essi dovrebbero essere sfidati a
confrontarsi ogni giorno.
*
Perche', quando Brian e' stato arrestato, centinaia di persone non hanno
preso le loro tende e sono andate a piantarle accanto alla sua?
Perche' noi americani restiamo seduti e compiacenti a guardare il nostro
governo che usa armi chimiche in Iraq? Dobbiamo permettere loro di
continuare?
Perche' noi americani cambiamo canale, quando vediamo che il nostro governo
trasporta sospetti criminali nello spazio aereo europeo per poterli
torturare tranquillamente?
Perche' voltiamo le spalle ai bimbi innocenti che vengono uccisi ogni
giorno, nel nome della "liberazione di un popolo" e del "diffondere liberta'
e democrazia"?
Perche' permettiamo ai criminali di guerra di derubarci di risorse e di vite
umane, nelle nostre comunita' e nelle nostre famiglie?
*
Brian Haw e' padre di sette figli, ed ha lasciato la "zona confortevole"
costituita dalla sua casa e dai suoi cari per salvare altri bambini. Sul suo
sito web, Brian lo dice in modo eloquente: "Voglio poter guardare in faccia
i miei bambini e dir loro che ho fatto tutto quello che potevo per i bimbi
che stanno morendo in Iraq ed in altri paesi a causa delle politiche
ingiuste ed immorali e avide di denaro del nostro governo. Questi bambini e
questi popoli hanno valore e sono degni d'amore quanto la mia carissima
moglie e i miei figli".
Io sono stata violentemente espulsa dalla mia "zona confortevole" il 4
aprile 2004, quando Casey e' stato ucciso in Iraq. Se non stessi
costantemente protestando contro l'immorale occupazione dell'Iraq, non
riuscirei a stare bene, ma so che devo vivere il resto della mia vita con
una parte del cuore e dell'anima amputate. Brian mi ha mostrato le
fotografie dei bambini malati per l'uranio, e di quelli che stanno morendo
per malattie curabili, ma che non possono avere le medicine di cui hanno
bisogno: prima per le sanzioni, ora per l'occupazione. E se persino le
autorita' occupanti possono vivere in relativa sicurezza nella "zona verde"
di Baghdad, il popolo iracheno non ha "zone confortevoli" in cui stare. Non
sono visti, non sono registrati, non vengono intervistati dai media, e sono
marginalizzati come subumani. Cio' che noi, cittadini dell'umanita', stiamo
permettendo di fare ai nostri governi e' mostruoso e crudele.
*
Percio' noi che abbiamo a cuore la liberta' e la democrazia, che ci
preoccupiamo dei crimini perpetrati dai nostri governi, dobbiamo agire. Se
tu che leggi non stai facendo nulla per la pace e la giustizia nel mondo,
comincia a fare qualcosa. La nostra sopravvivenza sul pianeta richiede
azione immediata. E' tempo di lasciare le nostre "zone confortevoli" e di
fare la differenza. E se non sai proprio cosa fare, contattami
all'indirizzo: CampCaseyMom at yahoo.com  Posso darti qualche idea.

9. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: IL LINGUAGGIO DEL CUORE

Sono stata in Europa per due settimane. In Gran Bretagna ho ricevuto il
benvenuto di Ken Livingston, il sindaco di Londra, e sono stata salutata dal
ministro degli esteri, dal vicepresidente e da altri membri del Parlamento:
queste storie ve le raccontero' in un prossimo articolo.
L'onore piu' alto che provo oggi, negli Usa e in Europa, e' incontrare le
famiglie i cui figli sono stati uccisi nella "guerra al terrorismo" che
George Bush ha dichiarato al mondo. Non ha importanza se parliamo un inglese
dai differenti accenti, o spagnolo, o l'inglese con l'intonazione di Glasgow
della mia sorella scozzese nel dolore, Rose Gentle, il cui figlio dolcissimo
e' stato ucciso in Iraq nel luglio 2004: i nostri cuori parlano lo stesso
idioma di sofferenza e cantileniamo lo stesso lamento per una perdita
inutile.
In Scozia, mentre incontravamo i ministri al Parlamento e chiedevamo loro di
far pressione sul governo a Londra e di ritirare le truppe scozzesi
dall'Iraq, con noi c'era Sue Smith, una donna il cui figlio Philip e'
parimenti morto in Iraq lo scorso anno. La sua voce fluttuava e vibrava
della perdita incalcolabile, mentre narrava del tradimento che ha sentito di
patire, nel seppellire suo figlio cosi' presto e nell'udire le menzogne di
Blair, compagno di Bush in crimini di guerra. La ferita nel suo cuore era
fresca, e sanguinava apertamente. Nei suoi occhi ho visto il mio cuore quale
esso era un anno fa.
Alla Conferenza internazionale per la pace a Londra ho incontrato il padre
di Shaun Brierly, Peter. Shaun era nell'esercito britannico, ed e' morto nel
marzo 2003, durante i primi giorni di guerra. Peter ha cercato di disperdere
il mio umore grave con il suo quieto umorismo. Ha tentato di descrivermi
cos'e' stato per la sua famiglia perdere Shaun. In un pub abbiamo brindato
ai nostri figli, al nostro dolore, e in special modo alla nostra risoluzione
di mettere fine alla guerra, e di smascherare i farabutti che governano i
nostri paesi in modo vergognoso. Guardandoci negli occhi appannati di
lacrime, ci siamo promessi l'un l'altra che saremmo rimasti fermi e forti
nel nostro proposito.
Sempre alla Conferenza ho conosciuto Reg Keys e John Miller: entrambi i
figli di costoro sono "morti in azione". Ci siamo presi in giro a vicenda
per i nostri vestiti: eleganti i loro, da ginnastica i miei. Reg Keys si era
candidato contro Blair alle elezioni, l'anno scorso, ed ha avuto un
risultato dignitoso. Lui e John si sostengono a vicenda nel dolore. E' duro
esprimere la sofferenza, per i padri. Noi madri apriamo il cuore piu'
facilmente, i padri tentano di tenersi il male nel cuore, di controllarlo.
Ho anche incontrato Ann Laurence, che mi ha descritto la dolce campagna
inglese in cui vive e mi ha mostrato le foto del suo bel figlio morto in
Iraq, Marc. Aveva una voce quieta, e gli occhi colmi di stanchezza e di
lacrime pronte a scorrere.
*
In Spagna, ho incontrato due donne i cui figli sono stati uccisi dalle
politiche dei governi degli Usa e della Gran Bretagna, due governi che mano
nella mano hanno condotto i nostri paesi ad un'invasione impossibile ed
immorale, all'occupazione di un paese innocente e per lo piu' privo di
difese.
Maribel Permuy e' la madre del cameraman Jose' Couso, ucciso all'Hotel
Palestine l'8 aprile 2003, assieme ad altri giornalisti. Con le nuove prove
che si manifestano, rispetto al desiderio di Bush di uccidere i giornalisti
di Al Jazeera ed alla vicenda del fuoco aperto su Giuliana Sgrena e sui suoi
soccorritori, io trovo difficile credere che l'omicidio di Jose' sia stato
un incidente. La magistratura spagnola ha aperto un procedimento contro le
truppe Usa che spararono un missile sull'albergo. Maribel non parlava
inglese, ed io lo spagnolo lo so poco, ma i nostri cuori si sono capiti
subito: il dolore e la speranza li hanno messi in relazione. In Spagna e nei
paesi latino-americani mi chiamano "Madre Coraje" (Madre Coraggio), ma
Maribel lo e' molto piu' di me. E' decisa ad ottenere giustizia per il
proprio figlio, in modo fermo e privo di compromessi. E' il suo amore
incondizionato, imperituro, per Jose' e per gli altri suoi figli a darle la
forza di lottare. Abbiamo riso e pianto cosi' tanto, insieme, che mi chiedo
se avremmo davvero comunicato meglio, parlando la stessa lingua.
Ho anche incontrato Pilar Mahon, a Madrid, una delle portavoci delle
famiglie colpite dall'agguato terroristico dell'11 marzo 2004. Suo figlio
Daniel e' morto di quelle bombe. Il giorno in cui ci siamo viste, Daniel
avrebbe compiuto 22 anni. Pilar aveva gli occhi rossi dal pianto e riusciva
a stento a parlare, ma quando lo ha fatto la sua voce si e' levata contro
George Bush e l'ex presidente spagnolo Aznar, contro una guerra basata sui
sogni di petrolio dei neocons. La stessa bugia del "combattiamoli laggiu',
cosi' non dovremo combatterli in casa" ha ucciso mio figlio Casey e Daniel.
*
Io brucio dall'indignazione, quando incontro persone come Pilar, che
dovrebbero festeggiare il compleanno dei figli e il Natale, ma che passano i
giorni a piangere sulle tombe dei loro ragazzi. C'e' cosi' tanta gente che
in questi giorni celebrera' festivita' segnate dalla sofferenza. Il Natale
e' durissimo, per noi, non solo perche' abbiamo perduto i nostri figli, ma
perche' ricordiamo la felicita' dei Natali passati. Fa male ricordare le
mattine in cui i bambini sono venuti a svegliarti, perche' volevano aprire i
regali portati da Babbo Natale. Fa male tirare fuori le decorazioni, e
appendere le calze, sapendo che una restera' vuota per sempre. Percio' la
maggior parte di noi evita i festeggiamenti tradizionali, e in quei giorni
cerchiamo di sostenerci a vicenda attraverso la devastazione che ha
sconvolto le nostre vite. Una devastazione inutile, che si poteva evitare.
I nostri cuori vanno direttamente a collegarsi a tutti coloro che quest'anno
stanno sperimentando il lutto e la perdita, anziche' il piacere e la gioia
di stare insieme.
George Bush e gli altri distributori di dolore si prenderanno invece un
giorno o due di pausa dallo spiare gli americani, per festeggiare il Natale.
Dick Cheney non prova sofferenza per la tragica perdita di vite umane che la
sua avidita' ha causato. Ha avuto persino, pochi giorni fa, la spudoratezza
di fare una visita "a sorpresa" in Iraq. Come osa mostrare la faccia in un
paese distrutto dalla sua insaziabile ricerca di oro nero, dall'oscena
cupidigia per il profitto della sua compagnia, la Halliburton, e degli altri
profittatori di guerra? Il male che questa gente ha fatto al mondo e'
incalcolabile.
I popoli della terra vorrebbero che al loro dolore fosse data risposta, e
vorrebbero un poí di giustizia per i danni che hanno subito.
*
Comunque celebriate le feste in questi giorni, per favore, ricordate le
famiglie che tenteranno di farlo con una parte di loro che manca. Ma
soprattutto vi prego di ricordare gli americani e gli iracheni che rischiano
di morire in Iraq di vecchie e nuove menzogne.
In conclusione, voglio riportarvi l'estratto di una e-mail che ho ricevuto
da una madre irachena. Suo figlio, Zaydoun Mamoun Fadhil Al-Samarai, un
"insorgente" sciita, fu coinvolto nella stessa battaglia in cui Casey mori'.
Zaydoun fu ucciso successivamente.
"Noi, amica mia, pur nel marchio del dolore possiamo lavorare insieme,
ognuna di noi nel luogo in cui si trova, e mettere fine allo spargimento di
sangue, ed andare insieme verso la pace e l'amore che prevarranno, invece
che verso la guerra. Insieme, cara signora, possiamo lavorare per dare
speranza di felicita' a tutte le madri, perche' abbiamo fatto esperienza del
male, abbiamo perso i nostri figli. Chi non fa esperienza del dolore non
capisce davvero la gioia.
Saro' davvero felice solo quando la guerra finira', e allora festeggeremo
nella mia citta', Samara, la citta' in cui il mio figlio maggiore Zaydoun
era nato. Zaydoun che avrebbe dovuto lamentare la mia morte, ed invece io ho
dovuto lamentare la sua un mese prima che si sposasse. Ti mando anche i
saluti della sua fidanzata, che ancora lo piange. Infine, accetta la mia
profonda simpatia, da una madre che ha perso il proprio figlio ad un'altra
madre che ha perso il suo.
Io spero che ci incontreremo, in cammino verso la pace, verso l'amore.
George Bush e gli altri hanno insegnato a troppa gente, nel mondo, il
linguaggio del dolore tramite le loro bugie e le loro dottrine
dell'uccisione preventiva con lo scopo del profitto. Abbiamo bisogno di
imparare un nuovo linguaggio, una lingua amorevole e pacifica con cui
dobbiamo parlare, e persino urlare, ai nostri governanti, che capiscono solo
l'idioma dell'avidita' e dell'omicidio. Peace, shalom, paz, salaam".

10. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: L'ANNO IN CUI ANDRANNO A CASA

Dal caldissimo agosto di Camp Casey, alcune straordinarie azioni popolari si
sono tenute in tutto il paese. Le persone cominciano a parlare ed il
Congresso ha cominciato a mettere sotto accusa il regime neofascista e
criminale che ha tentato di imporsi negli Usa. Da Camp Casey a Katrina,
dall'uso delle armi chimiche allo spionaggio illegale dei cittadini, Bush e
compagnia si sono dimostrati fallimentari per il nostro paese e per il mondo
intero. Noi americani stiamo dicendo: "quel che e' troppo e' troppo".
Ci siamo impegnati duramente quando ci siamo mostrati a Washington e in
centinaia di altri luoghi per mostrare che un governo di assassini non ha il
nostro consenso. Abbiamo pacificamente ma con forza rigettato la nozione che
questa amministrazione abbia diritto di governarci, giacche' ha tradito
orribilmente il suo compito ed il suo sacro dovere di difendere la nostra
Costituzione.
Questo e' stato anche l'anno in cui abbiamo chiesto ai democratici in abiti
repubblicani  (Hillary Clinton, Joe Lieberman, Joe Biden, Diane Feinstein, e
la lista potrebbe andare avanti) di rispondere del loro sostengo a cio' che
Bush sta facendo in Iraq. Quando come democratici eleggiamo i nostri
rappresentanti, ci aspettiamo che essi respingano e ripudino a voce alta le
politiche corrotte ed omicide di questa amministrazione, non che le
difendano. Ora ci sono dei Campi Casey davanti agli uffici di Hillary
Clinton e di Chuck Schumer a Long Island ogni venerdi'. C'e' un Camp Casey
di fronte all'ufficio di Kay Bailey a Dallas sin dall'agosto scorso: qui
molti dimostranti sono stati arrestati per aver esercitato il loro diritto
di parola. Dobbiamo far capire a questi guerrafondai, cosi' come ai
guerrafondai repubblicani, che quando diciamo "portateli a casa subito"
intendiamo vederli mettersi al lavoro.
Allestite un Camp Casey di fronte all'ufficio del vostro senatore o
deputato, se essi sostengono Bush in questa guerra di aggressione.
*
"Gold Star Families for Peace" sta pianificando numerose azioni gia' per la
prima parte del 2006. Io vi daro' tutte le informazioni, di modo che
possiate accordare i vostri piani ai nostri ed unirvi a noi se vi e'
possibile. Il 31 gennaio prossimo saremo di nuovo a Washington, in occasione
del discorso sullo stato del paese che George Bush fara' di fronte al
congresso e all'opinione pubblica mondiale, ovvero quando mentira' dicendoci
come stanno andando bene le cose in Iraq e qui a casa nostra. Le sue
politiche sciagurate hanno rovinato l'Iraq e New Orleans e fatto del pianeta
intero un luogo piu' pericoloso: pensate solo che gli attacchi terroristici
si sono triplicati in tutto il mondo da quando lui ha deciso di "combatterli
laggiu'". Inoltre, durante il discorso potrebbe gettare le basi per
ulteriori inutili aggressioni contro la Siria e l'Iran.
"Gold Star Families for Peace", i rappresentanti delle organizzazioni
pacifiste e i rifugiati da New Orleans si raduneranno a Washington per farvi
sapere il vero stato del paese.
*
Per l'amor di dio, non credete di dover fermare Bush? Recentemente, la
stampa ha rivelato che George interagisce con solo quattro persone: sua
moglie Laura, la Rice,  Karen Hughes e la sua mamma. La sua mamma, la Regina
delle Nevi che non vuole i propri graziosi occhietti disturbati dalla vista
delle immagini dei feretri avvolti nelle bandiere, vive a Houston. Durante
il "giorno del presidente" (la festivita' del 20 febbraio) noi protesteremo
di fronte a casa sua, implorandola di rinunciare agli osceni profitti che la
sua famiglia ed i suoi amici stanno traendo dall'occupazione, e pregandola
di fare finalmente la cosa giusta e dire a suo figlio di smettere questa
guerra al terrorismo dichiarata al mondo intero. George Bush e Dick Cheney
hanno sconciato gli alti uffici di cui erano responsabili, e devono
dimettersi. Il 20 febbraio, se non potete venire a Houston, organizzate la
vostra propria protesta dove siete.
*
La fondazione per la pace "Camp Casey" terra' il suo primo festival il 4
aprile 2006. Il 4 aprile e' il giorno in cui mio figlio Casey e  Martin
Luther King Jr. furono uccisi. Vogliamo che questo giorno divenga una
ricorrenza per celebrare la pace. La fondazione conferira' anche un premio
ad un giovane attivista per la pace ogni anno. Vogliamo in questo modo
incoraggiare la risoluzione nonviolenta dei conflitti, ed i giovani sono
coloro che muoiono nelle guerre dichiarate da chi ha i capelli grigi. Anche
di questo vi daro' in seguito maggiori dettagli.
*
Poi c'e' Pasqua. L'11 aprile torneremo infatti a Crawford, e vi resteremo
sino al 16. Pasqua e' un periodo di rinnovamento e di speranza. Casey fu
ucciso la domenica delle palme ed il suo corpo ci fu restituito il sabato
santo. L'ultima Pasqua e' stata terribile, per noi, e durante la prossima
manifesteremo di fronte alla casa dell'uomo che e' responsabile di tanto
dolore. Ma saremo la' con la rinnovata speranza che i polli-falchi del
nostro governo saranno mandati al pascolo. Come Michael Moore, voglio essere
una mosca sul muro il giorno in cui Bush e compagnia verranno portati fuori
dalla Casa Bianca in manette. L'impeachment non e' necessario, tra l'altro,
per chi non e' stato eletto: l'arresto e' quel che ci vuole. Anche a Pasqua,
se non potete venire a Crawford, allestite il vostro campo di protesta nelle
vostre citta'.
*
Nel 2005, abbiamo imparato di avere il potere. Abbiamo imparato che non
possiamo fidarci della propaganda mediatica o delle vuote promesse dei
nostri leader. Abbiamo imparato che dobbiamo essere il cambiamento che
vogliamo vedere. Abbiamo imparato che una sola persona e' e fa la
differenza.
Non possiamo mollare nel 2006. Non possiamo tornare al male dell'apatia e
della connivenza in cui i neocons sguazzano. Dobbiamo continuare a far
pressione, a lavorare, a lottare.
Dobbiamo sostenere le organizzazioni come Gold Star Families for Peace,
Veterans for Peace, Code Pink e Iraq Veterans Against the War, o i gruppi
per la pace che preferite, per poter continuare la nostra lotta verso una
pace con giustizia. Dobbiamo sostenere i veri patrioti, come il parlamentare
John Conyers che ha chiesto indagini sulle bugie che ci sono costate cosi'
tanto a livello umano.
Il  2006 sara' un grande anno per la gente del nostro paese. Lo so. Non
sara' facile, ma ce la faremo e la nostra lotta sara' davvero valsa la pena.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1206 del 14 febbraio 2006

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