Minme. 406



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 406 del 26 marzo 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Enrico Piovesana: Le nostre bombe sui bambini afgani
2. Maso Notarianni: Adesso basta
3. Daniele Lugli: Il Tibet e noi
4. Peppe Sini: Non un voto agli assassini
5. Il Forum sociale convocato dai complici degli stragisti
6. Agli amici professori che scrivono i menu per i ristoranti dell'avvenire
7. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
8. Marinella Correggia: Ecoalfabeto minimo
9. Liliana Moro presenta "Troppo belle per il Nobel" di Nicolas Witkowski
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: LE NOSTRE BOMBE SUI BAMBINI AFGANI
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente
articolo del 25 marzo 2008, dal titolo "La Via Crucis afgana" e il sommario
"Uova di cioccolato per i nostri bambini. Bombe per quelli afgani".
Enrico Piovesana, giornalista, lavora a "Peacereporter", per cui segue la
zona dell'Asia centrale e del Caucaso; e' stato piu' volte in Afghanistan in
qualita' di inviato]

Venerdi' sera, mentre le nostre citta' erano attraversate dalle fiaccolate
della Via Crucis, a Yakhdan, un villaggio sulle montagne dell'Afghanistan
meridionale, andava in scena la Passione del popolo afgano.
*
Un successo per la Nato
Secondo quanto riportano i bollettini di guerra della Nato, venerdi' notte
bombardieri B-1 e aerei A-10 hanno sganciato bombe Gbu-12 "asfaltastrade" e
bombe Gbu-31 da una tonnellata su "postazioni nemiche" nella provincia di
Uruzgan. Secondo i militari, "la missione e' stata un successo". Nei giorni
successivi, i comandi Nato hanno annunciato che almeno 40 "insorti" sono
stati uccisi nei raid aerei condotti in zona e proseguiti per tutta la
giornata di sabato.
*
Non per gli abitanti dei villaggi
"Sono arrivati in undici, donne e bambini sfigurati dalle ustioni provocate
dal bombardamento", racconta il chirurgo Marco Garatti dall'ospedale di
Emergency a Lashkargah, nella vicina provincia di Helmand. "Provengono dal
villaggio di Yakhdan, in Uruzgan. Hanno detto che il bombardamento e' stato
venerdi', verso mezzanotte, e che ci sono stati molti morti. Una delle donne
ha perduto suo figlio quella notte, mentre lo stava allattando. Ora e' qui
che allatta il bambino di un'altra donna, rimasta ferita. Tutti gli altri
pazienti dell'ospedale si stanno prendendo cura dei bambini, per tenerli un
po' su. E' una cosa bella da vedere".
*
Vittime dell'operazione "Scimitarra"
Dall'inizio di marzo, i comandi della missione Isaf-Nato, cui l'Italia
partecipa con quasi tremila soldati, hanno avviato l'operazione
"Scimitarra": una grande offensiva militare condotta contro le roccaforti
talebane in tutto l'Afghanistan, volta a prevenire la campagna di primavera
annunciata dalla guerriglia. I bollettini ufficiali parano di decine di
"insorti" uccisi ogni giorno. Ma sotto i colpi della scimitarra alleata
stanno cadendo anche molti civili innocenti, condannati dai nostri governi a
una Via Crucis senza fine.

2. AFGHANISTAN. MASO NOTARIANNI: ADESSO BASTA
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente
articolo del 25 marzo 2008 dal titolo "Adesso basta" e il sommario "Fino a
quando continueremo a credere alle oscene favole che ci raccontano?".
Maso Notarianni, giornalista, e' impegnato nell'esperienza
dell'organizzazione umanitaria Emergency e dirige "Peacereporter"]

Vi fa orrore quella foto [il volto di un bambino afgano martoriato - ndr]
che abbiamo usato per "aprire" PeaceReporter oggi? A noi si'. Molto.
Probabilmente e' anche contraria alla deontologia professionale. Ma non
sappiamo piu' cosa fare per scuotere le addormentate coscienze di chi ha il
potere.
Ogni giorno i bollettini della Nato, o dell'Isaf, o di Enduring Freedom ci
raccontano di azioni militari di terra e di aria. Cioe' rastrellamenti o
bombardamenti su villaggi afgani. Ogni giorno ci raccontano la favola dei
nemici colpiti, dei talebani sconfitti, dei pericolosi terroristi snidati.
E ogni giorno i nostri giornali e le nostre televisioni ignorano che in quel
Paese, dove l'Esercito Italiano ha la sua bella parte di responsabilita',
vengono massacrati bambini, donne, vecchi e uomini innocenti.
O meglio, colpevoli. Colpevoli di essere afgani, magari del sud, magari di
pelle e di pelo piu' scuri degli altri. E allora meglio ammazzarli da
piccoli, o meglio ammazzarne le donne. Sai mai che quei piccoli crescano,
sai mai che quelle donne mettano al mondo altri futuri pericolosi nemici.
Come faceva Erode, come abbiamo gia' fatto con i pellerossa, con gli indios,
con gli ebrei.
Isaf, Nato, Enduring Freedom? Sveglia, gente. Sono esattamente la stessa
cosa: una banda di assassini che vanno a sterminare una popolazione solo
perche' non ha nessuna intenzione di farsi rapinare del suo uranio, delle
sue preziose gemme, dei suoi metalli rari, della sua terra, preziosa perche'
vicina alla Cina, preziosa perche' scorciatoia nel trasporto della nostra
benzina.
Noi siamo parte di questa banda di assassini, e solo questo fatto ci
dovrebbe garantire - a tutti, sia chi agisce sia chi sta zitto a vedere o a
fingere di non vedere - una tremenda maledizione, se le maledizioni fossero
cosa reale.
Ci stiamo comportando esattamente come si comportavano i tedeschi durante il
terzo reich. Intorno a loro l'orrore, ma meglio fare finta di nulla. Che ci
potremmo fare del resto?
Stiamo combattendo i talebani, ci spiegano, perche' sono oscurantisti,
pericolosi, terroristi. Non fini e colti come quelli che da noi, lo vedi?,
alla fine si convertono pure.
Palle. Sono solo palle. E maledetto chi le racconta, maledetto anche chi ci
crede. La Nato, l'Isaf, Enduring Freedom, i Paesi che compongono questa
santa alleanza, fanno affari ogni giorno con regimi che in confronto quello
dei talebani era un faro di progressismo. Proteggono e armano dittatori di
ogni specie. Addestrano e organizzano bande di assassini pari loro.
Basta, basta prenderci per i fondelli. Noi sappiamo. E abbiamo le prove
delle vostre menzogne, della vostra ipocrisia grondante di sangue e assetata
di danaro sporco.
Non crediamo nelle maledizioni: se fosse, vi malediremmo, voi e i vostri
complici. Ma prendiamo qui e oggi l'impegno di non darvi respiro. E di
segare le gambe alle vostre menzogne come voi segate quelle delle donne,
degli uomini, dei bambini che state sterminando in nostro nome.

3. RIFLESSIONE. DANIELE LUGLI: IL TIBET E NOI
[Ringraziamo Daniele Lugli (per contatti: daniele.lugli at libero.it) per
questo intervento.
Daniele Lugli e' il presidente nazionale del Movimento Nonviolento, figura
storica della nonviolenza, unisce a una lunga e limpida esperienza di
impegno sociale e politico anche una profonda e sottile competenza in ambito
giuridico ed amministrativo, ed e' persona di squisita gentilezza e saggezza
grande]

Quando la neonata Repubblica popolare cinese proclama l'annessione del Tibet
e la attua, nel 1950, con le truppe "liberatrici del Tibet" da un regime
clericale, che tiene la grande maggioranza degli abitanti in uno stato
servile, la cosa non desta, internazionalmente, particolare emozione. Il
boicottaggio economico deciso quell'anno dagli Usa nei confronti della Cina
e' da tutt'altro motivato: dall'appoggio cinese ai nordcoreani nella
iniziata guerra di Corea. Lo stesso e' per il drammatico abbandono, nel
1959, da parte del Dalai Lama, dei suoi collaboratori, per l'esodo di
centinaia di migliaia di tibetani, per l'inizio della diaspora tibetana in
presenza di una feroce repressione. E' il Vietnam a prendere tutta
l'attenzione internazionale. E' ancora la sempre piu' sanguinosa guerra del
Vietnam nel 1965 a "oscurare" la perdita di ogni forma di indipendenza del
Tibet, ridotto a semplice regione autonoma della Cina.
La "questione tibetana" si afferma poi in gran parte grazie all'azione di
Tenzin Gyatso, che si fa apprezzare come maestro di spiritualita' e di
morale, capace di parlare ben oltre quanti vedono in lui il XIV Dalai Lama
(Oceano di Saggezza), emanazione del bodhisattva protettore del Tibet,
Avalokiteshvara. Anche in questo momento cosi' drammatico la sua posizione,
le sue proposte meritano la massima attenzione. L'insistenza sulla
necessita' del dialogo e sull'autonomia del Tibet all'interno della Cina
resta non solo l'opzione piu' umana e realistica, ma quella piu' aperta al
futuro. Sarebbe importante conoscere e comprendere cosa avviene e sta
avvenendo in Tibet ed attorno a quegli avvenimenti, a partire dalle
ricostruzioni e dalla disputa sui numeri. Le manifestazioni si sono avviate
con la dura repressione contro monaci pacificamente dimostranti ovvero con
la violenza contro i negozianti cinesi, beneficiari di uno sviluppo che non
tocca la popolazione tibetana? I morti quanti sono tra i dimostranti
tibetani, tra i cinesi aggrediti? Come in ogni conflitto, che si tinge di
etnicita', ognuno conta solo i suoi e adduce prove dubbie, se non inventate
di sana pianta. Non c'e' bisogno di andare in Tibet per averne piena
conoscenza: basta un'occhiata al vicino Kossovo.
Il Dalai Lama tiene invece conto di tutti. E' la severa pratica della
nonmenzogna che caratterizza la nonviolenza. Le sue proposte trovano un eco
nella parte piu' coraggiosa e avvertita della societa' cinese. Lo testimonia
una splendida lettera in dodici punti di intellettuali  cinesi, di diversa
formazione e provenienza, che richiamano le autorita' cinesi alla necessita'
del dialogo. Un'azione coerentemente nonviolenta e' in grado di aumentare
l'attenzione di tutti i cinesi alle condizioni della minoranza tibetana e il
loro consenso a forme di reale autonomia. Questa azione non da' nessuna
garanzia di successo, in compenso una scelta diversa fondata sulla violenza
e, come si comincia a sentire, sulla lotta armata, e' sicuramente
disastrosa.
La conflittualita' identitaria ed etnica e' contagiosa ed e' forse la causa
principale della composizione e scomposizione degli stati in ogni parte del
mondo. Puo' essere questa la speranza dei secessionisti, che criticano le
posizioni del Dalai Lama, e la preoccupazione delle autorita' cinesi, in un
paese che conta cinquantacinque minoranze riconosciute e la presenza di
estremismo islamico nello Xinjiang, confinante a nord con la provincia
tibetana. I padroni economici e politici del mondo non apprezzano certo una
destabilizzazione di queste immense aree. Per le autorita' cinesi poi sono
indispensabili dal punto di vista geopolitico. La provincia tibetana ha una
superficie quadrupla dell'Italia e, se si tiene conto del Tibet storico, la
dimensione raddoppia ancora. E' in atto una "corsa al West" della quale non
beneficiano le popolazioni residenti, ma i "coloni" han che vi si recano.
L'apporto al Pil complessivo non e' particolarmente rilevante, si parla
dell'uno per mille. Ma l'area e' egualmente preziosa: le superfici d'acqua
dell'altipiano sono un terzo della superficie lacustre del paese e qui
nascono i principali fiumi dell'Asia. Il controllo dell'acqua e' un'arma
strategica non meno importante del controllo del petrolio.
Ma una scelta orientata alla secessione non e' disastrosa solo perche'
destinata a un sanguinoso fallimento, ma anche se, incredibilmente, fosse
destinata al successo. La nascita di nuovi stati, dopo la caduta del muro di
Berlino, ha illustrato nel modo piu' convincente le vecchie affermazioni
secondo le quali il nazionalismo e' l'ultimo rifugio delle canaglie e la
nazione e' un gruppo di persone unite da un errore comune sui loro antenati
e da un'antipatia comune per i loro vicini. Non di questo c'e' bisogno.
Diverso e' il contributo di cultura, di modelli di vita, di etica che il
Tibet puo' dare. Vale ancora l'esempio del Dalai Lama, che e' un dono ben
oltre il suo Paese natale.
I paesi cosiddetti democratici possono aumentare la loro attenzione e
pressione, piu' efficace in tempo di olimpiadi. Noi possiamo pensare a un
digiuno televisivo, benefico sempre, particolarmente benvenuto in questa
occasione.

4. EDITORIALE. PEPPE SINI: NON UN VOTO AGLI ASSASSINI

Non un voto ai partiti responsabili dell'illegale e criminale partecipazione
italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.
Non un voto ai partiti responsabili della persecuzione disumana dei
migranti.
Non un voto agli assassini.
*
Votare e' necessario alle elezioni politiche: votare solo per quelle liste e
quelle candidature in testa di lista che anche in questi ulimi due anni
abbiano dato costantemente prova di una nitida e intransigente opposizione
alla guerra e al razzismo.
*
Votare e' necessario per difendere il diritto umano a non essere uccisi,
diritto che deve valere anche per chi e' nato o si trova in Afghanistan.
Votare e' necessario per difendere la legalita' costituzionale che
stabilisce che l'Italia ripudia la guerra, che stabilisce che chi nel
proprio paese non vede riconosciuti i diritti democratici che vigono in
Italia ha dritto di essere accolto nel nostro paese.
Votare e' necessario.
*
Ed e' necessario cominciare a costruire per le prossime elezioni le liste
elettorali necessarie: le liste della sinistra della nonviolenza. Era di
fondamentale importanza che queste liste ci fossero fin d'ora. Dalla loro
assenza misuriamo quanto a fondo ha scavato la corruzione, quanto grave sia
la diffusa subalternita' e complicita' - che viene pagata con la morte
altrui. Cominciare a costruire le liste della sinistra della nonviolenza per
le prossime elezioni occorre. Ed in queste di elezioni, frattanto, non un
voto al partito della guerra e del razzismo, non un voto ai sostenitori
della guerra e del razzismo, non un voto a chi ha governato in questo
decennio provocando la morte di infiniti innocenti.
Votare occorre, ma solo per le liste che abbiano in testa di lista persone
di cui possiamo verificare che abbiano dato prova da anni di una sincera
scelta di pace e di difesa dell'umana dignita', di un sincero impegno "per
l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza", come recita il titolo di un
appello promosso da Michele Boato, Maria G. Di Rienzo e Mao Valpiana.

5. LE ULTIME COSE. IL FORUM SOCIALE CONVOCATO DAI COMPLICI DEGLI STRAGISTI

Si riunira' a Roma tra qualche giorno il signor Coordinamento italiano per
il forum sociale mondiale eccetera eccetera.
Si riunira' convocato ed ospitato da signori che in questi due anni si sono
distinti per il loro sostegno al governo corresponsabile delle stragi in
Afghanistan, delle stragi dei migranti, della violazione del diritto
internazionale e della legalita' costituzionale, della violazione del primo
diritto di ogni essere umano: il diritto a non essere uccisi.
Chissa' che belle discussioni faranno, mentre brindano nei lieti calici col
sangue versato dalle vittime della guerra afgana, col sangue versato dalle
vittime della persecuzione ai migranti. Ci vorra' forse un poco di zucchero
per riuscire a ingurgitarlo.

6. LE ULTIME COSE. AGLI AMICI PROFESSORI CHE SCRIVONO I MENU PER I
RISTORANTI DELL'AVVENIRE

E' tanto e tale l'affetto che proviamo per gli amici professori che
disegnano oggi gli scenari di un astratto e remoto futuro, che vorremmo loro
ricordare che se ogni tanto interrompessero le loro soporifere lezioni per
fare una pausa, potrebbero ricordarsi di protestare contro la guerra in
corso, contro le stragi in corso, contro l'orrore presente che infinite
concrete vite umane disquatra e tronca.
Ma certo questo potrebbe irritare i potenti che finanziano i pensamenti e
gli istituti loro. E dunque fanno bene a restarsene sulle loro cattedre a
pensare e gorgheggiare trasognati le magnifiche sorti e progressive di
un'umanita' alla quale il disordine costituito sta purtroppo tagliando la
gola oggi.

7. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per
molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per
la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza.
Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del
commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di'
chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

8. RIFLESSIONE. MARINELLA CORREGGIA: ECOALFABETO MINIMO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 23 marzo 2008, col titolo "Piu' verdi e
meno al verde ai tempi della recessione" e il sommario "Ecoalfabeto per
risparmiare soldi, natura e sfruttamento. Dalla A alla Z, mali e disservizi
da evitare, beni e servizi da scegliere. Come approfittare della crisi per
una riconversione verde (ecologica) e rossa (equa) dell'economia".
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti;
scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi
dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della
nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia,
Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di
campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e
condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e'
dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto
molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso
delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e
Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger
Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice
di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto
climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia:
Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato
in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998;
Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni,
Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una
bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare
come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed
ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti
tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone
dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di),
Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra
Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana
di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007. La rivoluzione dei dettagli,
Feltrinelli, Milano 2007]

Acqua del rubinetto
Non comprando l'acqua ferma in bottiglia risparmiamo mezzo euro a testa al
giorno, e 200.000 tonnellate di plastica all'anno in Italia, enormi
quantita' di petrolio per la produzione e i trasporti.
Lettura: Piccola guida al consumo critico dell'acqua (Altreconomia, 2 euro).
*
Acqua da non sprecare
I riduttori di flusso, piccoli aggeggi dal costo di uno o due euro che si
applicano ai rubinetti e alle docce di casa, miscelano acqua e aria
permettendo un risparmio a parita' di servizio fino al 50%.
*
Affitto e cohousing
Almeno le spese extraffitto si possono ridurre con il cohousing, modello
variegato di comunita' residenziale a servizi condivisi e riproducibili
anche in un condominio (www.cohousing.it).
*
Alimenti proteici vegetali
Se la carne porta via un quarto del bilancio alimentare, ragione in piu' per
sostituirla con le proteine etiche, vegetali, ben piu' sostenibili,
accessibili a tutti al mondo, gustose!
Lettura: Cucina etica facile (Sonda).
*
Alimenti biologici
Il cibo bio costa quanto l'altro se: a) si comprano le materie prime
(frutta, ortaggi, cereali) per trasformarle in casa; b) si preferiscono le
bancarelle bio o i Gas (v.oltre); c) si usano cucinando anche le bucce, le
scorze.
*
Alimenti non pronti
Gli ortaggi gia' lavati, i piatti gia' cotti costano anche cinque volte piu'
delle materie prime - sfuse o con piccolo imballaggio - necessarie a
produrli. Evitarli risparmia soldi, plastica, polistirolo, e i tanti giri di
fabbriche.
*
Alimenti "vicini" e di stagione
Leggendo la provenienza di frutta, verdura e trasformati ed evitando pesche
a Natale, arance in agosto, asparagi in autunno e cosi' via (e la frutta
esotica) si risparmiano denaro e oltre 1,5 kg di anidride carbonica ogni
mille km percorsi da un kg di alimento (www.coldiretti.it).
*
Arredo usato
Dai mobili ai tendaggi, dagli oggettini agli scaffali, pescare dalla miniera
del gia' esistente fa risparmiare euri e legno (magari di foresta); e puo'
essere un acquisto solidale (www.manitese.it; www.emmaus.it).
*
Artigianato d'uso
Una brocca, un piatto, un asciugamano fatti da artigiani italiani o del
commercio equo costano di piu', ma belli come sono li faremo durare
moltissimo. Pagheremo lavoro piu' che materie prime.
*
Bicicletta
In media ogni 15 km percorsi in bici si risparmiano 3 kg di anidride
carbonica e almeno 1,5 euro se si lascia l'auto e fino a 2 kg di anidride
carbonica e un euro se si lascia la moto. Bici usate (con marce) presso le
ciclofficine.
*
Borraccia, bicchiere e thermos
Comodamente in borsa permettono di evitare anche fuori casa le bottiglie di
acqua ferma, molte lattine e contenitori di drink zuccherosi, montagnuzze di
bicchierini di plastica usa e getta, portando tisane, bevande e caffe' da
casa e potendo bere a qualunque rubinetto. Costano 10-15 euro e durano anni
e anni.
*
Borse di tela
Belle comode e durevoli sostituiscono gli inutilissimi nove miliardi di
shopper usa e getta usati ogni anno in Italia per portare la spesa a casa.
Risparmio di 5 centesimi a shopper.
*
Caffe' che sia equo
Al bar costa almeno 70 centesimi; quanti ne prendiamo al giorno al mese
all'anno? Conviene farlo in casa o in ufficio. Quello equo costa forse due
miseri euro al mese piu' dell'altro...
*
Caldo saggio/1
Due gradi in meno, una sciarpa in piu' e il clima ringrazia. Pure il
portafogli: anche senza riformare la casa o il sistema di riscaldamento,
abbassare la temperatura fa risparmiare il 6% per ogni grado ridotto.
*
Caldo saggio/2
Una valvola termostatica applicata ai radiatori costa una ventina di euro e
puo' far risparmiare fino al 20% dell'energia, dunque molti gas serra.
*
Caldo saggio/3
Sostituire lo scaldacqua elettrico con uno a metano o solare fa risparmiare
centinaia di euro e di kg di CO2 all'anno. E poi scoprire l'acqua fredda!
*
Car pooling
Se proprio serve l'auto su un dato tragitto, verso il lavoro o la scuola dei
figli, almeno condividiamola con altri viaggiatori a turno (individuandoli
fra i vicini). Cosi' la spesa e il carburante fossile si dimezzano, o piu'.
*
Car sharing
Attivo in varie citta', supera l'auto in proprieta' (www.icscarsharing.it).
L'auto condivisa si prende a pagamento solo quando serve. Risparmi di
centinaia di euro all'anno in spese fisse e minimizzazione dell'uso non
avendola a portata d'occhio.
*
Carta riciclata
Igienica o da fotocopie, da scuola o da ufficio, non costa piu' dell'altra,
basta trovarla(www.cartieraverdedellaliguria.it). Inoltre riciclare i fogli
e fotocopiare meno fa risparmiare energia, acqua e alberi e qualche
centesimo.
*
Comunicare anziche' cellulare
Evviva chi risparmia coltan e rifiuti elettronici tenendo il vecchio modello
e protegge le proprie cellule usandolo "come una radio di emergenza"
(secondo il consiglio di un esperto del Cnr di Bologna). Abbiamo tutti una
e-mail o una segreteria telefonica. Molto meno onerose anche in euro.
*
Elettrodomestici
Fanno l'80% della bolletta elettrica. Quelli di classe energetica migliore
costano di piu' ma si ammortizzano in pochi anni. Inoltre: molti si possono
sostituire con i manodomestici a energia umana (v. energia umana).
*
Energia umana
Perche' sprecarla in energivore palestre anziche' usarla produttivamente con
pedali e manovelle per sostituire macchinari a energia fossile? Biciclette.
Radio a manovella, come pile e mulini. Mani per lavare i piatti. Piedi per
camminare. I parchi sono ottime palestre; chiedere l'installazione degli
economici percorsi vita.
*
Fotovoltaico
Un impianto per produrre elettricita' dal sole richiede almeno 15.000 euro
ma con il conto energia (www.conto-energia-online.it/) si ammortizzano in
pochi anni e il resto e' guadagno. Ci sono anche gruppi d'acquisto
(www.jacopofo.com/pannellisolari).
*
Fresco
Mai superare i sei gradi di differenza fra dentro e fuori. Perche'
ghiacciare in estate sforando tutti i picchi nel consumo di energia? Meglio
il ventilatore, la coibentazione, le tende e... al bando le cravatte e le
giacche.
*
Giochi e regali
Fra le regole d'oro del neuropsichiatra infantile Giovanni Bollea: "Dar loro
meno, il consumismo apre le porte alla noia". Meglio i giochi meno
elettronici, quelli manual-mentali da tavolo, i giochi solari, quelli
autocostruibili, gli ecolibri costruiti insieme, i libri ecologisti.
Lettura: Il pianeta lo salvo io (Edt).
*
Gita fuori porta
Non solo a Pasquetta, ma tutto l'anno, scoprire bei luoghi vicini a cui si
arriva con i mezzi pubblici per un bel picnic al sacco ci permette anche di
trovare erbe e frutti abbandonati o selvatici.
*
Gruppi d'acquisto solidale (Gas)
Associarsi a un Gas o fondarne uno con altri amici o colleghi e' un modo per
ottenere beni di qualita' - alimenti, detersivi, pannelli solari,
ecovernici, cancelleria... - a prezzi inferiori e conoscendo i produttori.
*
Igiene, lavaggi e cosmesi
Detersivi, oli, shampoo e saponi si possono fare in casa con poco tempo e
molto risparmio (www.forumetici.org). Riscoprire il sapone di Aleppo o
Marsiglia invece dei bagnischiuma.
Lettura: Cosmesi naturale pratica (Stampa Alternativa).
*
Lampadine
Le lampadine a basso consumo costano dieci volte piu' di quelle a
incandescenza ma durano otto volte tanto e consumano un quinto
(www.dimagrisco2.it).
*
Luci
Spegnerle sempre quando non servono; idem per gli stand by che totalizzano
se accesi l'8% in media della spesa elettrica. Ecoeducatori: contestare le
luminarie comunali!
*
Pannolini lavabili
Senza richiedere fatica o operazioni spiacevoli, l'abbandono dei pannolini
usa e getta multinazionali fa risparmiare nei primi due-tre anni di vita
circa 2.000 euro, una tonnellata di rifiuti, molta acqua, cellulosa ed
energia. Incentivando i nuovi modelli di pannolini lavabili in cotone bio,
con sconti ai genitori, i comuni risparmiano 220 euro di smaltimento rifiuti
per ogni bambino
(www.provincia.fe.it/ecoidea/eco-vetrine/pannolini/comuni_ecopannolini.pdf).
*
Pannelli solari autoprodotti
La Rete per l'autocostruzione solare (www.autocostruzionesolare.it)
organizza corsi, laboratori, assistenza, gruppi d'acquisto per ridurre anche
a un terzo il costo dell'impianto, facendo in buona parte da se' (come in
Austria).
*
Piaceri e divertimenti
"La maggior parte dei piaceri non richiede il consumo di energia da
macchinari" (dal saggio-manuale utopico Bolo'Bolo). Consumi zero di materia
e di euri. Vedasi una camminata sotto un viale di tigli fiorito esercitando
i cinque sensi (anche il palato, quando si berra' la tisana fatta con i
fiori di tiglio raccolti, messi a essiccare all'ombra e conservati in
vasetti al buio).
*
Piatti da campeggio
Con coperchio e stoviglie, ci permettono di consumare nella pausa pranzo il
cibo preparato la sera prima; risparmio di almeno 5 euro al giorno, cibi
piu' sani, meno stoviglie usa e getta. Costo di acquisto ammortizzato in
tre-quattro giorni di servizio attivo.
*
Pubblicita'
Si ripercuote sul costo del bene/male. Ignorarla (clic mentale), e
rifiutarla se cartacea nella cassetta postale o brevi manu.
*
Regali saggi
Buste e cartoncini da lettera autorealizzati con collage di fiori secchi,
foglie, cordicelle, stoffe sono un vero regalo; poi borracce, piatti da
campeggio, lenzuoli sacco, borse di tela da noi decorate, brocche
artigianali, semi antichi da orto o frutteto.
*
Rifiuti zero
Minimizzarli, compostarli in condominio (chiedendo lo sconto sulla tariffa).
Ecoeducatori: chiedere la raccolta porta a porta, per non doversi caricare
del costo ecologico ed economico degli inceneritori...
*
Riparare
Se una riparazione costa tanto quanto un nuovo oggetto, scegliamo quella: si
sosterra' il lavoro di qualcuno ma senza sprecare materia.
*
Ristoranti d'amici
Invitarsi a turno la sera e' un buon modo per risparmiare convivialmente
decine di euro.
*
Scambio di ospitalita' per viaggi e vacanze
Macche' seconde case cemento-vacanza, o costosi alberghi. Io presto la mia a
te, lei presta la sua a me e via triangolando a seconda dei bisogni
(www.scambiocasa.com). Ancor meglio l'ospitalita' solidale Servas
(www.servas.it).
*
Sigarette
Anche 150 euro al mese (1.750 all'anno) se ne vanno in fumo per un male che
mina la salute, arricchisce multinazionali anglosassoni, e' coltivato con
pesticidi, tanta acqua e danni ai lavoratori...
Lettura: E' facile smettere di fumare se lo sai fare (Allen Carr). Costo 10
euro che si ammortizza in pochi giorni smoke-free.
*
Telefono fisso
La cooperativa Livecom (www.livecom.coop) e' un operatore telefonico non
profit. Tariffe speciali senza profitti multinazionali.
*
Vestiti usati
Il valore di usare abiti piu' volte in piu' persone e' anche economico.
Altro che comprare straccetti cinesi da quattro soldi subito da rottamare.
*
Viaggi vicini
Gli aerei low cost costano poco ma sono micidiali per il clima. Scoprire le
meraviglie che abbiamo intorno, o almeno a portata di treno, pullman,
traghetto. E su meno di 700 km l'aereo alla fin fine non e' piu' veloce (se
mettiamo nel conto anche i cambi e le attese).

9. LIBRI. LILIANA MORO PRESENTA "TROPPO BELLE PER IL NOBEL" DI NICOLAS
WITKOWSKI
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo la seguente recensione del libro
di Nicolas Witkowski, Troppo belle per il Nobel. La meta' femminile della
scienza, Bollati Boringhieri, Torino 2008, pp. 176, euro 25.
Liliana Moro, storica e saggista, docente di italiano e storia, fa parte
della Societa' Italiana delle Storiche e collabora con la Libera Universita'
delle Donne come docente. Si occupa di storia dell'istruzione e di storia
della scienza e collabora con la rivista "Il paese delle donne". Opere di
Liliana Moro: AA. VV., Profumi di donne, Cuen, 1997; con Sara Sesti, Donne
di scienza. 55 biografie dall'antichita' al duemila, Pristem - Universita'
Bocconi, seconda edizione 2002. E' una delle webmaster del sito
dell'Universita' delle donne, e cura in particolare le rubriche Storia,
Guerra, Pensiamoci e l'Agenda.
Nicolas Witkowski, fisico, e' autore di varie opere e articoli sulla storia
della scienza. Tra le opere di Nicolas Witkowski: La vasca di Archimede.
Piccola mitologia della scienza, Raffaello Cortina, Milano 1998; Storia
sentimentale della scienza. Le passioni all'origine del pensiero
scientifico, Raffaello Cortina, Milano 2003; Troppo belle per il Nobel. La
meta' femminile della scienza, Bollati Boringhieri, Torino 2008]

Hoc erat in votis.
Si attendeva un libro cosi'. Nicolas Witkowski e' uno scienziato e storico
della scienza che ne ripercorre la storia rilevando quanto le donne vi siano
state presenti. Uno spostamento di sguardo che permette di vedere non tanto
e non solo la loro sistematica cancellazione, denunciata ormai da tempo
dalle ricercatrici, scienziate e storiche, quanto piuttosto di attingere a
una globale storia della scienza, che e' stata fatta da uomini e da donne.
Siamo oltre la sorpresa delle pioniere che hanno iniziato a scoprire la
falsita' del pregiudizio che considera donne e scienza due concetti
incompatibili. Come scriveva Evelyn Fox Keller: "Mentre la scienza e' venuta
a significare oggettivita', ragione, freddezza, potere, la femminilita' ha
assunto il significato di tutto cio' che non appartiene alla scienza:
soggettivita', sentimento, passione, impotenza".
Un pregiudizio sfatato dall'imponente mole di informazioni raccolte nei
numerosi, soprattutto all'estero, repertori biografici di scienziate che
hanno raggiunto risultati significativi in ogni disciplina scientifica:
dall'astronomia alla medicina, dalla biologia alla fisica, dall'antropologia
alla matematica.
Qui Witkowski compie un passaggio ulteriore, abbandonando definitivamente la
narrazione al maschile, sovente misogina, che ha per lungo tempo
caratterizzato le vicende scientifiche.
Vengono cosi' in evidenza i segni lasciati in molte scienze da una lettura
che ha coperto con un'interpretazione "di parte" i vuoti di informazione. Ad
esempio sull'origine dell'umanita': "la preistoria, nata nel XIX secolo, ha
trasferito con grande naturalezza nei magdaleniani la mentalita' dell'epoca.
La signora Cro-Magnon rigava dritto, sottomessa al marito, i bambini
imparavano a scrivere sui muri e tutti, la domenica, andavano a pregare in
fondo a una grotta ornata a festa: si era appena inventata la religione".
Si vede qui che lo stile del libro ne e' pregio non secondario, tanto piu'
per un tema, come la scienza, sovente circonfuso da un'aura di sacralita'.
L'ironia e la freschezza rendono assai piacevole la lettura anche ai non
specialisti.
Altro pregio indubbio e' la vasta mole delle informazioni che riesce, con
leggerezza, a fornire. La rilevanza delle scienziate emerge dalla fitta
tessitura di relazioni in cui operarono e di rimandi culturali in cui sono
inserite.
Come nei ritratti di Mary Sommerville, che con un tratto sapeva rendere la
personalita', non solo il pensiero, dei grandi che incontrava, Witkowski
colloca cultori e cultrici di scienza, filosofia, letteratura nella
quotidianita' e nelle passioni che li hanno attraversati.
Il sogno di una realta' sconosciuta che abbacina come la lumescenza del
radio, desiderio e dannazione, non solo per Marie Curie.
La ricerca di felicita' sottesa alla vita di Sofja Kovalevskaja che "imparo'
la matematica attraverso la contemplazione" delle pagine del trattato di
calcolo differenziale che era stato usato per tappezzare la sua cameretta e
ne ebbe quindi una visione creativa. Una visione consona alla natura di una
disciplina che "mettendo da parte la caricatura scolastica che la
rappresenta come puro esercizio di logica rigorosa... e' il regno
dell'intuizione, del sogno e dell'immaginazione: qualita' tipicamente
femminili...".

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 406 del 26 marzo 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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