Minime. 928



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 928 del 30 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La barbarie
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Paolo Naso: Con la chiarezza della Bibbia
6. Moni Ovadia: La semina dell'odio
7. Orsola Casagrande intervista Albino Bizzotto
8. Sergio Finardi: I signori della guerra
9. Franco Cordero, Stefano Rodota', Gustavo Zagrebelsky: Un appello in
difesa della liberta' di stampa
10. Antonella Litta: Una richiesta di informazioni sulla situazione della
discarica sita in localita' Monte Jugo a Viterbo
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA BARBARIE

Non passa giorno senza che l'Italia si inabissi ancor piu' in un baratro di
barbarie.
Un potere vizioso e protervo oltre ogni immaginazione, da stare alla pari
con le infamie descritte da Svetonio, devasta ad un tempo istituti e
costumi, corrompe corpi ed anime, infierisce sulle vite piu' fragili ed
oltraggia le piu' venerande.
Ebbe a scrivere una volta Bobbio che la democrazia si sorregge sulle buone
leggi - le buone istituzioni - e sui buoni costumi: e contro le une e gli
altri si scatena la furia dell'eversione dall'alto del blocco di potere
berlusconiano.
Quelli di noi che hanno la fortuna di poterlo fare, vivono ormai in questo
paese vite duplici ed antinomiche: nelle ore in cui leggo Eschilo, o Goethe
o Leopardi o Melville vivo in un mondo civile, di umana infinita grandezza,
chiuso il libro trovo la suburra delle suburre, il propagarsi dell'ordine
hitleriano.
E poi ci sono quelli che la compagnia di Qohelet o Hannah Arendt a
sostenerli non l'hanno, non immaginano neppure che esista, inghiottiti dalla
narcosi che il regime della corruzione vomita loro addosso senza sosta dagli
schermi televisivi.
E poi ci sono i fratelli e le sorelle dell'infinita Fontamara in cui
viviamo, quelli che vengono dopo tutti, e dopo lo stesso nulla, e che il
regime razzista perseguita e schiavizza e tortura in forme cosi' ripugnanti
che non riesci a scriverne senza urlare di dolore.
Ed e' in questi fratelli e in queste sorelle che oggi si concentra tutta
l'umanita' del nostro sventurato paese. E chi non ne condivide la sorte si
e' gia' tramutato in sasso.
*
Il colpo di stato razzista denuncialo tu.
Il colpo di stato razzista contrastalo tu.
Il colpo di stato razzista respingilo tu.
Difendila tu la legalita' che libera e che unisce.
Difendila tu la civilta' che riconosce e avvicina.
Difendila tu l'umanita' che e' una.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. UNA SOLA UMANITA'. PAOLO NASO: CON LA CHIAREZZA DELLA BIBBIA
[Dal quotidiano "Liberazione" del 28 agosto 2009 col titolo "A volte la
Bibbia e' piu' chiara della politica"]

Un no secco al pacchetto sicurezza, convinto e motivato sia sul piano
giuridico che su quello teologico. E' questo il messaggio piu' forte
lanciato dal Sinodo delle chiese valdesi e metodiste che si conclude oggi a
Torre Pellice (To), nel cuore di quelle valli in cui questo antico movimento
di riforma religiosa ha trovato rifugio nei secoli delle persecuzioni. Per
questa piccola comunita' che oggi conta trentamila persone e un centinaio di
chiese da Trieste a Palermo, i recenti provvedimenti sull'immigrazione
alimentano il pregiudizio e la xenofobia, negano principi costituzionali
fondamentali, frenano i processi di integrazione e quindi di coesione
sociale di una societa' sempre piu' palesemente multietnica, multiculturale
e multireligiosa come quella italiana.
Affermazioni che valdesi si ripetono da settimane, ottenendo ben scarso
ascolto da parte del mondo della politica e della grande informazione. E
forse per questa ragione ieri hanno voluto compiere un gesto irrituale
indicendo un digiuno di protesta e di solidarieta'. Protesta contro il
"pacchetto sicurezza", solidarieta' per le sue vittime designate e cioe'
quelle migliaia di immigrati che da qualche giorno vivono sul filo sottile
della precarieta': chi e' irregolare ha piu' paura e chi non lo e' sa bene
che puo' diventarlo da un giorno all'altro, entrando in un tunnel che lo
allontana dai servizi sociali, dal lavoro, dalla possibilita' di affittare
una casa. Un digiuno vissuto nell'ascolto delle cronache degli ultimi anni:
dall'assassinio di Jerry Masslo, forse la prima vittima di un'Italia che nel
1989 si credeva ancora un paese di emigrati, a quello di Abdul Guibre,
ucciso per un pacco di biscotti. Razzismo, si dira'. Ma come definire gli
oltre seimila morti di immigrazione nel Mediterrano? Ai valdesi non basta la
ricostruzione tecnica di quello che e' successo. Chiedono risposte sulle
responsabilita' politiche e impegnano la Tavola valdese - il loro organismo
esecutivo - a richiedere la revisione delle norme adottate. Insomma la
buttano in politica. Ma un attimo dopo, usciti in un corteo solenne e
silenzioso dall'aula sinodale, entrano nel vicino tempio. Insieme italiani
ed immigrati, giovani e anziani, pastori e laici. C'e' anche un vescovo
cattolico e non stupisce: l'impegno per gli immigrati costituisce la
frontiera avanzata di un ecumenismo che su altri piani - bioetica, ora di
religione, laicita' dello Stato - si fa piu' difficile.
E in chiesa risuonano le impegnative parole dell'Antico Testamento ("Avrete
la stessa legge tanto per lo straniero quanto per il nativo del paese") e
delle scritture apostoliche ("Non c'e' piu' ne' giudeo ne' greco ne' schiavo
ne' libero..."). A volte la Bibbia parla con una chiarezza che la politica
non riesce a trovare.

6. UNA SOLA UMANITA'. MONI OVADIA: LA SEMINA DELL'ODIO
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 29 agosto 2009 col titolo "Razzismo, il
partito dell'odio"]

La storia in se' purtroppo non e' maestra di vita, lo abbiamo ripetutamente
constatato; tuttavia, pur nella differenza dei contesti sociali e
dell'evoluzione dei tempi, dagli eventi storici e' possibile trarre
ammaestramenti utili a valutare la nostra epoca laddove si manifestino delle
inequivocabili ricorrenze.
I rigurgiti di razzismo e di xenofobia che emergono con sempre maggiore
virulenza e ferocia nel nostro paese trovano precedenti in altri periodi ed
altri luoghi del nostro recente passato. La logica che fermenta e fomenta
questa ideologie primitive e apparentate si fonda su assunti palesemente
falsi, su presunzioni statistiche distorte e manipolate ma su sinistri
schemi di verificata efficacia: l'uso strumentale di sentimenti diffusi come
la paura e l'insicurezza gia' incrementate dalla crisi economica, la ricerca
del capro espiatorio, la sua individuazione nello straniero soprattutto se
la sua diversita' e' visibile ad occhio nudo, la sua criminalizzazione tout
court, la spoliazione della sua dignita' con il cambiamento giuridico del
suo status per mezzo di leggi criminali travestite da difesa della gente per
bene. Cosi' fecero i nazisti con gli ebrei, cosi', mutatis mutandis, si fa
oggi con i rom, con i clandestini e con i rumeni o altri. Non facciamoci
ingannare dalle argomentazioni ragionevoli: sono solo un ipocrita
travestimento delle vere intenzioni, ovvero la semina dell'odio.
Un'autentica sicurezza, alla quale ogni persona - nessuna esclusa - ha
diritto, puo' nascere solo dalla solidarieta' e da un giustizia uguale per
tutti. I politici che vellicano e alimentano gli istinti piu' bassi sanno
che l'operazione paga politicamente e per questo se ne servono con cinismo.
E' patetico e inutile scandalizzarsi per una scritta schifosa. Il pesce
puzza dalla testa.

7. INIZIATIVE. ORSOLA CASAGRANDE INTERVISTA ALBINO BIZZOTTO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 agosto 2009 col titolo "Del Dal Molin
non parla piu' nessuno, da oggi non mangio piu'" e il sommario "Padre Albino
Bizzotto dei Beati costruttori di pace entra in sciopero della fame contro i
lavori per la nuova base Usa"]

"Con tutta franchezza: non mi piace digiunare, ma credo che a volte sia
necessario dare qualche scossone". Don Albino Bizzotto lo dice senza mezzi
termini, la sua azione, questo sciopero della fame a partire da oggi,
intende essere una sorta di sveglia. Vicenza non si e' fermata, e infatti
fervono i preparativi anche per il festival del presidio permanente No Dal
Molin. Ma e' vero che sui giornali il Dal Molin non trova piu' spazio.
"Purtroppo - dice alla vigilia del digiuno il fondatore dei Beati
costruttori di pace - mi sono reso conto che di Vicenza e della base
americana al Dal Molin in questo periodo di ferie non parla piu' nessuno, a
parte i vicentini".
*
- Orsola Casagrande: Un silenzio che tu hai deciso di rompere.
- Albino Bizzotto: Certamente. Anche perche' se tanti sono in ferie,
compresi gli operai che magari e drammaticamente a settembre non
rientreranno in fabbrica perche' il padrone non riaprira', tanti altri in
ferie non lo sono affatto. Al Dal Molin, infatti, si continua a lavorare e a
ritmi accelerati. Partendo da questa constatazione ho preso la decisione di
digiunare. La pace non va in ferie. Ma c'e' anche un altro motivo per questa
mia azione. I vicentini hanno "sputato l'anima" come si dice in dialetto per
spiegare le ragioni del no alla base di guerra americana. Io sono
riconoscente a tutti i cittadini di Vicenza, che hanno fatto mille
iniziative e hanno provato in tutti i modi a spiegare il loro no. A dire che
ogni decisione che riguarda un territorio, e non solo quello vicentino, deve
essere presa con la partecipazione della gente. Purtroppo pero' fuori di
Vicenza non si parla piu' del Dal Molin. Eppure questa della base americana
non e' una questione che riguarda solo Vicenza, riguarda tutta l'Italia.
*
- Orsola Casagrande: Questo del resto e' stato anche il senso delle
manifestazioni scorse a Vicenza che hanno coinvolto tutta Italia.
- Albino Bizzotto: Si', perche' questa base sara' un problema di tutti.
Perche' c'e' la crisi economica da affrontare e non lo si fara' certo
costruendo basi militari, ma soprattutto perche' se continuiamo ad avere un
rapporto tra popoli che qualcuno vorrebbe soltanto tradotto in rapporto di
guerra, la cosa e' davvero angosciante. E poi bisogna essere sinceri: sta
passando una assuefazione al degrado, al peggio, che fa paura.
*
- Orsola Casagrande: Il digiuno in passato e in culture come quella celtica,
per esempio, era considerata l'offesa peggiore che si potesse fare a
qualcuno.
- Albino Bizzotto: Il digiuno e' una debolezza, se la vediamo in un certo
modo. Pero' e' una situazione di debolezza che costringe l'altro a una
maggiore umanita'. In altre parole, e' una situazione che provoca o almeno
dovrebbe provocare nell'altro la riscoperta della sua umanita'.
*
- Orsola Casagrande: Domani (il 19 agosto, ndr) inizierai lo sciopero della
fame.
- Albino Bizzotto: Si', saro' in viale Ferrarin, praticamente davanti ai
cancelli del Dal Molin, con la mia roulotte. Berro' solo acqua e
naturalmente saro' sotto controllo medico perche' qualche acciacco ce l'ho.
La mia protesta ha gia' ricevuto solidarieta'. Ormai siamo arrivati al
ridicolo per quanto riguarda la realta' di questo paese. A livello
internazionale non abbiamo piu' credibilita'. Se il mio gesto sara'
condiviso, allora avra' maggiore successo. Anche perche' il mio altro
obiettivo e' quello di riuscire ad avere un'informazione corretta. Essere
informati infatti e' necessario per combattere la situazione di assuefazione
attuale in cui versa questo paese. Come ho detto, se la mia azione trovera'
sostegno e solidarieta' anche da parte di altri, vuol dire che avra'
maggiore eco. Io penso che sia necessario dare degli scossoni a volte. Dire
o fare cose scomode, che danno fastidio, e' un modo per scuotere.

8. ARMI. SERGIO FINARDI: I SIGNORI DELLA GUERRA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 agosto 2009 col titolo "Inchiesta.
L'industria militare non conosce crisi: l'Italia big delle armi. I signori
della guerra" e il sommario "Licenze facili, convenienze politiche e un
livello tecnologico altissimo hanno portato l'industria bellica italiana in
vetta al mercato mondiale"]

E' opinione piuttosto diffusa che l'Italia svolga un ruolo marginale nella
odierna "questione militare", confinato a storica piattaforma e supporto
della proiezione militare degli Stati Uniti e della Nato. L'analisi del
complesso militare-industriale italiano, delle sue proiezioni estere, delle
sue produzioni ed esportazioni dice tuttavia cose diverse.
Occorre collocarlo innanzitutto nel contesto mondiale.
Nel 2008, le prime 100 societa' mondiali per produzione di armamenti hanno
realizzato nel settore militare strettamente definito un giro d'affari
vicino ai 400 miliardi di dollari (circa 360 miliardi nel 2007), piu' di un
terzo del loro fatturato globale (vicino nel 2008 ai 1.150 miliardi di
dollari), che comprende altre produzioni, spesso derivate da tecnologie
militari, o viceversa, con potenziale uso militare.
Queste 100 societa' sono la punta alta di un settore che nel mondo comprende
migliaia di altre aziende e gruppi, incluse quelle cinesi che non sono
contate nelle prime 100 per mancanza di dati pubblici verificabili, ma che
hanno ingenti produzioni (per l'esercito cinese) ed esportazioni (dai due ai
tre miliardi di dollari l'anno), dalla Norinco al Poly Group, alla Xinxing
Corporation.
*
L'Italia al nono posto mondiale
Delle 100 societa' censite nel 2007, 45 erano basate negli Stati Uniti, 10
in Gran Bretagna, 9 in Russia, 9 in Giappone, 5 in Francia, 4 in Israele, 3
in Germania e altrettante in India, 2 in Italia, 1 in Australia, Canada,
Corea del Sud, Finlandia, Norvegia, Olanda, Singapore, Svezia, Svizzera e
Turchia.
Nelle prime 15 posizioni per fatturato militare nel 2007 (Cina esclusa)
troviamo nell'ordine: Lockheed Martin (Usa), Boeing (Usa), Bae Systems (Gb),
Northrop Grumman (Usa), General Dynamics (Usa), Raytheon (Usa), Eads
(Olanda, Altri), L-3 Communications (Usa), Finmeccanica (Italia), United
Technologies (Usa), Thales (Francia), Saic (Usa), Kbr (Usa, dal 2007 gruppo
separato dalla Halliburton), Honeywell (Usa), General Electric (Usa), con
posizioni invariate rispetto al 2006.
Il dato della presenza di Finmeccanica al nono posto mondiale e' certamente
indicativo e noto, ma da solo non restituisce quanto il complesso
militare-industriale italiano (che conta circa 200 aziende ed e' vicino ai
100.000 addetti, senza contare l'indotto) sia presente in molti
mercati-chiave esteri e in produzioni molto avanzate.
*
Il trend delle licenze
Oltre che dalla struttura del gruppo Finmeccanica, un'immagine di tale
complesso e della sua esposizione estera ci puo' essere fornita dalle
relazioni ministeriali sul commercio d'armamenti dell'Italia, in particolare
nella parte relativa alle licenze pluriennali concesse alle aziende per
esportazione definitiva e nella parte relativa alle esportazioni effettive
compiute in un certo anno. Le relazioni ministeriali contengono infatti
ancora molte informazioni utili (l'ultima, relativa al 2008, e' uscita nel
marzo 2009), nonostante le modifiche peggiorative approvate nel giugno 2003
(mentre era premier Berlusconi e presidente Ciampi), alla legge del 9 luglio
1990, di cui sono frutto, e che era passata sotto la spinta di una dura
campagna per la trasparenza e la responsabilita' condotta dalle
organizzazioni pacifiste e della sinistra mentre era premier Andreotti e
presidente Cossiga. E' importante innanzitutto notare il trend politico che
sostiene le esportazioni italiane.
Il valore delle licenze concesse cresce verso l'alto negli anni del governo
Prodi (maggio 1996 - ottobre 1998), discende considerevolmente sotto i
governi D'Alema (ottobre 1998 - aprile 2000) e Amato (aprile 2000 - giugno
2001), ritorna a crescere senza interruzioni e considerevolmente dalla fine
del 2001 al 2008 sotto i governi Berlusconi (giugno 2001 - maggio 2006),
Prodi (maggio 2006 - maggio 2008), e Berlusconi (maggio 2008). Non si tratta
di variazioni di poco conto, centinaia di licenze in meno o in piu'.
Piu' specificamente: nel 2007 (governo Prodi), il valore delle concessioni
per esportazioni definitive e' stato pari a 2,4 miliardi di euro (piu' 1,8
miliardi per i programmi intergovernativi), per un totale di 1.037 licenze.
Nel 2008 (alla Difesa Ignazio La Russa, governo Berlusconi), e' stato pari a
3 miliardi di euro (piu' 2,7 miliardi per programmi intergovernativi, per un
totale di 1.489 licenze).
A parte il valore delle licenze (per esportazioni che si estendono su vari
anni), vi e' poi il valore delle esportazioni effettive fatte in ciascun
anno: 1,3 miliardi di euro nel 2007 e 1,8 miliardi nel 2008, dati che
portano l'Italia nelle prime dieci posizioni mondiali per esportazioni di
armi da guerra, senza contare le esportazioni di armi civili, con munizioni
e accessori, che non entrano nelle relazioni ministeriali (per le sole armi
da fuoco civili si e' raggiunto nel 2008 il valore di 310 milioni di dollari
e 312 milioni nel 2007, in entrambi i casi prima posizione mondiale).
Nel 2008, sono state 81 le aziende che hanno esportato materiale militare di
vario genere, per un valore complessivo di 1.778 milioni di euro, per la
piu' parte relative a licenze multianno che hanno sinora fruttato alle
stesse aziende circa 3.053 milioni di euro. Nelle prime 10 posizioni
troviamo nell'ordine: Agusta; Alenia Aeronautica; Iveco; Mbda Italla; Oto
Melara; Whitehead Alenia Sistemi Subacquei; Galileo Avionica; Selex Sistemi
Integrati; Avio; Simmel Difesa, con un valore delle loro esportazioni pari
all'82% del totale multianno.
*
Esportazioni pericolose
I paesi d'esportazione del materiale militare italiano sono stati, nel 2008,
62. Sul complesso dei 3.053 milioni di euro di cui si e' detto sopra, il
60,3% del valore ha riguardato i paesi Nato, il 10,2% i paesi del Medio
Oriente, il 9,7% i paesi europei non-Nato, il 6,5% i paesi dell'Asia del
Sud, il 4% ciascuno i paesi del sudest asiatico e dell'Africa, il 2,7% i
paesi centro e latino-americani, il 2,6% i paesi dell'Estremo Oriente e
Oceania. L'Italia ha dunque contribuito al complesso militare dei Paesi
della Nato con 1.839 milioni di armi e munizionamento... in ottemperanza
della clausola (a) dell'articolo 6 della legge 185/90: "L'esportazione ed il
transito di materiali di armamento sono altresi' vietati: a) verso i Paesi
in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell'articolo 51
della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi
internazionali dell'Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei
ministri, da adottare previo parere delle Camere". Dati gli "obblighi", si
e' sorvolato sul divieto del punto (b) e (d): "b) verso Paesi la cui
politica contrasti con i principi dell'articolo 11 della Costituzione... d)
verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle
convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai
competenti organi delle Nazioni Unite, dell'Ue o del Consiglio d'Europa".
Violazioni accertate dalle Nazioni Unite, dall'Ue e dal Consiglio d'Europa,
anche se nessuno ne vuole piu' parlare.
*
Sedi e stabilimenti
La collocazione territoriale del complesso militare-industriale italiano e'
poi molto variegata, con ovvie conseguenze politiche ed elettorali. Se
prendiamo come esempio il numero di sedi e stabilimenti delle 118 societa'
che fanno parte della "Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la
Difesa e la Sicurezza" (Aiad, con circa 50.000 addetti), il cui presidente
e' Remo Pertica di Finmeccanica, troviamo che - tra sedi centrali,
sussidiarie e stabilimenti principali - si raggiungono nel complesso le 306
unita' aziendali. Di queste, 66 unita' sono in Lazio; 55 in Lombardia; 48 in
Campania; 32 in Liguria; 29 in Piemonte; 18 in Puglia; 9 in Toscana; 8
ciascuna in Friuli e Veneto; 6 ciascuna in Emilia-Romagna, Umbria e Abruzzo;
5 nelle Marche e altrettante in Sicilia; 2 in Sardegna e 2 in Basilicata; 1
in Trentino Alto Adige.
Nelle prime dieci posizioni per numero di unita' presenti sul territorio
troviamo: Engineering (con 17 unita'), Avio (11), Fincantieri (10), Galileo
Avionica (10), Selex Galileo (10), Thales Italia (9), Dema (8), Txt
E-Solutions (8), Alenia Aeronautica (7), Selex Sistemi Integrati (7).
La gamma dei prodotti e delle lavorazioni e' impressionante e di altissimo
livello tecnico. Si spazia dagli aeromobili (aerei ed elicotteri) alle
piattaforme elettroniche e all'avionica; dall'artiglieria (dal piccolo al
grosso calibro) ai carri armati; da navi di vario genere ai sistemi navali
di supporto; dalle comunicazioni satellitari alle componenti per missili;
dal munizionamento leggero e pesante agli esplosivi e ai siluri; dalle
componenti per mezzi spaziali ai veicoli militari; dai motori aerei e navali
ai sistemi di difesa antiaerea e navale; dalle piu' varie lavorazioni ad
alta tecnologia dei metalli al software militare e ai sistemi di cifrazione:
un patrimonio tecnico e d'esperienza industriale eccezionale, la cui piu' o
meno micidiale destinazione e ruolo non sono mai stati oggetto in Italia di
una discussione parlamentare seria.
*
Postilla. Finmeccanica. La corazzata globale va all'attacco
Presidente e amministratore delegato: Pier Francesco Guarguaglini (Livorno
1937, laurea in ingegneria elettronica a Pisa e dottorato in ingegneria
elettrica alla University of Pennsylvania). Entrate 2008: euro
15.037.000.000. Profitti 2008: euro 621.000.000.
Il gruppo è formato da:
- 194 societa' di cui direttamente o indirettamente controlla il 100% delle
azioni (45 in Italia e 149 all'estero, di cui 54 negli Stati Uniti e in
particolare nel paradiso fiscale dello Stato del Delaware, 31 in Gran
Bretagna; 12 in Germania, 8 in Olanda, con le rimanenti 44 basate - con una
o piu' societa' - in Argentina, Australia, Botswana, Brasile, Canada, Cina,
Emirati arabi uniti, Finlandia, Francia, Grecia, India, Irlanda, Malesia,
Messico, Portogallo, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera,
Ungheria e Venezuela).
- 47 societa' in cui direttamente o indirettamente controlla dal 50,5 al
99,9% delle azioni (21 in Italia e 26 all'estero, di cui 6 negli Stati Uniti
e le rimanenti 20 - con una o piu' societa' - in Argentina, Belgio, Brasile,
Bulgaria, Cina, Francia, Lussemburgo, Romania, Russia, Sudafrica, Svizzera e
Turchia).
- 74 societa' in cui direttamente o indirettamente controlla tra il 10,2 e
il 49% delle azioni (38 in Italia e 36 all'estero, di cui 9 in Francia, 8 in
Germania, 6 negli Stati Uniti e le rimanenti 13 - con una o piu' societa' -
in Argentina, Belgio, Cina, Emirati arabi uniti, Gran Bretagna, Lussemburgo,
Malesia, Olanda, Russia, Ucraina, Venezuela).

9. APPELLI. FRANCO CORDERO, STEFANO RODOTA', GUSTAVO ZAGREBELSKY: UN APPELLO
IN DIFESA DELLA LIBERTA' DI STAMPA
[Dal sito del quotidiano "La Repubblica" riprendiamo il seguente appello
promosso da tre illustri giuristi]

L'attacco a "Repubblica", di cui la citazione in giudizio per diffamazione
e' solo l'ultimo episodio, e' interpretabile soltanto come un tentativo di
ridurre al silenzio la libera stampa, di anestetizzare l'opinione pubblica,
di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in
definitiva di fare del nostro Paese un'eccezione della democrazia. Le
domande poste al Presidente del Consiglio sono domande vere, che hanno
suscitato interesse non solo in Italia ma nella stampa di tutto il mondo. Se
le si considera "retoriche", perche' suggerirebbero risposte non gradite a
colui al quale sono rivolte, c'e' un solo, facile, modo per smontarle: non
tacitare chi le fa, ma rispondere.
Invece, si batte la strada dell'intimidazione di chi esercita il
diritto-dovere di "cercare, ricevere e diffondere con qualsiasi mezzo di
espressione, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee",
come vuole la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,
approvata dal consesso delle Nazioni quando era vivo il ricordo della
degenerazione dell'informazione in propaganda, sotto i regimi illiberali e
antidemocratici del secolo scorso.
Stupisce e preoccupa che queste iniziative non siano non solo stigmatizzate
concordemente, ma nemmeno riferite, dagli organi d'informazione e che vi
siano giuristi disposti a dare loro forma giuridica, senza considerare il
danno che ne viene alla stessa serieta' e credibilita' del diritto.
Franco Cordero, Stefano Rodota', Gustavo Zagrebelsky

10. DOCUMENTAZIONE. ANTONELLA LITTA: UNA RICHIESTA DI INFORMAZIONI SULLA
SITUAZIONE DELLA DISCARICA SITA IN LOCALITA' MONTE JUGO A VITERBO
[Dall'Associazione italiana medici per l'ambiente (per contatti: tel.
3383810091, 0761559413, fax: 0761559126, e-mail: isde.viterbo at libero.it)
riceviamo e diffondiamo]

Al sindaco del Comune di Viterbo, al direttore generale della Asl di
Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, all'assessore
all'ambiente della Provincia di Viterbo, al Presidente della Giunta
Regionale del Lazio, all'assessore all'ambiente della Regione Lazio,
all'Arpa Lazio - sezione di Viterbo, e per opportuna conoscenza al Prefetto
di Viterbo
Oggetto:  richiesta di informazioni sulla situazione della discarica sita in
localita' Monte Jugo a Viterbo.
Gentili signori,
come noto, la presenza di discariche e' una possibile fonte di rischio
sanitario ed ambientale sia per il tipo di materiali che vi possono essere
conferiti e sia per la gestione e le successive modalita' di bonifica e
ripristino ambientale una volta esaurita la loro attivita'.
L'Associazione italiana medici per l'ambiente di Viterbo, chiede pertanto di
conoscere lo stato attuale e quello pregresso relativamente alla discarica
sita in localita' Monte Jugo nel territorio del Comune di Viterbo...
Certi della vostra  attenzione e in attesa di un sollecito riscontro,
vogliate gradire distinti saluti,
dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell'Associazione italiana
medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the
Environment - Italia)
Viterbo, 21 agosto 2009

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 928 del 30 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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