Legalita' e' umanita'. 47



 Oggetto: Legalita' e' umanita'. 47

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 47 del 23 settembre 2009

In questo numero:
1. Denunciare e contrastare il colpo di stato razzista
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Andrea Bonanni: Onu ed Unione Europea denunciano le illegali deportazioni in Libia
6. Alberto Gaino: I paradossi della folle e criminale normativa razzista. Una badante regolarizzata viene assurdamente arrestata
7. Raphael Zanotti: I paradossi della folle e criminale normativa razzista. La vittima di schiavitu' arrestata, gli schiavisti a piede libero

1. EDITORIALE. DENUNCIARE E CONTRASTARE IL COLPO DI STATO RAZZISTA

Nulla e' piu' urgente che salvare le vite umane. Nulla e' piu' urgente.
Per questo occorre difendere la Costituzione della Repubblica Italiana che i diritti umani di tutti gli esseri umani riconosce, proclama e protegge.
Per questo occorre opporsi alla politica razzista, schiavista e squadrista del governo dell'eversione dall'alto.
Per questo occorre denunciare e contrastare il colpo di stato razzista.
Con la forza della verita'.
Con la forza della legalita'.
Con la forza della democrazia.
Con la forza della civilta'.
Con la forza della nonviolenza.
Vi e' una sola umanita'.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
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Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org
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Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
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Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. UNA SOLA UMANITA'. ANDREA BONANNI: ONU ED UNIONE EUROPEA DENUNCIANO LE ILLEGALI DEPORTAZIONI IN LIBIA
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 22 settembre 2009 col titolo "Immigrati respinti in Libia, le critiche di Onu e Ue: Condizioni inaccettabili" e il sottotitolo "Guterres, commissario per i rifugiati: Le piu' forti riserve"]

Bruxelles - La politica adottata dal governo Berlusconi dei respingimenti in mare degli immigrati continua a suscitare "le più forti riserve" dell'Onu e le perplessita' dell'Unione europea. Lo si e' visto ancora ieri a Bruxelles nel corso della riunione dei ministri europei dell'Interno, a cui non ha partecipato il ministro Maroni.
Alla conferenza stampa, cui ha preso parte il commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Antonio Guterres, e' emerso che sia la Commissione europea, sia l'organismo dell'Onu considerano inumane le condizioni in cui sono tenuti gli immigrati in Libia. Pertanto, ha spiegato Guterres, la decisione italiana di rimandare a Tripoli i migranti intercettati in mare "suscita le nostre piu' forti riserve".
Anche il commissario europeo, Jacques Barrot, ha detto che la condizione in cui sono tenuti i profughi in Libia "e' inaccettabile e non puo' continuare". "All'Italia - ha aggiunto - abbiamo ricordato i principi secondo cui non si rinviano le persone in Paesi dove ci sono delle minacce per la loro vita". Barrot ha aggiunto che i servizi della Commissione stanno ancora valutando la risposta italiana alla richiesta di chiarimenti sulle modalita' delle intercettazioni in mare e del rimpatrio dei migranti. E comunque ha confermato di aver domandato aiuto all'Italia per convincere la Libia a creare sul proprio territorio un centro europeo per l'esame delle richieste di asilo politico.
Le nuove critiche alla politica dei respingimenti arrivano proprio nel giorno in cui l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch denuncia in termini molto duri il comportamento del governo italiano in un rapporto intitolato: "Scacciati e schiacciati: l'Italia e il respingimento di migranti e richiedenti asilo, la Libia e il maltrattamento di migranti e richiedenti asilo". "La realta' e' che l'Italia sta rimandando questi individui incontro ad abusi", ha detto Bill Frelick, direttore delle politiche per i rifugiati dell'organizzazione e autore del rapporto.
Voci preoccupate sono arrivate anche dagli altri ministri presenti ieri alla riunione. "Quello che succede in Grecia, in Italia, a Malta o a Cipro e' una questione che riguarda tutta l'Europa", ha detto il francese Eric Besson. E il tedesco Schauble e' stato ancora piu' netto: "Il rispetto dei diritti umani non puo' mai essere messo in discussione, in nessuna parte dell'Unione europea". Il sottosegretario agli Interni, Nitto Palma, ha cercato di difendere la posizione italiana spiegando che finora sono stati rimandati in Libia "solo 757 persone in tutto". E che nessuna di queste, una volta caricata sulle navi italiane per essere riportata a Tripoli, "ha chiesto di poter usufruire della protezione internazionale". Da questo il sottosegretario deduce che "le riconsegne sono perfettamente in linea con la normativa internazionale".

6. UNA SOLA UMANITA'. ALBERTO GAINO: I PARADOSSI DELLA FOLLE E CRIMINALE NORMATIVA RAZZISTA. UNA BADANTE REGOLARIZZATA VIENE ASSURDAMENTE ARRESTATA
[Dal quotidiano "La Stampa", cronaca di Torino, del 20 settembre 2009 col titolo "La prima badante dietro le sbarre" e il sommario "Clandestinita'. Il datore di lavoro aveva anche versato i 500 euro allo Stato: non se n'e' tenuto conto"]

Primo caso di badante arrestata per clandestinita', nonostante sia stata avviata la pratica di regolarizzazione e il suo datore di lavoro abbia versato allo Stato il "contributo forfettario" di 500 euro. I carabinieri di Venaria l'hanno presa al suo domicilio, via del Carmine 1, pieno centro storico di Torino, venerdi' e trasferita alle "Vallette". Ieri mattina la procura ne ha disposto l'immediata scarcerazione: non esistevano i presupposti per il provvedimento restrittivo.
Il ministro Maroni l'aveva promesso: l'applicazione del nuovo reato di clandestinita' non riguardera' le badanti. L'articolo 1 ter comma 8 legge 102/2009, per chi voglia cercare conferme, prevede espressamente la sospensione dei "procedimenti penali e amministrativi" a carico di una badante straniera in relazione alla sua condizione di clandestinita' purche' sia stata avviata la pratica di regolarizzazione. "Dichiarazione di emersione" firmata dal datore di lavoro e pagamento dei 500 euro. La presentazione della ricevuta e' sufficiente.
Non lo e' stata per Ben Aziza Hayat, 23 anni, cittadina marocchina, che avrebbe fatto volentieri a meno di trasformarsi in un caso giudiziario imbarazzante e controverso. Lo spiega cosi' il suo legale, l'avvocato Barbara Cattelan: "I carabinieri, sempre quelli di Venaria, erano andati una prima volta a casa sua, lo scorso 2 settembre, e, riscontrato che la ragazza non aveva il permesso di soggiorno, l'avevano portata in questura, all'ufficio stranieri".
La', non essendovi posto al Cie (il centro di identificazione di corso Brunelleschi), aveva ricevuto l'ordine di espulsione e, ad aiuvandum, era stata denunciata per il reato di clandestinita'. Che comporta una contravvenzione, ma per comminare l'ammenda si deve fare il processo. Il fascicolo Ben Aziza Hayat parte per la procura: zero precedenti penali, nessun riscontro dagli accertamenti dattiloscopici del sistema Afis, identita' pressoche' certa (la ragazza aveva con se' e ha mostrato un documento di identita' con la foto di una faccina spaurita).
Nel frattempo, lo scorso 11 settembre, G. C., datore di lavoro della ragazza, presenta la "dichiarazione di emersione" corredata dai documenti e dalle ricevute necessarie. Ben Aziza e' in Italia dai primi dell'anno, per raggiungere i familiari: e' nelle condizioni per richiedere la sanatoria. L'avvocato le raccomanda di portare sempre con se' "almeno la ricevuta del versamento dei 500 euro". Preoccupazione inutile per come sono andate le cose: un'autopattuglia dei carabinieri, comandata da un maresciallo, va a cercarla in via del Carmine l'altro ieri e questa volta riscontra che la ragazza non ha ottemperato all'ordine di espulsione del questore "entro 5 giorni" (dal 2 settembre). E l'arresta per violazione dell'articolo 14 della Bossi-Fini.
L'avvocato Cattelan e' ancora oggi furiosa malgrado lo stile che la porta a misurare le parole con prudenza: "Intanto mi risulta che sia stata arrestata il mattino rispetto alla comunicazione 'tempestiva' (cosi' stabilisce il codice) che mi e' stata fatta alle cinque del pomeriggio con una telefonata nel corso della quale ho subito fatto presente di essere in possesso io di copia della documentazione per la regolarizzazione: 'Maresciallo, in 5 minuti gliela mando per fax'. Risultato: la mia cliente e' stata in carcere (rilasciata ieri sera per i soliti problemi burocratici) per niente, quasi due giorni. Con calma, voglio andare a fondo".

7. UNA SOLA UMANITA'. RAPHAEL ZANOTTI: I PARADOSSI DELLA FOLLE E CRIMINALE NORMATIVA RAZZISTA. LA VITTIMA DI SCHIAVITU' ARRESTATA, GLI SCHIAVISTI A PIEDE LIBERO
[Dal quotidiano "La Stampa", cronaca di Torino, del 20 settembre 2009 col titolo "Denuncia gli sfruttatori ma finisce in galera" e il sommario "La storia. Il sovrapporsi delle norme crea paradossi"]

Ormai il sovrapporsi delle leggi sull'immigrazione crea sempre piu' paradossi, provocando scombussolamenti anche tra gli addetti ai lavori. L'ultimo episodio e' avvenuto all'inizio di agosto.
Una donna nigeriana, seguita dall'ufficio stranieri del Comune di Torino, e' riuscita a trovare la forza di denunciare i suoi aguzzini. Ma quando lo ha fatto, e' stata presa e accompagnata in carcere. Non risultava aver ottemperato a un provvedimento di espulsione emesso dal questore.
"La donna ha raccontato ai nostri operatori di essere vittima di tratta", racconta l'assessore ai Servizi Sociali del Comune, Marco Borgione. Una vittima, dunque, venduta e comprata da sfruttatori che, alla fine, l'hanno fatta sbarcare in Italia per essere buttata sui marciapiedi. Trattata come merce e dunque, in quanto tale, non padrona della sua vita, del suo stare o non stare in Italia. Costretta a prostituirsi, pena violentissime rappresaglie.
La nigeriana, cosi' come succede in questi casi, e' stata accolta e inserita in un percorso protetto. E' stata affidata a un'associazione che si occupa di vittime dello sfruttamento della prostituzione. Dopo averla allontanata dai suoi aguzzini, la donna e' stata accompagnata in un commissariato di polizia perche' raccontasse la sua vicenda e identificasse i suoi sfruttatori. "L'ha fatto accompagnata da una delle nostre operatrici - raccontano dall'ufficio stranieri del Comune - ma, al termine della denuncia, la polizia l'ha prelevata e accompagnata in carcere".
E' la prima volta che accade. D'altra parte l'articolo 18 del Testo unico sull'immigrazione prevede il permesso di soggiorno per protezione sociale: chi denuncia di essere vittima di sfruttamento e denuncia i suoi aguzzini, ottiene automaticamente il permesso e viene protetta da eventuali ritorsioni. Ma lo stesso testo unico, all'articolo 14, prevede una pena in caso di inottemperanza all'ordine del questore di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni. Che fare? "Le forze dell'ordine hanno adottato un'interpretazione restrittiva della norma", dichiara Roberto Samperi, responsabile dell'ufficio stranieri del Comune. "Per questo, come amministrazione comunale e vista la collaborazione che da sempre caratterizza i rapporti tra il Comune, le forze dell'ordine e l'autorita' giudiziaria - spiega l'assessore Borgione - abbiamo inviato una lettera alla Procura nella quale spiegavamo la situazione e sottolineavamo come ci sembrasse controproducente e rischiasse di vanificare i risultati ottenuti con l'articolo 18 applicare in modo cosi' restrittivo la legge".
La ragazza nigeriana e' rimasta due giorni dietro le sbarre, mentre i suoi aguzzini erano fuori. E' stata alla fine liberata e sono in corso le indagini aperte a seguito della sua denuncia. "Si e' trattato di un caso unico - tiene a sottolineare l'assessore - che finora non si e' ripetuto. D'altra parte prima non era mai capitato che una donna da noi seguita e accompagnata dai nostri uffici per sporgere denuncia venisse sottoposta a fermo".

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 47 del 23 settembre 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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