Coi piedi per terra. 208



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 208 del 29 giugno 2009

In questo numero:
1. Un appello del professor Osvaldo Ercoli ai ministri economici
2. Il Cipe non ha deliberato il finanziamento del mega-aeroporto illegale a
Viterbo
3. La dottoressa Litta illustra a Viterbo le forti ragioni dell'opposizione
al mega-aeroporto
4. Anche l'illustre intellettuale Raniero La Valle aderisce all'appello
contro il mega-aeroporto
5. L'autorevole adesione del professor Nanni Salio all'appello contro il
mega-aeroporto
6. Una lettera all'assemblea provinciale di "Sinistra e liberta'"
7. Marinella Correggia: Economia ecologica
8. Paola Desai: Montagne
9. Marica Di Pierri: Oceani e comunita'
10. Un estratto dall'introduzione de "La bellezza e l'inferno" di Roberto
Saviano
11. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. DOCUMENTI. UN APPELLO DEL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI AI MINISTRI ECONOMICI
[Osvaldo Ercoli (per contatti: tel. 0761341145, e-mail:
osvaldo.ercoli at fastwebnet.it), gia' professore amatissimo da generazioni di
allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel
volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti,
e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita'
morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono
proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone al
mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.
Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area archeologica,
naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione]

Egregi ministri,
certo di interpretare anche la volonta' di tanti concittadini viterbesi vi
esorto a non deliberare il finanziamento di un'opera nociva, distruttiva ed
illegale come il mega-aeroporto che devasterebbe irreversibilmente l'ara
archeologica e termale del Bulicame a Viterbo.
Vi esorto a voler rispettare l'ambiente, la storia, la cultura, le vocazioni
produttive del territorio, i diritti dei cittadini, ed in primo luogo il
diritto alla salute.
Vi esorto a rispettare le leggi in vigore, leggi che proibiscono la
realizzazione del mega-aeroporto.
Vi esorto a non sperperare i soldi di tutti per un'opera che tutti
danneggia.
Distinti saluti,
Osvaldo Ercoli
Viterbo, 26 giugno 2009

2. BUONE NUOVE. IL CIPE NON HA DELIBERATO IL FINANZIAMENTO DEL
MEGA-AEROPORTO ILLEGALE A VITERBO
[Riportiamo il seguente comunicato del comitato del 27 giugno 2009 dal
titolo ""Il Cipe non ha deliberato il finanziamento del mega-aeroporto
illegale a Viterbo" e il sommario "Lo scorno della lobby degli attila
volanti. Il mega-aeroporto e' un crimine e una follia", comunicato gia'
apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"]

Il 26 giugno 2009 si e' svolta la seduta del Cipe, il Comitato
interministeriale per la programmazione economica: riunione nella quale,
secondo i roboanti reiterati proclami del sindaco di Viterbo, si sarebbe
dovuto deliberare uno stratosferico finanziamento per il mega-aeroporto a
Viterbo.
Invece il Cipe non ha deliberato alcun finanziamento al mega-aeroporto
illegale, nocivo e distruttivo.
Lo stesso sindaco di Viterbo, in una livida dichiarazione alla stampa
locale, ha dovuto ammettere lo scorno e naturalmente ha aggiunto
sproloquiando che la deliberazione e' solo rinviata, che il mega-aeroporto
comunque si fara', eccetera eccetera.
*
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo ritiene che sia ragionevole dedurre che
finalmente anche le istituzioni dello stato e gli staff di supporto tecnico
e giuridico dei ministeri stiano acquisendo piena contezza dell'illegalita'
dell'opera mega-aeroportuale; ed un'opera illegale non puo' essere
finanziata coi pubblici denari, poiche' quel finanziamento si configurerebbe
anch'esso come illecito e sarebbe quindi perseguibile tanto sotto il profilo
amministrativo che - e ancor piu' - sotto il profilo penale.
La documentazione autentica e' infatti incontrovertibile: il mega-aeroporto
e' privo dei requisiti previsti dalle vigenti legislazioni europea e
italiana; il mega-aeroporto viola le norme ed i vincoli di salvaguardia
presenti nell'area; il mega-aeroporto devasterebbe l'area archeologica e
termale del Bulicame; il mega-aeroporto devasterebbe fondamentali beni
ambientali e culturali; il mega-aeroporto devasterebbe l'agricoltura di
qualita' presente nel territorio; il mega-aeroporto recherebbe gravissimo
danno alla salute, alla sicurezza, alla qualita' della vita, ai diritti
soggettivi ed ai legittimi interessi della popolazione dell'Alto Lazio; il
mega-aeroporto provocherebbe il collasso della gia' fragile rete
infrastrutturale altolaziale; il mega-aeroporto implicherebbe uno sperpero
dissennato di soldi pubblici; il mega-aeroporto e' un crimine e una follia.
*
Desista il sindaco novello Attila dal voler imporre un'opera speculativa,
nociva, distruttiva, fuorilegge che danneggia e avvelena tutti i viterbesi.
Desista la lobby speculativa e truffaldina del mega-aeroporto dal protrarre
ulteriormente le sue sciagurate mene e le sue laide mistificazioni.
La lotta della popolazione viterbese per difendere la propria terra e la
propria vita dall'aggressione dei vandali volanti e' ogni giorno piu' ampia,
piu' consapevole, piu' forte.
Il mega-aeroporto a Viterbo e' illegale ed irrealizzabile.

3. INCONTRI. LA DOTTORESSA LITTA ILLUSTRA A VITERBO LE FORTI RAGIONI
DELL'OPPOSIZIONE AL MEGA-AEROPORTO
[Antonella Litta (per contatti: tel. 3383810091, e-mail:
antonella.litta at libero.it) e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e
per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo
di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno
alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per
l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e
collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile
dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute)
e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta
attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera
comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed
internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in
progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al
rispetto dell'ambiente]

Il 26 giugno 2009, nello stesso giorno in cui la lobby speculativa del
mega-aeroporto subiva il duro colpo del mancato finanziamento dal Cipe, la
dottoressa Antonella Litta, portavoce del comitato che si oppone al
mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo,
intervenendo a un convegno dell'"Italia dei valori" a Viterbo, ha esposto
ancora una volta le forti ragioni dell'opposizione all'insensato e illegale
progetto.
*
L'intervento della dottoressa Litta
Oltre a riassumere le decisive ragioni scientifiche e mediche, la dottoressa
Litta ha ricordato i termini essenziali della questione: ovvero che la
realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze:
a) lo scempio dell'area archeologica e termale del Bulicame e dei beni
ambientali e culturali che vi si trovano;
b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;
c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse
termali;
d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che
sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della
popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri
della citta');
e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia'
gravato da pesanti servitu';
f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;
g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di
salvaguardia presenti nel territorio.
*
L'intervento del Comitato degli agricoltori viterbesi
Allo stesso convegno e' intervenuto anche il rappresentante del Comitato
degli agricoltori viterbesi che si oppongono al mega-aeroporto: con un
linguaggio concreto, robusto e risoluto ha confermato il diritto e il dovere
di difendere la nostra agricoltura e la nostra terra, il nostro lavoro e le
nostre case, la nostra salute ed i nostri diritti; il diritto e il dovere di
opporsi al mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.

4. SOLIDARIETA'. ANCHE L'ILLUSTRE INTELLETTUALE RANIERO LA VALLE ADERISCE
ALL'APPELLO CONTRO IL MEGA-AEROPORTO

L'illustre intellettuale pacifista, gia' autorevole parlamentare della
sinistra indipendente, Raniero La Valle, ha espresso solidarieta'
all'appello per salvare il Bulicame dalla devastazione provocata dal
mega-aeroporto nocivo, distruttivo ed illegale.
In un messaggio di solidarieta' il sen. La Valle scrive tra l'altro: "sono
d'accordo con la vostra posizione contro il nuovo aeroporto di Viterbo...
Per dare maggiore valenza politica a tale opposizione, potrebbe essere
collegata, con analoghe motivazioni, alla lotta contro il Ponte sullo
Stretto. Con i migliori auguri per il vostro successo, Raniero la Valle".
Raniero La Valle e' nato a Roma nel 1931, prestigioso intellettuale,
giornalista, gia' direttore de "L'avvenire d'Italia", direttore di "Vasti -
scuola di ricerca e critica delle antropologie", presidente del Comitato per
la democrazia internazionale, gia' parlamentare, e' una delle figure piu'
vive della cultura della pace; autore, fra l'altro, di: Dalla parte di
Abele, Mondadori, Milano 1971; Fuori dal campo, Mondadori, Milano 1978; (con
Linda Bimbi), Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983; Pacem
in terris, l'enciclica della liberazione, Edizioni Cultura della Pace, S.
Domenico di Fiesole (Fi) 1987; Prima che l'amore finisca, Ponte alle grazie,
Milano 2003.

5. SOLIDARIETA'. L'AUTOREVOLE ADESIONE DEL PROFESSOR NANNI SALIO ALL'APPELLO
CONTRO IL MEGA-AEROPORTO

Il professor Nanni Salio, una delle figure piu' autorevoli della peace
research e della cultura ecologista e nonviolenta in Italia, ha aderito
all'appello contro il devastante ed illegale mega-aeroporto a Viterbo.
Il professor Salio ha aderito anche a nome del Centro studi "Sereno Regis"
di Torino e dell'Ecoistituto del Piemonte "Pasquale Cavaliere", due dei piu'
prestigiosi istituti di ricerca italiani nel campo della peace research e
dell'ambientalismo scientifico.
Giovanni (Nanni) Salio, torinese, nato nel 1943, ricercatore nella facolta'
di Fisica dell'Universita' di Torino, segretario dell'Ipri (Italian Peace
Research Institute), si occupa da alcuni decenni di ricerca, educazione e
azione per la pace, ed e' tra le voci piu' autorevoli della cultura
nonviolenta in Italia; e' il fondatore e presidente del Centro studi
"Domenico Sereno Regis", dotato di ricca biblioteca ed emeroteca
specializzate su pace, ambiente, sviluppo (sede: via Garibaldi 13, 10122
Torino, tel. 011532824 - 011549005, fax: 0115158000, e-mail:
info at serenoregis.org, sito: www.serenoregis.org). Opere di Giovanni Salio:
Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, Movimento Nonviolento, II
edizione riveduta, Perugia 1983; Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la
pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983; con Antonino
Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1984; Le centrali nucleari e la bomba, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1984; Progetto di educazione alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1985-1991; Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la
pace, vol. I. Le ragioni e il futuro,  vol. II. Gli attori principali, vol.
III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989; Le
guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1991; con altri, Domenico Sereno Regis, Satyagraha, Torino 1994; Il
potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine
mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995; Elementi di economia
nonviolenta, Movimento Nonviolento, Verona 2001; con D. Filippone, G.
Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001.

6. DOCUMENTI. UNA LETTERA ALL'ASSEMBLEA PROVINCIALE DI "SINISTRA E LIBERTA'"

Caro Umberto, cari amici di "Sinistra e liberta'",
in occasione della vostra assemblea provinciale consentitemi di augurarvi
buon lavoro e di segnalarvi l'opportunita' - direi anzi: l'urgente
necessita' - di un impegno anche di "Sinistra e liberta'" per impedire la
realizzazione di un nocivo, distruttivo ed illegale mega-aeroporto che
devasterebbe irreversibilmente l'area archeologica e termale del Bulicame.
Un impegno gia' espresso del resto sia da autorevoli rappresentanti di
"Sinistra e liberta'" a livello nazionale e locale, sia anche da altre forze
politiche e rappresentanze istituzionali, ad esempio dal Prc, dall'Italia
dei valori, e anche da alcuni amministratori locali e parlamentari del Pd.
Come hanno scritto Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia ed
Alessandro Pizzi in un appello diffuso alcuni giorni fa, ed al quale hanno
gia' aderito numerosissime personalita' della cultura e dell'impegno civile,
"La realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze:
a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che
vi si trovano;
b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;
c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse
termali;
d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che
sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della
popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri
della citta');
e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia'
gravato da pesanti servitu';
f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;
g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di
salvaguardia presenti nel territorio".
Caro Umberto, cari amici di "Sinistra e liberta'",
credo sarebbe cosa buona, anzi: necessaria, che "Sinistra e liberta'"
esprimesse un esplicito e persuaso impegno contro il mega-aeroporto, in
difesa del territorio, dei beni ambientali e culturali, dell'agricoltura,
dei diritti della popolazione viterbese.
Un cordiale saluto,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 26 giugno 2009

7. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ECONOMIA ECOLOGICA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 giugno 2009 col titolo "L'economia
ecologica"]

Spesso pensiamo che l'Europa sia piu' avanzata, sulle lotte ambientali.
"Invece la maggior parte di queste battaglie avvengono nel Sud del mondo, e
abbiamo tutto da imparare. La' ci sono le proposte piu' costruttive
dell'economia ecologica", diceva Joan Martinez Alier, dell'Universita'
autonoma di Barcellona, al convegno internazionale su "Economia ecologica e
crisi" tenuto a Roma giovedi', organizzato dall'associazione A Sud e dal
progetto europeo Civil Society Engagement with Ecological Economics (lunga
sigla che significa "impegno della societa' civile con l'economia
ecologica"), che lavora per superare il gap fra la ricerca accademica e la
conoscenza delle organizzazioni della societa' civile sul campo - quindi per
divulgare principi e pratiche dell'economia ecologica: e il primo e' che i
flussi di energia e di materie prime devono decrescere nel post-sviluppo.
Tuttavia, come ha detto Simron Jit Singh, indiano ricercatore in Austria,
"l'India e' tuttora un'economia estrattiva, che ha gia' usato fin troppo il
proprio capitale di risorse". E l'ha usato non per il consumo interno ma per
l'export: "Ricava poco denaro per molto danno...".
Al tempo stesso proprio la "societa' in movimento", soprattutto nel Sud del
mondo (Asia, Africa, Sudamerica) ha vinto diversi conflitti ambientali, ad
esempio costringendo a sospendere decine di megaopere (dighe, fabbriche,
miniere). Non solo: i poveri nelle campagne stanno dimostrando capacita' di
reazione e inventiva: Supriya Singh, del Center for Science and Environment
di New Delhi, ha spiegato che "poverta' e distruzione ambientale sono due
lati dello stesso problema". Ma ha anche raccontato che intere regioni
dell'India si sono mobilitate per gestire l'acqua in modo sostenibile, e con
misure intelligenti e drastiche sono riusciti a ricostruire le risorse
idriche e insieme l'agricoltura e la vita dei villaggi, nell'India rurale
che e' un'economia tutta basata sulle biomasse. L'India e' anche il paese
del National Rural Employment Guarantee Act (Nrega), la legge che per
ridurre la poverta' rurale garantisce un minimo di cento giorni lavorativi
pagati a ogni nucleo familiare: il programma prevede di usare questo lavoro
per riforestare e creare cisterne per la raccolta dell'acqua. Il Cse intende
applicare i metodi dell'economia ecologica per valutare i benefici sociali,
economici e ambientali del Nrega in diversi distretti.
In America Latina l'uscita dall'economia fossile - insieme all'ingresso
nell'economia della collaborazione fra stati e comunita' - ha contagiato
perfino alcuni governi. Si pensi alla proposta governativa di moratoria
dell'estrazione del petrolio nel parco nazionale Yasuni' (Ecuador). Perche'
"la vera soluzione alla crisi e' nella piccola produzione contadina e
indigena e nell'economia locale, nei vincoli di solidarieta' nel tenersi ai
margini da parte di certe comunita'. I saperi indigeni hanno validita'
universale, possono aiutare anche altrove a uscire dalla crisi dell'egoismo,
dello sfruttamento e del consumismo estremo", dice Omar Bonilla Martinez,
della rete ecuadoriana Accion Ecologica. Le lotte del movimento
antiminerario ecuadoriano con imponenti mobilitazioni recenti e future
vedono in alleanza "i popoli indigeni che da sempre sostengono il buen vivir
come idea e pratica di sviluppo armonioso e gli ecologisti urbani che
condividendone la visione hanno dato loro forse una forma per esprimersi".

8. MONDO. PAOLA DESAI: MONTAGNE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 giugno 2009 col titolo "Montagne
scoperchiate"]

La manifestazione si chiamava Mountain Justice, "giustizia delle montagne":
si e' svolta martedi' presso il cantiere di una compagnia mineraria nella
Coal River Valley ("valle del fiume di carbone", a voler tradurre
letteralmente), sui Monti Appalachi in Virginia occidentale. Ed e' finita in
un arresto di massa. La polizia statale, leggiamo su molti blog americani,
ha arrestato 29 dimostranti, per lo piu' nomi noti: lo scienziato James
Hansen, direttore del Goddard Institute for Space Studies della Nasa oltre
che professore alla Columbia University a New York; un ex deputato della
West Virginia, il novantaquattrenne Ken Hechler, veterano delle battaglie
contro le compagnie carbonifere; l'attrice Daryl Hannah. E poi la
condirettrice del gruppo ambientalista Coal River Mountain Watch, Judy
Bonds, vincitrice del premio Goldman (una sorta di "Nobel alternativo"
dell'ambientalismo). E altri ancora - un veterano del Vietnam, un dirigente
della rete Rainforest Action Network. Del resto a manifestare c'erano
centinaia di persone, attivisti, abitanti della zona. L'accusa, per tutti,
e' di aver oltrepassato il limite di una proprieta' privata. Gli arrestati
non negano, anzi sono stati arrestati proprio sul luogo del "reato":
all'interno del recinto degli impianti della compagnia mineraria Massey
Energy, che ha avviato lavori per aprire una miniera di carbone a cielo
aperto in quella vallata.
Miniera "a cielo aperto" in questo caso significa che la compagnia ha
cominciato a rimuovere la cima di diverse sommita' che circondano quella
valle. Ed e' per questo che i manifestanti hanno deliberatamente
oltrepassato il limite della proprieta' privata e invaso il cantiere, in
localita' Sundial, contea di Raleigh: per protestare contro quella che
denunciano come "pratica distruttiva". Per la precisione volevano consegnare
ai dirigenti della compagnia una lettera di richieste. Dicono che quel
cantiere minaccia direttamente gli scolari di una vicina scuola elementare.
La lettera non l'hanno potuta consegnare; anzi, prima che la polizia
intervenisse con gli arresti gli agenti (privati) della sicurezza della
Massey Energy hanno aggredito i manifestanti, a quanto pare hanno colpito e
schiaffeggiato Judy Bond, poi si sono rivolti contro un'altra delle donne
leader della protesta, Lorelei Scarbro, vedova di un minatore di carbone.
"Non sono un politico ma uno scienziato e un cittadino", ha detto il
professor Hansen mentre lo arrestavano: "I politici possono dover cercare
compromessi. Ma e' nostra responsabilita' far si' che i nostri
rappresentanti al Congresso sentano la voce dei cittadini a proposito di
cosa e' giusto. E la rimozione della sommita' di una montagna, oltretutto
per produrre solo una piccola frazione della nostra energia, e' una pratica
da abbandonare".
Questione annosa: perche' il caso di Massey Energy e della Coal River Valley
non e' l'unico, al contrario. La pratica di "scoperchiare" intere montagne
per attivita' minerarie a cielo aperto e' vecchia; oltre 500 sommita' sono
state distrutte a questo modo, devastando 650.000 ettari di foreste di legno
duro, quasi 2.000 chilometri di fiumi, e rovinando la vita degli abitanti
delle comunita' montane circostanti. Numerose voci si sono levate contro
questa pratica; e quando, di recente, il presidente Obama ha chiesto di
"regolamentare" la faccenda, e non di abolirla, un'ampia rete di gruppi
ambientalisti e di cittadini ha deciso di lanciare una campagna. Tra gli
attivisti anche l'ex deputato Hechler, che in un'intervista all'"Huffington
post" il mese scorso ha chiesto a Obama di mantenere la parola e abolire la
pratica di scoperchiare montagne.

9. MONDO. MARICA DI PIERRI: OCEANI E COMUNITA'
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 18 giugno 2009 col titolo "Buen vivir"]

Settimane fa, alla Conferenza mondiale sugli oceani (Woc), convocata in
Indonesia in prossimita' della Giornata mondiale dedicata alle maggiori
distese d'acqua presenti sul nostro pianeta, rappresentanti di 76 paesi si
sono riuniti per discutere gli impatti dei cambiamenti climatici sui bacini
oceanici.
Gli scienziati hanno avvertito che le temperature in aumento, contribuendo
allo scioglimento dei ghiacci artici e antartici, provocheranno l'aumento
del livello degli oceani e la conseguente scomparsa di molte isole,
iniziando da quelle del sud del Pacifico.
Gli oceani inoltre stanno diventando sempre piu' acidi, erodendo rocce,
coralli e gusci calcarei di svariate specie animali, spegnendo i colori
accesi dei fondali e minacciando la biodiversita' marina. L'utilizzo dei
mari come deposito di scarti industriali, rifiuti di piccola e media taglia
e scarichi delle navi, ha reso inoltre gli oceani una enorme pattumiera a
cielo aperto. Secondo i dati presentati durante la conferenza piu' di un
milione di uccelli marini e oltre 100.000 tartarughe muoiono ogni anno a
causa dei rifiuti non biodegradabili lasciati in mare.
Infine, le correnti oceaniche hanno favorito la formazione di due immense
isole interamente costituite da rifiuti alla deriva - definite "sesto
continente" - che si trovano rispettivamente nei pressi di Giappone e Hawai
e che assieme sommerebbero 2.500 chilometri di diametro, vale a dire
pressappoco il territorio del Canada. Un emblematico continente di
immondizia.
*
I disastri provocati dal modello di sviluppo onnivoro che tutto consuma e
danneggia e il problema della malagestione di territori e risorse naturali
spingono sempre piu' comunita', gruppi organizzati, associazioni e
collettivi a interrogarsi su come dare un contributo dal basso
all'elaborazione di alternative in grado di preservare il pianeta. E' quello
che ha tentato di fare nei giorni scorsi l'appuntamento annuale con "Pueblo
A Sud" svoltosi a Rocca di Papa, uno spazio di dibattito promosso
dall'associazione A Sud e aperto alla partecipazione di attivisti, realta'
associative, comitati locali e cittadini.
Il punto di partenza sono state le proposte avanzate dalle comunita'
indigene del sud del mondo, in particolare latinoamericane. Esse sono da
anni portatrici di un'idea dello sviluppo talmente altro da essere fondato
sull'armonia con il pianeta, sulla solidarieta' e sulla sobrieta': il
modello chiamato "buen vivir" (dalla tre giorni e' uscito un documento dal
titolo "Buen vivir per un altro paradigma di civilta'" disponibile nel sito
www.asud.net). Frutto dei processi di organizzazione dal basso, nei nuovi
testi costituzionali approvati in Ecuador e Bolivia i beni comuni sono
divenuti diritti costituzionali riconosciuti e sono tutelate e previste per
la prima volta, accanto alle forme di proprieta' e di economia classiche,
anche la proprieta' collettiva e le economie solidali e comunitarie, fondate
sul principio di reciprocita', solidarieta' e scambio piuttosto che di
profitto.
Sono numerosi gli esempi di comunita', movimenti sociali e collettivi
latinoamericani, africani, indiani ma anche europei e italiani, che stanno
sperimentando nella pratica quotidiana metodi di partecipazione dal basso e
di gestione comunitaria delle risorse e dell'economia. Basti pensare alle
migliaia di focolai di conflitti socio-ambientali nati in tutti i continenti
per contrastare l'imposizione di megaprogetti o politiche economiche lesive
dei diritti della popolazione, con le comunita' locali che esigono di avere
voce in capitolo sulla gestione dei territori nei quali vivono.

10. LIBRI. UN ESTRATTO DALL'INTRODUZIONE DE "LA BELLEZZA E L'INFERNO" DI
ROBERTO SAVIANO
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 9 giugno 2009 riprendiamo il seguente
estratto dall'introduzione del nuovo libro di Roberto Saviano, La bellezza e
l'inferno, Mondadori, Milano 2009]

Scrivere, in questi anni, mi ha dato la possibilita' di esistere e se
qualcuno ha sperato che vivere in una situazione difficilissima potesse
indurmi a nascondere le mie parole, ha sbagliato. Ho scritto in una decina
di case diverse. Tutte piccolissime e buie. Le avrei volute piu' spaziose,
luminose, ma nessuno me le fittava.
Non potevo girare per cercarle e nemmeno decidere da solo dove abitare. E se
diventava noto che io stavo in quella via ero subito costretto a traslocare.
E' la situazione di molti che vivono nelle mie condizioni. Ti presenti a
vedere l'appartamento che con fatica i carabinieri hanno selezionato, ma
appena il proprietario ti riconosce, la risposta e' sempre la stessa: "La
stimo moltissimo, dottore, ma ho gia' molti problemi. Capisce, qui la gente
ha paura". Pero' accanto a questa paura, copertura vile per non voler essere
ascritti a una parte - alla mia -, ci sono stati anche i gesti di molti che
non conoscevo, che mi hanno offerto un rifugio, una stanza, amicizia,
calore. E anche se spesso non ho potuto accettare le loro proposte, ho
scritto pure in quei luoghi ospitali e colmi di affetto.
Molte delle pagine riunite in questo libro non le ho nemmeno scritte in una
casa, ma in camere d'albergo. Buie, senza finestre da poter aprire, senza
aria. All'estero e' capitato anche che non vedessi nient'altro che quelle
camere e il profilo della citta' dietro i vetri oscurati di una macchina
blindata. Non si fidavano a lasciarmi uscire e spesso non si fidano nemmeno
a lasciarmi nello stesso albergo per piu' di una notte. Piu' la criminalita'
e le mafie sembrano lontane, piu' ti trattano come qualcosa che potrebbe
esplodergli sotto gli occhi. Con dei guanti che non sai se sono da cerimonia
o da artificieri. E tu non capisci se sei piu' un pacchetto regalo o un
pacco-bomba.
Piu' spesso ancora ho scritto in caserma. Nel ventre quasi vuoto e immobile
di una grande, vecchia balena fatta per operare. Mentre fuori intuisci
movimento, c'e' il sole, e' gia' estate. Sai che se potessi uscire, in due
minuti passeresti davanti alla tua vecchia casa, la prima dove ti dissero
"Finalmente te ne stai andando!", e in altri cinque saresti al mare. Ma non
puoi farlo.
Pero' puoi scrivere. Devi e vuoi continuare. Il cinismo che contraddistingue
molta parte degli addetti ai lavori lascia intravedere sempre una sorta di
diffidenza per tutto quello che non ha uno scopo preciso. O il distacco di
chi vuole solo fare un buon libro, limare le parole sino a ottenere uno
stile bello e riconoscibile. E' questo cio' che deve fare uno scrittore?
Questa e' letteratura? Allora, per quanto mi riguarda, preferirei non
scrivere.
Il bisogno di distruggere tutto cio' che possa essere desiderio e voglia:
questo e' il cinismo. E' l'armatura dei disperati che non sanno di esserlo.
Che vedono tutto come una manovra furba per arricchirsi, la pretesa di
cambiare come un'ingenuita' da apprendisti stregoni e la scrittura che vuole
arrivare a molti come una forma di impostura da piazzisti. Nulla puo' essere
tolto a questi signori diffidenti e perennemente con il ghigno di chi sa
gia' che tutto finira' male, perche' non hanno piu' nulla per cui valga la
pena di lottare. Ma nel privilegio delle loro vite disilluse e protette, non
hanno idea di che cosa possa veramente voler dire scrivere.
Scrivere e' il contrario di tutto questo. E' riuscire a iscrivere una parola
nel mondo, passarla a qualcuno come un biglietto con un'informazione
clandestina, uno di quelli che devi leggere, mandare a memoria e poi
distruggere: appallottolandolo, mischiandolo con la tua saliva, facendolo
macerare nel tuo stomaco. Scrivere e' fare resistenza.
La mia vicenda di questi anni mi ha permesso di incontrare molte persone che
non potro' mai dimenticare. Mi ha dato la possibilita' di trovarmi con Enzo
Biagi, di capire che quell'uomo anziano aveva ancora tanta voglia di
interrogarsi e di capire il mondo.
E poi Miriam Makeba, la grande "Mama Africa", la voce che cantava la
liberta' di un continente e invece e' morta a Castel Volturno, dopo un
concerto per ricordare sei fratelli uccisi dalla camorra e per esprimere la
sua vicinanza a me, che non aveva mai incontrato, bersaglio di un nemico di
cui lei non conosceva nemmeno il nome.
Nello stadio del Barcellona ero scortato dai Mossos, i corpi speciali della
polizia catalana che volevano portarmi a vedere la partita circondato da un
cubo di vetro antiproiettile e che poi, mossi a compassione, mi hanno
risparmiato quel nuovo tipo grottesco di prigione. Li' ho incontrato Lionel
Messi, l'attaccante argentino del Barca, che e' riuscito a rifare, identico,
il gol piu' bello di Diego Armando Maradona. Faccia da bimbo che non dice
nulla delle sofferenze che ha patito, delle cure dolorose che gli hanno
permesso di crescere e divenire il piu' grande giocatore dei nostri giorni.
A volte pero' mi trovo a guardare indietro. E allora so a chi questo libro
non e' destinato. Non va a tutte quelle persone con cui sono cresciuto, che
si sono accontentate di galleggiare, di tirare a campare in giorni tutti
uguali. Non va ai rassegnati, fermi a scambiarsi le fidanzate, scegliendo
tra chi e' rimasto spaiato come le scarpe dentro scatole impolverate. A chi
crede che per diventare adulti bisogna caricarsi in groppa i fallimenti di
un altro, piuttosto che rilanciarsi insieme in una sfida. Io non scrivo
mandando lettere verso un passato che non posso ne' voglio piu' raggiungere.
Perche' se guardo indietro so che rischio di finire come la moglie di Lot,
trasformata in statua di sale mentre guardava la distruzione delle citta' di
Sodoma e Gomorra. E' questo quel che fa il dolore quando non ha nessuno
sbocco: ti pietrifica. Come se i tuoi pianti, a contatto col tuo rancore, si
rapprendessero in tanti cristalli divenendo una trappola mortale. Allora,
quando mi guardo indietro, l'unica cosa in cui mi riconosco sono le mie
parole.
Questo libro va a chi ha reso possibile che Gomorra divenisse un testo
pericoloso per certi poteri che hanno bisogno di silenzio e ombra. A chi ha
assimilato le sue parole, a chi si e' ritrovato nelle piazze per leggerne
delle pagine, testimoniando che la mia vicenda e le mie parole erano
diventate di tutti. Senza di loro non ce l'avrei fatta a continuare a
esistere pensando a un futuro. Sapendo che la mia vita blindata era comunque
una vita. Senza i miei lettori non avrei mai avuto le prime pagine dei
giornali, le telecamere in prima serata. Devo a loro se ho compreso
l'importanza del confronto con i media. Quando dietro non ci sono il vuoto,
la trama di finzioni che non fanno altro che distrarre e consolare, ma ci
sono la voglia e il desiderio di tanti di sapere e di cambiare, perche' non
possono essere usati tutti i mezzi di comunicazione possibili per unificare
le forze? Perche' averne tanto sospetto o paura?
Paura. In tutte le interviste, in tutti i Paesi dove il mio libro e' stato
pubblicato, mi chiedono sempre se io non abbia paura che mi possano
ammazzare. "No" rispondo subito, e li' mi fermo. Poi mi capita di pensare
che chissa' quanti non mi crederanno. Invece e' cosi'. Perche' la peggiore
delle mie paure, quella che mi assilla di continuo, e' che riescano a
diffamarmi, a distruggere la mia credibilita', a infangare cio' per cui mi
sono speso e ho pagato. Lo hanno fatto con chiunque abbia raccontato e
denunciato.
C'e' una frase di Truman Capote, vera e terribile: "Si versano piu' lacrime
per le preghiere esaudite che per quelle non accolte". Se ho avuto un sogno,
e' stato quello di dimostrare che la parola letteraria puo' ancora avere il
potere di cambiare la realta'. La mia "preghiera", grazie ai miei lettori,
e' stata esaudita, ma sono anche divenuto altro da quel che avevo
immaginato. E questo e' stato difficile da accettare, finche' non ho capito
che nessuno sceglie il suo destino. Pero' puo' sempre scegliere la maniera
in cui starci dentro. E per quanto mi riesca, voglio provare a fare il mio
lavoro nel migliore dei modi, senza sconti e semplificazioni, perche' e'
questo cio' che sento di dovere a tutti coloro che mi hanno sostenuto.
Il titolo di questo libro vuole ricordare che da un lato esistono la
liberta' e la bellezza necessarie per chi scrive e per chi vive, dall'altro
esiste la loro negazione: l'inferno che sembra continuamente prevalere. Ad
Albert Camus appartiene una piccola frase apparentemente senza peso. Per me,
invece, ne ha molto perche' mi ricorda quanto Giovanni Falcone diceva a
proposito della mafia e del suo essere un fenomeno umano e come tutti i
fenomeni umani delimitato da un inizio e da una fine. Ecco allora quel che
scrisse Camus: "L'inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia".
E' quello che credo, spero, voglio e desidero anch'io.

11. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 208 del 29 giugno 2009

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