La domenica della nonviolenza. 100



==============================
LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
==============================
Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 100 del 19 novembre 2006

In questo numero:
1. Peppe Sini: Una parola
2. Manlio Dinucci: Finanziaria a mano armata
3. Angelo Cavagna: In digiuno contro l'aumento delle spese militari
4. Cristina Ricci (a cura di): Una bibliografia essenziale delle opere di
Heinrich Boell
5. Enrico Peyretti: Da Gandhi a oggi. Cento anni di nonviolenza
6. Luigi Ciotti: Gli Stati generali dell'antimafia
7. Riletture: Rosa Luxemburg, Scritti politici
8. Riletture: Rosa Luxemburg, Scritti scelti

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UNA PAROLA

In questi ultimi anni ogni sei mesi in Parlamento si discuteva e si votava
sulla prosecuzione o meno della illegale e criminale partecipazione italiana
alle guerre stragiste e terroriste in corso.
E regolarmente una maggioranza golpista e assassina votava contro la
Costituzione e contro l'umanita', per la guerra, le stragi, il terrorismo.
Fino allo scorso anno vi era una parte del parlamento che votava contro la
guerra, che votava contro l'assassinio. Questa estate di mille parlamentari
solo quattro (uno, due, tre e quattro, non uno di piu') hanno votato contro
l'omicidio, hanno votato contro le stragi. Mentre tante persone che ancora
ad aprile di quest'anno si dichiaravano per la pace e per il rispetto
dell'articolo 11 della Costituzione - e talune finanche per la nonviolenza -
vinte le elezioni si sono convertite alle virtu' dei plotoni d'esecuzione,
alla grazia dei bombardamenti a tappeto, alla bonta' degli scannamenti,
all'assassinio come una delle belle arti.
Un crimine, un'infamia e uno scandalo: ma uno scandalo, un'infamia e un
crimine visibili. Se in Italia vi fosse stato un movimento per la pace e per
la legalita' avrebbe potuto - e dovuto - insorgere in difesa della
Costituzione della Repubblica Italiana, del diritto di ogni essere umano a
non essere ucciso. E gli organi istituzionali preposti avrebbero dovuto,
quelle decisioni incostituzionali e assassine, non ratificarle (il
Presidente della Repubblica) o cassarle (la Corte costituzionale). Invece...
*
Ora il governo ha deciso di inserire direttamente nella legge finanziaria il
finanziamento alla partecipazione italiana alle guerre, cosicche' delle
guerre in corso alle quali l'Italia prende parte in Parlamento non se ne
discutera' neppure piu', su di esse neppure si dovra' votare piu'; si
continueranno, quelle guerre, e basta.
La violazione della Costituzione e' diventata routine, sbadiglio.
La partecipazione dello stato italiano alla commissione di omicidi di massa
non richiede piu' neppure un pubblico dibattito, un'alzata di mano.
La guerra e' divenuta il nostro pane quotidiano. Tanto a morire sono gli
altri, in luoghi lontani. E quando anche nostri concittadini tornano da quei
remoti luoghi inscatolati nello zinco e nel legno, coloro che li hanno
mandati a morire, invece di provarne un rimorso immedicabile, sulle loro
stesse salme vomitano la loro menzognera e sanguinaria logorrea, la loro
retorica mortifera, per la seconda volta assassinandoli.
A questo siamo giunti, a questo.
*
C'e' un nome per tutto questo: ma non lo scriveremo qui, non ce ne e'
bisogno, tutti sappiamo quale sia.
E c'e' un nome per il governo e per i parlamentari che tutto questo hanno
escogitato, deliberato, perpetrato: ma non lo scriveremo qui, non ce ne e'
bisogno, tutti sappiamo quale sia.

2. UCCIDERE COSTA. MANLIO DINUCCI: FINANZIARIA A MANO ARMATA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 novembre 2006. Manlio Dinucci e'
giornalista e saggista, direttore esecutivo della sezione italiana della
Ippnw. Tra le opere di Manlio Dinucci: (con Daniel Bovet), Tempesta del
deserto, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi), 1991;
Hyperwar, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi), 1991;
(con Umberto Allegretti e Domenico Gallo), La strategia dell'impero,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi), 1992]

La Finanziaria sara' varata con "i muri maestri intatti", assicura il
ministro Tommaso Padoa Schioppa. Ma dovrebbe essere piu' preciso: c'e' un
muro maestro, quello della spesa militare, che non solo restera' intatto ma
sara' rafforzato.
Il bilancio di competenza della difesa per il 2007 sale a 18.134,5 milioni
di euro rispetto ai 17.782,2 del 2006. E' quasi il doppio del bilancio di
competenza dell'universita' e ricerca ma ancora non basta. Per questo, ha
annunciato il ministro della Difesa Arturo Parisi, sono stati introdotti
nella finanziaria alcuni "correttivi".
*
L'articolo 113 istituisce un "fondo per le esigenze di investimento della
difesa", destinato a "programmi di investimento pluriennale, derivanti anche
da accordi internazionali", con una dotazione di 1.700 milioni di euro per
il 2007, 1.550 per il 2008 e 1.200 per il 2009: circa 4,5 miliardi in tre
anni. Questa e' pero' la punta dell'iceberg della spesa che l'Italia dovra'
sostenere per partecipare a tali programmi.
Solo per il caccia statunitense F-35 Lightning, si e' investito oltre un
miliardo di dollari e per l'acquisto di 131 caccia ci vorranno come minimo
altri 11 miliardi che si aggiungeranno ad almeno 7 miliardi di euro per
l'acquisto di 121 Eurofighter Typhoon.
L'articolo 187 istituisce un fondo di 400 milioni di euro per il 2007 e 500
per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per "la tenuta in efficienza dello
strumento militare, mediante interventi di sostituzione, ripristino e
manutenzione di mezzi e materiali". In altre parole: poiche' aerei,
autoblindo e navi da guerra si usurano soprattutto in missioni tipo quelle
in Afghanistan e Libano, occorrono ogni anno centinaia di milioni di euro
per tenerli in efficienza o sostituirli. Tali fondi non vengono pero'
prelevati dal bilancio di competenza della Difesa ma aggiunti dalla
finanziaria. E, poiche' bisogna incentivare l'arruolamento di volontari,
l'articolo 187 autorizza per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 la spesa
di 20 milioni di euro destinati alla "costruzione, acquisizione o
manutenzione di alloggi per il personale volontario delle Forze armate".
*
L'articolo 188 autorizza, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, la
spesa di 1 miliardo di euro per il finanziamento della partecipazione
italiana alle "missioni internazionali di pace". Tali fondi sono pero'
iscritti non nel bilancio di competenza della Difesa ma in quello del
ministero dell'Economia e delle Finanze. Se poi occorreranno piu' soldi di
quelli previsti, "il ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato,
con propri decreti, a disporre le relative variazioni di bilancio".
Con questi e altri "correttivi", la spesa militare italiana supera
ampiamente nel 2007 i 21 miliardi di euro, equivalenti a oltre 27 miliardi
di dollari: l'Italia si colloca cosi' come spesa militare al settimo posto
mondiale. Vi sono per di piu' altre voci di carattere militare nascoste
nelle pieghe del bilancio: tra queste un esborso di circa mezzo miliardo di
dollari per la manutenzione delle basi Usa in Italia; un altro, non
quantificabile, per i programmi previsti dall'accordo militare
italo-israeliano (Legge n. 94/2005).
*
Cosi', mentre si effettua una manovra finanziaria che direttamente e
indirettamente grava sulla maggioranza dei cittadini, si accresce la spesa
militare e si pongono tutte le premesse per un suo ulteriore aumento.
Il sacrificio vale pero' la pena: in tal modo - spiega il capo di stato
maggiore della difesa - l'Italia puo' avere "capacita' di intervento
efficace e tempestivo" nelle aree di "interesse strategico", dai Balcani al
Caucaso, dal Nord Africa al Golfo Persico. Cio' e' reso possibile da uno
strumento militare "proiettabile" dotato di spiccata capacita' expeditionary
coerente col "livello di ambizione nazionale". Ne fanno parte le forze
speciali che, spiega il ministero della Difesa, sono impiegate "in modalita'
occulta o clandestina" in "operazioni dirette a conseguire obiettivi di
natura militare, politica, economica o informativa in aree di difficile
accessibilita'". Tutto chiaro. Resta solo un dubbio: in quale capitolo di
bilancio e' inserito il finanziamento delle operazioni occulte e
clandestine?

3. APPELLI. ANGELO CAVAGNA: IN DIGIUNO CONTRO L'AUMENTO DELLE SPESE MILITARI
[Da Angelo Cavagna (per contatti: gavci at iperbole.bologna.it) riceviamo e
diffondiamo il seguente appello. Padre Angelo Cavagna e' religioso
dehoniano, prete operaio, presidente del Gavci (gruppo di volontariato con
obiettori di coscienza), obiettore alle spese militari, infaticabile
promotore di inizative di pace e per la nonviolenza. Tra le opere di Angelo
Cavagna: Per una prassi di pace, Edb, Bologna 1985; (a cura di, con G.
Mattai), Il disarmo e la pace, Edb, Bologna 1982; (a cura di), I cristiani e
l'obiezione di coscienza al servizio militare, Edb, Bologna 1992; I
malintesi della missione, Emi, Bologna; (a cura di), I cristiani e la pace,
Edb, Bologna 1996]

Ricordo bene la risposta perentoria di Romano Prodi, in periodo elettorale,
ad una domanda rivoltagli a Perugia, nella sede della Tavola della pace, sul
comportamento del suo eventuale governo in merito all'invio di soldati
italiani nei vari territori di guerra: "L'Italia ripudia la guerra! Articolo
11 della Costituzione. Basta!".
Pensai subito tra me che al tempo della Finanziaria non sarebbe piu' stato
necessario digiunare per protesta contro l'eccesso di spese militari.
Invece basta citare alcuni dati per ricavarne un aumento esorbitante delle
spese militari ed un taglio di quelle sociali. Conseguenza: oggi, 18
novembre 2006, inizio un nuovo digiuno, a giorni alterni, fino alla chiusura
della Finanziaria.
La spesa militare sale di 5 punti percentuali in piu' rispetto all'ultima
Legge di Bilancio licenziata dal governo di centrodestra.
Sedici senatori dell'Unione hanno scritto una lettera a Prodi, nella quale
si legge: "L'Italia e' al settimo posto nel mondo come spesa militare... Ti
ricordiamo che nel programma di governo ci sono tre riferimenti alla
necessita' di politiche di disarmo (pp. 90, 91, 109)".
Altro punto. La Focsiv (Federazione Organismi Cristiani di Servizio
Internazionale Volontario) fa notare che "inizialmente nella manovra erano
stati destinati alla Cooperazione Internazionale 600 milioni di euro, 218 in
piu' rispetto ai 382 assegnati dal governo Berlusconi"; fatto senz'altro
positivo. Pero' "ora si prospetta un taglio di 48 milioni di euro, rispetto
alla cifra promessa".
Inutile aggiungere altre prove e riflessioni.
Contro tale persistenza nell'aumento delle spese militari, a scapito di
tante spese sociali in ribasso, alle quali corrisponde un penoso arrancare
della povera gente (basti pensare allo sanita' pubblica ecc.), mi sento in
dovere di protestare contro un tale stato di cose.
Auspico su questo tema una grande unione di forze morali e politiche di
pace. Come gli anni scorsi la Campagna di digiuno per una Finanziaria di
pace e' in appoggio alla Campagna nazionale "Sbilanciamoci!", che e' lo
studio di proposta di modifica al testo di legge finanziaria presentato dal
governo per suggerire tagli e corrispondenti aumenti, sotto il profilo di
una politica di vita e di pace.
E' una voce della societa' civile nel suo complesso, mirata a costruire il
bene comune nazionale e internazionale a prescindere dall'area politica di
appartenenza.
L'appello ad aderire alla Campagna digiuni in una forma o l'altra (a giorni
alterni o in gruppo a staffetta o a giorni periodici, ad esempio tutti i
lunedi' o un altro giorno della settimana, o un giorno solo) e' rivolto a
tutti i cittadini, in particolare ai parlamentari, come gia' avvenuto negli
scorsi anni.
padre Angelo Cavagna, presidente del Gavci
*
I primi nominativi degli aderenti alla campagna digiuni: Angelo Cavagna,
Rosanna Mulas, Paolo Zignone, Paolo Spunta, Antonio Testoni, Martino
Ottomaniello.
*
Chi aderisce e' invitato a segnalarlo con precisione al Gavci (Gruppo
Autonomo di Volontariato Civile in Italia): c/o Villaggio del Fanciullo, via
Scipione Dal Ferro 4, 40138 Bologna, tel. e fax: 051341122, e-mail:
gavci at iperbole.bologna.it, sito: www.gavci.it
Per informazioni sulla Campagna "Sbilanciamoci!": tel. 0644361190, fax:
068841859, e-mail: lunaria at lunaria.org, sito: www.sbilanciamoci.org

4. MATERIALI. CRISTINA RICCI (A CURA DI): UNA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE DELLE
OPERE DI HEINRICH BOELL
[Ringraziamo Cristina Ricci (per contatti: criscristy at libero.it) per averci
messo a disposizione il seguente testo, estratto dalla sua tesi di laurea
"Il silenzio di Leni. Una ricognizione intorno al personaggio protagonista
di 'Foto di gruppo con signora' di Heinrich Boell" sostenuta all'Universita'
degli studi della Tuscia di Viterbo nell'anno accademico 2004-2005.
Cristina Ricci e' dottoressa in lingue e letterature straniere, ha preso
parte a varie esperienze culturali e di solidarieta'.
Heinrich Boell e' nato a Colonia nel 1917, testimone degli orrori del
secolo, uomo di tenace, intransigente impegno morale e civile, una delle
figure piu belle dell'impegno per la pace e la dignita' umana. Premio Nobel
per la letteratura nel 1972. E' scomparso nel 1985. La sua bonta' dovrebbe
passare in proverbio. Opere di Heinrich Boell: tra le opere di narrativa
(che sono sempre anche di testimonianza) piu' volte ristampate: Il treno era
in orario (Mondadori), Viandante, se giungi a Spa. (Mondadori), Dov'eri,
Adamo? (Bompiani), E non disse nemmeno una parola (Mondadori), Racconti
umoristici e satirici (Bompiani), Il nano e la bambola (Einaudi), Opinioni
di un clown (Mondadori), Foto di gruppo con signora (Einaudi), L'onore
perduto di Katharina Blum (Einaudi), Vai troppo spesso a Heidelberg
(Einaudi), Assedio preventivo (Einaudi), Il legato (Einaudi), La ferita
(Einaudi), Donne con paesaggio fluviale (Einaudi). Tra le raccolte di saggi
e interventi: Rosa e dinamite, Einaudi, Torino 1979; Lezioni francofortesi,
Linea d'ombra, Milano 1990; Terreno minato, Bompiani, Milano 1990;
Fraternita' difficile, Edizioni e/o, Roma 1999. Opere su Heinrich Boell:
Italo Alighiero Chiusano, Heinrich Boell, La Nuova Italia, Firenze 1974;
Lucia Borghese, Invito alla lettura di Boell, Mursia, Milano 1990.
Segnaliamo, ma non ce ne dovrebbe essere bisogno, che per esigenze legate
alla peculiare forma di trasmissione per e-mail di questo foglio telematico
abbiamo costantemente sciolto graficamente l'umlaut nel dittongo "vocale +
e", ad esempio: "Boll" (con l'umlaut) e' qui sempre dato nella forma grafica
"Boell"; "Koln" (con l'umlaut), il nome tedesco della citta' di Colonia,
"Koeln"]

Nota: la seguente bibliografia si fonda in gran parte sulla bibliografia
primaria contenuta in Lucia Borghese, Invito alla lettura di Heinrich Boell,
Mursia, Milano 1980, 1990. Ovviamente si e' proceduto ad aggiornarla e si
sono effettuati riscontri diretti sui testi della bibliografia primaria e
secondaria boelliana in tedesco e in italiano.
*
- Der Zug war puenktlich, Middelhauve, Opladen 1949; ed. it. Il treno era in
orario, trad. di Bice Tribiletti, Istituto di Propaganda Libraria, 1958;
nuova traduzione di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1974.
- Wanderer, kommst du nach Spa..., Middelhauve, Opladen 1950; ed. it.
Viandante se giungi a Spa..., ne Il pane dei verdi anni e altri racconti,
trad. di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1961; in Lontano
dall'esercito, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1975; in
Viandante se giungia  Spa..., Mondadori, Milano 1987.
- Die schwarzen Schafe, Middelhauve, Opladen 1951; ed. it. La pecora nera,
in Racconti umoristici e satirici, trad. di Lea Ritter Santini e Marianello
Marianelli, Bompiani, Milano 1964.
- Wo warst du, Adam?, Middelhauve, Opladen 1951; ed. it. Dov'eri Adamo?,
trad. di Carlo Mainoldi,  Bompiani, Milano 1967.
- Nicht nur zur Weinachtszeit, Frankft. Verl.-Anst., Frankfurt/M. 1952;
trad. it. Tutti i giorni Natale, in Racconti umoristici e satirici, cit.
- Und sagte kein einziges Wort, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1953; ed. it. E
non disse nemmeno una parola, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori,
Milano 1955.
- Haus ohne Hueter, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1954; ed. it. Casa senza
custode, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1957.
- Das Brot der fruehen Jahre, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1955; ed. it. Il
pane dei verdi anni, ne Il pane dei verdi anni e altri racconti cit.
- So ward Abend und Morgen, Verlag Die Arche, Zuerich 1955; trad. it. Cosi'
fu sera e mattina e altri racconti sono contenuti ne Il nano e la bambola,
trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1975 (Die Waage der
Baleks, trad. it. La bilancia dei Balek, si trova invece in Racconti
umoristici e satirici, cit.).
- Unberechenbare Gaeste, Verlag Die Arche, Zuerich 1956; trad. It. Gli
ospiti sconcertanti, parte in Racconti umoristici e satirici, cit., parte ne
Il nano e la bambola, cit.
- Irisches Tagebuch, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1957; ed. it. Diario
d'Irlanda, trad. di  Marianello Marianelli, Mondadori, Milano 1961.
- Im Tal der donnernden Hufe, Insel-Verlag, Wiesbaden1957; ed. it. La valle
degli zoccoli tonanti, trad. di Ervino Pocar, Il Saggiatore, Milano 1960.
- Die Spurlosen, Hans-Bredow-Institut, Hamburg 1957.
- Doktor Murkes gesammeltes Schweigen und andere Satiren, Kiepenheuer und
Witsch, Koeln 1958; trad. it. La raccolta di silenzi del dottor Murke e le
altre satire in Racconti umoristici e satirici, cit.
- Erzaehlungen, Middelhauve, Opladen 1958 (raccolta di racconti precedenti).
- Der Bahnhof von Zimpren, List, Muenchen 1959; trad. it. La stazione di
Zimpren e Confessioni di un accalappiacani, in Racconti umoristici e
satirici, cit., gli altri ne Il nano e la bambola, cit.
- Billard um halbzehn, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1959; ed. it. Biliardo
alle nove e mezzo, trad. di Marianello Marianelli, Mondadori, Milano 1962.
- Erzaehlungen, Hoerspiele, Aufsaetze, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1961; ed.
it. Rosa e dinamite, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1979
(contiene alcuni articoli e saggi tra cui Lettera a un giovane cattolico).
- Ein Schluck Erde, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1962; ed. it. Un sorso di
terra, trad. di Hansi Cominotti, Einaudi, Torino 1964.
- Als der Krieg ausbrach. Als der Krieg zu Ende war, Insel-Verlag,
Frankfurt/M.-Leipzig 1962; trad. it. Quando scoppio' la guerra. Quando fini'
la guerra, in Il nano e la bambola, cit.
- Ansichten eines Clowns, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1963; ed. it. Opinioni
di un clown, trad. di Amina Pandolfi, Mondadori, Milano 1965.
- Hierzulande, Deutscher Tatschenbuch Verlag (Dtv), Muenchen 1963 (1964).
- Zum Tee bei Dr. Borsig. Acht Hoerspiele, Dtv, 1964 Muenchen (1975).
- Entfernung von der Truppe, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1964; ed. it.
Lontano dall'esercito, cit.
- Frankfurter Vorlesungen, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1966 (Dtv, Muenchen
1973); ed. it. Lezioni francofortesi,  trad. di Maria Maderna, Linea
d'Ombra, Milano 1990.
- Die Erzaehlungen, Insel-Verlag, Leipzig 1966: raccolta di racconti
precedenti, tranne Keine Traene um Schmeck, Niente lacrime per Schmeck, ne
Il nano e la bambola, cit.
- Ende einer Dienstfahrt, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1966; ed. it. Termine
di un viaggio di servizio, trad. di. Marianello Marianelli e Marlis
Ingenmey, Bompiani, Milano 1972.
- Aufsaetze, Kritiken, Reden, Kiepenheuer und Witsch, Koeln 1967, ( Dtv,
Muenchen 1973-1975, 2 voll.).
- Hausfriedensbruch. Aussatz, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1969; ed. it.
soltanto di Lebbra (Aussatz), trad. di Italo Alighiero Chiusano, ne "Il
Dramma", 10, 1971.
- Gruppenbild mit Dame, Kiepenheuer und Witsch, Koeln 1971; ed. it. Foto di
gruppo con signora, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1972.
- Gedichte, Literarisches Colloquium, Berlin 1972; ed. it. La mia Musa,
trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1974.
- Neue politische und literarische Schriften, Kiepenheuer & Witsch, Koeln
1973.
- Die verlorene Ehre der Katharina Blum, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1974;
ed. it. L'onore perduto di Katharina Blum, trad. di Italo Alighiero
Chiusano, Einaudi, Torino 1975.
- Berichte zur Gesinnungslage der Nation, Kiepenheuer und Witsch, Koeln
1975; ed. it. Rapporti sui sentimenti politici della nazione, trad. di Italo
Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1976.
- Literarische Schriften, Dtv, Muenchen 1975.
- Drei Tage im Maerz. Ein Gespraech (con Christian Linder), Kiepenheuer &
Witsch, Koeln 1975.
- Politische Schriften, Dtv, Muenchen 1976.
- Einmischung erwuenscht. Schriften zur Zeit, Kiepenheuer & Witsch, Koeln
1976; ed. it. (di una scelta da questa e dalle precedenti raccolte di saggi)
Rosa e dinamite. Scritti di politica e di letteratura 1952-1976, a cura e
trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1979.
- Werke. Romane und Erzhaelungen, Gertraud Middelhauve - Kiepenheuer &
Witsch, Koeln 1977-1978.
- Werke. Essaystische Schriften und Reden, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1978.
- Werke. Interviews 1961-1978, Kiepenheuer und Witsch, Koeln 1978.
- Werke. Hoerspiele, Theaterstuecke, Drehbuecher, Gedichte 1952-1978,
Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1978.
- Du faehrst zu oft nach Heidelberg und andere Erzaehlungen, Lamuv,
Bornheim-Merten 1979; ed. it. Vai troppo spesso ad Heidelberg. Racconti
1947-1979, trad. di Italo Alighiero Chiusano e Renata Buzzo Margari,
Einaudi, Torino 1981.
- Fuersorgliche Belagerung, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1979; ed. it.
Assedio preventivo, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi, Torino 1980.
- Une memoire allemande, Editions du Seuil, Paris 1978: ed. ted. Eine
deutsche Erinnerung (con Rene' Wintzen), Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1979;
ed. it. Intervista sulla memoria, la rabbia,  la speranza, a cura di Rene'
Wintzen, trad. dal tedesco di Maria Teresa Mandalari, Laterza, Roma-Bari
1979, nuova edizione col titolo La memoria, la rabbia, la speranza, Laterza,
Roma-Bari 2005.
- Was soll aus dem Jungen bloss werden? Oder: Igendwas mit Buechern, Lamuv,
Bornheim-Merten 1981; ed. it. Che cosa faremo di questo ragazzo? Ovvero:
qualcosa che abbia a che fare con i libri, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi,
Torino 1984.
- Vermintes Gelaende. Essayistische Schriften 1977-1981, Kiepenheuer &
Witsch, Koeln 1982; ed. it. Terreno minato. Saggi 1977-1981, trad. di Amina
Pandolfi, Bompiani, Milano 1990.
- Das Heinrich Boell Lesebuch, Dtv, Muenchen 1982.
- Das Vermaechtnis, Lamuv, Bornheim-Merten 1982; ed. it. Il legato, trad. di
Silvia Bortoli, Einaudi, Torino 1983.
- Die Verwundung und andere fruehe Erzaehlungen, Lamuv, Bornheim-Merten
1983; ed. it La ferita e altri racconti, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi,
Torino 1985.
- Bild Bonn Boenisch, Lamuv, Bornheim-Merten 1984.
- Ein- und Zuspraeche. Schriften, Reden und Prosa 1981-1983, Kiepenheuer &
Witsch, Koeln 1984.
- In eigener und anderer Sache. Schriften und Reden 1952-1985, Dtv, Muenchen
1985-1988.
- Weil die Stadt so fremd geworden ist (con Heinrich Vormweg), Lamuv,
Bornheim-Merten 1985; ed. it. Perche' la citta' si e' fatta straniera, trad.
di Fabrizio Rondolino, Editori Riuniti, Roma 1987; parte di questa
traduzione e' stata successivamente ripubblicata col titolo Il mestiere
inspiegabile, Editori Riuniti, Roma 1994.
- Frauen vor Flusslandschaft. Roman in Dialogen und Selbstgespraechen,
Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1985; ed. it. Donne con paesaggio fluviale.
Romanzo in dialoghi e monologhi, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi, Torino
1987.
- Die Faehigkeit zu trauern. Schriften und Reden 1983-1985, Lamuv,
Bornheim-Merten 1986; ed. it. La capacita' di soffrire. Scritti e discorsi
1983-1985, trad. di Maria Teresa Ferrari, Editori Studio Tesi, Pordenone
1990, una parte della traduzione italiana e' stata successivamente
ripubblicata col titolo Visto di transito, Editori Studio Tesi, Pordenone
1994.
- Wir kommen von weit her. Gedichte. Mit Collage von Klaus Staeck, Steidl,
Goettingen 1986.
- Rom auf den ersten Blick. Reisen. Staedte. Landschaften, Lamuv,
Bornheim-Merten 1987; ed. it. Roma  a prima vista, trad. di Fabrizio
Rondolino, Editori Riuniti, Roma 1987.
- Werke. Romane und Erzhaelungen, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1987.
- Erinnerungen eines jungen Koenigs. Geschichten von Kindern, Kiepenheuer &
Witsch, Koeln 1993; ed. it. Memorie di un giovane re. Racconti
dall'infanzia, trad. di Giuseppina Oneto, Il Melangolo, Genova 1994; la
raccolta comprende tre racconti gia' pubblicati in Viandante se giungi a
Spa... cit., e tre ne Il nano e la bambola cit.
- Der Engel schwieg, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1992; ed. it. L'angelo
tacque, trad. di Giovanna Agabio, Einaudi, Torino 1996.
- Der blasse Hund, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1995; ed. it. Cane pallido,
trad. di Giovanna Agabio, Einaudi, Torino 1999.
- Fraternita' difficile, Edizioni e/o, Roma 1999, contiene il saggio di
Christa Wolf, Pur dolente il cuore divino perdura forte (per l'ottantesimo
anniversario della nascita di Heinrich Boell), e alcuni saggi di Heinrich
Boell, gia' pubblicati in raccolte precedenti.
- Kreuz ohne Liebe, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 2003; ed. it. Croce senza
amore, trad. di Silvia Bortoli, Mondadori, Milano 2004.
- Der General stand auf einem Huegel, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 2002; ed.
it. Prigioniero a Parigi e altri racconti, Mondadori, Milano 2005.

5. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: DA GANDHI A OGGI. CENTO ANNI DI NONVIOLENZA
[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per averci
messo a disposizione il seguente intervento pubblicato nel "Messaggero di
sant'Antonio", novembre 2006.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio,
ed uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha
insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e
diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora
regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno
Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e'
membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace
delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista
"Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro
Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e
del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie
prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non
uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il
Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la
guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei
Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e
politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile
nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza
guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di
cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie
Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico
Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte
riproposta anche su questo foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari
suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e
alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu'
ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731
del 15 novembre 2003 di questo notiziario.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo
pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della
nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio
d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di
convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra,
avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro
la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della
nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito
del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico.
Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la
teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione
economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il
30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di
quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e
che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti
discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione,
della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un
giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una
natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere
contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua
riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede
significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In
italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza,
Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e
autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la
liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton;
Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura
della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e
fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi
sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di
frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da
Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio
pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato
l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi
ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali
della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono
stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi
massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda
il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi:
tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente
accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro
di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung,
Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente
detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il
Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il
Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il
Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e'
quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia
cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti
nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente
utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L.
Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti
Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci,
Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di
Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti
pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero
nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark
Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini,
L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con
la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini)
2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi
in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006]

L'attualita' di Gandhi oggi e' tanto maggiore quanto piu' grave e' il peso e
la distruttivita' della guerra (con minaccia nucleare della superpotenza) e
di ogni altra violenza (economica, razziale, culturale). Proprio l'11
settembre 1906, cento anni fa, nell'Empire Theatre di Johannesburg, Gandhi
esprimeva in una grande assemblea l'idea del satyagraha, la nonviolenza
positiva e attiva, al di la' della "resistenza passiva". Questa idea e
questo metodo Gandhi applichera' e sviluppera' per tutta la vita. Per un
caso felice, l'11 settembre, oggi simbolo di violenza, inaugurava allora un
filone storico opposto, tutto positivo. Quest'anno, nel centenario, anche
"Repubblica" ha dedicato alcune pagine al Mahatma con buoni articoli di
Adriano Sofri, Federico Rampini, Enzo Bianchi. Ma da poco tempo abbiamo in
italiano proprio il racconto  di Gandhi, nel libro Una guerra senza
violenza. La nascita della nonviolenza moderna (Libreria Editrice Fiorentina
2005; titolo originale Satyagraha in South Africa, 1924-1925). Gandhi vi
descrive a lungo, vari anni dopo i fatti, le sue lotte in Sudafrica a difesa
degli immigrati indiani sfruttati e discriminati, e cosi' ci mostra
l'origine della sua concezione e dei suoi metodi di lotta nonviolenta.
Consiglio un breve chiaro opuscolo di Michel N. Nagler, Speranza o terrore?
Gandhi e l'altro 11 settembre (edito anche on line dal Centro Gandhi di
Pisa: www.centrogandhi.it). Vennero poi le sue lotta in India, per
l'indipendenza e, non meno, per la giustizia sociale.
Gandhi e' uno degli illuminati-illuminanti della storia umana (1). Chi crede
in Dio puo' vederlo come un suo inviato a testimoniare e proporre una via di
vita giusta. Nel secolo piu' violento della storia umana, con lui e'
comparsa la possibilita' pratica di risolvere conflitti collettivi acuti, di
modificare strutture violente, di convertire culture intrise di violenza,
senza usare nuova violenza, ed anzi elevando l'umana dignita'. Gandhi sapeva
di essere un comune mortale, fallibile: di lui si puo' discutere, ma, senza
dubbio, ha indicato all'umanita' un'alternativa efficace alla violenza.
Oggi l'umanita' rischia la distruzione totale, ma nell'esperienza di Gandhi,
nei movimenti da lui suscitati in tutto il mondo, nei piu' diversi
contesti - pensiamo a Martin Luther King cristiano ma anche a Badshah Khan,
"il Gandhi musulmano" (2) - possiamo imparare le virtu' interiori ed i modi
pratici di lottare per la giustizia coi soli mezzi della giustizia, percio'
di preservare la storia umana dalla distruzione. Ai cristiani Gandhi ha
fatto riscoprire la nonviolenza evangelica, troppo a lungo dimenticata.
La nonviolenza non e' una ricetta, ma una ricerca fondata nell'esperienza.
Se a qualcuno puo' sembrare follia, e' una follia piu' grande affidarsi
ancora alla violenza. Scriveva Camus: "Se l'uomo che spera nella natura
umana e' un pazzo, colui che dispera di fronte agli avvenimenti e' un
codardo".
Un grande studioso di Gandhi, Giuliano Pontara, nel suo prossimo libro
L'Antibarbarie (Edizioni Gruppo Abele), mostra che nel pensiero e azione di
Gandhi troviamo la piu' solida possibilita' per uscire dall'attuale sistema
mondiale violento.
Un altro studioso, Mark Juergensmeyer, nel libro Come Gandhi. Un metodo per
risolvere i conflitti (Laterza 2004), ci dice che, se cerchiamo la verita',
il metodo gandhiano ci permette di combattere ed essere morali nello stesso
tempo: "Se anche nient'altro dovesse cambiare, forse cambierete voi. E ci
avrete guadagnato non poco".
Anche in economia Gandhi ha sperimentato soluzioni giuste, fuori dal
capitalismo avido e dal comunismo imposto. La sua idea e' il sarvodaya, il
benessere di tutti, da cercare nell'educazione al non-possesso,
nell'amministrazione fiduciaria ad utilita' generale, nel primato delle
persone umane sulle tecniche. Oggi in India, sotto il capitalismo ufficiale
duramente iniquo, reti di solidarieta' sociale costruiscono una economia
umana, senza violenza, che dobbiamo imparare, per esempio dai libri di
Vandana Shiva (3).
Soprattutto, l'eredita' di Gandhi, raccolta dai movimenti nonviolenti, e' un
ripensamento radicale della politica: non lotta per la supremazia, ma
servizio ispirato a una morale generosa, ad una religione universale
profonda, che Gandhi vedeva come un tronco di cui le religioni storiche sono
come rami. Non c'e' conflitto tra religione e politica se lo stato e' laico,
casa di tutti, e se la religione non cerca posizioni nella societa', ma e'
ispirazione di servizio e di amore.
*
Note
1. Consiglio anzitutto: Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza (Einaudi,
1996); R. Mancini, L'amore politico. Sulla via della nonviolenza con Gandhi,
Capitini e Levinas (Cittadella, 2005);  F. C. Manara, Una forza che da'
vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi (Unicopli, 2006).
Segnalo anche il mio Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di
Gandhi (Pazzini Editore, 2005), destinato specialmente ai giovani come
breve, chiara introduzione a Gandhi.
2. Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Sonda, Torino 1990.
3. Vandana Shiva, Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001;
Terra madre, Utet, Torino 2002; Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano
2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della
globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli,
Milano 2006.

6. RIFLESSIONE. LUIGI CIOTTI: GLi STATI GENERALI DELL'ANTIMAFIA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 novembre 2006. Luigi Ciotti e' nato a
Pieve di Cadore nel 1945, sacerdote, animatore a Torino del Gruppo Abele;
impegnato contro l'emarginazione, per la pace, contro i poteri criminali; ha
promosso numerosissime iniziative. Riportiamo la seguente piu' ampia scheda
biografica dalla Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche: "Luigi
Ciotti nasce il 10 settembre 1945 a Pieve di Cadore (Bl), emigra con la
famiglia a Torino nel 1950. Nel 1966 promuove un gruppo di impegno
giovanile, che prendera' in seguito il nome di Gruppo Abele, costituendosi
in associazione di volontariato e intervenendo su numerose realta' segnate
dall'emarginazione. Fin dall'inizio, caratteristica peculiare del gruppo e'
l'intreccio dell'impegno nell'accompagnare e accogliere le persone in
difficolta' con l'azione educativa, la dimensione sociale e politica, la
proposta culturale. Nel 1968 comincia un intervento all'interno degli
istituti di pena minorili: l'esperienza si articola in seguito all'esterno,
sul territorio, attraverso la costituzione delle prime comunita' per
adolescenti alternative al carcere. Terminati gli studi presso il seminario
di Rivoli (To), Ciotti nel 1972 viene ordinato sacerdote dal cardinale
Michele Pellegrino: come parrocchia, gli viene affidata "la strada". Sulla
quale, in quegli anni, affronta l'irruzione improvvisa e diffusa della
droga: apre un Centro di accoglienza e ascolto e, nel 1974, la prima
comunita'. Partecipa attivamente al dibattito e ai lavori che portano
all'entrata in vigore, nel 1975, della legge n. 685 sulle tossicodipendenze.
Da allora, la sua opera sul terreno della prevenzione e del recupero
rispetto alle tossicodipendenze e all'alcolismo non si e' mai interrotta. E'
invitato in vari Paesi (Gran Bretagna, Usa, Giappone, Svizzera, Spagna,
Grecia, ex Jugoslavia) per tenere relazioni e condurre seminari sul tema ed
e' chiamato per audizioni presso il Parlamento europeo. Nei primi anni
Ottanta segue un progetto promosso dall'Unione internazionale per l'infanzia
in Vietnam. Sempre sul piano internazionale, promuove programmi di
cooperazione sul disagio giovanile e per gli ex detenuti in alcuni Paesi in
via di sviluppo. Nel 1982, contribuisce alla costituzione del Coordinamento
nazionale delle comunita' di accoglienza (Cnca), presiedendolo per dieci
anni: al coordinamento, oggi, aderiscono oltre 200 gruppi, comunita' e
associazioni. Nel 1986 partecipa alla fondazione della Lega italiana per la
lotta all'aids (Lila), nata per difendere i diritti delle persone
sieropositive, di cui e' il primo presidente. Nel marzo 1991 e' nominato
Garante alla Conferenza mondiale sull'aids di Firenze, alla quale per la
prima volta riescono a partecipare le associazioni e le organizzazioni non
governative impegnate nell'aiuto e nel sostegno ai malati. Nel marzo 1995
presiede a Firenze la IV Conferenza mondiale sulle politiche di riduzione
del danno in materia di droghe, tra i cui promotori vi e' il Gruppo Abele.
Nel corso degli anni Novanta intensifica l'opera di denuncia e di contrasto
al potere mafioso dando vita al periodico mensile "Narcomafie", di cui e'
direttore responsabile. A coronamento di questo impegno, dalle sinergie tra
diverse realta' di volontariato e di un costante lavoro di rete, nasce nel
1995 "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", un network che
coordina oggi nell'impegno antimafia oltre 700 associazioni e gruppi sia
locali che nazionali. Sin dalla fondazione, "Libera" e' presieduta da Luigi
Ciotti. Il primo luglio 1998 riceve all'Universita' di Bologna la laurea
honoris causa in Scienze dell'educazione; Ciotti accoglie il conferimento
del titolo accademico come un riconoscimento significativo dell'opera di
tutto il Gruppo Abele. Alle attivita' del Gruppo Abele, di cui Ciotti e'
tuttora presidente, attendono oltre trecentocinquanta persone che si
occupano di: accoglienza, articolata in due servizi di pronto intervento a
Torino; in otto comunita' che ospitano persone con problemi di
tossicodipendenza, di alcolismo o malate di aids; in un servizio di
accoglienza notturno per persone senza fissa dimora. Il gruppo Abele ha
anche promosso e gestito l'esperienza di una "Unita' di strada" a Torino, la
seconda attivata in Italia; lavori di tipo artigianale, informatico,
agricolo, condotti attraverso la costituzione di cooperative sociali e di
uno specifico progetto Carcere e lavoro; interventi di cooperazione
internazionale in Costa d'Avorio, Guatemala, Messico; iniziative culturali,
informative, educative, di prevenzione e formazione, che si svolgono
attraverso l'Universita' della Strada, l'Universita' Internazionale della
Strada, il Centro Studi, documentazione e ricerche, l'Ufficio Stampa e
comunicazione, la casa editrice Edizioni Gruppo Abele, la libreria Torre di
Abele, le riviste "Animazione sociale" e "Narcomafie", l'Ufficio scuola.
Luigi Ciotti e' stato piu' volte membro del Consiglio Presbiteriale ed e'
attualmente membro del Consiglio Pastorale della Diocesi di Torino. Da
alcuni anni tiene corsi di formazione presso la Scuola per vigili urbani di
Torino e provincia. Nei primi anni Ottanta e' stato docente presso la Scuola
superiore di polizia del ministero dell'Interno. Giornalista pubblicista dal
1988, Ciotti e' editorialista e collabora con vari quotidiani e periodici
(tra cui: La Stampa, L'Avvenire, L'Unita', Il Manifesto, Il Sole-24 Ore, il
Mattino, Famiglia Cristiana, Messaggero di Sant'Antonio, Nuovo Consumo),
scrive su riviste specializzate per operatori sociali e insegnanti,
interviene su testate locali". Opere di Luigi Ciotti: e' autore di vari
libri a carattere educativo, di impegno sociale, di riflessione spirituale;
tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Genitori, figli e droga, Edizioni
gruppo Abele, Torino 1993; Chi ha paura delle mele marce?, Edizioni gruppo
Abele - Sei, Torino 1992; Persone, non problemi, Edizioni gruppo Abele,
Torino 1994; Terra e cielo, Mondadori, Milano 1998; naturalmente ha anche
contribuito con propri interventi a numerosi testi collettanei]

Piu' di dieci anni fa, all'indomani delle terribili stragi del 1992-1993,
molte e importanti realta' associative decisero di dare vita a un nuovo
percorso di impegno civile fondando "Libera. Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie", perche' eravamo tutti consapevoli del fatto che per
battere le mafie non era piu' sufficiente il prezioso lavoro di magistratura
e forze dell'ordine sul versante della repressione, ma altrettante energie
dovevano essere spese per rafforzare il versante della prevenzione.
Da allora molta strada e' stata fatta, oggi sono piu' di 1.300 le realta',
piccole e grandi, entrate a far parte della rete di "Libera" per animare il
territorio, per costruire legalita' e partecipazione, per favorire il
riscatto delle terre soggiogate dalle mafie, per dare vita a cooperative di
lavoro per i giovani sui terreni confiscati alle cosche.
E oggi stiamo per compiere un altro passo in avanti con "Contromafie": e'
questo il nome cha abbiamo dato alla prima edizione degli "Stati generali
dell'antimafia".
A Roma si ritrovano associazioni di volontariato, amministrazioni locali,
scuole, cooperative, istituzioni governative e parlamentari, magistratura e
forze dell'ordine, esponenti delle chiese e della cultura, dello spettacolo
e dell'informazione.
Tre giorni [dal 17 al 19 novembre 2006 - ndr] in cui tracciare un bilancio
del lavoro svolto nei diversi ambiti e rilanciare proposte e progetti.
Il messaggio degli Stati generali e' duplice: e' oppositivo innanzitutto,
perche' esprime una contrarieta' di fondo alle mafie; ma e' soprattutto
positivo, in quanto si vuole evidenziare quanto e' stato realizzato sul
versante civile e istituzionale nel combattere le loro protezioni e, nel
contempo, elaborare e mettere a disposizione di tutti una serie di proposte
concrete, per costruire percorsi di liberta', cittadinanza, informazione,
legalita', giustizia, solidarieta' che, a partire dal valore fondamentale
della dignita' di ogni essere umano, siano il piu' valido antidoto al
proliferare della violenza mafiosa.
Nel pensare a questo momento ci e' stato di guida il prezioso insegnamento
di Giovanni Falcone, il coraggioso magistrato ucciso nel 1992: "E' tempo di
andare avanti, non con sterili declamazioni e non piu' confidando
sull'impegno straordinario di pochi, ma con il doveroso impegno ordinario di
tutti. In una battaglia che e' anzitutto di civilta' e che puo' e deve
essere vinta".
Con questo spirito ci apprestiamo a vivere queste tre giornate, per
partecipare alle quali arriveranno uomini e donne da ogni parte d'Italia: le
elaborazioni conclusive del nostro lavoro saranno raccolte nel "Manifesto
degli Stati generali dell'antimafia", sottoscritte dalle associazioni
partecipanti e consegnate al Presidente della Camera.
Una consegna che vuole essere non tanto un punto di arrivo, ma soprattutto
l'avvio di un confronto leale e franco con le realta' della politica e delle
istituzioni. Lo stesso confronto che ci auguriamo di vivere con il
Parlamento Europeo, quando alla fine di questo mese, una delegazione di
"Libera" sara' a Bruxelles per ragionare sulla possibilita' di estendere
questa nostra esperienza anche oltre i confini nazionali.
Il sogno di tanti anni fa si e' realizzato e oggi e' storia: siamo riusciti
a dare respiro e continuita' alla domanda di giustizia che da piu' parti si
esprimeva. In questo ci sono stati preziosi compagni di viaggio i familiari
delle vittime di mafia, alcuni dei quali oggi sono con noi. Con discrezione,
in punta di piedi, nel riserbo di un dolore privato che si e' fatto ansia di
riscatto collettivo, ci hanno insegnato che il miglior modo di onorare il
ricordo dei loro cari era costruire percorsi di impegno, di giustizia, di
democrazia.

7. RILETTURE. ROSA LUXEMBURG: SCRITTI POLITICI
Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, pp. 708.
A cura di Lelio Basso, un'utilissima antologia luxemburghiana.

8. RILETTURE. ROSA LUXEMBURG: SCRITTI SCELTI
Rosa Luxemburg, Scritti scelti, Edizioni Avanti!, 1963, Einaudi, Torino
1975, 1976, pp. CVIII + 760. A cura di Luciano Amodio, un'utilissima
antologia luxemburghiana.

==============================
LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
==============================
Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 100 del 19 novembre 2006

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it