Il diritto contro il razzismo



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IL DIRITTO CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 24 luglio
2009

1. Peppe Sini: Un colpo di stato contro la Costituzione e contro l'umanita'
2. Valerio Onida: Le amnesie delle politiche migratorie
3. Una proposta urgente
4. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
5. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee
elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.)
6. Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione: Illegali
deportazioni

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UN COLPO DI STATO CONTRO LA COSTITUZIONE E CONTRO
L'UMANITA'

Le misure contenute nella illegale legge nota come "pacchetto sicurezza",
imposte da un governo golpista, approvate da un Parlamento asservito,
promulgate da un Presidente della Repubblica pusillanime e complice (e
perfettamente consapevole della loro incostituzionalita', antigiuridicita',
disumanita', come evidenzia ad abundantiam la lettera dallo stesso inviata
il 15 luglio 2009 al governo ed ai Presidenti delle Camere), costituiscono
un colpo di stato, introducono nel nostro paese il regime dell'apartheid -
un crimine contro l'umanita' -, riesumano, avallano ed illegalmente
legittimano lo squadrismo nazifascista.
Quelle misure razziste e squadriste, incostituzionali ed antigiuridiche,
criminali e criminogene, barbare ed antiumane, devono essere immediatamente
abrogate.
E' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi al colpo di stato,
alla barbarie razzista, allo squadrismo criminale.
E' diritto e dovere di ogni istituzione italiana restare fedele alla
Costituzione della Repubblica.
E' diritto e dovere di ogni persona, di ogni associazione democratica, di
ogni istituzione opporsi a razzismo e squadrismo per difendere la
Costituzione, l'ordinamento giuridico, la legalita', la civilta',
l'umanita'. Per difendere il nostro paese ed i nostri diritti. Per difendere
l'umanita' che e' una.
*
Abrogare occorre le misure razziste e squadriste, incostituzionali ed
eversive, del cosiddetto "pacchetto sicurezza".
Contrastare occorre il razzismo, crimine contro l'intero genere umano.
Abolire occorre i campi di concentramento.
Proibire occorre le deportazioni.
Rispettare occorre i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Al colpo di stato razzista si opponga la resistenza del popolo italiano,
delle sue leggi, delle sue istituzioni.
Nessuno si arrenda al razzismo.
Nessuno si rassegni all'apartheid.
La nonviolenza e' in cammino.

2. UNA SOLA UMANITA'. VALERIO ONIDA: LE AMNESIE DELLE POLITICHE MIGRATORIE
[Dal quotidiano "Il sole 24 ore" del 20 luglio 2009 col titolo "Le amnesie
delle politiche migratorie". Valerio Onida e' Presidente emerito della Corte
Costituzionale]

La prima impressione, di fronte alle norme del pacchetto sicurezza dedicate
agli immigrati, e alla successiva proposta di regolarizzazione di badanti e
collaboratori familiari, e' quella di un atteggiamento schizofrenico del
legislatore. Il 15 luglio viene promulgata la legge che, fra l'altro,
introduce il nuovo reato di "ingresso e soggiorno illegale nel territorio
dello Stato", "criminalizzando" tutti gli stranieri non in regola con il
permesso di soggiorno. Non e' passato nemmeno un giorno, ed ecco il Governo
promuovere in Parlamento un emendamento che sospende di fatto l'applicazione
del nuovo reato nei confronti di badanti e colf, fino al 30 settembre o fino
all'eventuale rigetto della domanda di regolarizzazione (salvo pero' tornare
ad applicarlo in caso di mancata regolarizzazione: col che potrebbe
profilarsi una sorta di autodenuncia per coloro le cui domande saranno
respinte).
Ce ne sarebbe abbastanza per constatare quanto siano fondati i rilievi
sull'improprio modo di legiferare del Parlamento, mossi dal Capo dello Stato
(senza pero' effetti giuridici di sorta) nella lettera inviata al Presidente
del Consiglio.
Ma e' forse piu' interessante domandarsi quali siano, e se siano da
condividere, gli indirizzi del Governo e della maggioranza in tema di
politiche migratorie. I movimenti migratori sono, come e' noto, un fenomeno
di massa non evitabile, collegato a fattori e realta' propri del nostro
tempo e del nostro mondo globalizzato.
La Costituzione (scritta in un'epoca in cui erano gli italiani a emigrare)
si limita a stabilire che la Repubblica "riconosce la liberta' di
emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse
generale, e tutela il lavoro italiano all'estero" (articolo 35). Quanto agli
stranieri, riconosce il diritto di asilo a coloro cui sia impedito nel loro
paese l'esercizio delle liberta' democratiche (articolo 10). Ma la liberta'
di emigrazione e' espressamente riconosciuta a "ogni individuo"
dall'articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e
riguarda dunque anche chi nel nostro paese viene o vuole venire, non solo
chi vuole andarsene.
Qual e' dunque la politica dell'Italia riguardo a questo fenomeno? In
realta' il nostro paese non si e' mai dato una seria ed efficace politica
dell'immigrazione. Consideriamo un solo elemento: chi entra in Italia
(legalmente o illegalmente), salva la ristretta minoranza che lo fa per
darsi ad attivita' magari lucrose ma illecite, e' alla ricerca di un lavoro
per assicurare a se' e alla famiglia mezzi di sostentamento, e delle
correlative condizioni di vita (alloggio, servizi). E' dunque determinante,
tanto piu' per un paese come il nostro in cui vi e' un'offerta di lavoro che
rimarrebbe altrimenti insoddisfatta (non solo per badanti e colf),
consentire e favorire l'accesso degli immigrati al lavoro. Ma la nostra
legislazione richiede, per consentire tale accesso, che lo straniero sia
munito di un permesso di soggiorno che abiliti al lavoro medesimo; tuttavia
la concessione di un tale permesso e' a sua volta subordinata alla
dimostrazione della disponibilita' del lavoro.
E' un serpente che si morde la coda: ed ecco l'ipocrisia di "quote" annuali
di ingresso per gli stranieri, formalmente destinate a soddisfare richieste
di persone residenti all'estero che vogliono immigrare, e che di fatto
vengono usate invece per persone che giàa' si trovano nel nostro territorio,
regolarmente o irregolarmente. D'altra parte, qual e' il datore di lavoro
(famiglia o imprenditore) che assume il lavoratore a 5.000 chilometri di
distanza, senza conoscerlo? Eppure la nostra legge non prevede la
possibilita' di soggiornare legalmente alla ricerca di un lavoro: l'istituto
dell'ingresso garantito da uno sponsor, per inserimento nel mercato del
lavoro, introdotto nel 1998, venne abolito dalla legge Bossi-Fini del 2002.
E sarebbe interessante sapere quante e quali siano (temo ben poche) le
attivita' di formazione professionale nei paesi di origine, finalizzate
all"inserimento mirato" nei settori produttivi italiani, effettivamente
realizzate secondo la previsione di legge che ha sostituito quella degli
sponsor.
Per converso, le frequenti modifiche legislative degli ultimi anni sono
state tutte volte, come quelle del "pacchetto sicurezza", a "indurire" il
trattamento riservato agli stranieri, in un'ottica che vede nell'immigrato
quasi solo un pericolo per la sicurezza pubblica. E se ora si regolarizzano
badanti e colf, non e' per una resipiscenza, ma solo per l'egoistico timore
di privare le famiglie di un sostegno ad esse necessario. A loro volta le
politiche locali assai spesso sono andate nella direzione di discriminare,
non di rado illegittimamente, nell'accesso ai servizi pubblici e alle
prestazioni sociali, e nell'esercizio di diritti elementari come la liberta'
religiosa, gli stessi immigrati regolari, visti come sgraditi "concorrenti"
degli italiani o come minaccia per la nostra "identita'".
Non ultima, c'e' la questione della partecipazione degli stranieri alla vita
pubblica. Fin dal 1992 esiste una convenzione del Consiglio d'Europa in base
alla quale gli Stati aderenti si impegnano, fra l'altro, a riconoscere agli
stranieri regolarmente residenti da cinque anni l'elettorato attivo e
passivo nelle elezioni locali: ebbene, l'Italia non aderisce a questa parte
della convenzione, e dunque nelle nostre citta' centinaia di migliaia di
stranieri che vivono, lavorano, pagano le tasse e usano i servizi locali
sono esclusi dall'esercizio dell'elementare diritto di partecipare alla
scelta degli amministratori: con buona pace dell'idea stessa di democrazia.

3. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE

Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di:
a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica;
b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa
richiesta;
c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa
richiesta;
d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia;
e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed
istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta.
*
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti
i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso
i siti di Camera e Senato.

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
firma
luogo e data
indirizzo completo del mittente

5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE
ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.)

Il Consiglio ... di ...,
premesso che
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
chiede
al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei
Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme
palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia
nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia
modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Da' mandato
al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al
Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei
Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di
renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle
altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni
del Consiglio.

6. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE PER GLI STUDI GIURIDICI
SULL'IMMIGRAZIONE: ILLEGALI DEPORTAZIONI
[Dal sito dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
(www.asgi.it) riprendiamo il seguente comunicato dal titolo "Respingimenti
in mare e maltrattamenti: il Governo deve chiarire"]

L'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (Asgi) esprime
profonda preoccupazione in merito a quanto emerso nel corso dei colloqui che
l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha potuto
avere con le 82 persone respinte in Libia dalle autorita' italiane lo scorso
primo luglio.
Secondo quanto diffuso dall'Unhcr, il gruppo di cittadini stranieri, tra cui
6 bambini, intercettato dalla Marina Militare Italiana in acque
internazionali, e' stato respinto in Libia attraverso trasbordo su una
motovedetta libica con un'operazione durata 12 ore, durante le quali non e'
stato fornito loro cibo, ne' sono state accertate la nazionalita' e le
motivazioni della loro fuga.
L'Asgi sottolinea come il principio di non refoulement di cui all'art. 33
della Convenzione di Ginevra del 1951 sia norma avente carattere assoluto ed
inderogabile e deve essere applicata sia sul territorio dello Stato parte
sia in ambito extraterritoriale.
L'obbligo di non respingimento grava infatti sugli Stati ovunque essi
esercitino in modo effettivo la propria giurisdizione, anche al di fuori del
proprio territorio. Avere trasbordato i migranti su unita' della marina
militare italiana ha altresi' radicato la piena giurisdizione dell'Italia
essendo tali unita' navali a tutti gli effetti territorio italiano e
pertanto in ogni caso le autorita' italiane erano tenute al rispetto del
diritto interno, comunitario e derivante dalle norme internazionali. Il
fatto, ora accertato dall'Unhcr, che il gruppo era composto di 76 eritrei in
fuga dalla grave situazione in atto in Eritrea e che tra essi ci fossero
anche donne e minori, rende evidente come un numero rilevante di persone
erano bisognose di protezione internazionale e vi sia stato un impedimento
all'accesso alla procedura di asilo. Si ricorda che l'Asgi, insieme a
numerose associazioni ed enti, italiani ed europei, in relazione ai recenti
respingimenti in acque internazionali verso la Libia, ha presentato una
circostanziata nota alla Commissione Europea, al Comitato Onu per i diritti
umani e al Commissario Europeo per i Diritti Umani presso il Consiglio
d'Europa chiedendo di accertare i fatti e di condannare l'Italia per le
gravissime violazioni dei diritti umani, del diritto comunitario, delle
Convenzioni internazionali, ed in particolare di intraprendere una procedura
di infrazione dell'Italia per violazione delle norme comunitarie.
In relazione alle testimonianze raccolte dall'Unhcr riguardanti un pesante
uso della forza da parte dei militari italiani durante il trasbordo sulla
motovedetta libica, sulla sottrazione degli effetti personali e sul mancato
soccorso, considerata la gravita' dei fatti che stanno emergendo dalle
testimonianze, appare inderogabile che il governo italiano fornisca in
Parlamento ed in ogni sede opportuna, tutti i chiarimenti su quanto
accaduto, rispondendo ai quesiti che vengono posti e non si limiti a
generiche e vaghe smentite prive di qualunque contenuto informativo.
L'Asgi sottolinea altresi' la necessita' che il Governo rispetti l'operato e
il ruolo della Nazioni Unite e dell'Unhcr che ha operato con dedizione e
grande senso di responsabilita' nell'esercitare il proprio ruolo di agenzia
preposta alla vigilanza sul rispetto delle normative internazionali sui
rifugiati.
Il Consiglio Direttivo dell'Associazione per gli Studi Giuridici
sull'Immigrazione
15 luglio 2009

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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 24 luglio
2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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