La nonviolenza e' in cammino. 1240



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1240 del 20 marzo 2006

Sommario di questo numero:
1. Enrico Peyretti: Ogni giorno
2. Giulio Vittorangeli: La parola, umana
3. Severino Vardacampi: "Ghe diro' 'na paroleta che ghe resti dopo el vin"
4. Normanna Albertini: Un segno
5. Stefano Ciccone: La persecuzione antiebraica nelle universita'. Un video
e un convegno
6. Maria G. Di Rienzo: SuAnne Grande Corvo
7. Indice dei numeri 305-328 (dicembre 2001) de "La nonviolenza e' in
cammino"
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. ENRICO PEYRETTI: OGNI GIORNO
[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per questo
intervento (che estraiamo da una lettera a cui era allegata notizia di
un'iniziativa pacifista statunitense, notizia che non abbiamo qui
riprodotto). Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di
questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno
di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha
fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il
foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel
Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian
Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro
Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo
comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione
col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento
Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora
a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del
"non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto
il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la
guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei
Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e
politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile
nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza
guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di
cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie
Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico
Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte
riproposta anche su questo foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari
suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e
alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu'
ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731
del 15 novembre 2003 di questo notiziario]

Questo [al testo era allegato un messaggio che dava conto di iniziative
pacifiste in America - ndr] e' solo un esempio di cio' che si puo' leggere
ogni giorno dagli Usa civili, contrari alla guerra.
Passo le prime ore della mia giornata, dopo l'alba di silenzio e preghiera
prima della colazione e delle notizie radio, a leggere nella post@ dal mondo
e dai corrispondenti, le notizie piu' dirette, piu' complete, piu' sincere e
piu' documentate di quelle che si avranno poi dai giornali (che non compero)
e dai notiziari.
Ogni giorno e' una passione dolorosa, con squarci di luce come questo.
Le corrispondenze dei volontari di pace dalla Palestina sono cronache
quotidiane di violenze studiate e calcolate da parte dell'occupazione sadica
e torturante, causa prima della disperazione sui-omicida, e della grande
pericolosita' diffusa nel Medio Oriente, e del disperato ricorso dei
dominati a sacralizzare la lotta.
Inoltre, arrivano da tante altre parti del mondo messaggi e grida del
dolore, dell'offesa, dello schiacciamento freddamente voluto di vite singole
e di popoli interi. La lotta interiore e' per non disperare,
nell'impossibilita' materiale di rispondere a tutti gli appelli, anche
soltanto con una riga di solidarieta' morale.
Per questo - sperando di non opprimere i miei corrispondenti - trasmetto
alcuni, solo alcuni su tanti, di questi messaggi, che sono il grido del
sangue di Abele, di cui trema la terra.
E dopo questi ascolti penosi, si passa a lavorare, per la millimetrica parte
che a ciascuno tocca ed e' possibile.
Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza!

2. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: LA PAROLA, UMANA
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori
di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da
sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

La parola e' nata dall'essere umano per l'essere umano; e' parte essenziale
di noi.
Per questo non ha mai cessato di essere al centro della societa' e dei
rapporti umani.
La filosofia occidentale, con la Grecia come culla, e' anche filosofia della
parola.
Ogni parola, nel suo suono originario e nella connotazione della sua
cultura, e' porzione di verita' delle cose; verita' perche' costruzione
sofferta di uomini che, di fronte al mistero del cielo e alla infinita'
della terra, tentano di gettare reti di senso.
Come dice Moliere, in una battuta: "La parola e' il ritratto delle cose".
Ecco perche' le parole sono pesanti e solide, hanno forza in se'; creano e
fanno essere.
Certo la parola si e' spesso identificata con il potere, fino ad essere
usata come strumento di dominio. Del resto, anche nelle societa' primitive,
chi la maneggiava dominava: chi parlava comanda, gli altri ascoltavano.
Comunemente si dice che "le parole sono pietre"; ma oggi, non piu'. Tranne
rare eccezioni, le parole, piu' che pietre, sembrano polvere, sabbia. Parole
che non significano piu' quasi niente. Soprattutto non comunicano. Nel mondo
odierno, dei mass-media, e' proprio la comunicazione che scompare. Senza
comunicazione la parola e' vuota, insignificante, inutile. E' come se la
struttura del discorso si fosse rotta, riducendo la comunicazione verbale a
singole parole. Percio' la crisi della parola investe in primo luogo la
politica.
*
Ha scritto Vittorino Andreoli (psichiatra e neurologo): "E' diminuita la
disponibilita' a leggere, e cosi' non si sa scrivere correttamente: gli
errori sono frequentissimi, non soltanto nell'eta' dell'istruzione
dell'obbligo, ma anche in attempati professionisti. E' divenuto piu'
difficile comprendere un discorso letto che raccontato: la parola detta e'
piu' significativa di quella letta. Proprio in un'epoca in cui si e' vinto
l'analfabetismo, si sta imponendo un analfabetismo di ritorno per la
resistenza a scrivere e a leggere".
Cosi' siamo immersi e continuamente bombardati da una pioggia di parole
senza significato, che non ci aiutano ad orientarci. Del resto la vera
stupidita' passa attraverso parole vane e vuote. Come quelle che molte volte
ascoltiamo e purtroppo diciamo, con il loro valore effimero e limitato nel
tempo.
Purtroppo, se distruggiamo la parola nulla si potra' riconoscere ne' in se
stessi ne' negli altri.
Resta la sfida di elaborare degli strumenti per creare un'etica della
parola: cercare - con fatica, certo - quelle parole che dicono qualcosa.
Parole essenziali, molto spesso fragili e deperibili, ma uniche capaci di
leggere le rovine di uno ieri di splendore, per dare un senso e una
prospettiva di futuro.
Allora serve cercare l'esattezza della parola, quella data e ricevuta; una
parola che non solo sia nostra, ma condivisa e dialogata in liberta'.
Cosi' come serve, talvolta, saper scegliere il silenzio quando le parole
sono troppe. C'e' un legame profondissimo tra silenzio, ascolto e parola.
Non a caso, oggi c'e' sicuramente un dilagare del non ascolto.
*
Filippo Gentiloni, nella introduzione al suo libro "Il silenzio della
parola" (Claudiana, Torino 2005), scrive: "Ci sono tuttavia alcune parole di
cui vale la pena recuperare il vero significato, la ricchezza semantica. Una
di questa e' 'grazie', parola molto comune, veramente povera. Immediata.
Eppure dice moltissimo. Se bene intesa salva il linguaggio, il rapporto. E'
veramente parola che salva parola. Un'altra parola da salvare e' 'forse'.
Anche questa e' povera, di serie B. Nel grande circo della verita', forse
dice incertezza, cammino non compiuto, meta non raggiunta. Non nega la
verita', ma la concepisce come un cammino. Terza parola da non perdere e'
'oggi': anch'essa perdente, sempre sopraffatta, sconfitta sia da ieri sia da
domani. L'oggi e' sfuggente, si sposta continuamente, possiede uno spessore
tenue, fragile. L'oggi andrebbe rivalutato. Il pezzetto di vita che e' a mia
disposizione, da vivere in pienezza".
*
Certo, tra queste parole essenziali, metteremmo anche la nonviolenza.
Parole, pero', che vanno non solo pronunciate, ma anche mostrate.
Cosi' nelle attuali iniziative del movimento pacifista per la fine della
presenza militare straniera in Iraq, per lo stato di Palestina accanto a
Israele (che deve liberare i territori occupati e smantellare il muro),
sarebbe giusto che nella piattaforma entrasse la parola nonviolenza, unita
alla richiesta di un'area denuclearizzata in tutto il Medio Oriente insieme
ad un forte no alla nuova avventura di guerra all'Iran che gli strateghi,
americani e non solo, della guerra preventiva stanno preparando.

3. RIFLESSIONE. SEVERINO VARDACAMPI: "GHE DIRO' 'NA PAROLETA CHE GHE RESTI
DOPO EL VIN"

Manifestare per la pace e non fare la scelta della nonviolenza: che
sciocchezza, che ipocrisia, quale effettuale complicita' con la guerra.
Scrivere documenti per la pace e non dire mai una parola di esplicita
opposizione al terrorismo e allo squadrismo chiamati col loro nome: che
sciocchezza, che ipocrisia, quale effettuale complicita' con la guerra.
Non vedere che unico e' il destino dell'umanita', e continuare in mediazioni
di piccole camarille burocratiche e parassitarie che ad ogni omissione e ad
ogni ambiguita' rivelano i meschini interessi di questo e quel gruppo, di
questa o quella cordata, di questo o quell'interesse particolare: mentre il
mondo va in frantumi.
Usare ancora dell'allusione e della menzogna, della mezza verita' che e'
compiuta menzogna, dello sguardo dimidiato e della parola retrattile: che
senso ha?
Occorre fare il passo dal pacifismo alla nonviolenza, uscire dalla menzogna
e dalla complicita'. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

4. RIFLESSIONE. NORMANNA ALBERTINI: UN SEGNO
[Ringraziamo Normanna Albertini (per contatti: normanna.a at libero.it) per
questo intervento. Normanna Albertini e' nata a Canossa nel 1956, insegnante
nella scuola elementare, vive e lavora a Castelnovo ne' Monti; e' impegnata
nel gruppo di Felina (Reggio Emilia) della Rete Radie' Resch, e quindi in
varie iniziative di solidarieta', di pace, per i diritti umani e per la
nonviolenza; scrive da anni su "Tuttomontagna", mensile dell'Appennino
reggiano. Opere di Normanna Albertini: Shemal, Chimienti Editore,
Taranto-Milano 2004]

Lunedi' 13 marzo 2006: un segno in cui non speravi, una gioia immensa, una
grande commozione.
Nella barbarie dilagante, nel mezzo del pantano in putrefazione
dell'informazione/disinformazione di una campagna elettorale cafona e
millantatrice, nell'ambiguita' di una gerarchia cattolica che si puo'
eufemisticamente definire un poco confusa, un piccolo "resto d'Israele"
musulmano ed ebraico si incontra a Roma e ne sgorgano parole grandi,
confortanti, meravigliose perche' portano meraviglia. Per chi crede come me,
il rendimento di grazie (eucaristia) esce dal cuore automaticamente:
impossibile trattenerlo! Un miracolo? Lo Spirito soffia davvero dove e
quando e nella direzione che vuole e non ascolta chi vorrebbe incatenarlo e
manipolarlo?
Diceva la piccola Anna Frank: "Se, nonostante tutte queste nostre
sofferenze, alla fine restiamo ancor sempre degli ebrei, vuol dire che un
giorno gli ebrei, anziche' proscritti, serviranno da esempio. Chissa' che
non debba essere ancora la nostra fede, quella che insegnera' il bene al
mondo e ai popoli, e che per questo, per questo soltanto occorra che noi
soffriamo. Non potremo mai diventare soltanto olandesi, soltanto inglesi, o
cittadini di qualunque altro paese, ma rimarremo sempre anche ebrei e
vogliamo rimanere ebrei. Coraggio! Rimaniamo consci del nostro compito e non
mormoriamo; la salvezza verra', Dio non ha mai abbandonato il nostro popolo.
Gli ebrei sono sopravvissuti attraverso tutti i secoli, gli ebrei hanno
dovuto soffrire per tutti i secoli, ma cio' li ha anche resi piu' forti; i
deboli cadono, ma i forti sopravviveranno e non periranno mai".
Davvero straordinari sono stati i discorsi dei rappresentanti musulmano ed
ebraico oggi, nella moschea di Roma: gli uni a ricordare come ai tempi della
diaspora gli ebrei siano stati accolti e rispettati dai musulmani, anche in
Europa, in Spagna fino alla "Reconquista" del 1492; gli altri a portare la
loro solidarieta' per l'offesa arrecata al profeta Mohamed dalle vignette
blasfeme. Poi Riccardo Di Segni ha ricordato cio' di cui parlava la piccola
Anna Frank: proprio perche' perseguitati da secoli, eppure oggi pienamente
integrati nella nostra societa', gli ebrei possono essere di esempio e aiuto
per una migliore integrazione dei fratelli musulmani.
Un grande esempio anche per la Chiesa cattolica e per tutti i politici.
"Grideranno le pietre" se noi taceremo, aveva detto Gesu'. Oggi le pietre
hanno gridato.

5. MEMORIA. STEFANO CICCONE: LA PERSECUZIONE ANTIEBRAICA NELLE UNIVERSITA'.
UN VIDEO E UN CONVEGNO
[Dal quotidiano "Liberazione" del 14 marzo 2006. Stefano Ciccone,
intellettuale e militante della sinistra critica, e' da sempre impegnato per
la pace e i diritti umani, e in una profonda e acuta riflessione individuale
e collettiva sull'identita' sessuata e nell'analisi critica e trasformazione
nonviolenta dei modelli e delle culture del maschile all'ascolto del
pensiero e delle prassi dei movimenti delle donne]

Ieri a Roma la presentazione di un video destinato alle scuole che affronta
un aspetto poco trattato della persecuzione antiebraica: l'espulsione di
scienziati ebrei dalle universita' e dai centri di ricerca italiani dopo la
promulgazione delle leggi razziali del 1938. A produrlo l'ufficio Parco
Scientifico dell'Universita' "Tor Vergata" di Roma nell'ambito del proprio
impegno di integrazione tra il mondo della ricerca e la citta'.
Roma vede la piu' alta concentrazione di enti di ricerca e alta formazione,
eppure questa realta' resta invisibile, estranea alla citta' che le sta
intorno. Per questo abbiamo deciso di raccontare la storia della citta'
della scienza che Roma non vede e non conosce.
Raccontando questa storia abbiamo trovato un buco nero. Quello rappresentato
dalla espulsione di scienziati ebrei, ma anche di quelli che rifiutarono di
aderire al regime. E non solo di scienziati come Volterra o il notissimo
Fermi, ma anche ragazzini e ragazzine espulsi dalle scuole.
Un'amputazione che non ha riguardato solo la nostra comunita', i nostri
quartieri, ma anche la cultura del nostro paese. L'umiliazione, la violenza,
la sofferenza subita dal figlio di un commerciante del portico d'Ottavia non
e' di una qualita' differente da quella subita da un grande matematico come
Castelnuovo, ma l'espulsione di questi intellettuali ha mutato la storia del
pensiero scientifico italiano.
Un caso, come ha notato Francesco Piva nel dibattito che e' seguito, di
incontro tra storia della scienza e la storia piu' in generale che smentisce
l'idea che la riflessione sulla scienza non appartenga alla riflessione
culturale.
*
Ma la scelta di ripercorrere l'espulsione degli scienziati di origine
ebraica dalle universita' italiane e rendere visibile la centralita' del
loro contributo (perduto) alla nostra cultura scientifica, permette di
mostrare come la vicenda della comunita' ebraica e della sua persecuzione
sia intrecciata alla storia del nostro paese e ne abbia segnato
l'evoluzione. Non sia altro. E come la nostra Europa sia irriducibile alla
caricatura di un Occidente unitario e cristiano. Ma non solo la storia della
comunita' ebraica e' fino in fondo storia del nostro paese: anche il
pregiudizio antiebraico e l'antisemitismo non nascono e non muoiono con il
nazismo e il fascismo ma affondano radici profonde nella storia e
nell'identita' dell'Europa e si ripropone nell'oggi.
Giorgio Israel ha ricordato come le stessi leggi razziali e tutte le scorie
che depositarono nella nostra legislazione vennero rimosse con grande
lentezza dal nostro ordinamento e dai nostri regolamenti ministeriali
lasciando segni fino agli anni '80.
Cosi' non pochi furono i protagonisti delle persecuzioni, i membri della
comunita' accademica che approfittarono dell'espulsione o di scienziati
ebrei per fare carriera nell'accademia e che nell'Italia repubblicana
mantennero i propri ruoli. Cosi' i figli dei perseguitati si trovarono a
leggere sul proprio libretto universitario la firma di quel professor Sabato
Visco complice delle persecuzioni dei padri e reintegrato come preside della
facolta' di scienze della Sapienza.
*
La scelta di raccontare a chi oggi va a scuola o all'universita' la
persecuzione degli ebrei italiani da questo punto di vista mira proprio ad
attualizzare una vicenda che rischiamo di relegare all'immagine dei film con
i soldati nazisti crudeli e i campi di concentramento.
Forse anche per questo il dibattito che si e' sviluppato non e' stato
scontato. A partire dall'ultimo fotogramma del video che provocatoriamente
propone l'immagine di immigrati reclusi in un Centro di permanenza
temporanea. Un'immagine che non poteva, come ha puntualizzato Israel,
paragonare con un impossibile parallelo i Cpt ai lager, ma ricordare che la
persecuzione antiebraica fu preparata e resa possibile dalle tante
disattenzioni, diffidenze, dal fastidio per la diversita' che segno' la
societa' civile europea e che oggi si ripresenta nelle nostre citta'. Anche
oggi tornano ad esserci persone, primi tra tutti gli zingari, che ai nostri
occhi sono "meno umani", e questo e' il pericolo da contrastare. Anche oggi
crescono le spinte identitarie, il ricorso alla categoria del "complotto
esterno" che danneggia il nostro paese, i veleni dell'intolleranza.
Come ha ricordato Sandro Portelli sui muri del palazzo dove veniva
presentato il video si possono leggere le nuove scritte razziste che con il
loro "islam raus" ripropongono consapevolmente una continuita' tra vecchio e
nuovo razzismo. Il razzismo, insomma, come fenomeno unitario, che assume in
diverse fasi e a diverse latitudini differenti bersagli del pregiudizio,
della paura e del disprezzo e che culmina nell'antisemitismo.
La discussione, anche animata, sull'oggi ha riproposto l'attualita' di una
complessa riflessione storiografica sulla shoa'. E' pericoloso relegare lo
sterminio degli ebrei in una unicita' che ci illuda della sua
irripetibilita' e al tempo stesso e' colpevole rimuoverne la specificita' in
un'annacquata sequenza di drammi e violenze che segnano la storia e il
presente dell'umanita' banalizzandone la vicenda. Il difficile equilibrio si
gioca e si misura sull'esito di queste differenti vie di fuga: quanto mirano
a distogliere lo sguardo e a pacificare le coscienze di fronte al ritorno
dell'intolleranza?
*
La vicenda del coinvolgimento della comunita' scientifica italiana nella
persecuzione antiebraica nel secolo scorso costringe a fare i conti con un
altro luogo comune. Il razzismo non e' frutto di mostri, non e' relegabile
in una devianza estranea alla nostra societa' e alla nostra storia, ma e'
figlio della nostra normalita' ed ha specifiche radici nella nostra cultura.
Non solo: e' impossibile anche ridurre l'antisemitismo a figlio
dell'ignoranza. E' esistita in Europa come hanno ricordato De Mauro e
Battimeli, una scienza che si e' posta al servizio del pregiudizio, una
tecnologia che si e' resa strumento di distruzione scientifica e sistematica
dell'altro ridotto a non umano. Ed anche oggi per contrastare la rinascita
del razzismo e dell'antisemitismo non basta far conoscere il passato, ma e'
necessario rilanciare continuamente una critica delle spinte identitarie,
delle degenerazioni xenofobe e scioviniste, della cultura di rifiuto della
diversita'. Lo sviluppo scientifico e tecnologico e' necessario ma non e'
sufficiente a costruire tolleranza e democrazia.
Il cd, contenente il video e materiale basato su interviste a donne e uomini
espulsi dalle scuole romane durante il fascismo, puo' essere richiesto
all'indirizzo: info at romascienza.it

6. MEMORIA. MARIA G. DI RIENZO: SUANNE GRANDE CORVO
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici
di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista,
giornalista, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto
rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento
di Storia Economica dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel
movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta'
e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di
Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti,
Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza
velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli
2005]

Nell'autunno del 1988, la squadra giovanile di basket femminile "Pine Ridge
Lady Thorpes" ando' a Lead, nel Sud Dakota, per giocare una partita. La
quattordicenne SuAnn Grande Corvo era titolare di un posto in squadra, e
gia' considerata una grande promessa per lo sport. Le ragazze del team di
Pine Ridge erano tutte native americane. Mentre si preparavano nello
spogliatoio, il rumoreggiare dei tifosi locali le raggiungeva distintamente:
urlavano a mo' di scherno false "grida di guerra" indiane. Il protocollo
prevedeva che prima della gara la squadra ospite, in fila, corresse sul
campo, facesse qualche tiro a canestro e poi si sedesse sulle proprie
panchine. Le ospitanti avrebbero fatto lo stesso dopo di loro, e poi la
partita sarebbe cominciata. Di solito le Thorpes entravano allineandosi per
altezza, con la piu' alta a guidare il gruppo. Percio' sarebbe toccato a
Doni De Cory entrare per prima, ma mentre la squadra, passata nell'atrio,
stava per fare il suo ingresso, i clamori divennero piu' forti. Ora, dalla
porta dell'atrio, le ragazze potevano vedere il pubblico: sventolando
manifesti sugli aiuti alimentari federali alle riserve indiane, i tifosi
urlavano "squaw" e "mangiabudella". Altri gridavano: "Dov'e' il formaggio?",
sottintendendo che se le ragazze native stavano in fila era per ricevere il
formaggio degli aiuti alimentari. Al baccano si era unita l'orchestrina del
liceo locale, che battendo i tamburi simulava una musica indiana.
Doni si giro' verso le sue compagne e disse: "Non posso affrontare questo.
Non ce la faccio". SuAnne si offri' di prendere il suo posto. Era cosi'
impaziente di farlo che la sua amica si insospetti': "Per favore, non
metterci in imbarazzo". E SuAnne rispose sorridendo: 'Non lo faro'". A
questo punto Doni le passo' la palla e SuAnne Grande Corvo si mise in testa
alla fila. Entro' per prima, palleggiando, con le compagne che correvano
dietro a lei. Sugli spalti, il rumore e gli insulti razzisti aumentarono
ancora. SuAnne guido' il gruppo verso il centro del campo, ma invece di
compiere il giro completo si fermo' la' in mezzo. Le ragazze, sorprese,
urtarono l'una contro l'altra ed al termine della fila l'allenatrice Zimiga
non riusciva a capire che stesse succedendo.
SuAnne si giro' verso Doni De Cory e le lancio' la palla. Poi entro' nel
cerchio disegnato a centrocampo, mettendosi di fronte ai tifosi urlanti. Si
apri' la giacca della tuta, la tolse, se la drappeggio' addosso a mo' di
scialle e comincio' a muoversi in una danza tradizionale Lakota (Oglala).
SuAnne aveva imparato le danze tradizionali fin da quando era molto piccola,
e aveva danzato spesso nei raduni delle riserve.
La danza che scelse, la "danza dello scialle", viene fatta da gruppi di
giovani donne, ed e' orgogliosa, ritmata e piena di grazia. Doni ricorda:
"Non potevo crederci. Era come se fosse ad un pow wow, avevo paura che i
tifosi venissero giu' dalle gradinate. E in quella SuAnne comincio' a
cantare". La ragazzina danzava e cantava in Lakota, ondeggiando avanti e
indietro nel cerchio, roteando la sua giacca nell'aria come uno scialle. La
folla ammutoli' di colpo.
"Tutti gli insulti, le parolacce, era come se lei le stesse rovesciando",
dice ancora Doni De Cory. Nel silenzio che si era creato, solo la voce di
SuAnne vibrava. La canzone Lakota riempi' lo stadio. Al termine del canto,
la ragazza lascio' cadere la giacca, prese la palla da Doni e corse in
cerchio sul campo palleggiando velocemente, in maniera esperta. Si slancio'
sotto canestro, si libro' nell'aria e mando' a segno la palla, fra le
ovazioni e gli applausi del pubblico. Le ragazze di Pine Ridge vinsero la
partita, ma avevano gia' vinto quando SuAnne termino' la sua danza con quel
canestro.
"Dopo la gara le relazioni fra noi e le ragazze della squadra di Lead
cambiarono enormemente", racconta Doni, "Quando ci incontrammo di nuovo nei
tornei il tifo era normale, e andavamo a mangiare la pizza insieme dopo la
partita. Conoscemmo anche alcuni dei loro genitori. Quello che SuAnne aveva
fatto non riuscivano a dimenticarlo, cambio' l'intera situazione. E
scoprimmo che fra le ragazze di Lead c'erano persone veramente in gamba".
La squadra di Pine Ridge, guidata da SuAnne che segno' il punto della
vittoria, risulto' prima nel campionato di stato l'anno successivo, 1989, il
solo team di basket femminile composto unicamente da native americane ad
aver conseguito questo trionfo. SuAnne stabiliva record (tre campionati
nazionali vinti, maggior numero di punti in una partita, maggior numero di
punti in una stagione, trofei e riconoscimenti), ma lo sport non era il suo
unico interesse. Miglior studente del suo corso, la ragazza uso
l'autorevolezza che aveva guadagnato per diventare una testimonial fra i
giovani contro l'abuso di droghe ed alcool, partecipando a conferenze in
tutti gli Usa, e giro' persino un video al proposito. Uno dei suoi sogni era
riuscire a creare un luogo, a Pine Ridge, ove i ragazzi e le ragazze
potessero esprimersi al meglio: "Un posto libero da violenza, droghe,
alcool, gelosie, razzismi. Io lo chiamo Citta' Felice". Quando incontrava
qualche coetaneo giu' di morale, SuAnne cominciava subito a narrargli la sua
visione e cercava di coinvolgerlo: "Bisogna lavorare molto, essere
impegnati, accettare le critiche, e si', farsi crescere un po' di pelle
dura, ma soprattutto non devi aspettare che sia qualcun altro a fare le cose
per te. Sei tu che devi agire".
SuAnne aveva solo 17 anni quando mori' in un incidente d'auto, il 9 febbraio
1992. Il suo sogno e' stato raccolto dalla sua coraggiosa famiglia e dalla
comunita' nativoamericana di Pine Ridge, con la fondazione del "Club per
ragazzi e ragazze" intitolato a suo nome e l'apertura del ristorante "Citta'
Felice, Usa". Ogni anno, il Club premia chi si e' impegnato particolarmente
per l'abbattimento dei pregiudizi razziali e per la risoluzione nonviolenta
dei conflitti nelle comunita'.

7. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 305-328 (DICEMBRE 2001) DE "LA NONVIOLENZA
E' IN CAMMINO"

* Numero 305 del primo dicembre 2001: 1. Peppe Sini, il Ministro degli
Affari Esteri ha detto; 2. Daniela Padoan, un incontro con le madri di Plaza
de Mayo; 3. Giulietto Chiesa, una crisi interna alla globalizzazione; 4. Una
lettera di Gerard Lutte dal Guatemala; 5. Oggi a Oristano per il commercio
equo e solidale; 6. Mario Di Marco, la banca etica a Viterbo; 7. Mao
Valpiana, per George Harrison; 8. Alcune iniziative di pace di oggi e
domani; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 306 del 2 dicembre 2001: 1. Pasquale Pugliese, e se; 2. Peppe Sini:
fermare la guerra, e tutto il resto viene dopo; 3. Silvana Silvestri, "Kabul
Kabul" di Sedika Mojadidi; 4. Francesco Comina, gioire per la carneficina;
5. Verso una legge per la formazione delle forze dell'ordine alla
nonviolenza; 6. Alcune iniziative di pace di oggi; 7. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 307 del 3 dicembre 2001: 1. Peppe Sini, l'unico modo per fermare le
stragi; 2. Alessandro Marescotti, l'Annuario della pace; 3. Benito
D'Ippolito, cerco di non pensarci; 4. Giovanna Romualdi, la testimonianza e
la riflessione di Cherifa Bouatta; 5. "Palermo chiama": un appello contro la
mafia; 6. Il periscopio di Fulminone: arrestate Giorgio il giovine; 7. "Il
paese delle donne" di questa settimana; 8. Indice dei numeri  275-304
(novembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. Alcune iniziative di
pace di oggi; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di
piu'.
* Numero 308 del 4 dicembre 2001: 1. Enrico Peyretti, il peso del sangue; 2.
Luisa Morgantini, un incontro della societa' civile afghana; 3. Giulio
Vittorangeli, il terrorismo dei disperati; 4. Amelia Alberti, la guerra
infinita; 5. Giovanni Benzoni, Venezia per la ricerca sulla pace; 6.
Giordano Segneri (a cura di), sintesi degli interventi del seminario su "Il
ruolo delle organizzazioni non governative (ong) nella prevenzione e
gestione delle crisi internazionali" (parte prima); 7. Marco Siino, alcuni
riferimenti dopo il convegno palermitano su Danilo Dolci; 8. Numerosi
parlamentari a favore della proposta di legge per la formazione delle forze
dell'ordine alla nonviolenza; 9. Letture: I quaderni speciali di "Limes", Le
spade dell'islam; 10. Letture: Giacomo Scotti, Storie di profughi e
massacri; 11. Letture: Isabelle Stengers, Scienze e poteri; 12. Riletture:
Norberto Bobbio, Profilo ideologico del '900; 13. Riletture: Italo Mancini,
Novecento teologico; 14. Riletture: Gianni Rodari, Grammatica della
fantasia; 15. Alcune iniziative di pace di oggi e domani; 16. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 309 del 5 dicembre 2001: 1. Peppe Sini, la pietra torni carne; 2.
Nadia Cervoni, oggi a Roma con Jihan Anastas e Debbie Lermann; 3. La cultura
della pace si presenta; 4. Simone de Beauvoir, a mani vuote e da solo; 5.
Ruth Benedict, delle piu' errate e ingannevoli; 6. Margaret Mead, il bambino
mundugumor; 7. Letture: Zygmunt Bauman, Voglia di comunita'; 8. Letture:
Giovanni Mantellassi, Panama, un canale diventato paese; 9. Letture: Fawzi
Mellah, Clandestino nel Mediterraneo; 10. Alcune iniziative di pace di oggi;
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* Numero 310 del 6 dicembre 2001: 1. Giovanni Scotto, le alternative alla
guerra esistono; 2. Giuliana Sgrena, vita minata in Afghanistan; 3. Farshid
Nourai: solidali con tutte le vittime, contro tutti i terrorismi; 4.
Conferenza mondiale delle religioni per la pace: invito al digiuno e alla
preghiera venerdi 14 dicembre; 5. Peppe Sini, tre banali osservazioni; 6.
Giordano Segneri (a cura di): sintesi degli interventi del seminario su "Il
ruolo delle organizzazioni non governative (ong) nella prevenzione e
gestione delle crisi internazionali" (parte seconda); 7. Oggi in Senato la
presentazione pubblica della proposta di legge per la formazione delle forze
dell'ordine alla nonviolenza; 8. Alcune iniziative di pace di oggi e domani;
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 311 del 7 dicembre 2001: 1. Peppe Sini, un passo avanti; 2. Giobbe
Santabarbara, e due indietro; 3. Alessandro Zanotelli, Pietro Ingrao ed
altri: dalla guerra non nasce giustizia; 4. Luigi Ciotti: solidarieta'
all'Associazione Nazionale Magistrati e mobilitazione delle coscienze; 5.
Nadia Cervoni, un incontro con Jihan Anastas e Debbie Lermann; 6. Alessandro
Marescotti e Loredana Fiore: ci ha lasciato Angelica Sansone; 7. Resoconto
della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per la
formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; 8. Assemblea nazionale
del MIR a Roma il 7-9 dicembre; 9. Un appello dell'associazione "Aiutiamoli
a vivere" per la solidarieta' con i bambini iracheni; 10. Alcune iniziative
di pace da oggi a domenica; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12.
Per saperne di piu'.
* Numero 312 dell'8 dicembre 2001: 1. Peppe Sini, una richiesta di aiuto e
consiglio ai miei amici israeliani; 2. Ali Rashid, il terrorismo va
combattuto in tutte le sue forme; 3. Fulvio Vassallo Paleologo, emergenza
profughi al Centro Santa Chiara a Palermo; 4. Oggi e domani a Venezia
l'editoria di pace; 5. Giordano Segneri (a cura di): sintesi degli
interventi del seminario su "Il ruolo delle organizzazioni non governative
(ong) nella prevenzione e gestione delle crisi internazionali" (parte
terza); 6. Un epitaffio apocrifo attribuito a Misone; 7. I quesiti di
Sarchiapone: il golpe della P2, oggi; 8. Bianca Guidetti Serra,
l'affermazione e la dimostrazione; 9. Mary Wollstonecraft: per esempio; 10.
Adriana Zarri, al di fuori; 11. Letture: Giulietto Chiesa, Vauro,
Afghanistan anno zero; 12. Letture: John K. Cooley, Una guerra empia; 13.
Letture: Ahmed Rashid, Talebani; 14. Riletture: Guenther Anders, L'uomo e'
antiquato (I e II volume); 15. Enrique Dussel, L'occultamento dell'"altro";
16. Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa; 17. Alcune
iniziative di pace di oggi e di domani; 18. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 19. Per saperne di piu'.
* Numero 313 del 14 dicembre 2001: 1. Farid Adly, per Safya; 2. Peppe Sini,
L'esercizio del silenzio e la botola della complicita'; 3. Alessandro
Marescotti, un digiuno per la pace; 4. Hildegard Goss-Mayr, perche' si
digiuna; 5. Amelia Alberti, tra petrolio e oppio; 6. Bruno Giaccone, una
preghiera; 7. Giulio Vittorangeli, gente di legno; 8. Antonio Rivolta,
alcuni improvvisati ottonari; 9. Giancarla Codrignani, una legge per la
formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine; 10. Antonio Mazzei,
polizia nonviolenta; 11. Giobbe Santabarbara: una legge per la legalita',
per la sicurezza pubblica, per la difesa dei diritti di tutti; 12. Elena
Gianini Belotti, nessuno mai; 13. Anna Kuliscioff, il carattere; 14. Sheila
Rowbotham, le conclusioni; 15. Letture: Noam Chomsky, 11 settembre; 16.
Letture: Luigi Pintor, Politicamente scorretto; 17. Letture: Antonietta
Potente, Un tessuto di mille colori; 18. Riletture: AA. VV., La vita come
noi l'abbiamo conosciuta; 19. Riletture: Shulamith Firestone, La dialettica
dei sessi; 20. Riletture: Bianca Guidetti Serra, Storie di giustizia,
ingiustizia e galera; 21. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 22. Per
saperne di piu'.
* Numero 314 del 15 dicembre 2001: 1. Il Parlamento europeo solidale con
Aung San Suu Kyi e Leyla Zana; 2. Umberto Santino, modello mafioso e
globalizzazione (parte prima); 3. Ynestra King, per la vita; 4. Peppe Sini,
la scelta di Gobetti; 5. Datteri iracheni per rompere l'embargo che uccide
4.500 bambini al mese; 6. Le chincaglierie del dottor Bucefalo; 7. Letture:
AA. VV., Don Primo Mazzolari; 8. Letture: Eduardo Galeano, A testa in giu';
9. Letture: Paolo Rumiz, Maschere per un massacro; 10. Riletture: Ernesto
Balducci, Giorgio La Pira; 11. Riletture: Krzysztof Kieslowski, Krzysztof
Piesiewicz, Decalogo; 12. Riletture: Adriana Zarri, Il figlio perduto; 13.
Da tradurre: Bartolome' de Las Casas, Obra indigenista; 14. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.
* Numero 315 del 16 dicembre 2001: 1. Marianella Sclavi, dal 27 dicembre al
3 gennaio a Gerusalemme a fare interposizione nonviolenta; 2. Umberto
Santino, modello mafioso e globalizzazione (parte seconda); 3. Anna
Picciolini, la terza assemblea della Convenzione permanente di donne contro
la guerra; 4. Il documento finale della terza assemblea della Convenzione
permanente di donne contro la guerra; 5. Marina Forti, la scuola delle
bambine a Kandahar; 6. Amelia Alberti, quell'immagine mostruosa; 7. Yukari
Saito, una lettera a Babbo Natale; 8. Norma Bertullacelli, cosa succede
nella scuola elementare; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per
saperne di piu'.
* Numero 316 del 17 dicembre 2001: 1. Giobbe Santabarbara, il genocidio in
corso; 2. Umberto Santino, modello mafioso e globalizzazione (parte terza e
conclusiva); 3. Convenzione permanente di donne contro la guerra, campagna
per un'Europa di pace; 4. Severino Vardacampi, alcune note per un incontro
sull'immigrazione e il razzismo in Italia; 5. Laura Boella, l'amicizia; 6.
Agnes Heller, perche' non dobbiamo tentare? 7. Dorothee Soelle, nessuno; 8.
Domenico Manaresi, nell'anniversario della scomparsa di Giuseppe Dossetti;
9. Luigi Bettazzi, ricordo di Giuseppe Dossetti; 10. La Fondazione
internazionale Lelio Basso per il diritto e la liberazione dei popoli; 11.
Peppe Sini, piccoli sillogismi senza importanza; 12. Salvare la vita di
Safya; 13. Liberta' per Leyla Zana; 14. Riletture: Enza Biagini,
Introduzione a Beccaria; 15. Riletture: Juliet Mitchell, Psicoanalisi e
femminismo; 16. Riletture: Giovanna Pezzuoli, Prigioniera in Utopia; 17. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'.
* Numero 317 del 18 dicembre 2001: 1. Luisa Morgantini, si parte il 27
dicembre; 2. Giuseppe Fava, i quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa; 3.
Convenzione permanente di donne contro le guerre: una proposta per l'otto
per mille; 4. Letture: Martin Luther King, "I have a dream"; 5. Letture:
Antonietta Potente, Gli amici e le amiche di Dio; 6. Riletture: Luigi
Ferrajoli, Diritto e ragione; 7. Riletture: Italo Mancini, Filosofia della
prassi; 8. Da tradurre: Didier Eribon, Michel Foucault; 9. Da tradurre:
Roger Grenier, Albert Camus, soleil et ombre; 10. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* Numero 318 del 20 dicembre 2001: 1. Hannah Arendt, non sono nati per
morire; 2. Hannah Arendt, il miracolo; 3. Hannah Arendt, la nascita; 4.
Giulio Vittorangeli, il nostro Natale; 5. Enrique Dussel: modernita',
globalizzazione ed esclusione (parte prima); 6. Dall'universita' per la
difesa dello stato di diritto; 7. Severino Vardacampi, una sottovalutazione;
8. Giobbe Santabarbara, alcuni equivoci; 9. Letture: Ernesto Ferrero (a cura
di), Primo Levi: un'antologia della critica; 10. Letture: Sara Ongaro, Le
donne e la globalizzazione; 11. Letture: Tzvetan Todorov, Memoria del male,
tentazione del bene; 12. Riletture: AA. VV., La cultura del 900; 13.
Riletture: Ernst Fraenkel, Il doppio Stato; 14. Riletture: Claudio Pavone,
Una guerra civile; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne
di piu'.
* Numero 319 del 21 dicembre 2001: 1. La morte di un poeta; 2. Enrique
Dussel: modernita', globalizzazione ed esclusione (parte seconda); 3. Aldo
Capitini, la porta da aprire; 4. MIR di Padova: un piano d'azione per il
decennio della nonviolenza e un modello di delibera da proporre ai consigli
comunali; 5. John Pilger, prede di guerra; 6. Anna Achmatova, anche questo
diverra' per la gente; 7. Peppe Sini, alla fermata dell'autobus; 8. Siti:
"Femmis"; 9. Letture: Stefano Allievi, La tentazione della guerra; 10.
Letture: Michele Gambino, Massimo Loche, Ali Rashid, Alberto Ventura,
Orgogli e pregiudizi; 11. Letture: Gore Vidal, La fine della liberta'; 12.
Riletture: Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta; 13. Riletture:
Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani; 14. Riletture: Primo
Mazzolari, Tu non uccidere; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16.
Per saperne di piu'.
* Numero 320 del 23 dicembre 2001: 1. Giobbe Santabarbara, sulla dialettica;
2. Susan Sontag, sul linguaggio totalitario; 3. Davide Melodia, un
epigramma; 4. Luca Kocci: riviste, case editrici e siti di pace, a Venezia;
5. Enrique Dussel: modernita', globalizzazione ed esclusione (parte terza e
conclusiva: schema e note); 6. Letture: Paola Carlucci, Associazioni di
donne a Firenze negli anni '80 e '90; 7. Letture: Gary Minda, Teorie
postmoderne del diritto; 8. Letture: Ernesto Oliva, Salvo Palazzolo, L'altra
mafia; 9. Letture: Vittorio Parola, Filippo Russo, La globalizzazione e la
crisi dell'impero americano; 10. Letture: Maria Teresa Siniscalco, Il
telegiornale a scuola; 11. Riletture: Ernesto Balducci, Il cerchio che si
chiude; 12. Riletture: Federico Caffe', La solitudine del riformista; 13.
Riletture: Danilo Dolci, Esperienze e riflessioni; 14. Riletture: Lanza del
Vasto, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio; 15. Riletture: Leopold Sedar
Senghor, Oeuvre poetique; 16. Peppe Sini, giornalismo; 17. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'.
* Numero 321 del 24 dicembre 2001: 1. Buone feste; 2. Amelia Alberti, un
compendio di crudelta'; 3. Nanni Salio: sulle orme di Lanza del Vasto,
esperienze di vita comunitaria nonviolenta; 4. Coordinamento comasco per la
pace: apriamo luoghi di pace; 5. Ettore Masina, una lettera agli amici; 6.
Alessandro Marescotti: pubblicato l'Annuario della pace, organizziamo
iniziative di presentazione; 7. I volontari dell'Aifo: alcuni dei mille
motivi per dire no alla guerra; 8. Letture: Cesare Pavese, Le poesie; 9.
Letture: Olivier Todd, Albert Camus, una vita; 10. Riletture: Franco
Basaglia, Scritti; 11. Riletture: Bertolt Brecht, L'abici' della guerra; 12.
Da tradurre: Nicasio Alvarez de Cienfuegos, Poesias; 13. Da tradurre:
Marie-Anne Lescourret, Emmanuel Levinas; 14. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.
* Numero 322 del 25 dicembre 2001: 1. Movimento Internazionale della
Riconciliazione e Movimento Nonviolento, campagna di obiezione per il
disarmo economico e militare; 2. Lidia Menapace, amica fa rima con parola;
3. Norma Bertullacelli, il 26 dicembre a Genova; 4. Alessandro Marescotti,
il sito di "Qualevita" e l'agenda "Giorni nonviolenti"; 5. Riccardo Orioles,
tre notizie; 6. Enzo Mazzi, Natale di guerra; 7. Umberto Santino: mafia,
mafie, crimine transnazionale; 8. Alcune azioni nonviolente per la pace in
Palestina ed Israele (parte prima); 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
10. Per saperne di piu'.
* Numero 323 del 26 dicembre 2001: 1. Mara Selvini Palazzoli, un metodo; 2.
Tiziano Terzani, il venditore di patate e la gabbia dei vecchi lupi; 3.
Alcune azioni nonviolente per la pace in Palestina ed Israele (parte
seconda); 4. Umberto Santino, finanza e crimine; 5. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 6. Per saperne di piu'.
* Numero 324 del 27 dicembre 2001: 1. Alcune facili e amare considerazioni;
2. bell hooks, un luogo di lotta; 3. Alcune azioni nonviolente per la pace
in Palestina ed Israele (parte terza); 4. Tzvetan Todorov, sulla strada
dell'inferno; 5. Umberto Santino, ecomafie; 6. Alcune riviste utili; 7. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 325 del 28 dicembre 2001: 1. Clara Levi Coen, la vera
caratteristica; 2. Aldo Capitini, dire no alla guerra; 3. Ettore Masina,
nostra sorella Safiya; 4. Dacia Maraini, storia di Safiya; 5. Alcune azioni
nonviolente per la pace in Palestina ed Israele (parte quarta); 6. Umberto
Santino, l'industria della morte: droghe, armi, organi umani; 7. Bruno
Cartosio, Ferruccio Gambino, la scomparsa di Marty Glaberman; 8. Marcello
Cini, quel no di Rasetti; 9. Filippo Gentiloni, David Maria Turoldo a dieci
anni dalla scomparsa; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per
saperne di piu'.
* Numero 326 del 29 dicembre 2001: 1. Simone de Beauvoir, contro
l'infelicita'; 2. Tre raccomandazioni su formazione alla difesa nonviolenta,
obiezione alle spese militari ed istituzione dei Caschi Bianchi accolte
dalla Camera dei Deputati nel 1998; 3. Jeremy Brecher, la folle corsa alla
guerra globale; 4. Stefano Levi Della Torre ed altri: un appello per la
ripresa del negoziato per la pace fra israeliani e palestinesi; 5. Una breve
storia delle donne in nero; 6. Umberto Santino, Stati-mafia; 7. Un appello
di alcuni insegnanti italiani per un dialogo di pace con le scuole dei
vicini paesi arabi e islamici; 8. Letture: Tahar Ben Jelloun, L'Islam
spiegato ai nostri figli; 9. Riletture: Carmela Baffioni, Storia della
filosofia islamica; 10. Riletture: Giulio Basetti Sani, L'Islam nel piano
della salvezza; 11. Riletture: Olivier Carre', L'Islam laico; 12. Riletture:
Henry Corbin, Storia della filosofia islamica; 13. Riletture: Augusto
Illuminati (a cura di), Averroe' e l'intelletto pubblico; 14. Riletture:
Khalida Messaoudi, Una donna in piedi; 15. Riletture: Rashid Mimouni, Dentro
l'integralismo; 16. Riletture: Taslima Nasreen, Vergogna; 17. Riletture:
Biancamaria Scarcia Amoretti, Tolleranza e guerra santa nell'Islam; 18.
Riletture: Giuliana Sgrena (a cura di), La schiavitu' del velo; 19. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'.
* Numero 327 del 30 dicembre 2001: 1. Primo Levi, agli amici; 2. Dario Fo,
Franca Rame ed altri: diritto al futuro. Il 19 gennaio una giornata di
civilta'; 3. Daniela Padoan, Federica Sossi, Luisa Muraro ed altri: solidali
con le Madri di Plaza de Mayo; 4. Valda Busani, interposizione nonviolenta
in Palestina; 5. Letizia Valli: l'azione nonviolenta della societa' civile
internazionale per la pace, i diritti umani e la convivenza in Israele e
Palestina; 6. Dino Frisullo: la notte di capodanno davanti a Palazzo Chigi
per la pace, la solidarieta', la dignita' umana; 7. Pax Christi, marcia per
la pace a Locri; 8. Severino Vardacampi, un quarto di fiele e tenga pure il
resto; 9. Riletture: Angelo Brelich, Introduzione alla storia delle
religioni; 10. Riletture: Ambrogio Donini, Lineamenti di storia delle
religioni; 11. Riletture: Mircea Eliade, La prova del labirinto; 12.
Riletture: Vittorio Lanternari, Movimenti religiosi di liberta' e di
salvezza dei popoli oppressi; 13. Riletture: AA. VV., Le grandi figure
dell'induismo; 14. Riletture: Vittore Pisani, Laxman Prasad Mishra, Le
letterature dell'India; 15. Riletture: Albert Schweitzer, I grandi pensatori
dell'India; 16. Riletture: Giuseppe Tucci, Storia della filosofia indiana;
17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'.
* Numero 328 del 31 dicembre 2001: 1. Mario Luzi, la notte lava la mente; 2.
Norma Bertullacelli, sul conflitto tra India e Pakistan; 3. Giulio Girardi,
i fondamenti ideologici della guerra mondiale in corso; 4. Valda Busani, da
Gerusalemme per la pace; 5. Gianfranco Bettin, apocalisse e nativita' a
Korogocho; 6. Riletture: Jose' Carlos Mariategui, Sette saggi sulla realta'
peruviana; 7. Riletture: Paul Ricoeur, La critica e la convinzione; 8.
Riletture: Marthe Robert, L'antico e il nuovo; 9. Riletture: Seyyed Hossein
Nasr, Ideali e realta' dell'Islam; 10. Riletture: Gianfranco Ravasi,
Qohelet; 11. Riletture: Gershom Scholem, Le grandi correnti della mistica
ebraica; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1240 del 20 marzo 2006

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