Voci e volti della nonviolenza. 328



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 328 del 28 aprile 2009

In questo numero:
1. Dal maggio 2007 all'aprile 2008
2. Ricciardo Aloisi: L'escalation (tre stasimi)
3. Al teatrino sanguinario dei voraci burattini. Il decisionista
4. Parla adesso il generale
5. Il ministro parla adesso
6. Arrivederci Roma
7. Furastico Corruschi: Dice solenne il ministro
8. Osvaldo Caffianchi: La guerra preventiva
9. Pitocco Debusconi: A Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio
10. Carogno Mozzarecchi: Una delazione
11. I morti libanesi
12. Marcolfo Alboini: Due forme della rassegnazione
13. Da un cantare del presunto talebano (progetto per un peana della
coalizione di centrodestrasinistra)
14. In cammino verso Tebe
15. Notte di Valpurga alla taverna di Auerbach
16. Ultime notizie dal fronte della civilta'. Parla ora il portavoce della
Nato
17. 6 agosto
18. Marcel Marceau
19. Luciano Bonfrate: Quando
20. Osvaldo Caffianchi: Assisi alla mensa degli assassini
21. Benito D'Ippolito: Lettera consolatoria all'amico e maestro Ottaviano,
in lutto per la morte della sorella Iride
22. Severino Vardacampi: Cinque distici senza perifrasi
23. Di questo
24. Luciano Bonfrate: La voce delle vittime
25. Marcello Corradeschi: Sinfonietta dei diritti umani
26. Benito D'Ippolito: Verra' un tempo
27. Fermare la guerra
28. Luciano Bonfrate: E poi
29. Benito D'Ippolito: Di Anna Bravo ascoltando le parole
30. Benito D'Ippolito: Leggendo un appello
31. Luciano Bonfrate: Il sangue degli afgani
32. Benito D'Ippolito: In un mondo fatto cenere
33. Luciano Bonfrate: Di un nuovo galateo
34. Benito D'Ippolito: Frattanto

1. EDITORIALE. DAL MAGGIO 2007 ALL'APRILE 2008

Riproponiamo qui alcuni interventi in versi, o giu' di li', apparsi nel
notiziario tra il maggio 2007 e l'aprile 2008. Abbiamo omesso testi gia'
piu' volte riproposti (ad esempio il quaderno delle "Dieci parole della
nonviolenza in cammino" riprodotto allora in "Voci e volti della
nonviolenza" n. 100 del 18 settembre 2007 e poi ancora in "Coi piedi per
terra" n. 77 del 18 febbraio 2008; ed i testi su Oscar Romero e su
Marianella Garcia riprodotti nelle "Minime" n. 401 del 21 marzo 2008).

2. RICCIARDO ALOISI. L'ESCALATION (TRE STASIMI)

E' come per il Vietnam: un ministro
della defensa, lugubre, ferale
dagli occhi di gatto, la voce di gelo
sazio il ventre gli abiti eleganti
del partito prominente della grotta del sesamo
annuncia l'invio di nuove armi, nuovi soldati
a massacrare i torvi contadini
per la gloria del regno millenario.

Altre persone moriranno ancora,
nuovi lutti, nuovo odio sorgera'.
Il governo italiano e' terrorista,
di menar stragi, di provocar stragi
scelse il governo.

E tu non sai fermare questo lento
inabissarsi in una sanguinaria
cupa anomia che tutto travia e rompe
e che travolge vite e dignita'.

*

Alla stazione, molti anni dopo
ancora attendo, ancora leggo l'Ecuba
di Euripide, lo so che tutti gli anni
migliori di mia vita sono andati
e nulla sono, e ancora attendo e ormai
solo la morte attendo, che mi liberi.

*

Le cose che puoi dirti solo in pianto
le cose che solo di schianto
puoi dirti e subito hai da rinnegarle
le cose che scivolano via
come la pioggia, come la malia
di questi giorni sempre fissi e uguali
di queste notti sempre grevi e nere.

E queste egre, nude, sole, fiere
parole
che ti discerpano e ti bruttano
e tu non dirle mai nel chiaro giorno
e tu non dirle alla persona amica.

3. AL TEATRINO SANGUINARIO DEI VORACI BURATTINI. IL  DECISIONISTA

Guerra fino allo sterminio
degli afgani rozzi e brutti.
E' gia' deciso.

Armi fino a averne ingombri
piazze, case e giardinetti.
E' gia' deciso.

Nuove basi militari
dei padroni d'oltremare.
E' gia' deciso.

Scudo utile a assestare
primo il colpo nucleare.
E' gia' deciso.

Ma se tutto e' gia' deciso
la democrazia a che serve?

4. PARLA ADESSO IL GENERALE

Noi non uccidiamo i civili.
Guardateli quei pezzenti
vestiti di stracci, famelici,
e' evidente che sono incivili.

5. IL MINISTRO PARLA ADESSO

Scendo in piazza a protestare
contro i perfidi decreti
del consiglio dei ministri.
Poi di corsa, il fiato grosso,
vo' al consiglio dei ministri
a votare quei decreti.

6. ARRIVEDERCI ROMA

Incontrandolo per caso in un'osteria trasteverina in cui ambedue
s'avvinazzavano, il nostro vecchio amico Cencio Sputarospi cosi' apostrofava
il Signor Presidente, che da parte sua non capiva una parola di quanto
Cencio gli diceva, e continuava a stonare Dixieland e spargere saliva.

Egregio presidente,
lei certo capira'
che tante vite spente
non sono una bonta'.

Egregio presidente,
di certo le dispiace
il motto impertinente:
la guerra non e' pace.

Egregio presidente,
per una volta ascolti
la voce della gente
la voce dei sepolti.

Egregio presidente,
di sangue ha sparso un mare
la guerra permanente
per sempre ha da cessare.

Poi si abbracciavano emettendo sconci rumori, si facevano un'altra fojetta,
e ad una voce intonavano La societa' dei magnaccioni. Altro che
L'Internazionale.

7. FURASTICO CORRUSCHI: DICE SOLENNE IL MINISTRO

Dice solenne il ministro:
"contro i violenti tolleranza zero"
e batte il pugno sulla scrivania.

Anch'io avrei fatto arrestare
George Bush, il governo italiano,
chiunque fa guerre e fa stragi.

8. OSVALDO CAFFIANCHI: LA GUERRA PREVENTIVA

Dice la televisione che un raid aereo
della coalizione di buona volonta'
ha colpito una scuola in Afghanistan
assassinando sette bambini.

Ammazzarli da piccoli e' l'essenza
della guerra preventiva. Sara' lieto
di tanta lungimiranza il colto pubblico.

9. PITOCCO DEBUSCONI: A SUA ECCELLENZA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Ha ddetto Busce che tocca fa' lo scontro
de civirta'.
E ssi cce moreno 'na munchia de ciovili
che cce vo' fa'?

Quanno la Cia comanna d'anna' 'n guerra
ce s'ha d'anna'.
Tanto a mmori' so' que' negri afficani
che nun cianno diritto de campa'.

Si ppoi je serve p'ammazzalle mejo
che je damo Vicenza
che ce ne frega a nnoi che stamo a Rroma?
prima la panza, e doppo la coscenza.

*

Signora Sua Eccellenza Presidente
der Consijo
io si' cche vve capiscio e ve rispetto
e spero mo' de nun parevve gretto
a favve 'na domanna bell'e schietta
che llei me po' risponne senza fretta
(e fatti sarvi i conti dell'erario):
mica che ce sarebbe 'n posto libbero
nun dico de sottosegretario
magara de cocchiere, o de famijo.

Io pure cio' ffamija, e ttanta fame.

10. CAROGNO MOZZARECCHI: UNA DELAZIONE

Gentile comandante della guerra
umanitaria, e lei signor ministro
e lei gentile signor direttore
della televisione, con gli ossequi
piu' deferenti alle eccellenze vostre
qui elenco altri presunti talebbani,
e li segnalo alle signorie loro
per i provvedimenti competenti.

Mi pare sia un presunto talebbano
il mio vicino che di notte fa rumore
(pregasi tuttavia non bombardare
l'appartamento, ma colpirlo mentre e' in auto).

Mi pare sia un presunto talebbano
tutto l'attacco del Real, l'intera
squadra del Chelsea (lo si noti bene:
giocano in Spagna e in Gran Bretagna, e' chiaro
che c'e' un rapporto con quegli attentati).

Mi pare sia un presunto talebbano
mio cugino che mi chiede sempre un prestito
(Goffredo, non Corrado che e' un brav'omo
e  non mi ha mai negato alcun favore).

Infine - ma se voi saprete agire
come si deve, da uomini veri,
di certo altri vi mandero' elenchi -
mi pare sia un presunto talebbano
quel Littel Tony Bler, quel Giorgio Busce,
e visto che ce so', pure Billade.

Gradiscano i saluti piu' distinti
e se ci fosse possibilita'
di comparire alla televisione
io sono sempre disponibile, anche
per qualche gioco a premi, e so cantare
e ballo il tango e il tuiste e gioco a bocce.

11. I MORTI LIBANESI

Tu
produci e vendi armi
cooperi affinche' con la violenza
sia retto e rotto il mondo e oppressi i popoli
mandi eserciti dove servirebbero case e scuole e ospedali
aiuti gli assassini

e ti stupisci
che gli assassini uccidano.

12. MARCOLFO ALBOINI: DUE FORME DELLA RASSEGNAZIONE

Il muselmann che cede, il denudato
che il cekista porta al plotone, il torturato
che recita a richiesta il calendario.

E quello che accettando il fascismo
ha fatto carriera ed e' oggi ministro.

13. DA UN CANTARE DEL PRESUNTO TALEBANO (PROGETTO PER UN PEANA DELLA
COALIZIONE DI CENTRODESTRASINISTRA)

Il presunto talebano
e' dovunque, e' ubiquo, e' immenso:
per disinfestarne il mondo
prima il napalm, poi l'incenso.

Il presunto talebano
e' feroce come un orco:
lo mitraglio da lontano
poi cadavere lo afforco.

Il presunto talebano
e' scorretto e indisponente:
tu lo ammazzi e quando muore
si traveste da innocente.

Il presunto talebano
e' un vigliacco sopraffino:
lo bombardi, e fatto a pezzi
si traveste da bambino.

Il presunto talebano
e' piu' furbo di un serpente:
tu gli spari una granata
e lui si dissolve in niente.

Il presunto talebano
e' dovunque, e' un'onda, e' un mare:
per disinfestarne il mondo
l'ora e' ormai del nucleare.

14. IN CAMMINO VERSO TEBE

Tu sai che la sfinge sei tu.
Che e' te stesso che devi contrastare.

Ogni uccisione la stessa uccisione.
Ogni persona l'intera umanita'.

Ogni colpo che affonda nelle carni
un diluvio di sangue che sconvolge
e terra e cielo.

Nulla salva il mondo
se non la scelta della nonviolenza.

15. NOTTE DI VALPURGA ALLA TAVERNA DI AUERBACH

Gli assassini fanno un meeting
i bombardamenti continuano.

Gli assassini fanno un meeting
continua il traffico di eroina.

Gli assassini fanno un meeting
continua il femminicidio.

Gli assassini fanno un meeting
il terrorismo cresce.

Tutto va bene, dunque.
E adesso un coffee-breack.

16. ULTIME NOTIZIE DAL FRONTE DELLA CIVILTA'. PARLA ORA IL PORTAVOCE DELLA
NATO

Cosi' composte nei loro sudari
dal commosso compianto circondate
dovrebbero esserci le vittime grate
di averle rese civili
da selvaggi straccioni che erano.

17. 6 AGOSTO

Dopo Hiroshima semplice e' la scelta.
La pace, o la fine della civilta' umana.
La nonviolenza, o la morte.

18. MARCEL MARCEAU

Senza parole sapeva parlare
al cuore delle persone
sapeva vedere le cose invisibili
creare intero il mondo con un gesto
colmare d'incanto gli occhi e le anime.

Contro il fascismo aveva combattuto
nella Resistenza, e per tutta la vita.

19. LUCIANO BONFRATE: QUANDO

Quando tu cedi a un orrore
un altro subito ne segue.

Cosi' non chiedere quando sia il momento
di iniziare a resistere. Il momento
e' adesso.

20. OSVALDO CAFFIANCHI: ASSISI ALLA MENSA DEGLI ASSASSINI

Assisi alla mensa degli assassini
gli arresi non credono piu'
che si debba e si possa resistere al male.

21. BENITO D'IPPOLITO: LETTERA CONSOLATORIA ALL'AMICO E MAESTRO OTTAVIANO,
IN LUTTO PER LA MORTE DELLA SORELLA IRIDE

Tutti i colori dell'arcobaleno non bastano
a restituire la luce di quella sola Iride
che ti era sorella.

Ma se una voce amica puo' lenire
l'immenso dolore che spacca le pietre
possa questa voce essere quella.

22. SEVERINO VARDACAMPI: CINQUE DISTICI SENZA PERIFRASI

A forza di pensarsi subalterni
si resta complici tutta la vita.

Chi alla guerra si e' prostituito
chiama estremista chi seppe resistere.

Chi vota gli assassini agli assassini
di assassinare ancora da' il potere.

La nonviolenza e' lotta, chi si e' arreso
alle uccisioni e al male, l'ha lasciata.

Fare le liste della nonviolenza
a questo serve: contrastare il male.

23. DI QUESTO

L'oggi che oggi e' oggi
domani sara' ieri.

Per te restera' oggi
ucciso dai bombardieri.

24. LUCIANO BONFRATE: LA VOCE DELLE VITTIME

Se tu avessi l'udito piu' acuto
certo la sentiresti la voce delle vittime

e non esiteresti allora a chiamare
assassini gli assassini che le uccidono.

25. MARCELLO CORRADESCHI: SINFONIETTA DEI DIRITTI UMANI

"Oh poverini
che duro lavoro e' il loro
di assassini"
(Nefasio di Panopoli)

I diritti umani
si sa, per tutti valgono
ma non per quei pezzenti degli afgani.

La democrazia
a chi somministrarla, e quanto, e come
lo sa la Cia.

La dignita' umana
ha bianca la pelle
maschio il sesso ed e' solo cristiana.

La civilta'
gliela insegnamo noi a staffilate
a quelli la'.

A suon di bombe
i barbari finiscan nelle tombe.

Ah che fatica, e che soddisfazione
essere i grandi del mondo insetticidi
e chi non e' d'accordo: nel bidone.

Per tutti vigono, si sa, i diritti umani
ma non per quei pezzenti degli afgani.

26. BENITO D'IPPOLITO: VERRA' UN TEMPO

Verra' un tempo penoso, odioso
di piu' cupe, piu' dure menzogne
verra' il tempo degli scalini liquefatti
dello sgretolarsi dei pensieri
delle carni disfatte in sabbia e fumo.

Verra' un tempo furioso, oltraggioso
di piu' nere, piu' atroci oppressioni
nessuna maschera avra' piu' nessun volto
e nessun volto avra' piu' vera carne
nessuna carne avra' piu' soffio vivo.

Verra' un tempo, il tempo del sangue
a rovesci di pioggia, a pallottole
che perforano i sacchi ed i grembi
se le srotoli e gli occhi vi figgi
tu vi leggi bestemmie indicibili.

Verra' il tempo, quel tempo e' venuto
queste bombe queste mine queste raffiche
ne fan semina in questa terra afgana
europei, americani. Figliuolo
tu ricorda e prepara giustizia
tu ricorda e prepara la pace.

27. FERMARE LA GUERRA

Fermare la guerra occorre.
Solo la nonviolenza puo' farlo.

28. LUCIANO BONFRATE: E POI

E poi c'e' la guerra dei ricchi contro i poveri
che non finisce mai.
Ed ogni giorno uccide.

29. BENITO D'IPPOLITO: DI ANNA BRAVO ASCOLTANDO LE PAROLE

E improvviso un raggio di luce
rompe talora queste grevi tenebre.

Come la voce di Anna Bravo, un'oasi
senza di cui non altro che deserto.

Come la voce di Anna Bravo, specchio
che splendida riflette intera integra
l'umanita'.

30. BENITO D'IPPOLITO: LEGGENDO UN APPELLO

Leggo un appello di Pietro Ingrao
e di tanti altri illustri signori
che chiedono di votare
per gli assassini della guerra afgana.

Miei vecchi amici, miei maestri antichi
cosa siete diventati
sotto questa pioggia di sangue e di fuoco
sotto questa pioggia di menzogna e vilta'.

31. LUCIANO BONFRATE: IL SANGUE DEGLI AFGANI

Il sangue degli afgani e' troppo scolorito
perche' si muova un dito
a che le stragi cessino.

Le grida degli afgani, e troppo son lontane
perche' le ascolti un cane
e ne provi pieta'.

Le vite degli afgani non sono nell'agenda
di chi per la prebenda
la madre venderebbe.

Ma il voto agli assassini
lo diano gli assassini.
Noi poveri meschini
piangiamo i nostri morti.

32. BENITO D'IPPOLITO: IN UN MONDO FATTO CENERE

E crudelmente il sangue degli afgani
spargeste a piene mani, e speravate
di farvi cosi' accetti cortigiani
dell'ultimo vassallo delle armate

onnivore imperiali, che di brani
di carne umana nutre scatenate
le torme dei suoi lupi e dei suoi cani
e il mondo fa deserto, e le stellate

notti colme dei fuochi delle bombe
e fracassando va le carni tenere
e dove erano case ora son tombe

e tutto ha Marte, e nulla piu' e' di Venere.
Ed ecco del giudizio gia' le trombe
risuonano in un mondo fatto cenere.

33. LUCIANO BONFRATE: DI UN NUOVO GALATEO

Chi dice che la guerra e' criminale
e' proprio inelegante
e crepi pur l'afgano, che e' povero e ignorante.

Chi dice assassino all'assassino
e' certo un gran cafone
e crepi pur l'afgano, la barba da caprone.

Chi dice del razzista che e' razzista
e' certo un impudente
e crepi pur l'afgano, che tanto non val niente.

Chi dice che e' golpista chi e' golpista
impenitente e' un veteromarxista
e crepi ognor l'afgano, e quello che l'avvista.

Chi dice la parola veritiera
e' certo un gran villano
e crepi ancor l'afgano, mane e sera.

34. BENITO D'IPPOLITO: FRATTANTO

Mentre le stragi, le stragi sono in corso
delle stragi i mandanti e i complici delle stragi
si irritano alquanto
con chi dichiara assassini gli assassini
e contro la guerra chiama ancora alla lotta.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 328 del 28 aprile 2009

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