Telegrammi. 268



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 268 del 31 luglio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Di fronte all'orrore della guerra e del razzismo
2. Burbanzio Malvolenti: Settanta estratti danteschi
3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Assunta Signorelli
4. Il primo agosto a Viterbo
5. Si e' svolto il 29 luglio un incontro di riflessione a Viterbo
6. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
7. "Azione nonviolenta"
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DI FRONTE ALL'ORRORE DELLA GUERRA E DEL RAZZISMO
 
Di fronte all'orrore della guerra e del razzismo sei tu che devi resistere.
Sei tu che devi insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Sei tu che devi difendere la legalita' che salva le vite ed invera i diritti.
Sei tu che devi lottare per imporre il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, e quindi che cessi la partecipazione italiana alle stragi afgane, che siano abolite le misure hitleriane del colpo di stato razzista.
Sei tu.
Se non la incarni tu, la nonviolenza non esiste.
Se non resisti tu, l'hitlerismo al governo nel nostro paese non sara' sconfitto.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. BURBANZIO MALVOLENTI: SETTANTA ESTRATTI DANTESCHI
[Il nostro buon amico Burbanzio Malvolenti, richiesto da Paolo Arena e Marco Graziotti di rispondere a settanta domande sulla nonviolenza oggi in Italia, cosi' ha ritenuto di rispondere, utilizzando versi estratti dalla Comedia di Dante Alighieri. Non vi e' limite all'umana bizzarria]
 
1. Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
Quando mi volsi al suo viso ridente.
*
2. Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?
Parmenide, Melisso e Brisso e molti.
*
3. Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
Cio' che per l'universo si squaderna.
*
4. Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
Ma la bonta' infinita ha si' gran braccia.
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5. In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
A l'uomo non facesse alcuna guerra.
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6. Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
E altro e' da veder che tu non vedi.
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7. Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
Non hai tu spirto di pietade alcuno?
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8. Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
Da quinci innanzi il mio veder fu maggio.
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9. Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
Sanza danno di pecore o di biade.
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10. Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
Mi disse, riconoscimi se sai.
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11. Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
Fermar li piedi e tennero il cor saldo.
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12. Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
Esser non puote il mio che a te si nieghi.
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13. Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
La buona compagnia che l'uom francheggia.
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14. Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
Questo vi basti a vostro salvamento.
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15. Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
Quinci si va chi vuole andar per pace.
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16. Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
Ch'e' si lascio' cascar l'uncino a' piedi.
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17. Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
Che sia or sanator de le tue piage.
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18. Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
Non t'incresca restare a parlar meco.
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19. Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
La verita' nulla menzogna frodi.
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20. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
Amor che ne la mente mi ragiona.
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21. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
Poi cominciai cosi': l'affetto e 'l senno.
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22. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?
Sopra la quale ogni virtu' si fonda.
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23. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?
Che tu intrasti povero e digiuno.
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24. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
Quindi addolcisce la viva giustizia.
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25. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?
La prima volonta', ch'e' da se' buona.
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26. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
Ahi quanto cauti li uomini esser dienno.
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27. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?
Molto si mira e poco si discerne.
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28. Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
Cosi' un sol calor di molte brage.
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29. Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?
Pero' che, giunti, l'un l'altro non teme.
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30. Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
E frutta sempre e mai non perde foglia.
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31. Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?
Pero' ch'a le percosse non seconda.
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32. Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
Spesse fiate m'intronan li orecchi.
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33. Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
Che vede e vuol dirittamente e ama.
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34. I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?
Con piu' dolce canzone e piu' profonda.
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35. I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?
Memoria, intelligenza e volontade.
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36. I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
Non pur per lo sonar de le parole.
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37. Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?
Poca favilla gran fiamma seconda.
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38. Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
Guardando a la persona che sofferse.
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39. Nonviolenza e cultura: quali rapporti?
Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero.
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40. Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?
Ogne vilta' convien che qui sia morta.
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41. Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?
Ivi s'accoglie l'uno e l'altro insieme.
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42. Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?
Vassene 'l tempo e l'uom non se n'avvede.
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43. Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?
Non e' se non splendor di quella idea.
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44. Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?
Amor di vero ben, pien di letizia.
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45. Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?
L'altro piangea; si' che di pietade.
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46. Nonviolenza e politica: quale relazione?
Con occhio chiaro e con affetto puro.
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47. Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
L'umana probitate; e questo vole.
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48. Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?
Dinanzi a l'acqua che ritorna equale.
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49. Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?
Non so chi sia, ma so ch'e' non e' solo.
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50. La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
E se non piangi, di che pianger suoli?
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51. Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?
Ipocrate, Avicenna e Galieno.
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52. Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
E come surge e va ed entra in ballo.
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53. Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?
Quivi sospiri, pianti e alti guai.
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54. E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?
Poi, con dottrina e con volere insieme.
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55. Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
Ben te ne puoi accorger per li volti.
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56. Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
Se tu li guardi bene e se li ascolti.
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57. Nonviolenza e intercultura: quale relazione?
Pur un linguaggio nel mondo non s'usa.
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58. Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?
Fatti non foste a viver come bruti.
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59. Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?
Un sol che tutte quante l'accendea.
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60. Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?
Rime d'amor usar dolci e leggiadre.
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61. Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?
E venni a te cosi' com'ella volse.
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62. Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?
Onde cessar le sue opere biece.
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63. Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?
Del mondo seppi, e quel valore amai.
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64. Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?
Perdoniamo a ciascuno, e tu perdona.
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65. Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?
Che, come vedi, ancor non m'abbandona.
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66. Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?
Cio' che par duro ti parrebbe vizzo.
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67. Nonviolenza come cammino: in quale direzione?
Pero' pur va, e in andando ascolta.
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68. Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?
Guizza dentro a lo specchio vostra image.
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69. Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
S'io avessi, lettor, piu' lungo spazio.
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70. C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Se tu m'intendi, or fa si' che ti vaglia.
 
3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ASSUNTA SIGNORELLI
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista ad Assunta Signorelli.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un profilo di Assunta Signorelli si veda la risposta all'ultima domanda]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Assunta Signorelli: Difficile rispondere. Sono stata educata sin da piccola al rispetto degli altri e delle altre, all’inutilita' della violenza. In casa mia non e' entrato mai un giocattolo da guerra. Credo che il passaggio dalla nonviolenza come atteggiamento di vita, modalita' di comportamento naturale, alla nonviolenza come valore politico sia avvenuto nel periodo dal 1964 al 1970 attraverso la frequentazione di gruppi di cattolici del dissenso ( Balducci, don Milani, monaci camaldolesi, Turoldo) del movimento studentesco fino all’approdo al movimento di trasformazione istituzionale di Franco Basaglia e al femminismo meglio inteso come movimento di genere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?

- Assunta Signorelli: David Maria Turoldo, Ernesto Balducci, Mohandas Gandhi, Fabrizia Ramondino.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Assunta Signorelli: E' difficile, potrebbe essere un elenco infinito; provo a buttarlo giu': i libri di Primo Levi, quelli della scuola di Barbiana, i libri di Christa Wolf, Le tre ghinee di Virginia Woolf, i libri di Susan Sontag e di Fabrizia Ramondino.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Assunta Signorelli: Attraverso un momento di grande crisi e di chiusura verso l’associazionismo istituzionale e no, per cui mi e' difficile rispondere. Mi sono molto chiusa nel mio lavoro e pur continuando ad essere attenta a cogliere segnali, a seguire annunci e avvenimenti, non riesco piu' a riconoscermi nelle azioni in atto. Delusa dai grandi movimenti e dai grandi eventi, privilegio situazioni locali piccole e sconosciute. Una delle cose che ancora mi sembra abbastanza “pulita” perche' fuori da logiche di mediazioni al ribasso mi sembra l’esperienza di "Progetto sud" (Lamezia Terme) che comprende varie attivita' fra cui un lavoro sulla pace legato ad una donna eccezionale di nome Emma.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Assunta Signorelli: Prioritaria mi sembra oggi la questione della violenza sulle donne e i bambini e le bambine. Sono convinta che se non si parte dalle relazioni individuali e singolari il tema della violenza non sara' mai risolto. Ho conosciuto uomini militanti per la pace violenti verso le loro compagne.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Assunta Signorelli: Escluso "Progetto sud" non so dare altre risposte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Assunta Signorelli: Nonviolenza piu' che assenza di violenza (non mi piace definire le cose in negativo) e' presenza di rispetto nelle relazioni con l’umano e la natura; riconoscimento dell’alterita', singolare o multipla, concreta o astratta; ricerca della mediazione nei confronti dei conflitti che nascono da bisogni contrapposti, non attraverso la negazione di uno dei due poli ma attraverso la ricerca di un punto di convergenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e varie forme di intervento sociale, di mobilitazione civile, di azione solidale, dal femminismo all'ecologia, all'impegno antirazzista e per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, alla lotta antimafia, alle lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse, alle lotte di liberazione dei popoli oppressi, all'impegno per il disarmo, all'impegno per il diritto alla salute e all'assistenza e per alleviare le sofferenze?

- Assunta Signorelli: Sono tutti ambiti che tra loro s’intrecciano, potrei dire che non si danno separati. Praticare la nonviolenza significa praticare il rispetto dell’altro/altra da te chiunque esso sia, dovunque sia nato, qualunque sia la sua condizione sociale eccetera. Rispetto che se non e' solo enunciazione teorica o vuota affermazione di principio deve tradursi in un lavoro costante e quotidiano di rimozione di tutti gli ostacoli o le nequizie che impediscono alle persone di vivere e non di sopravvivere e, in fondo, anche a me di agire rispetto nei loro confronti. Faccio un esempio per spiegarmi meglio: ormai durante il giorno, dovunque mi trovo, mi capita di essere fermata da persone che mi chiedono soldi (elemosine, vendita di oggetti, ascolto di musiche e cosi' via), non posso rispondere a tutte, ma mentre mi nego sento di agire violenza nei loro confronti, e - perche' no - anche verso me stessa.

Forse una risposta a parte meriterebbe la domanda sulle psicoterapie ma la risposta ci porterebbe lontano. Sintetizzo dicendo che per me la salute non puo' essere ridotta al rango di merce e, quindi, non si paga. Chi la vende, sotto qualsiasi forma, compie un gesto violento perche' sfrutta un bisogno primario.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica, alla riflessione delle e sulle religioni, alla riflessione sull'educazione, sull'economia, sul diritto e le leggi, sull'etica e la bioetica, sulla scienza e la tecnologia, sulla riflessione storica e la pratica storiografica?

- Assunta Signorelli: Provo a dare una risposta unitaria premettendo che sono molto ignorante (nel senso che ignoro) in molte delle discipline citate, ho una cultura limitata dal mio lavoro e dalla mia esperienza: nel corso della mia vita ho sempre letto e studiato con l’obiettivo di affinare la mia pratica e renderla sempre piu' vicina alla possibilita' di esercitare il mio mestiere in modo etico, soddisfacendo in primis le richieste di chi mi si rivolgeva, tenendo conto del mandato sociale ma, quando necessario, contrastarlo se in conflitto con gli interessi della persona in cura nella struttura dove opero. Detto cio' ribadisco che nonviolenza per me e' in primis rispetto dell’altro/altra intesa come identitàa'singolare ed unitaria fra corpo e mente. Allora impossibilita' di attraversare il confine che il corpo, la fisicita', disegna: questo significa, per me nonviolenza, e con questo ogni scienza, ogni teoria deve fare i conti.

Mai deve esistere il predominio dell’astratto come principio d’autorita' unico e vero a cui tutti devono piegarsi. L’etica, come la bioetica, deve fondarsi sul principio del minimo etico condiviso, della flessibilita' di ogni enunciato al confronto con la singolarita' dell’evento sempre unico e irripetibile. Mi sento vicina, anche se con alcune precisazioni, al relativismo nella direzione che la vita e' la contraddizione piu' alta che noi affrontiamo. In medicina alla fine si capisce che, paradossalmente, la morte e' piu' “secondo natura" della vita.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Assunta Signorelli: Nodo cruciale dei nostri tempi, ma forse di sempre, la costruzione del consenso quotidianamente c’interroga. Non mi piacciono i leaders o gli eroi e le eroina, portano sempre con se', anche i migliori, anche se in modo inconsapevole, il germe dell’oppressione e dell’annullamento dell’altro. Non so come si costruisce in astratto il consenso, nel mio piccolo ho sempre agito facendo le cose che ritenevo giuste, e nel fare interrogandomi insieme a chi le faceva con me per vedere se funzionavano, in quale direzione andavano e se era necessario modificarle, in tutto o in parte. Ho scoperto che cosi', in cio' credo stia la grande lezione di Franco Basaglia, sulle cose buone, sui principi veri si creava consenso. In piu' quando verificavo che questo mancava facevo un passo indietro pensando che forse o era sbagliato, o io stavo sbagliando il modo dell’azione o che, niente di tutto cio', era solo un problema di tempo. Non so se ho risposto alla domanda ma penso che il consenso si costruisca nel fare insieme, costruendo reti e relazioni di saperi, competenze, professionalita' capaci di interagire conservando ciascuna la propria autonomia di critica e di pensiero all’interno di un percorso collettivo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Assunta Signorelli: Credo che la risposta precedente contenga anche la risposta a questa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Assunta Signorelli: Idem.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Assunta Signorelli: Idem.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Assunta Signorelli: Nonostante tutti i libri che leggo e le case editrici che conosco non so dare una risposta precisa. Posso dire che per me negli anni le riviste di Goffredo Fofi, la frequentazione con Fabrizia Ramondino e i suoi scritti su temi sociali (dall’Associazione Risveglio Napoli, al libro sui disoccupati, a quello sui Saharawi), i libri della Giuntina relativi alle esperienze individuali nei campi di concentramento nazisti, il sito delle donne afgane (www.rawa.org), sono stati fra quelli che piu' mi hanno convinto sulla necessita' della nonviolenza come modo di vita. Confesso, invece, di seguire poco le stampa e l’editoria dedicata.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Assunta Signorelli: Non so rispondere, o meglio sarebbe necessario aprire una grande riflessione sulla scuola, sull’educare, su materie come la storia (che nella cultura dominante e' sempre e solo storia dei potenti e mai delle popolazioni), che non sono in grado di fare in poche righe.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione? Dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? Dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione?

- Assunta Signorelli: Rispondo a queste domande in modo unico. In sostanza a me riesce difficile pensare a un movimento nonviolento, nel senso che, come mi sembra di aver chiarito finora, per me la nonviolenza e' una modalita' dell'esistere, che informa o almeno tendenzialmente dovrebbe informare ogni gesto, azione, esperienza della vita quotidiana per cui pensare a un movimento nonviolento mi lascia un po' perplessa. E’ a partire da questo che non so rispondere alle domande precedenti. Un'azione nonviolenta per affermare la nonviolenza mi pare un po' difficile. Forme di lotta nonviolente quali la resistenza passiva, fare scudo con il proprio corpo, sfilare in marce silenziose e via dicendo sono un modo nonviolento per lottare per i diritti, il lavoro, la salute, contro le discriminazioni e cosi' via, ma mi pare astratto dire che e' per la nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Assunta Signorelli: Credo che la nonviolenza debba essere uno dei modi principali d'espressione dei movimenti sociali. E allora non so quali rapporti, ma so che nonviolento deve essere il modo in cui si rivendicano i propri diritti (casa, lavoro, salute e cosi' via).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti tra la nonviolenza e le istituzioni, la cultura, le agenzie della socializzazione, le pratiche artistiche e l'agire politico e sociale?

- Assunta Signorelli: In sostanza ho gia' risposto prima. Mi e' difficile pensare ad un rapporto fra politica e nonviolenza o fra cultura e nonviolenza essendo quest'ultima, lo ripeto, il fondamento della politica, della cultura. In particolare tutta la cultura, se fondata sull'etica e sul rispetto, e' cultura della nonviolenza quando descrive i danni delle guerre, degli odi fra popoli che finiscono sempre con la distruzione di migliaia di persone e racconta come i vincitori di ieri sono i vinti di oggi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?

- Assunta Signorelli: Ma in fondo nella risposta a questa domanda bisognerebbe costruire la filosofia dell'esistenza. Sul fatto che deriviamo tutti e tutte da uno stesso filone ormai non c'e' piu' alcun dubbio scientifico, gia' la Bibbia ci dice che l'ascendenza e' unitaria per tutti. Forse questa verita' dovrebbe essere diffusa ed affermata con piu' forza, chi e' davvero interessato/interessata alla diffusione della nonviolenza dovrebbe dismettere l'uso di parole come razza, etnia e cosi' via. Non siamo etnie diverse, siamo pezzi d'umanita' sempre fra loro mescolantisi che vivono in regioni geografiche diverse, parlano lingue diverse, tutti con una stessa origine, e cosi' via.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica, nonviolenza e vita quotidiana, nonviolenza e cura del territorio in cui si vive, nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quali relazione? E quali riflessioni sulla nonviolenza dinanzi alla morte?

- Assunta Signorelli: Anche per questo gruppo di domande un'unica risposta: la nonviolenza passa attraverso il rispetto dell'altro/altra, cosa o persona che sia, dalla identita' singolare. Questo e' vero per la natura, che non puo' essere violentata salvo poi disastri enormi (si pensi alle devastazioni causate dal taglio delle foreste, dalla forzatura del corso dei fiumi, e chi piu' ne ha piu' ne metta) come per l’umanita'.

Rispetto alla morte poi la questione oggi si fa ancora piu' delicata. Se da una parte e' vero che il concetto di naturale va rivisto nella direzione di valutare sempre l'intervento che la tecnica e la scienza hanno sull'umano, dall'altra bisogna sempre avere un'attenzione, starei per dire ossessiva, alla singolarita' individuale.

Mi spiego con un esempio per me paradigmatico: la maternita'. Questa, ormai e' sempre meno naturale e sempre piu' tecnologizzata, allora ci si chiede perche' escludere interventi tecnici solo in una certa direzione (interruzioni di gravidanza per gravi malformazioni, procreazione assistita, utilizzo delle cellule staminali embrionali) invocando una naturalita' che ormai si e' modificata? Quest’invocazione e' oggi fra le cose piu' violente che le istituzioni, in particolare la chiesa ed alcuni governi, agiscano, perche' e' una violenza nascosta dentro un messaggio apparentemente pacifico ed etico che si propone come "il bene ed il vero assoluto".

Questo e' ancora piu' vero per la morte assistita: se non ci fossero tecniche e farmaci molte persone non arriverebbero nemmeno a quello che noi chiamiamo stato vegetale, in molti casi la morte sarebbe intervenuta subito. E allora che senso ha di fronte a persone che soffrono, che non hanno piu' nessuna possibilita' di interagire con il mondo circostante, parlare di natura?

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Assunta Signorelli: Dagli albori del cristianesimo a Gandhi, alla rivoluzione portoghese dei garofani: sono le uniche che mi vengono in mente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

- Assunta Signorelli: Tragico, visto che e' un mondo fondato sulla violenza, la sopraffazione e la distruzione. Un mondo fondato sulla totale mancanza di rispetto dell'altro/altra da se'. E’ una violenza che risiede nelle istituzioni mondiali, dall'Onu al Wto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?

- Assunta Signorelli: In Italia stiamo assistendo a un complessivo degrado culturale e sociale per cui la violenza, verbale, immaginaria e fisica la fa da padrona. Se devo essere sincera credo che oggi la violenza che si esprime nelle istituzioni (dal parlamento fino alle carceri) sia qualcosa che fino ad una decina di anni fa non sarebbe stata nemmeno immaginabile. Centrale e' l'uso, l'abuso che viene fatto del corpo delle donne nella direzione che, essendo la donna il logos della corporeita', questo segnala la legittimazione della violenza come forma di relazione e rapporto fra le istituzioni e la cittadinanza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Assunta Signorelli: Ma mi sembra che ci sia una tale abitudine alla violenza, verbale, fisica ed istituzionale che la nonviolenza, quelle rare volte che si incontra desta meraviglia e/o disprezzo!

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Assunta Signorelli: Giunta alla fine, e nel tentativo - non sempre riuscito - di rispondere alle domande, mi rendo conto che cio' che mi risulta di difficile comprensione e' la necessita' di un movimento della nonviolenza; nel senso che, nel mio pensiero, in ogni movimento di carattere sociale, culturale e artistico, la nonviolenza rappresenta il terreno su cui si costruiscono azioni e teorie. Una sola notazione relativa alla parola misericordia che ho sempre difficolta' ad usare perche' legata -a mio avviso - ad una concezione salvifica della vita. Come il perdono appartiene ad un’esperienza religiosa e trascendente in cui non mi riconosco piu' da molto tempo. L’agnosticismo e' cio' che piu' esprime e qualifica il mio atteggiamento verso il trascendente e la religiosita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Assunta Signorelli: Nata nel 1948 sono una femminista basagliana non pentita e non dissociata con esperienze prima dei vent'anni nei movimenti dei cattolici del dissenso a Roma e poi del movimento studentesco alla facolta' universitaria di Medicina, infine dal '72 lunga marcia dentro le istituzioni totali fondamentalmente a Trieste ma anche in altri luoghi. Ultima (in ordine di tempo) esperienza significativa: tre anni in Calabria lavoro nell'istituto “Papa Giovanni XXIII" di Serra d'Aiello (Cosenza) che per mesi nel 2008 ha occupato le cronache dei giornali, esperienza culminata con uno sgombero forzato delle persone accolte che mi ha dato la misura di cosa sia la violenza delle istituzioni del potere contro i deboli. Militanza femminista, di genere, che nel corso del lavoro si e' espressa con la costituzione del Centro Donna Salute Mentale che ha operato dal 1990 al 2002, unica esperienza di lavoro istituzionale di un servizio pubblico con sole operatrici donne e diretto solo all’utenza femminile con sofferenza psichica dalle forme piu' leggere alle piu' gravi. Esperienza conclusasi per una forma di violenza sotterranea continuamente agita e mai esplicitata da parte della direzione del dipartimento di salute mentale di cui quel servizio faceva parte. Dal 1977 lavoro come dipendente del servizio sanitario nazionale come psichiatra a tempo pieno, e attualmente sono la responsabile del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste.

 
4. INCONTRI. IL PRIMO AGOSTO A VITERBO
 
Domenica primo agosto 2010, con inizio alle ore 15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo, si svolgera' il trentacinquesimo incontro di studio del percorso di formazione e informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi.
All'incontro partecipa il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada Castel d'Asso snc, a Viterbo.
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone interessate.
 
5. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 29 LUGLIO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO
 
Giovedi' 29 luglio 2010 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di riflessione nell'ambito di un percorso di formazione nonviolenta.
Nel corso dell'incontro si e' espressa la volonta' di promuovere un'iniziativa affinche' cessi la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan e il nostro paese torni al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana che esplicitamente ed inequivocabilmente "ripudia la guerra" e quindi proibisce la partecipazione italiana alla carneficina afgana, ed anzi vincola l'Italia ad impegnarsi per la pace con mezzi di pace.
Si e' poi proseguito il lavoro ad un'inchiesta giornalistica in corso sul tema "La nonviolenza oggi in Italia"; inchiesta che si viene svolgendo in forma di "autoanalisi popolare" attraverso un'ampia serie di interviste a varie persone significative e rappresentative dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Gia' oltre cinquanta personalita' hanno accettato di contribuire lasciandosi intervistare o scrivendo dei contributi di riflessione ad hoc. Le interviste vengono via via pubblicate nel notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".
 
6. APPELLI. IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento.

Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.

Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235.

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Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 
7. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Walter Binni, Poetica, critica e storia letteraria, Laterza, Roma-Bari 1963, 1980, pp. XVI + 144.
- Luigi Russo, Personaggi dei Promessi sposi, Edizioni italiane, Roma 1945, Laterza, Bari 1952, 1965, pp. 392.
- Natalino Sapegno, Ritratto di Manzoni, Laterza, Roma-Bari 1961, 1974, pp. VIII + 288.
 
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
10. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 268 del 31 luglio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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