Telegrammi. 172



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 172 del 26 aprile 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Associazione "Respirare": Il 25 aprile memoria e fedelta' a un impegno di verita', solidarieta', giustizia
2. Lucinda Marshall: L'altro terrorismo
3. Il sindaco Jekyll e il sindaco Hyde, a Viterbo
4. L'ennesima occasione persa dall'ex-presidente della Provincia di Viterbo (per starsene zitto)
5. "Azione nonviolenta"
6. Segnalazioni librarie
7. Indice dei "Telegrammi" di gennaio 2010
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
 
1. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": IL 25 APRILE MEMORIA E FEDELTA' A UN IMPEGNO DI VERITA', SOLIDARIETA', GIUSTIZIA
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Il 25 aprile e' la festa della liberazione dalla criminale barbarie nazifascista.
E' il ricordo della Resistenza che all'orrore dell'ordine hitleriano della guerra e dei campi di sterminio si oppose.
E' la celebrazione di quel patto "giurato fra uomini liberi / che volontari si adunarono / per dignita' non per odio / decisi a riscattare / la vergogna e il terrore del mondo" (come scrisse Piero Calamandrei nella lapide murata nel palazzo comunale di Cuneo).
E' la riaffermazione della fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana, scritta e giurata col sangue e nel nome delle vittime del nazifascismo.
Il 25 aprile e' la fedelta' alla promessa e alla speranza di abolire ogni guerra ed ogni oppressione; la fedelta' all'impegno di opporsi ad ogni strage e ad ogni persecuzione.
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Questo 25 aprile, in nome di questa memoria e di questo dovere, noi dichiariamo che essere fedeli alle ragioni della Resistenza ed ai valori della Costituzione della Repubblica Italiana si traduce in due compiti fondamentali: opporsi alla guerra; opporsi al razzismo.
E quindi chiediamo che cessi immediatamente la partecipazione militare italiana alla guerra afgana.
E quindi chiediamo che siano abolite immediatamente le misure razziste, schiaviste e squadriste con cui il governo italiano perseguita poveri e migranti.
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L'associazione "Respirare"
Viterbo, 24 aprile 2010
L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
 
2. EDITORIALE. LUCINDA MARSHALL: L'ALTRO TERRORISMO
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente intervento di Lucinda Marshall, attivista femminista e pacifista, che ha tenuto questa lezione il 13 aprile 2010 all'Universita' di Dayton]
 
Per riuscire a comprendere appieno il militarismo e' necessario guardarlo con una lente di genere, e stasera io intendo parlare di cosa c'e' nel militarismo che mette le donne particolarmente a rischio. Generalmente, ci sono tre modi in cui le persone cercano di ottenere potere per se stesse:
il primo e' il “potere tra” (comunita'), il senso che siamo in tutto questo insieme; il secondo e' il “potere da dentro” o, in altre parole, la tua forza interiore e le tue capacita'; infine, molti credono che si possa ottenere potere per se' tramite il dominio.
Il militarismo, ed il patriarcato che esso difende, sono basati sulla nozione di dominio, e mettono le donne a rischio particolare per vittimizzazione, violazione e danno. Per ottenere potere con questo metodo tu devi avere qualcuno su cui esercitarlo, e per fare cio' devi etichettare questo qualcuno come “altro”.
Creare l'altro e' un aspetto critico sia del militarismo sia della violenza contro le donne: e' il creare una falsa distinzione fra due persone differenti o fra due differenti gruppi di persone. L'altro viene quindi definito come “meno di”. Una volta definito come “meno di”, l'altro deve essere protetto o distrutto. Le morti di civili ammontano ora al 70% dei caduti di ogni azione militare. Poiche' donne e bambini sono la maggioranza della popolazione civile, sono anche la maggioranza delle vittime civili.
Cosa c'e' nel conflitto militare che rende le donne piu' vulnerabili? Tanto per cominciare, c'e' una rottura nella governabilita' e nella forza della legge. Altri fattori includono la perdita delle proprie case, la separazione dalle famiglie, il diventare rifugiate, la perdita del lavoro.
Come risultato del militarismo le donne vengono vittimizzate sessualmente tramite lo stupro, il traffico a scopo sessuale e la schiavitu' sessuale, i matrimoni forzati e le gravidanze imposte, il femminicidio.
Ci sono poi da considerare diversi altri punti: le guerre non vengono piu' combattute nei campi di battaglia, ma nelle citta' e nei villaggi; durante la guerra i corpi delle donne diventano frequentemente parte del campo di battaglia su cui le opposte forze si contendono la supremazia; i corpi delle donne sono spesso considerati “bottino di guerra” o resi invisibili dalla dicitura “effetti collaterali”.
E la violenza contro le donne non si ferma quando il conflitto cessa. Abbiamo tutti udito degli stupri commessi dai “peacekeepers” delle Nazioni Unite, o di soldati che tornano a casa e aggrediscono o uccidono le loro mogli. Come potete aver saputo di recente, e' stato confermato che due donne incinte ed un'adolescente sono state uccise durante una specie di raid compiuto contro un raduno familiare per celebrare la nascita di un bambino in Afghanistan lo scorso febbraio. Non solo le due donne sono state uccise a sangue freddo, ma la Nato ha tentato di dire che erano gia' morte quando loro sono arrivati la', e che erano vittime di “delitti d'onore”. E' stato provato che non era cosi', e come ha detto un parente angosciato: “Perche' qualcuno dovrebbe uccidere una donna incinta ad una festa che celebra la nascita?”. Il "Times" di Londra riporta che delle pallottole sono state estratte dai corpi delle donne, e un bel mucchio di pallottole hanno decorato i muri tutt'intorno a loro.
I numeri parlano da soli: 500.000 donne stuprate durante il conflitto in Ruanda; 64.000 donne stuprate durante il conflitto in Sierra Leone; 40.000 donne stuprate in Bosnia-Erzegovina; 4.500 stupri in solo sei mesi in un'unica provincia della Repubblica democratica del Congo; centinaia di donne stuprate ogni giorno nel Darfur.
E' proprio per l'enormita' di questi numeri che noi sappiamo che la violenza contro le donne e' sistemica al militarismo.
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La connessione tra militarismo e violenza di genere e' un'istanza globale, ma stasera mi concentrero' su cio' che riguarda in special modo gli Usa. Ci sono molte ragioni per questa scelta.
Gli Usa sono la piu' grande potenza militare al mondo e poiche' la maggioranza qui e' composta da cittadine e cittadini statunitensi trovo appropriato parlare dei nostri errori e di cio' di cui dobbiamo assumerci la responsabilita', prima di puntare il dito contro qualcun altro.
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Cominciamo con l'Afghanistan. Una delle giustificazioni fornite per l'invasione dell'Afghanistan era la “liberazione” delle donne afgane. Come Human Rights Watch ha detto nel dicembre scorso: “Le donne afgane sono fra quelle che hanno lo status peggiore al mondo, la violenza contro di esse e' endemica ed il governo del paese non riesce a proteggerle da crimini quali lo stupro e l'omicidio”.
Oggi la maggioranza delle afgane sono vulnerabili alla violenza domestica; il sistema giudiziario fornisce scarse possibilita' di ottenere giustizia alle vittime di questa violenza; se non ci sono testimoni di uno stupro la donna puo' essere accusata di adulterio; le vittime della violenza sessuale sono spesso imprigionate o uccise; le donne che subiscono violenza domestica possono essere spinte a gesti estremi, incluso il suicidio, spesso per autoimmolazione. Il reparto ustionati dell'ospedale di Herat ha registrato 90 casi di donne che si sono date fuoco in undici mesi. L'Afghanistan e' il solo paese al mondo in cui il tasso di suicidi e' piu' altro fra le donne che fra gli uomini. Fra il 70 e l'80% delle bambine sotto i dodici anni vengono costrette al matrimonio. Ci sono attualmente veri e propri mercati dove le donne si vendono e si comprano. Andare a scuola e' rischioso per una femmina, a causa degli attacchi con le bombe e con l'acido. Gli omicidi di importanti leader donne sono tutti rimasti impuniti.
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E poi ci siamo mossi verso l'Iraq e ancora abbiamo usato la giustificazione del dover “liberare” le donne: e sebbene nel paese ci fossero problemi seri, come le “stanze dello stupro”, le donne irachene godevano dei piu' alti livelli di liberta' del mondo arabo. Dopo l'invasione, invece ci sono 750.000 vedove di guerra in Iraq che hanno mezzi scarsi o nessun mezzo del tutto per sopravvivere; moltissime donne sono diventate profughe in Giordania e Siria, spesso separate dalle famiglie e percio' prive di sostegno e protezione; la nuova Costituzione irachena, benedetta dagli Usa, da' la precedenza alla "legge islamica” invece che a quella civile; i “delitti d'onore” sono aumentati esponenzialmente, e cosi' il traffico di donne a scopo sessuale.
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Ma non sono solo le donne della popolazione civile ad essere messe a rischio. Il 30% delle donne nell'esercito statunitense vengono stuprate mentre sono in servizio, il 71% subisce aggressioni a sfondo sessuale, il 90% molestie. Gli studi che riportano queste cifre riportano anche che il 90% di queste aggressioni non sono formalmente denunciate. Come ha notato di recente una deputata, le donne nell'esercito sono piu' a rischio di essere ferite da un commilitone che da qualsiasi nemico. La situazione e' talmente brutta nei teatri di guerra che le donne non vanno neppure al bagno da sole per timore di essere stuprate dai colleghi. E' importante notare che la scarsissima percentuale di condanne per i perpetratori crea una cultura dell'impunita' rispetto alla violenza sessuale.
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Dobbiamo anche parlare della vittimizzazione sessuale diretta delle donne civili da parte dell'esercito statunitense. La prostituzione fiorisce attorno alle basi militari, sia negli Usa sia all'estero. Adulte e ragazze vengono trasferite in loco non appena le truppe arrivano. Il Pentagono ha emanato delle direttive anti-prostituzione ed anti-traffico di donne, nel 2004, che dovrebbero portare i violatori davanti alla corte marziale, ma poco e' stato fatto per metterle in pratica.
All'inizio di quest'anno, il governo delle Filippine ha smesso di concedere permessi di espatrio per lavoro alle donne che cercano impiego nei bar e nei club che circondano le basi militari in Corea del Sud, perche' la maggioranza di esse finisce per essere costretta a prostituirsi. A molte di queste donne i reclutatori dicono che esse intratterranno le truppe danzando e cantando nei bar, ma poi il lavoro reale e' servire bevande costose con questa clausola: le donne hanno una quota di beveraggi da vendere e se non la raggiungono si indebitano, e questi debiti devono pagarli con servizi sessuali.
In Giappone, un anno dopo che il Dipartimento della Difesa aveva bandito la presenza di prostitute nelle basi americane, e' saltato fuori un fiorente commercio in cui “massaggiatrici” vendevano sesso per prezzi variabili dai 30 ai 70 dollari attorno alle basi stesse.
E' anche importante notare che il problema si estende ai “contractor” privati, come gli uomini di Dyncorp in Bosnia alla fine degli anni '90, e all'inizio di quest'anno e' venuto alla luce che gli ufficiali dell'agenzia Blackwater di stanza in Afghanistan avevano una prostituta filippina a libro paga, con la causale “Ricreazione a beneficio del morale”.
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Ogni volta in cui esce un nuovo studio o un nuovo rapporto viene fatto al Congresso rispetto alle violenze sessuali nell'esercito, e ce ne sono stati un po', inevitabilmente io vengo chiamata al telefono da un giornalista che mi chiede se questo fara' una differenza. La risposta, in breve, e' no. Lo stupro e la denigrazione delle donne sono di fatto armi di guerra, da sempre, e la riduzione delle donne a oggetto e' ancora viva e vegeta nell'esercito.
Nonostante un bando decennale della vendita di materiale pornografico nelle basi militari, l'esercito ha di recente deciso che "Playboy" e "Penthouse" non sono classificabili come riviste pornografiche: adesso non voglio entrare in un dibattito su cos'e' la pornografia, il punto e' che la riduzione delle donne a oggetto e' storicamente intrinseca al militarismo e nessun ammontare di testimonianze rese al Congresso cambiera' questo fatto.
Il numero di violenze sessuali denunciate nell'esercito e' salito, e cio' puo' essere dovuto in parte al miglioramento dei meccanismi di denuncia, ma si tratta ancora di una piccola parte del numero reale. E' cruciale comprendere che cio' che non e' salito e' il numero di processi legali e di condanne, e finche' questo non accade un miglioramento sostanziale della situazione non e' prevedibile.
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Anche se mi sono concentrata primariamente sul militarismo statunitense, e' chiaro che qualunque altro tipo di militarismo, sia esso di milizie nazionali, di forze ribelli, eccetera, conduce alla violenza contro le donne ovunque si dia, e che con questa violenza bisogna fare i conti ovunque, in Indonesia come in Darfur o nella Repubblica democratica del Congo. Ci sarebbe da fare un'approfondita riflessione sul ruolo degli Usa in queste situazioni, per esempio il nostro sostegno al governo indonesiano o la nostra mancanza d'azione rispetto al Darfur: quando non stiamo perpetrando direttamente la violenza non significa che non siamo coinvolti nel far permanere il problema, o che non dovremmo agire per far cessare la violenza.
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Vorrei ora parlare di cosa puo' essere fatto, a livello nazionale ed internazionale, per cambiare il paradigma che permette la vittimizzazione delle donne quale risultato del militarismo. Ci sono alcuni strumenti a disposizione. Uno dei piu' importanti e' la Cedaw, ovvero la “Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne”, che definisce la violenza contro le donne una violazione dei diritti umani, ed e' spesso descritta come la “carta dei diritti delle donne”. Fino ad ora, 185 paesi hanno ratificato la Convenzione. Gli Stati Uniti sono tra i paesi che non l'hanno ancora fatto, come l'Iran ed il Sudan.
Ci sono anche numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di cui e' importante sapere. La prima, la Risoluzione 1325, attesta lo sproporzionato e speciale impatto che il conflitto armato ha sulle donne, e riconosce che i contributi delle donne alla prevenzione dei conflitti, alla risoluzione dei conflitti ed alla costruzione della pace sono sottovalutati e poco utilizzati. Inoltre, sottolinea l'importanza dell'uguale e piena partecipazione delle donne come agenti attivi nelle istanze riguardanti pace e sicurezza.
La seconda, la Risoluzione 1820, chiede a tutte le parti coinvolte in conflitti armati di cessare gli atti di violenza sessuale contro la popolazione civile e chiama alla protezione di donne e bambine da tutte le forme di questa violenza.
Abbiamo anche il Tribunale Internazionale creato nel 1998. E' di importanza cruciale il fatto che il suo statuto classifica la violenza sessuale quale crimine di guerra e fornisce un mezzo per rendere i perpetratori responsabili delle loro azioni. Il Tribunale stabilisce anche misure per facilitare le indagini sulla violenza di genere e criteri standard per il trattamento delle vittime, inclusa la protezione dei testimoni e la consulenza legale. Gli Usa si oppongono a questo Tribunale e non vi partecipano.
Infine, negli Usa e' stato reintrodotto in febbraio l'International Violence Against Women Act (Ivawa), approvato sia alla Camera sia al Senato. Incorporera' tutte le politiche estere tese a fornire programmi di assistenza per porre fine alla violenza di genere ed alla poverta', per promuovere opportunita' economiche per le donne, per fermare la violenza contro le bambine nelle scuole.
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Questi sono strumenti disponibili a livello internazionale e nazionale, ma voi ed io non siamo membri del Congresso o delegati alle Nazioni Unite. Percio', la riflessione su cui voglio concludere e' questa: cosa possiamo fare, noi che siamo qui stasera, per cambiare il paradigma?
Perche' vi sia una pace che includa le donne, dobbiamo essere capaci di cogliere la connessione fra la creazione dell'altro che abilita il militarismo e la creazione dell'altro che abilita la violenza sessuale. Creare pace nel mondo deve includere il creare pace nelle nostre case. E dobbiamo prendere sul serio la violenza nelle relazioni intime, quanto prendiamo sul serio le violenze che si danno in guerra. Abbiamo la necessita' di ammettere che la violenza sessuale e' un'arma di guerra. Quando gli uomini vanno in guerra, donne e bambini sono la stragrande maggioranza delle vittime innocenti. Dobbiamo riconoscere questo e farne un'istanza frontale e centrale.
Se ricordate come ho cominciato questo intervento, ci sono tre modi in cui si cerca di ottenere potere e noi dobbiamo muoverci dal dominio ad una cornice comprensiva del “potere tra” e del “potere da dentro”. Dobbiamo compiere un passaggio paradigmatico fondamentale, muovendoci verso un pensiero di partnership (partenariato), un concetto di cui Riane Eisler e' stata pioniera. Invece di etichettare gli altri come avversari e competitori, vediamo come possono essere nostri compagni, come insieme possiamo creare soluzioni e costruire relazioni significative e giuste. Allora avremo davvero potere.
 
3. RIFLESSIONE. IL SINDACO JEKYLL E IL SINDACO HYDE, A VITERBO
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Intervenendo sulla situazione dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, uno dei luoghi piu' caratteristici e preziosi del territorio viterbese, che ispiro' Dante e che dovrebbe essere curato come la pupilla dei propri occhi, il sindaco di Viterbo dichiara di condividere l'esigenza di salvaguardare l'area dal vandalismo e di condividere anche l'obiettivo "di offrire ai viterbesi il Parco del Bulicame, tra storia e natura". E dice cosa buona e giusta.
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Ma lo stesso sindaco, dismesse le sobrie vesti del dottor Jekyll ed indossate quelle dell'orgiastico mister Hyde, e' da anni uno dei fautori del dissennato e sciagurato progetto speculativo di realizzare in quell'area un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge; ovvero un'opera che devastera' per sempre l'area del Bullicame, ovvero il piu' scellerato e insensato dei vandalismi.
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Vorremmo allora pregare il sindaco di Viterbo di uscire da questa schizofrenia, e di decidersi a fare la cosa giusta e solo la cosa giusta, di impegnarsi cioe' a favore della conservazione e valorizzazione dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame; di impegnarsi a favore della creazione del parco del Bulicame, come ha dichiarato oggi.
E conseguentemente di cessare di essere complice della lobby speculativa di estrema destra che l'area del Bulicame vorrebbe devastare irreversibilmente.
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Il sindaco di Viterbo sa, poiche' a Viterbo lo sanno ormai anche i sassi, quello che un appello sottoscritto da innumerevoli illustri scienziati e personalita' della cultura, delle istituzioni e della vita civile esprime cosi': "L'area archeologica e termale del Bulicame a Viterbo, un'area di preziose emergenze e memorie storiche e culturali, e di altrettanto preziosi beni naturalistici e risorse terapeutiche, e' minacciata di distruzione dalla volonta' di una lobby speculativa di realizzarvi un mega-aeroporto. La realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze: a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; f) uno sperpero colossale di soldi pubblici; g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio".
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Ebbene, faccia una cosa buona il sindaco di Viterbo: tenga fede a quanto ha dichiarato oggi, si impegni per difendere il Bulicame e perche' si realizzi il parco del Bulicame.
E dica finalmente di aver capito che il mega-aeroporto sarebbe un crimine ed una follia; dica finalmente che quell'opera nociva, distruttiva e fuorilegge non deve essere realizzata.
Dica finalmente che occorre difendere la legalita', il benessere e i diritti della popolazione, l'ambiente casa comune; e che quindi l'operazione speculativa del mega-aeroporto va respinta una volta per tutte.
Sia coerente con quanto ha oggi affermato e riconosca quindi il suo lungo e grave errare, e se ne dichiari pentito. Errare humanum est, perseverare diabolicum.
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Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 24 aprile 2010
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
 
4. RIFLESSIONE. L'ENNESIMA OCCASIONE PERSA DALL'EX-PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VITERBO (PER STARSENE ZITTO)
 
L'ex-presidente della Provincia di Viterbo, promosso di recente segretario regionale del Pd del Lazio, non pago di aver regalato l'ente locale alla destra eversiva berlusconiana, ha perso un'ennesima buona occasione per starsene zitto.
Infatti ha avuto la bella pensata di esprimersi ancora una volta a sostegno della realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.
Cosi' persistendo nel favoreggiare la lobby speculativa di estrema destra che quell'opera scellerata vorrebbe realizzare devastando l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, avvelenando la popolazione viterbese, violando le leggi e saccheggiando le casse del pubblico erario.
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Verrebbe da chiedersi: ma che gli abbiamo fatto di male per voler cosi' pervicacemente devastare la nostra terra e attentare alla nostra salute?
Ma chi glielo fa fare di continuare ad essere complice della destra piu' estrema e piu' ignobile, piu' truffaldina e piu' vandalica?
Ma perche' mai continua ad essere manutengolo di un'operazione la cui insensatezza, illegalita' ed immoralita' e' stata definitivamente dimostrata?
Labirintico enigma. Parafrasando Thomas Mann: profondo e' il pozzo dell'animo umano, sara' anche insondabile?
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Ma forse l'ex-presidente della Provincia risponderebbe come lo scorpione del noto aneddoto raccontato da Orson Welles nei panni di Mr. Arkadin nell'omonimo film: "E' nel mio carattere". Pessimo carattere.
 
5. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella Resistenza, Bollati Boringhieri, Torino 1991, pp. XIV + 826.
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Riedizioni
- Giuseppe Mininni, Psicologia e media, Laterza, Roma-Bari 2004, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. XIV + 162, euro 9,90.
 
7. MATERIALI. INDICE DEI "TELEGRAMMI" DI GENNAIO 2010
 
* "Telegrammi", numero 57 del primo gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Quattro tranci di vite tranciate. Un racconto di natale dal vero; 2. Fermare la guerra e le stragi; 3. Associazione "Respirare": L'insostenibile pesantezza del trasporto aereo; 4. Indice dei "Telegrammi" di dicembre 2009; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 58 del 2 gennaio 2010: 1. Aut aut; 2. Gli sproloqui di Griso Barracane: Poiche' vi e' una sola umanita'; 3. Ricciardo Aloisi: Samsara; 4. Una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo alla candidata alla presidenza della Regione Lazio Polverini; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie: 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento: 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 59 del 3 gennaio 2010: 1. Ricordi?2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 60 del 4 gennaio 2010: 1. Un solo giorno; 2. Un carteggio ed una collaborazione tra la dottoressa Antonella Litta ed il professor Eberhard Greiser; 3. Una lettera della dottoressa Antonella Litta al Comune di Ronciglione sulla situazione delle acque del lago di Vico; 4. Una lettera della dottoressa Antonella Litta alla Asl di Viterbo sulla situazione delle acque del lago di Vico; 5. Una lettera della dottoressa Antonella Litta al Prefetto di Viterbo sulla situazione della discarica di Monte Jugo; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 61 del 5 gennaio 2010: 1. Difendere la Costituzione. Abolire le leggi criminali e criminogene, incostituzionali ed antigiuridiche, del governo della guerra e del razzismo; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 62 del 6 gennaio 2010: 1. La Costituzione antifascista; 2. Un incontro di studio a Viterbo; 3. Il 10 gennaio a Viterbo; 4. Per contrastare il razzismo; 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 6. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 7. Cosa fare; 8. "Azione nonviolenta"; 9. Segnalazioni librarie; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 63 del 7 gennaio 2010: 1. Le stragi quotidiane; 2. L'assessore all'Ambiente della Regione Lazio scrive al "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo. Se l'assessore e' sincero, allora deve opporsi al mega-aeroporto; 3. Un movimento antiapartheid in Italia; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 6. Cosa fare; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 64 dell'8 gennaio 2010: 1. Opporsi; 2. Verso la fine ignominiosa di una squallida truffa; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 65 del 9 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Una nuova fase nella lotta nonviolenta contro il colpo di stato razzista, in difesa della legalita' costituzionale e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; 2. Con gli immigrati, contro la violenza; 3. La rivolta degli schiavi; 4. Il ministro del pogrom; 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 6. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 7. Cosa fare; 8. La dottoressa Antonella Litta scrive alla senatrice Emma Bonino; 9. Anche il presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati vittima di una squallida mistificazione; 10. "Azione nonviolenta"; 11. Segnalazioni librarie; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 66 del 10 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Governo razzista e potere mafioso coalizzati nello schiavizzare e perseguitare i migranti. E' l'ora dell'insurrezione nonviolenta del popolo italiano in difesa della Costituzione repubblicana, della legalita' democratica, dei diritti umani di tutti gli esseri umani; 2. Giobbe Santabarbara: Elezioni; 3. Oggi a Viterbo; 4. L'11 gennaio 2010 il Comitato contro il mega-aeroporto fuorilegge incontra l'assessore regionale all'ambiente; 5. L'associazione "Respirare" scrive alle candidate alla presidenza della Regione Lazio; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 67 dell'11 gennaio 2010: 1. Con le sorelle e i fratelli migranti, contro la mafia e il razzismo; 2. Sezione Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi: In difesa della Costituzione; 3. I partecipanti all'incontro di formazione nonviolenta del 10 gennaio a Viterbo solidali con i migranti. Contro la schiavitu', contro il razzismo, contro la violenza, per i diritti umani di tutti gli esseri umani; 4. Il comitato che si oppone al mega-aeroporto fuorilegge scrive al presidente della Commissione Trasporti della Camera; 5. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo scrive a Emma Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 68 del 12 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Occorre un'insurrezione nonviolenta contro il regime dell'apartheid; 2. L'indispensabile; 3. Il comitato contro il mega-aeroporto fuorilegge ha incontrato l'assessore regionale all'ambiente; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 69 del 13 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Cio' che servirebbe: uno sciopero generale nazionale contro razzismo, schiavitu', mafie; 2. Si e' svolto il settimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 3. Associazione "Respirare": Salvare il Bulicame, potenziare le ferrovie, evitare un disastro sanitario; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 70 del 14 gennaio 2010: 1. Contro schiavitu', mafie, pogrom e apartheid occorre uno sciopero generale; 2. Oggi in Italia; 3. Un incontro di studio a Viterbo su mobilita' appropriata e prospettiva ecoequosolidale; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 71 del 15 gennaio 2010: 1. L'ordine regna a Varsavia; 2. Frattanto la guerra; 3. Solidarieta' con la popolazione di Haiti vittima del sisma; 4. Una lettera al Ministro della Salute; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice completo di "In cammino verso Assisi" (agosto-settembre 2000); 8. Indice dei numeri 1-30 (settembre-ottobre 2000) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 72 del 16 gennaio 2010: 1. Annamaria Rivera: Dopo Rosarno; 2. Peppe Sini: Contro la dittatura razzista l'insurrezione nonviolenta; 3. La guerra; 4. Dal parlamento europeo solidarieta' all'impegno del comitato contro il mega-aeroporto fuorilegge; 5. Il 17 gennaio a Viterbo; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. Indice dei numeri 31-76 (novembre-dicembre 2000) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 73 del 17 gennaio 2010: 1. Dinanzi; 2. Ripudia la guerra; 3. Il comitato chiede che i candidati alle elezioni provinciali e regionali si esprimano sulla minaccia del mega-aeroporto fuorilegge; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. Indice dei numeri 77-135 (gennaio-febbraio 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 74 del 18 gennaio 2010: 1. La nonviolenza contro il colpo di stato razzista; 2. La nonviolenza contro la guerra; 3. Da Viterbo solidarieta' con le vittime del terremoto di Haiti; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. Indice dei numeri 136-214 (marzo-agosto 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 75 del 19 gennaio 2010: 1. Una soltanto; 2. Si e' svolto l'ottavo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 3. Anni di squallide menzogne e di indegne manovre della lobby del mega-aeroporto hanno gia' gravemente danneggiato Viterbo e l'Alto Lazio; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. Indice dei numeri 215-244 (settembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 76 del 20 gennaio 2010: 1. La stessa empatia; 2. Associazione "Respirare": Analisi concreta e responsabilita' globale nelle scelte amministrative locali; 3. "Azione nonviolenta"; 4. Segnalazioni librarie; 5. Indice dei numeri 245-274 (ottobre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 77 del 21 gennaio 2010: 1. Oggi; 2. "Azione nonviolenta"; 3. Segnalazioni librarie; 4. Indice dei numeri  275-304 (novembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 78 del 22 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Amarcord; 2. Qui e adesso; 3. Il 24 gennaio a Viterbo; 4. Imbroglioni ed imbrogliati; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 305-328 (dicembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 79 del 23 gennaio 2010: 1. De hominis dignitate; 2. A Viterbo il 24 gennaio; 3. A Nepi il 27 gennaio; 4. A Soriano nel Cimino il 27 gennaio; 5. Primo Levi: Shema'; 6. Primo Levi: Alzarsi; 7. Primo Levi: Si immagini ora un uomo; 8. Primo Levi: Che appunto perche'... 9. Primo Levi: Verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945; 10. Primo Levi: Hurbinek; 11. Primo Levi: Approdo; 12. Primo Levi: La bambina di Pompei; 13. Primo Levi: Non ci sono demoni... 14. Primo Levi: Partigia; 15. Primo Levi: Il superstite; 16. Primo Levi: Contro il dolore; 17. Primo Levi: Canto dei morti invano; 18. Primo Levi: Agli amici; 19. Primo Levi: La vergogna del mondo; 20. Primo Levi: Il nocciolo di quanto abbiamo da dire; 21. "Azione nonviolenta"; 22. Segnalazioni librarie; 23. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 24. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 80 del 24 gennaio 2010: 1. Primo Levi: Al visitatore; 2. Oggi a Viterbo; 3. A Soriano nel Cimino il 27 e il 29 gennaio; 4. Parroletti e Bartoncini; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 329-370 (gennaio-settembre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 81 del 25 gennaio 2010: 1. Opporsi al colpo di stato razzista. Con la forza della nonviolenza; 2. Raffaello Saffioti: Una lettera aperta ad Andrea Cozzo; 3. Maria G. Di Rienzo: Donne vittime di violenza domestica; 4. A Soriano nel Cimino il 27 e il 29 gennaio; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 371-401 (ottobre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 82 del 26 gennaio 2010: 1. Il 31 gennaio 2010 il comitato contro il mega-aeroporto festeggia gli ottanta anni del professor Osvaldo Ercoli al centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo; 2. Maria G. Di Rienzo: Donne migranti invisibili; 3. Si e' svolta al centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo una lettura di opere di Primo Levi in preparazione della Giornata della memoria; 4. A Soriano nel Cimino il 27 e il 29 gennaio; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 402-431 (novembre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 83 del 27 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Oggi; 2. Antonella Litta: La memoria della Shoah; 3. Umberto Santino: Sullo sgombero del Laboratorio Zeta a Palermo; 4. Maria G. Di Rienzo: Donne creatrici di pace; 5. Oggi a Soriano; 6. Il 31 gennaio a Viterbo; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 84 del 28 gennaio 2010: 1. L'umanita' contro il razzismo; 2. Si e' svolto presso la biblioteca comunale di Soriano nel Cimino un incontro di riflessione nel Giorno della memoria della Shoah; 3. Si e' svolto il nono incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 4. Antonella Litta: Osvaldo Ercoli educatore al rigore morale e all'impegno civile; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 85 del 29 gennaio 2010: 1. Piccolo epitaffio per Primo Levi; 2. Peppe Sini: Una testimonianza di gratitudine per Osvaldo Ercoli; 3. Celebrata a Nepi la Giornata della memoria della Shoah; 4. Oggi a Soriano nel Cimino; 5. A Viterbo il 31 gennaio; 6. Quelli che... mentono sapendo di mentire; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 86 del 30 gennaio 2010: 1. Antonella Litta: Alla scuola di Gandhi; 2. Commemorato Gandhi a Viterbo; 3. Una festa in onore del professor Osvaldo Ercoli; 4. Vandali al Bulicame; 5. Si e' svolto un incontro di studio sui diritti umani il 28 gennaio a Viterbo; 6. Il 31 gennaio a Viterbo; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 87 del 31 gennaio 2010: 1. Come; 2. Oggi a Viterbo; 3. Omaggio al professor Osvaldo Ercoli; 4. Gli auguri dell'illustre magistrato Ferdinando Imposimato al professor Osvaldo Ercoli; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
 
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
9. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 172 del 26 aprile 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it