Telegrammi. 105



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 105 del 18 febbraio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Maria G. Di Rienzo: La memoria, l'umano
2. Il falso e il vero Gandhi
3. Annamaria Rivera: Dietro via Padova
4. Antonella Litta: Una lettera al direttore generale dell’Istituto superiore di sanita'
5. Salvare il Bulicame, salvare Viterbo dalla devastazione e dall'avvelenamento
6. "Azione nonviolenta"
7. Segnalazioni librarie
8. Indice dei numeri 947-977 (giugno 2005) de "La nonviolenza e' in cammino"
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: LA MEMORIA, L'UMANO
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81]
 

Lo scorso novembre, durante un incontro pubblico in cui parlavo di pacifismo e nonviolenza ecc., un uomo fra i presenti mi ha chiesto piu' o meno: “Qual e' il problema principale dell'attivismo italiano?”.

Io ho risposto: “La memoria corta”.

Ve ne sono altri, ovviamente, e non meno gravi (dalla bramosia per la “testa del corteo” alla militarizzazione delle pratiche, fino all'incapacita' non solo di fare rete, ma persino di capire cosa una rete e'). Tuttavia la questione della memoria “volatile”, superficiale, che trasforma e cancella i fatti con sorprendente velocita', e' il problema principale non solo degli attivisti, ma dell'intero popolo italiano.

La prima catastrofe che essa comporta e' che nessuno impara dagli errori, e pazienza per quelli altrui: nessuno impara dai propri. Cosi', dalle relazioni interpersonali all'impegno in qualsivoglia causa, si ripetono le stesse azioni per la centesima volta anche se le precedenti 99 avevano condotto a sbattere sonoramente la testa contro un muro. Tutti si rialzano con il bozzo in testa, lamentando il destino cinico e baro, scaricando la colpa sugli alleati, sugli avversari, sulla natura matrigna e il partito patrigno, poi vanno allegramente a sbattere di nuovo.

La seconda catastrofe e' che questa labilita' sensoriale permette di banalizzare qualsiasi cosa accada, purche' non stia accadendo direttamente a te. La memoria consentirebbe di fare paragoni e collegamenti, di trovare radici, di esaminare parallelismi, di esercitare uno sguardo ex-centrico, di nutrire simpatia ed empatia. Ma in mancanza di memoria tutto e il contrario di tutto si equivalgono, e tu puoi vivere in un paese in guerra (anche se la guerra la fa a centinaia di migliaia di chilometri dal proprio suolo), in cui esistono leggi razziali, la cui classe politica ruba e truffa alla luce del sole, e non accorgerti di nulla. O meglio: non dai ai fatti alcuna importanza. Non stanno accadendo a te (cosi' pensi tu, sbagliando). Al massimo dirai, come ho sentito dire io stessa a piu' di qualcuno: “Be', chi e' che non ha niente da nascondere?”.

Gli smemorati sono piu' facilmente indotti ad essere complici. Gli si fa credere che un giorno la fortuna, le escort e i viaggi vacanza di lusso potrebbero toccare anche a loro. Basta che continuino a guardare grandi fratelli, stelline che ballano, sanremi che cantano e amici defilippeschi, e che continuino a votare un delinquente miliardario, il quale da quindici anni pesca nelle loro tasche per nutrire i suoi favoriti e le sue cortigiane. Agli smemorati si e' rubato ogni sogno possibile, ogni futuro: possono solo desiderare di diventare appunto favoriti o cortigiane. “Sciavo vostro, sior paron”.

*

L'assenza di memoria (che deriva anche dall'assenza di narrazione, e cioe' di spazi per narrare e volonta' di narrare) mi risulta, in alcuni casi, particolarmente ridicola: e' quando tocca la condizione femminile. Oggi mi e' toccato leggere di quanto siamo libere e felici e fieramente competitive mentre “galoppiamo sulla prateria del sorpasso”. Questo mentre tutti gli indici internazionali danno l'Italia al ribasso per equita' di genere, e le donne italiane sprofondano nella precarieta', nella disoccupazione, nei dislivelli salariali, nel malfunzionamento dei servizi e nell'attacco ai loro diritti di salute riproduttiva. Probabilmente la donna che galoppa e' una dei pard di Tex Willer, laggiu' nell'avventuroso West: percio', non vivendo dove vivo io, non vede cio' che io vedo. Per esempio, io ho visto Filomena.

Filomena Rotolo muore a Taranto il 19 gennaio 2010, a seguito delle ferite riportate nel corso di un'aggressione a scopo di rapina, seguita da stupro. Tale e' il linguaggio giudiziario che descrive il caso. Il linguaggio meno ufficiale ci fa sapere che Filomena era una clochard, o una bag lady, o comunque si voglia poeticamente definire una persona che vive per strada, che ogni notte cerca un posto dove dormire e che ogni giorno si arrabatta per trovar da mangiare. Filomena aveva 42 anni, 5 euro e un cellulare. L'assassino le ha portato via tutto. Filomena e' stata soccorsa ventiquattr'ore dopo l'accaduto. Probabilmente avrebbe potuto salvarsi se non fosse stata confinata nel recinto delle “persone che non si devono vedere e che percio', a priori, non esistono”. La societa' italiana aveva dato per morta Filomena ben prima della sua dipartita reale.

E poi ho visto Maria, anni 10. Maria viveva con la mamma e il compagno di quest'ultima in una grotta, a Frascati. L'acqua gelida della fontanella lavava la bimba e i suoi abiti: era cosi' in ordine, quando andava a scuola, che nessuno si e' accorto di nulla, per un anno intero. Maria nella grotta a Natale 2009, ha un che di suggestivo, non trovate? Se solo uno straccio di stella cometa fosse andato a posarsi la' sopra, forse ci saremmo accorti prima della sua esistenza. O forse no, se c'era il reality in tv, a quell'ora. Perche' stavano nella grotta? Perche' entrambi gli adulti hanno perso il lavoro, e perso il lavoro hanno perso la casa, ed erano troppo onesti per fare altro. “Be', chi non ha niente da nascondere?”. Eccoli qui. Sono quelli che non si vedono.

Ah, e poi ho visto una “sposa” di 13 anni andare in ospedale da sola, a Brescia, preoccupata perche' il “marito” ventunenne e' affetto da Aids e non si e' neppure preoccupato, avendo rapporti sessuali con la bambina, di proteggerla (ehi, non si chiama “differenza di cultura”, si chiama “riduzione in schiavitu'”); ho visto una donna strozzata dentro un divano-letto dal suo compagno, che si e' giustificato dicendo che lei era ubriaca, e il mobile santodio era difettoso; ho visto una dodicenne stuprata per due anni dai suoi “amici” poco piu' che coetanei e il solito commento sulle “famiglie italiane assolutamente normali”; ho visto Emiliana massacrata a colpi di coltello a 24 anni, a Napoli, perche' il suo ex “non accettava la fine del loro rapporto” (via, sara' stato un raptus: l'aveva pedinata, minacciata e aggredita solo per otto mesi di fila). Devo continuare? Questo articolo verrebbe di trenta pagine.

E infine ho visto un vecchio signore liftato, con parrucchino lussuoso, scherzare giulivo sulle belle ragazze albanesi: per chi le porta, ha detto, si puo' fare un'eccezione nella lotta agli scafisti. Solo che in Italia le ragazze albanesi soffrono e muoiono, come ha ricordato la scrittrice Elvira Dones in una lettera aperta a questo farabutto: “Io quelle 'belle ragazze' le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A 'Stella' i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le tocco' piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissa' quanti altri. E' solo allora - tre anni piu' tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: cosi', per gioco o per sfizio. Ai tempi era una bella ragazza, si'. Oggi e' solo un rifiuto della societa', non si innamorera' mai piu', non diventera' mai madre e nonna. Quel 'puttana' sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero”.

*

Ritrovate la memoria, gente. Se lo fate, ritroverete la speranza. Se ritroverete la speranza, troverete dignita', solidarieta', amicizia e amore. Non dite subito di si' a qualsiasi stupidaggine vi propinino: indagate, valutate, chiedetevi cosa e' vero, cosa e' giusto, cosa e' sensato, cosa e' umano.

*

"Perche' la parola “si'” e' tanto breve?

Dovrebbe essere

la più lunga,

la più difficile,

cosi' che tu non possa decidere di dirla in un istante,

cosi' che riflettendo tu possa fermarti

nel mezzo della sua pronuncia"

(Vera Pavlova, poetessa russa contemporanea)

 
2. EDITORIALE. IL FALSO E IL VERO GANDHI
 
Viene da troppo tempo spacciata un'immaginetta caricaturale di Gandhi come di una personcina che esorta alle buone maniere ed al garbato eloquio, alla pubblica quiete e al tirare a campare, al rassegnato sottomettersi alla violenza del potere, alla cieca complicita' col disordine costituito. Ed e' il piu' ignobile dei tradimenti.
Gandhi era invece un combattente, la nonviolenza e' lotta, la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le violenze, le menzogne, le oppressioni. Gandhi combatteva la vilta' quanto la violenza, e chiamava a lottare, a lottare assumendo su di se' la sofferenza tutta della lotta.
Coloro che oggi in Italia pretendono di richiamarsi a Gandhi ed assistono inerti e quindi complici al colpo di stato razzista, alla guerra illegale, al governo dei nazisti e dei mafiosi, ebbene, costoro non sanno quel che si dicono, ed il loro falso Gandhi e' l'infame contraffazione, l'abominevole rovesciamento del Gandhi autentico.
La nonviolenza e' lotta o non e' nulla.
E' l'ora dell'insurrezione nonviolenta contro il razzismo e contro la guerra.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
 

3. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: DIETRO VIA PADOVA

[Ringraziamo Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente articolo dal titolo "Ecco cosa c’e' dietro via Padova" apparso sul quotidiano “Liberazione” del 17 febbraio 2010.

Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009]

 

A ottobre del 2002, nella campagna bresciana, un quartetto di maschi, tre adolescenti e un adulto, italiani doc, sequestro' e uccise a coltellate una quattordicenne, dopo aver cercato di violentarla.

Pescando a caso nella cronaca piu' recente, si trova che ad agosto del 2009, a Foggia, un diciannovenne italiano uccise a colpi di coltello un diciassettenne italiano. Volendo poi allargare la ricerca alle risse che hanno per protagonisti maschi di giovane eta', troviamo, fra i casi numerosi, che ad aprile del 2009 a Roma, in via del Corso, uno dei due giovani fermati dalla polizia - di 16 e 17 anni e “di buona famiglia” (italiana, of course) - era armato di coltel­lo a serramanico.

Sono solo tre esempi di una tendenza confermata da statistiche e studi criminologici: i crimini violenti, fino all’omicidio, compiuti da giovani, anche minori, sono in crescita, cosi' come il fenomeno delle bande giovanili e dell’uso di armi da taglio. I tre fenomeni sono trasversali alle classi sociali, alle aree del Paese, alle origini nazionali.

Perche', allora, l’omicidio di via Padova, a Milano, e' diventato un tale caso politico? Solo perche' all’uccisione di un giovane per mano di un altro giovane sono seguiti disordini? Ma anche di questa tipologia troveremmo esempi numerosi, soprattutto nell’ambito dei disordini da stadio: risse, devastazioni, scontri con la polizia, che talvolta producono feriti e perfino morti.

Dunque, se non ci si lascia abbagliare dalla propaganda e ai fatti di via Padova si rivolge uno sguardo disincantato, non velato dal pregiudizio, si puo' concludere che il caso milanese appartiene anzitutto a una categoria generale: l’aumento e, soprattutto, la banalizzazione della violenza tra le fasce giovanili della popolazione. Tutto il resto - il “degrado” urbano, la ghettizzazione, l’”integrazione”, l’etnicizzazione dei conflitti - e' importante ma secondario. Per meglio dire e' il “testo” da inserire in quel contesto. Eppure non un solo giornalista, commentatore o politico - di destra, di sinistra o di centro - ha citato, in questo caso, il macrofenomeno del quale abbiamo detto. Va notato, inoltre, che davvero scarse sono state le espressioni di pieta' per il ragazzo ucciso. L’occasione per rilanciare la retorica e la propaganda sicuritarie era troppo ghiotta. Quale migliore opportunita' per competere fra destra e centrosinistra, intorno alla rispettiva capacita' di garantire la sicurezza urbana, controllare il territorio, sbarazzarsi dei “clandestini”?

Cio' detto, il “testo” e le variabili che lo compongono non possono, certo, essere liquidati. Quello di via Padova e' di sicuro un quartiere abbandonato a se stesso, per meglio dire governato dalla spontaneita' del mercato e della speculazione, e dalla tendenza delle fasce marginalizzate della popolazione a concentrarsi dove i prezzi degli immobili sono piu' bassi. In tal senso e' corretto parlare di “ghettizzazione” o meglio di “segregazione urbana”. E questa, si sa, incrementa i fenomeni di devianza. A tal proposito, fa ridere davvero la preoccupazione di Calderoli sul caso milanese come “segnale di una possibile nuova banlieu (sic) francese” (trad. it.: “una possibile nuova periferia francese”). I disordini e le rivolte nei “quartieri sensibili” delle citta' francesi sono tutt’altra cosa...

La seconda variabile importante e' la discriminazione e il razzismo. Per dirne una, un residente italiano intervistato da "la Repubblica" ha confermato che, quando i cittadini stranieri del quartiere, vittime di furti, rapine e simili, ricorrono alle forze dell’ordine, non sono neppure ascoltati. Possiamo immaginare, allora, quale sia stato l’atteggiamento della polizia verso gli egiziani che chiedevano notizie della salma del giovane connazionale ucciso... Inoltre, la propaganda razzista martellante e i provvedimenti discriminatori che affliggono il Paese e la Lombardia, in particolare, che effetti pensate possano avere sulla convivenza fra diversi e sulla percezione di se' dei cittadini immigrati? Il sentimento di umiliazione e' sempre pronto a trasformarsi in rancore e rabbia. E la rabbia spesso si sfoga contro chi e' socialmente piu' vicino: ci si aggredisce - ci si uccide perfino - fra prossimi, fra adolescenti “di buona famiglia” come fra giovani di origine immigrata. La socializzazione del rancore e della rabbia e' la chiave per comprendere il razzismo popolare. E il razzismo tout court e' un fenomeno a catena. Il razzismo dominante alimenta i razzismi dei dominati, “autoctoni” e non. Secondo uno dei sopravvissuti, i tre aggrediti sono stati apostrofati dagli aggressori “latinoamericani” (non ne conosciamo la nazionalita') come “musulmani di m.”. A sua volta, uno degli egiziani che protestavano dopo il delitto ha parlato dei giovani latinos come di una “razza di m.”. Il problema all’ordine del giorno, dunque, e' come spezzare questa catena, dagli anelli piu' alti fino ai piu' bassi.

Dubitiamo che le forze politiche che ci governano e anche i piu' fra coloro che aspirano a governare ne abbiano l’intenzione e le capacita'. Ne e' un riflesso l’incompetenza perfino a nominare correttamente i cittadini di origine immigrata secondo la loro nazionalita' (un vecchio vizio dell’Italietta). Dando prova d’inconsapevole grossolanita' intrisa di razzismo, il meglio della stampa italiana ha scritto, spesso in uno stesso articolo, di "etnia latinoamericana" (parlerebbero di “etnia” nordamericana o europea?), di "tre nordafricani, di cui un ivoriano", e via confondendo e mescolando... Gli “altri” non sono degni neppure d’essere individuati e nominati secondo il criterio neutro della nazionalita'.

Non e' solo una questione terminologica, e' il riflesso dell’ignoranza generale che brilla come un sole d’agosto quando si rivolge a tutto cio' che concerne l’immigrazione e i cittadini immigrati. Date queste premesse, come osano, loro, parlare di “integrazione”? Sarebbe bene che, prima di tornare a pronunciare questa parola, frequentassero un corso accelerato di storia, geografia, lingua italiana ed educazione civica (non osiamo suggerire il francese, per Calderoli). E magari si potrebbe proporre d’istituire la residenza a punti: si perdono se non si supera un esame in quelle materie di base.

 

4. AMBIENTE E SALUTE. ANTONELLA LITTA: UNA LETTERA AL DIRETTORE GENERALE DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA'

[Antonella Litta (per contatti: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it) e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente]

 

Al Direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanita'

e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, all’Arpa Lazio sezione di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, ai responsabili dell’Ato 1 - Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, alla Garante del Servizio Idrico Integrato della Regione Lazio, all’Assessore all’ambiente della Provincia di Viterbo, all’Assessore all’ambiente della Regione Lazio, all’Assessore alla sanita' della Regione Lazio, al Sindaco di Caprarola, al Sindaco di Ronciglione

Oggetto: Richiesta informazioni e documenti relativi  alla convenzione tra l’Ato 1 - Lazio e l’Iss (Istituto Superiore di Sanita') per il monitoraggio ed abbattimento delle alghe nelle acque destinate a consumo umano captate dai laghi di Vico e Bolsena

*

Egregi signori,

L’Ato 1 - Lazio, in una nota del 15 gennaio 2010, n. protocollo 15/2010, inviata all’Isde di Viterbo, riferisce dell’esistenza di una convenzione tra l’Iss (Istituto Superiore di Sanita') e questo stesso ente finalizzata “al controllo algale delle acque dei laghi di Bolsena e Vico interessati da captazione idro-potabile”; sempre in questa nota si afferma che la suddetta attivita' di controllo e tuttora in corso.

Come noto, le acque del lago di Vico, oltre a presentare elevati livelli di arsenico, un  elemento classificato come cancerogeno di classe 1 dalla Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc), sono da diversi anni soggette a periodiche fioriture dell’alga rossa Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina tossica, classificata come cancerogeno di classe 2 b sempre dall’Iarc.

In tre rapporti di prova dell’Arpa Lazio - sezione di Viterbo, indicati con protocollo n. 3405, n. 3406 e n. 3407, effettuati su campioni di acqua prelevati nelle stazioni di potabilizzazione di Ronciglione e Caprarola il 10 dicembre 2009, si e' rilevata l’abbondante presenza di diversi tipi di alghe (Diatomeee, Cloroficee e Cryptophyceae) e in particolare una massiccia presenza di alghe Cianoficee a cui appartiene l’alga rossa Plankthotrix rubescens.

Il numero delle Cianoficee per litro di acqua nei tre campioni e' risultato essere rispettivamente di 689760 cellule/litro, 107775 cellule/litro e 819090 cellule/litro.

Questi esami evidenziano in modo inequivocabile la mancanza di una adeguata filtrazione dell’acqua proveniente dal lago di Vico.

L’Isde di Viterbo, per documentazione scientifica e per valutare il possibile rischio sanitario a cui e' stata ed e' sottoposta la popolazione a causa della situazione descritta, chiede di conoscere i termini dell’integrazione della convenzione tra l’Ato 1 - Lazio e l’Iss relativamente a questa problematica, i metodi scientifici con i quali vengono svolte le attivita' di ricerca e controllo dell’eventuale presenza delle alghe, e in particolare della microcistina  prodotta dall’alga rossa Plankthotrix rubescens, nelle acque destinate a consumo umano, e i risultati finora conseguiti da questa attivita' di controllo, persistendo la grave situazione della qualita' delle acque del lago di Vico.

In attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti.

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dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)

Viterbo, 17 febbraio 2010

Per comunicazioni: dottoressa Antonella Litta, via Monte Amiata snc, 01037 Ronciglione  (Vt), tel. 3383810091 - 0761559413, fax: 559126,  e-mail: isde.viterbo at libero.it

 

5. RIFLESSIONE. SALVARE IL BULICAME, SALVARE VITERBO DALLA DEVASTAZIONE E DALL'AVVELENAMENTO

 
Salvare il Bulicame
Un appello del 2007, che recava come prima firma quella del professor Osvaldo Ercoli, figura simbolo della Viterbo delle persone oneste, invitava i viterbesi all'impegno per salvare il prezioso bene naturalistico, archeologico, storico-culturale dell'area termale del Bullicame da un incombente pericolo di irreversibile devastazione: il pericolo della realizzazione nel cuore di quell'area di un mega-aeroporto nocivo e distruttivo, insensato ed illegale.
Quell'appello si apriva con una citazione dantesca: "Quale del Bulicame esce ruscello" (Dante, Inferno, canto XIV, v. 79) e testualmente recitava: "L'area termale di Viterbo, l'area del Bulicame, un bene ambientale, storico, culturale, terapeutico, sociale ed economico di straordinario pregio, e' in pericolo. L'intenzione di realizzare in quell'area un mega-aeroporto per voli low-cost avrebbe un impatto devastante su di essa: sulla tutela, sulla valorizzazione e sulla fruizione di essa. Difendiamo l'area del Bulicame. Difendiamo la natura, la storia e la cultura di Viterbo. Difendiamo i diritti di tutti dall'assalto degli speculatori. Si' alla difesa del Bulicame. No al mega-aeroporto distruttivo, inquinante, nocivo. Facciamo appello a tutte le persone che amano Viterbo, la sua natura, la sua storia, i suoi monumenti, affinche' sia fermato lo scempio voluto dai nuovi barbari".
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Salvare Viterbo
Nell'estate 2009 un nuovo appello, che ancora una volta recava come prima firma quella del professor Ercoli, chiamava ancora all'impegno in difesa del Bullicame, e con esso in difesa di ambiente, salute, legalita', diritti, contro quel medesimo mega-aeroporto fuorilegge.
In quell'appello era scritto tra l'altro: "L'area archeologica e termale del Bulicame a Viterbo, un'area di preziose emergenze e memorie storiche e culturali, e di altrettanto preziosi beni naturalistici e risorse terapeutiche, e' minacciata di distruzione dalla volonta' di una lobby speculativa di realizzarvi un mega-aeroporto. La realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze: a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; f) uno sperpero colossale di soldi pubblici; g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio".
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I viterbesi si oppongono alla lobby speculativa degli attila e dei borgia
In questi anni a Viterbo si e' diffusa la consapevolezza che due beni fondamentali come il territorio (e le preziose risorse che in esso si trovano) e la salute (e con essa gli altri diritti delle persone che qui vivono) sono minacciati di distruzione ed avvelenamento; e la stragrande maggioranza della popolazione viterbese esprime ormai una consapevole, informata, documentata, adeguata, persuasa opposizione alle manovre criminali della lobby speculativa di estrema destra che vuole realizzare il mega-aeroporto a danno di tutti i cittadini, saccheggiando il pubblico erario, distruggendo i beni pubblici ed in violazione delle leggi vigenti.
Ma questa consapevolezza che e' della stragrade maggioranza dei viterbesi non si e' ancora tradotta in scelte politico-amministrative doverose e coerenti da parte delle istituzioni. Anzi: nelle istituzioni e' ancora forte la scellerata ed ignobile complicita' con la lobby speculativa degli attila e dei borgia.
*
I candidati alle prossime elezioni si esprimano
Occorre allora che i candidati alle imminenti elezioni provinciali di Viterbo e regionali del Lazio abbandonino ogni reticenza, dismettano ogni ambiguita', rompano ogni complicita' con la lobby dei devastatori ed avvelenatori; occorre che essi, ed in primo luogo le ed i candidati alla presidenza della Regione e della Provincia, dichiarino con chiarezza la propria opposizione al mega-aeroporto nocivo e distruttivo, folle e criminale. Il silenzio non e' ammissibile. Il silenzio e' complicita' coi malfattori, coi devastatori, cogli avvelenatori, coi corrotti e corruttori.
*
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 17 febbraio 2010
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
 
6. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
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7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Ryszard Kapuscinski, Autoritratto di un reporter, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 120.
- Ryszard Kapuscinski, Il cinico non e' adatto a questo mestiere, Edizioni e/o, Roma 2002, pp. 144.
- Ryszard Kapuscinski, L'altro, Feltrinelli, Milano 2007, 2009, pp. 80.
- Ryszard Kapuscinski, Lapidarium, Feltrinelli, Milano 1997, 2001, pp. 120.
 
8. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 947-977 (GIUGNO 2005) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO"

* Numero 947 del primo giugno 2005: 1. Viterbesi; 2. Donne in nero: Per Clementina e per tutti gli ostaggi, contro tutte le uccisioni; 3. Agnese Ginocchio: Una canzone per Clementina; 4. Beppe Pavan: Il nesso; 5. Liliana Tedesco: Le danze del convegno; 6. Giulio Vittorangeli: Un appello per la Costituzione; 7. Enrico Peyretti: La proposta di Gandhi come sintesi di oriente e occidente per uscire dalla violenza; 8. Paolo Candelari: Perche' il 12 giugno non andro' a votare; 9. Peppe Sini: Perche' il 12 giugno andro' a votare; 10. Con "Qualevita", la riflessione di Gloria Gazzeri; 11. Riletture: Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo; 12. Riletture: Elena Soetje, La responsabilita' della vita; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 948 del 2 giugno 2005: 1. Clementina, dell'attenzione; 2. Daniela Padoan: Le "pazze" di Plaza de Mayo; 3. Ciao Irene; 4. Irene Bersani: Nonostante tutto, donne; 5. Lorella Pica: Vi chiediamo una mano; 6. Flavio Lotti e Grazia Bellini: L'11 settembre la marcia Perugia-Assisi; 7. Liliana Tedesco: Danzare; 8. Stefania Giorgi intervista Suzi Leather; 9. Marco Bascetta: Tornare a Marcuse; 10. Con "Qualevita", all'ascolto di Helder Camara; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza.Femminile plurale", numero 14 del 2 giugno 2005: 1. Per una scelta libera, cosciente, responsabile, solidale; 2. Il testo della legge 40/2004; 3. I quattro quesiti referendari parzialmente abrogativi della legge 40/2004; 4. "Mammeonline": Perche' vogliamo modificare la legge 40/2004; 5. "Mammeonline": Perche' votiamo si' al referendum; 6. "Mammeonline": Alcune domande e risposte.
* Numero 949 del 3 giugno 2005: 0. Una comunicazione di servizio; 1. Clementina, della generosita'; 2. "Azione Nonviolenta" di giugno dedicata ad Alexander Langer; 3. Mao Valpiana: Dieci anni con Alex, dieci anni senza Alex; 4. Edi Rabini: Suor Irene; 5. Cosa chiedono i quattro quesiti referendari; 6. Stefano Rodota': La Costituzione, la legge 40, il referendum; 7. Laici e cattolici contro il bipolarismo etico; 8. Fiorentina Charrier: Quattro si' per la liberta' e la solidarieta'; 9. Enrico Peyretti: Terrorismo; 10. Con "Qualevita", la riflessione di Liliana Tedesco; 11. Riletture: Evelyn Fox Keller, Vita, scienza & cyberscienza; 12. Riletture: Francoise Heritier, Maschile e femminile; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 950 del 4 giugno 2005: 1. Clementina, della semplicita'; 2. Enrico Peyretti: Se sia sostenibile; 3. Chiara Murzio: Una convinzione civica; 4. Vittorio Rapetti: Una riflessione nell'Azione Cattolica; 5. Sergio Rostagno: Il dovere di scegliere; 6. Giobbe Santabarbara: Di cosa stiamo parlando? 7. Hannah Arendt: Il perdono e la promessa; 8. Maria Luisa Boccia, Grazia Zuffa: La mediazione femminile; 9. Agnes Heller: Generalizzare; 10. Franca Ongaro Basaglia: Corpo per altri; 11. Silvia Vegetti Finzi: Maternita'; 12. Con "Qualevita", la lezione di Heinrich Boell; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 951 del 5 giugno 2005: 1. Clementina, della sollecitudine; 2. Un invito ad esprimere con il voto una scelta meditata; 3. Per riaffermare la moralita' della fecondazione assistita; 4. Enrico Peyretti: Storia del concetto di disarmo (parte prima); 5. Con "Qualevita", la riflessione di Elena Camino e Angela Dogliotti Marasso; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 24 del 5 giugno 2005: 1. Ida Dominijanni: Il 12 giugno; 2. Evandro Agazzi: Qualche considerazione puntuale; 3. Evandro Agazzi: Principi controversi; 4. "Amica cicogna": Scegliamo di scegliere; 5. Giulio A. Maccacaro: Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute (1976).
* Numero 952 del 6 giugno 2005: 1. Clementina, della parola; 2. Enrico Peyretti: Storia del concetto di disarmo (parte seconda); 3. Giuliana Sgrena: Guerra e informazione; 4. Adriana Cavarero, La radice femminile; 5. Con "Qualevita", la riflessione di Maria Chiara Tropea; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 953 del 7 giugno 2005: 1. Fabio e Germana Cantoni: Una lettera; 2. Clementina, della volonta' buona; 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'.
* Numero 954 dell'8 giugno 2005: 1. Clementina, della persuasione; 2. Riccardo Orioles: Storie di paese; 3. Irene Panozzo intervista Miriam Were; 4. Patricia Lombroso intervista Moazzan Begg; 5. Enrico Peyretti: Storia del concetto di disarmo (parte terza e conclusiva); 6. Comunita' cristiana di base di Chieri: Referendum: dieci domande e dieci risposte per capire meglio; 7. Con "Qualevita", all'ascolto di Hedi Vaccaro; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 955 del 9 giugno 2005: 1. Mao Valpiana: Un giorno di digiuno per chiedere la liberazione di Clementina; 2. Un appello nonviolento, una risposta corale; 3. Peppe Sini: Dario; 4. Riccardo Orioles ricorda Piergiorgio Maoloni; 5. Rosa Filo e Haidi Giuliani: I nostri figli, uccisi dalla stessa violenza; 6. Enrico Peyretti: Modernita', postmodernita', nonviolenza; 7. Telefono Rosa di Torino: Si' ai quattro referendum; 8. Giovanni Franzoni: Il tempo del confronto. Speriamo; 9. Ida Dominijanni: Prima e dopo il 12 giugno; 10. Giulio Vittorangeli: In vino veritas; 11. Il "Cos in rete" di giugno; 12. Con "Qualevita", all'ascolto di Edith Stein; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 15 del 9 giugno 2005: 1. Casa internazionale delle donne: Il 9 giugno a Roma per dire insieme quattro si'; 2. Ida Fare': Controcorrente; 3. Stefania Giorgi intervista Maria Rosaria Marella; 4. Alessandra Di Pietro, Paola Tavella: Non andremo a votare; 5. Libera universita' delle donne: Vota come vuoi ma vota; 6. "Gruppi uomini" di varie citta': Un appello per il si' ai referendum; 7. Marisa Nicchi: Per abrogare alcune mostruosita' giuridiche; 8. Simona Bonsignori, Ida Dominijanni, Stefania Giorgi: Di fronte alla legge; 9. Si' al referendum, senza insulti e senza menzogne, all'ascolto delle opinioni altrui e con gli occhi aperti.
* Numero 956 del 10 giugno 2005: 1. Cristina Papa: Festa; 2. Mao Valpiana: Clementina e' libera; 3. Finalmente, e adesso; 4. Voci per Clementina; 5. Enrico Peyretti: Chi ha vinto la seconda guerra mondiale? 6. Maria Luisa Boccia: Legge 40: la vita al servizio della ragion di Stato; 7. Severino Vardacampi: Tre paragrafi sul voto referendario; 8. Con "Qualevita", all'ascolto di Dietrich Bonhoeffer; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 957 del 10 giugno 2005 (edizione straordinaria): 1. Peppe Sini: Un'edizione straordinaria; 2. Una minima e parzialissima bibliografia ragionata; 3. Ida Dominijanni: Spettri meccanici; 4. Appello di scienziate e scienziati per quattro si' ai referendum; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'.
* Numero 958 dell'11 giugno 2005: 1. Silvia Vegetti Finzi: Nel dialogo; 2. Giuliana Sgrena: Una parte di me; 3. Giancarla Codrignani: Clementina e noi; 4. Alberto Trevisan: Al fianco delle vittime della guerra; 5. Sergio Paronetto: Tutta la vita, tutte le vite; 6. Un appello al voto di donne e uomini gia' impegnati nelle Acli; 7. Un appello di giuriste e giuristi per il si' al referendum; 8. Giannozzo Pucci, Carlo Ripa di Meana: Un appello a non votare i referendum; 9. Peppe Sini, Tomas Stockmann: Un appello a votare i referendum; 10. Angela Dogliotti Marasso presenta "Dov'e' la vittoria" di Enrico Peyretti; 11. Pubblicati gli atti del seminario di Palermo su "Liberta' di critica e di ricerca"; 12. Con "Qualevita", la lezione di Andre' Trocme'; 13. Riletture: Silvia Lagorio, Lella Ravasi, Silvia Vegetti Finzi, Se noi siamo la terra; 14. Riletture: Eleonora Missana, L'etica nel pensiero contemporaneo; 15. Riletture: Jacqueline Russ, L'etica contemporanea; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 959 del 12 giugno 2005: 1. Gerard Lutte: Rifugi e alberghi di transizione per i giovani di strada in Guatemala; 2. Maria G. Di Rienzo: Un appello dalle Filippine; 3. Alcune associazioni di donne veneziane: Le ragioni e i valori del si' al referendum; 4. Nanni Salio: Una breve riflessione; 5. Enrico Peyretti: Bonhoeffer e le rose di Berlino e di Monaco; 6. Raniero La Valle presenta "Anche il cielo e' di Dio" di Giovanni Franzoni; 7. Con "Qualevita", la riflessione di Carla Dell'Aglio; 8. Riletture: Angela Ales Bello, Edith Stein. La passione per la verita'; 9. Riletture: Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 25 del 12 giugno 2005: Carlo Gubitosa: Danilo Dolci e l'esperienza di "Radio Libera Partinico".
* Numero 960 del 13 giugno 2005: 1. Florence e Hussein; 2. Un incontro alla Libreria delle donne di Milano (parte prima); 3. Con "Qualevita", all'ascolto di Etta Ragusa; 4. Letture: Mohandas K. Gandhi, Una guerra senza violenza; 5. Riletture: Umberto Galimberti, Il corpo; 6. Riletture: Silvia Vegetti Finzi: Il bambino della notte; 7. Riletture: Silvia Vegetti Finzi, con Anna Maria Battistin: A piccoli passi; 8. Riletture: Silvia Vegetti Finzi: Volere un figlio; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 961 del 14 giugno 2005: 1. Peppe Sini: Dopo il non-voto; 2. Un incontro alla Libreria delle donne di Milano (parte seconda e conclusiva); 3. Paola Cavallari: A proposito di liberta' femminile: una sola fecondita'? 4. Giulio Vittorangeli: Continua la lotta dei bananeros; 5. Agnese Ginocchio: Il digiuno, parola di pace e di comunione; 6. Stefano Longagnani: A cosa serve un digiuno; 7. L'indice de "La democrazia nel Brasile di Lula. Tarso Genro: da esiliato a ministro" di Bruna Peyrot; 8 L'indice di "Liberta' di informazione, di critica e di ricerca nella transizione italiana" a cura di Claudio Riolo; 9. Con "Qualevita", all'ascolto di Michele Meomartino; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* Numero 962 del 15 giugno 2005: 1. Sofia Del Curto: una e-mail per la liberazione di Aung San Suu Kyi; 2. Paolo Candelari: Dal 6 al 10 luglio l'assemblea nazionale del Mir; 3. L'assessore al razzismo e il ministro del linciaggio; 4. Claudio Riolo: Una premessa a "Liberta' di informazione, di critica e di ricerca nella transizione italiana"; 5. Doriana Goracci: Il muro; 6. Barbara Spinelli: Entrare nel tifone; 7. Unione delle donne in Italia: L'opacita'; 8. Juliette Terzieff: Donne in Afghanistan; 9. Danilo Zolo presenta "Come l'America la fa franca con la giustizia internazionale" di Michael Mandel; 10. Con "Qualevita", la lezione di Albert Schweitzer; 11. Rilviste: "Aut aut" n. 323: Michel Foucault e il potere psichiatrico; 12. Letture: Augusto Cavadi, Strappare una generazione alla mafia; 13. Letture: Alexander Langer, The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and Frontier Crossers; 14. Riletture: Adrienne Rich, Nato di donna; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'.
* Numero 963 del 16 giugno 2005: 1. Adrienne Rich: A termini umani; 2. Luisa Morgantini: Una lettera al presidente palestinese contro la pena di morte; 3. Angela Giuffrida: A chi giova reificare le donne? 4. Claudio Riolo: Diritto di cronaca, diritto di critica e liberta' di ricerca tra interesse pubblico e tutela della persona; 5. Benedetto Vecchi presenta "Sicuri da morire" di Arjun Appadurai; 6. Con "Qualevita", la lezione di Tonino Bello; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 16 del 16 giugno 2005: 1. Dieci anni dopo la conferenza di Pechino, un rapporto alternativo sulla situazione italiana (parte prima); 2. Letture: Franca Rossi, Di chi e' la scuola? La partecipazione responsabile dei bambini; 3. Letture: Bianca Maria Varisco, Portfolio.
* Numero 964 del 17 giugno 2005: 1. Enrico Peyretti: Razzismo; 2. Mao Valpiana: Dalla Sicilia con amore; 3. Stefano Anastasia ricorda Pietro Alo'; 4. Lea Melandri: L'eclissi del maschile e il potere della legge; 5. Giancarla Codrignani: Dopo il referendum; 6. Vittoria Longoni: Domande e risposte; 7. Marcello Cini: Le due superstizioni; 8. Con "Qualevita", la lezione di Ernesto Balducci; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 965 del 18 giugno 2005: 1. Letture: Mario Lopez Martinez (dir.), Enciclopedia de Paz y Conflictos; 2. Ida Dominijanni: Dopo la caduta; 3. Bruna Peyrot: Alle radici dell'esperienza di Porto Alegre (parte prima); 4. Gianpasquale Santomassimo presenta "Dopo il tempo del furore" di Giorgio Agosti; 5. Con "Qualevita", la lezione di Martin Luther King; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 966 del 19 giugno 2005: 1. Buon compleanno, Aung San Suu Kyi; 2. Claudio Tognonato presenta "Le pazze. Un incontro con le Madri di Plaza de Mayo" di Daniela Padoan; 3. Luciano Bonfrate: Istruzioni per non convincere nessuno; 4. Barbara Mapelli: All'ascolto di giovani donne; 5. Bruna Peyrot: Alle radici dell'esperienza di Porto Alegre (parte seconda); 6. Severino Vardacampi: E invece; 7. Benito D'Ippolito: Le donne di Kabul; 8. Con "Qualevita", la lezione di Jean Goss; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 26 del 19 giugno 2005: 1. Un'eredita' hitleriana; 2. Hannah Arendt: Il venir meno del diritto di asilo; 3. Luce Fabbri: Un lungo lavoro educativo da fare; 4. Ruth First: Nel vuoto; 5. Nelson Mandela: Non solo; 6. Martin Luther King: pellegrinaggio alla nonviolenza.
* Numero 967 del 20 giugno 2005: 1. Else Lasker-Schueler: Se ci guardiamo; 2. Ali Rashid: Cancellare per sempre la pena di morte; 3. Antonio Vigilante: Introduzione a "Il pensiero nonviolento"; 4. Lea Melandri: Paesaggio dopo il referendum; 5. Bruna Peyrot: Alle radici dell'esperienza di Porto Alegre (parte terza); 6. Con "Qualevita", la lezione di Primo Mazzolari; 7. Riletture: Eknath Easwaran: Badshah Khan. Il Gandhi musulmano; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 968 del 21 giugno 2005: 1. Carlo Azeglio Ciampi: Una lettera a Aung San Suu Kyi; 2. Un'intervista a Mary Jane N. Real; 3. Giulio Vittorangeli: Abolire i "Centri di permanenza temporanea"; 4. Bruna Peyrot: Alle radici dell'esperienza di Porto Alegre (parte quarta); 5. Con "Qualevita", la lezione di David Maria Turoldo; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 969 del 22 giugno 2005: 1. Martin Luther King: Un tamburo maggiore per la rettitudine; 2. Fulvio Cesare Manara: Studiare Martin Luther King; 3. Tadatoshi Akiba: Per un mondo denuclearizzato; 4. Maria G. Di Rienzo: Mukhtar Mai; 5. Bruna Peyrot: Alle radici dell'esperienza di Porto Alegre (parte quinta e conclusiva); 6. Con "Qualevita", all'ascolto di Alphonse e Rachel Goettmann; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 970 del 23 giugno 2005: 1. Chiara Cavallaro: Riflessioni concludendo dopo 150 giorni il presidio nonviolento sotto Palazzo Chigi; 2. Maria G. Di Rienzo: Guatemala; 3. Antonio Vigilante: Schweitzer e Gandhi; 4. Con "Qualevita", all'ascolto di Francesco d'Assisi; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 17 del 23 giugno 2005: 1. Lidia Menapace: Definire la pace; 2. Giulia Salvagni: La lotta di Aung San Suu Kyi; 3. Dieci anni dopo la conferenza di Pechino, un rapporto alternativo sulla situazione italiana (parte seconda e conclusiva); 4. Maria G. Di Rienzo: La lettera di Clara; 5. Maria G. Di Rienzo: La resistenza nonviolenta salva le foreste; 6. Maria G. Di Rienzo: L'esperienza del Balkan peace team; 7. Enrico Pugliese: Tina e Aurora.
* Numero 971 del 24 giugno 2005: 1. Lidia Menapace: Satyagraha, il diritto e il dovere della pace e della verita'; 2. Francesco Comina: Arturo Paoli e i giorni del canto; 3. Nanni Salio presenta "Pellegrinaggio alle sorgenti" di Lanza del Vasto; 4. L'indice de "Il pensiero nonviolento. Un'introduzione" di Antonio Vigilante; 5. Paulo Barone presenta "L'esperienza della vita" di Raimundo Panikkar; 6. Con "Qualevita", all'ascolto di Emily Dickinson; 7. Letture: Ippocrate, Natura della donna; 8. Riletture: Christa Wolf, Medea. Voci; 9. Riletture: Virginia Woolf, Ritratti di scrittori; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* Numero 972 del 25 giugno 2005: 1. Enrico Peyretti: Cultura e' debito; 2. Lidia Menapace: Ha vinto il patriarcato; 3. Mario Martini: Presentazione de "Il pensiero nonviolento" di Antonio Vigilante; 4. Martin Luther King: Un discorso del 5 dicembre 1955; 5. Con "Qualevita", all'ascolto di Christa Wolf; 6. Riletture: AA. VV., Malinche. La donna e la Conquista; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 973 del 26 giugno 2005: 1. Patricia Lombroso: Un'intervista; 2. Osvaldo Caffianchi: Degli eserciti; 3. Lidia Menapace: Il ritorno dell'abisso; 4. Bruna Peyrot: L'esperienza e l'elaborazione del "Partito dei lavoratori" (Pt) brasiliano (parte prima); 5. Sergio Labate presenta "Il principio nonviolenza" di Jean-Marie Muller; 6. Con "Qualevita", all'ascolto di Christian Mellon e Jacques Semelin; 7. Letture: Eva Cantarella, Itaca; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 27 del 26 giugno 2005: Martin Luther King: Lettera dal carcere di Birmingham del 16 aprile 1963.
* Numero 974 del 27 giugno 2005: 1. Marina Forti: La lunga marcia delle donne iraniane; 2. Bruna Peyrot: L'esperienza e l'elaborazione del "Partito dei lavoratori" (Pt) brasiliano (parte seconda); 3. Martin Luther King: Oltre il Vietnam; 4. Con "Qualevita", la lezione di Francuccio Gesualdi; 5. Letture: Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 975 del 28 giugno 2005: 1. La domanda; 2. Un appello contro la privatizzazione degli usi civici; 3. Giulio Vittorangeli: Allarme rosso in Chiapas; 4. Bruna Peyrot: L'esperienza e l'elaborazione del "Partito dei lavoratori" (Pt) brasiliano (parte terza); 5. Martin Luther King: Sogni non realizzati; 6. Riletture: Margarete Buber-Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 976 del 29 giugno 2005: 1. Pubblicata la raccolta di scritti di Alexander Langer "Fare la pace"; 2. Appello per la quarta giornata del dialogo cristianoislamico; 3. Lyn Gallacher intervista Susan George; 4. Martin Luther King: Noi vi ameremo ancora; 5. Bruna Peyrot: L'esperienza e l'elaborazione del "Partito dei lavoratori" (Pt) brasiliano (parte quarta e conclusiva); 6. Con "Qualevita", la lezione di Oreste Benzi; 7. Letture: Umberto Galimberti, Il tramondo dell'Occidente nella lettura di Heidegger e Jaspers; 8. Riletture: Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 977 del 30 giugno 2005: 1. Assassinato Andres Arrojo Segura, difensore dell'ambiente e dei diritti umani; 2. Martin Luther King: La scelta della nonviolenza; 3. Umberto Santino: Mafie e Mediterraneo; 4. Patricia Lombroso intervista Michael Ratner; 5. Con "Qualevita", la lezione di Pedro Casaldaliga; 6. Letture: AA. VV., Una vita piu' semplice. Biografia e parole di Alexander Langer; 7. Letture: Susanna Ripamonti (a cura di), Prescrizione e corruzione; 8. Riletture: Marthe Robert, L'antico e il nuovo; 9. Riletture: Marthe Robert, Da Edipo a Mose'; 10. Riletture: Marthe Robert, Solo come Kafka; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 18 del 30 giugno 2005: 1. Fondazione Alexander Langer Stiftung: Euromediterranea 2005 ricorda l'eccidio di Srebrenica; 2. Il Premio Alexander Langer 1997 a Khalida Messaoudi; 3. Il Premio Alexander Langer 1998 a Yolande Mukagasana e Jacqueline Mukansonera; 4. Il Premio Alexander Langer 1999 a Ding Zilin e Jiang Peikun; 5. Il Premio Alexander Langer 2000 a Natasa Kandic e Vjosa Dobruna; 6. Il Premio Alexander Langer 2002 a Esperanza Martinez; 7. Il premio Alexander Langer 2004 alla "Fundacja Pogranicze"; 8. Il Premio Alexander Langer 2005 a Irfanka Pasagic; 9. Intervista a Yolande Mukagasana: le ferite del silenzio (parte prima).
 
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
10. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 105 del 18 febbraio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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