Coi piedi per terra. 359



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 359 del 19 settembre 2010
 
In questo numero:
1. Marinella Correggia: Souffrance
2. Verso il 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza
3. Enrico Del Vescovo: L'unico vero progresso dell'umanita'
4. Giorgio Giannini: Un punto di riferimento
5. Raffaele Mantegazza: Una giornata
6. Francesco Pistolato: Alcune idee sparse sulla nonviolenza
7. Paolo Predieri: Una fondamentale esigenza
8. Marilena Spriano: Con un'unica grande motivazione
9. Antonio Vigilante: Per una nonviolenza sottoproletaria
10. Marcello Vigli: Che cresca anno dopo anno
11. Associazione "Respirare": Per il 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza
12. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
 
1. EDITORIALE. MARINELLA CORREGGIA: SOUFFRANCE
[Ringraziamo Marinella Correggia (per contatti: mari.liberazioni at yahoo.it) per questo intervento.
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti; scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e' dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia: Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998; Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni, Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di), Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007; La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli, Milano 2007; Io lo so fare. Dal dentifricio all'energia: piccola guida all'autoproduzione creativa, Altreconomia edizioni, Milano 2010]
 
La nonviolenza attiva e' anche agire per minimizzare la souffrance (sofferenza - in francese rende meglio e questo termine usava Leopardi). Ma souffrance di chi e perche'? Per me la nonviolenza attiva e' impegno per la liberazione, o meglio per le liberazioni dei viventi (umani e non umani, fin dove si spinge la capacita' di sentire) da sfruttamenti, ingiustizie e anche privilegi.
 
2. INIZIATIVE. VERSO IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
 
Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato "Giornata internazionale della nonviolenza" nell'anniversario della nascita di Gandhi, impegnamoci a promuovere e sollecitare ovunque possibile - nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi di incontro e di aggregazione - iniziative di accostamento alla nonviolenza.
 
3. VERSO IL 2 OTTOBRE. ENRICO DEL VESCOVO: L'UNICO VERO PROGRESSO DELL'UMANITA'
[Ringraziamo Enrico Del Vescovo (per contatti: enricodelv at fastwebnet.it) per questo intervento.
Enrico Del Vescovo e' presidente di Italia Nostra dei Castelli Romani e promotore di innumerevoli iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della biosfera]
 
Per definire la prassi di pace sul momento la frase piu' convincente che vorrei ricordare e che mi ispira piu' delle altre e' quella celebre di Eduardo Galeano che recita all'incirca (citandola a memoria) che l'utopia e' come l'orizzonte: se mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi; se cammino di dieci passi, si sposta di dieci passi piu' in la'; per quanto io cammini, non la raggiungero' mai: a cosa serve allora l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare.
Ecco, questo e' il mio pensiero: la ricerca della pace non porta ad un traguardo certo a breve termine ma e' alla base del vero unico progresso dell'umanita'.
 
4. VERSO IL 2 OTTOBRE. GIORGIO GIANNINI: UN PUNTO DI RIFERIMENTO
[Ringraziamo Giorgio Giannini (per contatti: giannini2000 at libero.it) per questo intervento.
Giorgio Giannini, nato a Roma nel 1949, docente di discipline giuridiche, storico della Resistenza e della nonviolenza, impegnato in vari centri studi e movimenti per la pace e i diritti umani. Opere di Giorgio Giannini: segnaliamo almeno L'obiezione di coscienza, Satyagraha, Torino 1985; L'obiezione di coscienza al servizio militare. Saggio storico-giuridico, Edizioni Dehoniane, Napoli 1987; (a cura di), La lotta nonarmata nella Resistenza, Centro Studi Difesa Civile, Roma 1993; (a cura di), La Resistenza nonarmata, Sinnos, Roma 1995; (a cura di), L'opposizione popolare al fascismo, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 1996; Il giorno della memoria. Per non dimenticare, Edizioni Associate, Roma 2005]
 
L'Onu ha dichiarato "Giornata internazionale della nonviolenza" il 2 ottobre, che e' il giorno della nascita di Gandhi nel 1869.
E' auspicabile che questa data diventi un importante punto di riferimento per la coscienza civile, soprattutto per i giovani, affinche' si possa adeguatamente riflettere sulle tragiche conseguenze della violenza e della guerra, cosi' come il 27 gennaio, "Giorno della Memoria", si riflette sulla barbarie nazista, in modo che non se ne ripetano gli orrori.
 
5. VERSO IL 2 OTTOBRE. RAFFAELE MANTEGAZZA: UNA GIORNATA
[Ringraziamo Raffaele Mantegazza (per contatti: raffaele.mantegazza at unimib.it) per questo intervento.
Raffaele Mantegazza, prestigioso pedagogista, docente all'Universita' di Milano Bicocca; fa parte del comitato scientifico del Centro Studi "Primo Levi" presso la Fondazione Fossoli. Tra le opere di Raffaele Mantegazza: Teoria critica della formazione. Espropriazione dell'individuo e pedagogia della resistenza, Unicopli, 1995; Filosofia dell'educazione, Bruno Mondadori, 1998; (con Brunetto Salvarani), Le strisce dei lager. La Shoah e i fumetti, Unicopli, 2000; L'odore del fumo. Auschwitz e la pedagogia dell'annientamento, Citta' Aperta, 2001; Pedagogia della resistenza. Tracce utopiche, Citta' Aperta, 2003; Pedagogia della morte. L'esperienza della morte, Citta' Aperta, 2004. Si veda anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 256]
 
L'idea di una Giornata della nonviolenza e' bella e forte, ma presenta alcuni limiti che proprio la Giornata della memoria dopo dieci anni evidenzia in modo forte.
Anzitutto il rischio di una sclerotizzazione istituzionale e ritualistica: accade per la Memoria. Invitiamo l'ex-deportato, finche c'e' ancora, vediamo il film sulla Shoah e poi torniamo in classe a fare altro. Per alcune scuole e alcuni insegnanti questo ha significato sostanzialmente liberarsi del peso di trattare questi temi in modo curricolare durante l'anno, tanto c'e' il 27 gennaio. Occorre un grande sforzo di fantasia perche' il 2 ottobre (data sciagurata per le scuole!) sia un punto di arrivo di progetti portati avanti per un anno, e non una semplice ricorrenza.
Il primo maggio e' ancora un momento di lotta e riflessione per i diritti dei lavoratori  e delle lavoratrici? L'8 marzo costituisce una  pausa di riflessione autocritica per il maschilismo imperante? E cosi' via... credo che le date siano importanti, e cosi' le ricorrenze. Ma la fantasia liberata dovra' aiutarci a renderle vive. Se cosi' non fosse, del resto, che nonviolenti saremmo?
 
6. VERSO IL 2 OTTOBRE. FRANCESCO PISTOLATO: ALCUNE IDEE SPARSE SULLA NONVIOLENZA
[Ringraziamo Francesco Pistolato (per contatti: fpistolato at yahoo.it) per questo intervento.
Per un breve profilo di Francesco Pistolato riportiamo la seguente breve notizia autobiografica che estraiamo dall'ampia intervista apparsa nel n. 313 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino": "Nato nel 1952, insegnate di tedesco, traduttore. Sono arrivato tardi ad interessarmi alla nonviolenza e piu' in generale ai temi della pace. Ho collaborato alla fondazione di Irene, Centro di Ricerca sulla Pace di Udine, attualmente ibernato per mancanza di fondi. Collaboro con i "Quaderni Satyagraha", per conto dei quali ho tradotto Lo Stato e la guerra di Ekkehart Krippendorff, un testo di prossima pubblicazione dal titolo provvisorio Tolstoj il cristiano errante di Christian Bartolf e ho curato, con Rocco Altieri e Dieter Kinkelbur Le rose sbocciano in autunno. Attualmente mi sono autoesiliato in Spagna, dove lavoro a un dottorato presso l’Instituto de la Paz y los Conflictos dell’universita' di Granada"]
 

Spinoza

La nonviolenza e' cio' che Spinoza definisce come pace: “una virtu', uno stato della mente, una disponibilita' alla benevolenza, alla fiducia,alla giustizia”.

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Anello di congiunzione

La nonviolenza e' l’anello di congiunzione tra lo spirito e la materia, e' lo spirito che si mette in azione e interviene laddove la materia e' piu' rozza e richiede di essere modellata secondo giustizia.

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Lotta

La nonviolenza e' una forma di lotta, ma non solo, poiche' ha un’anima.

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Azioni e parole

La nonviolenza non e' solo nelle azioni, ma anche nelle parole: il nonviolento e' gentile quando parla, poiche' i suoi pensieri sono gentili.

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Jean-Marie Muller

Secondo Jean-Marie Muller, la nonviolenza e' un’opzione della ragione. E' vero, pero' di una ragione riscaldata dal cuore e dall’intuizione che tutto cio' che esiste e' interconnesso.

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Kant

La nonviolenza e' responsabilita'. E' il passo seguente a quello raccomandato da Kant, quello dell’uscita dallo stato di minorita' imputabile a se stesso. Una volta usciti dalla minorita', vale a dire una volta assuntasi la responsabilita' delle proprie azioni, il nonviolento si fa carico delle azioni altrui, poiche' non le sente piu' come davvero estranee a se'.

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Vita

La nonviolenza fa bella la vita, non meno di quanto la violenza la renda brutta. In questo senso di puo' dire che la nonviolenza e' per esteti e per aristocratici dello spirito.

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Conversione

Non c’e' nonviolenza senza conversione, vale a dire senza riconoscimento della violenza che abbiamo coltivato per tutta una vita e la necessita' irreprimibile di liberarci del suo peso.

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Paura

La nonviolenza e' igiene mentale e in primo luogo terapia contro la paura di vivere.

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Potere

La nonviolenza e' potere su se stessi e mancanza di interesse per il potere sugli altri.

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Stella polare

La nonviolenza e' la stella polare del mondo, pero' per vederla occorre avere occhi e guardare dalla parte giusta.

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Amore

La nonviolenza e' amore senza attaccamento. Il suo fuoco illumina e riscalda senza bruciare. Il suo oggetto non e' una persona o tutte le persone, bensi' la vita e la dignita' dei viventi.

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Liberta'

La nonviolenza e' per persone dotate di grande autocontrollo, ma libere. Ha le sue regole, ma e' “un oiseau rebelle que l’on ne peut pas apprivoiser” (Carmen). Il vento dello spirito soffia dove vuole.

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Mondo

La nonviolenza e' troppo per questo mondo, ma questo mondo muore senza di essa.

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Capitini

La nonviolenza permette la compresenza dei vivi e dei morti. Pero' solo dei vivi che sono veramente vivi e dei morti che non sono veramente morti.

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Yogananda

“Sebbene le opere della razza umana possano sparire senza lasciare traccia per l’azione del tempo o delle bombe atomiche, il sole non modifica il suo corso e le stelle continuano la loro invariabile veglia. La legge cosmica non puo' essere ne' fermata ne' modificata, e l’uomo farebbe assai bene a porsi in armonia con essa. Se il cosmo e' contro l’uso della forza, se il sole non fa la guerra ai pianeti, ma si ritira a tempo debito per lasciare alle stelle il loro piccolo dominio, a che serve il nostro pugno armato? Potra' mai venirne fuori una qualsiasi pace? Non la crudelta', ma la buona volonta' sostiene l’universo; una umanita' in pace conoscera' gli infiniti frutti della vittoria, piu' dolci di quelli cresciuti su un terreno insanguinato" (Paramahansa Yogananda, Autobiografia di uno Yogi, Roma, Ubaldini 1971, p. 276).
 
7. VERSO IL 2 OTTOBRE. PAOLO PREDIERI: UNA FONDAMENTALE ESIGENZA
[Ringraziamo Paolo Predieri (per contatti: web43_paoloanto.pred at lillinet.org) per questo intervento.
Per un breve profilo di Paolo Predieri riprendiamo dall'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 253 la seguente notizia autobiografica: "Sono nato a Casalecchio di Reno (Bo) il 12 agosto 1952; vivo a Brescia dal 1990; sono sposato con Antonella e ho tre figlie (Gaia 15 anni, Irene 12 e Chiara 9); sono obiettore al servizio militare (servizio civile nel 1977-1978), ho partecipato, far l'altro, al movimento antinucleare italiano (1976-1987 - seguendo direttamente la vicenda di Montalto di Castro fino al 1980), alla campagna Osm. Lavoro nelle cooperative sociali che attuano l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate attraverso attivita' ambientali (raccolte differenziate e attivita' connesse).  Per un certo periodo ho avuto un'attivita' di cantautore, che lascia traccia in alcuni cd e cassette ed e' testimoniata nel cd-rom 'Mattoni di pace', edito a Padova dal Comitato italiano per il Decennio. Sono redattore del mensile "Azione Nonviolenta" per la rubrica musicale"]
 
Il musicista Philip Glass ha dedicato tre opere a tre personaggi che hanno cambiato la storia umana: Einstein per la scienza, il faraone Akmanen (il primo monoteista) per la religione e Gandhi per la politica. L'opera si intitola Satyagraha. E' solo uno dei riconoscimenti alla grande novita' che si e' definita nel XX secolo, anche se con agganci e anticipazioni nella storia precedente.
Un riconoscimento accolto dal Decennio per la Nonviolenza che si sta ora concludendo e sancito dall'appuntamento del 2 ottobre che le Nazioni Unite ci danno, in occasione della nascita di Gandhi.
Un appuntamento da rilanciare e valorizzare, in modo da affermare e approfondire in ogni sede possibile il cammino della nonviolenza che per tutta l'umanita' e' una fondamentale esigenza.
 
8. VERSO IL 2 OTTOBRE. MARILENA SPRIANO: CON UN'UNICA GRANDE MOTIVAZIONE
[Ringraziamo Marilena Spriano (per contatti: marilena.spriano at fastwebnet.it) per questo intervento che estraamo da una piu' ampia lettera personale.
Marilena Spriano, persona di volonta' buona e di retto sentire, amica della nonviolenza, in un suo intervento di alcuni mesi fa su questo stesso foglio cosi' si era descritta con infinita modestia e dolcezza: "Vi posso brevemente dire che credo nella nonviolenza come unica strada per risolvere i conflitti ed affrontare i problemi e credo nella nonviolenza come cammino indicato da Cristo a coloro che accettano di seguirlo perche' pensano che solo Lui possa dare un senso alla loro vita. Non sono in grado (per carattere, cultura, capacita' personali) di indicare strade o dare consigli a chi mi sta intorno. Ammiro molto chi ha il coraggio di alzare la voce e fare denunce contro le ingiustizie, ma faccio molta fatica a seguirli. In questo momento sono soprattutto una mamma e una moglie, con un po' di problemi da affrontare ogni giorno (come tutti, ma un  po' di piu' che in altri periodi della mia vita) e non ho ne' il tempo ne' l'energia per riflessioni teoriche. Il mio piccolissimo contributo alla nonviolenza si limita a cercare di far vivere il piu' serenamente possibile le persone che mi stanno intorno ed educare i miei tre figli al rispetto del prossimo"]
 
... pensando al 2 ottobre non posso non pensare ai miei suoceri, che il prossimo 2 ottobre faranno 50 anni di matrimonio. Sono due persone semplici, che si amano profondamente. Penso alla loro vita e penso alla nonviolenza come fedelta' nella quotidianita', nel dolore, nelle gioie e nelle difficolta' della vita, sempre, insieme, per 50 anni. La nonviolenza come il matrimonio, scelta fatta all'inizio e rinnovata giorno per giorno, per tutta la vita, con un'unica grande motivazione, l'amore, che solo e' capace di smuovere le montagne, cioe' di rimuovere ostacoli molto, molto, molto piu grandi di noi.
 
9. VERSO IL 2 OTTOBRE. ANTONIO VIGILANTE: PER UNA NONVIOLENZA SOTTOPROLETARIA
[Ringraziamo Antonio Vigilante (per contatti: antoniovigilante at gmail.com) per questo intervento.
Per un breve profilo di Antonio Vigilante riportiamo la seguente breve notizia autobiografica che estraiamo dall'ampia intervista apparsa nel n. 291 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino": "Sono nato a Foggia, dove vivo, nel '71. Insegno scienze sociali nei licei e collaboro con l'universita' di Bari. Circa dieci anni fa ho cominciato a studiare con qualche sistematicita' la nonviolenza ed i suoi problemi. Ho cominciato scrivendo un libro su Capitini, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini (Edizioni del Rosone, Foggia 1999), poi una presentazione d'insieme del pensiero nonviolento (Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004), infine due libri su Gandhi: nel primo, Il Dio di Gandhi. Religione, etica e politica (Levante, Bari 2009), analizzo criticamente le sue convinzioni religiose, mentre nel secondo, La pedagogia di Gandhi (Edizioni del Rosone, Foggia 2010), studio le sue convinzioni e le sue pratiche educative. Attualmente sono impegnato in uno studio su Danilo Dolci.Ho un blog personale all'indirizzo: http://minimokarma.blogsome.com"

"La nonviolenza e' l’acme ideale di una concezione razionale della realta'. Se ogni forma del pensiero ha bisogno, nell’atto pratico, di una manifestazione concreta e basata quindi sul sentimento e la persuasione, la nonviolenza e' l’atteggiamento sentimentale e persuasivo di chi e' totalmente fuori da ogni conformismo, di chi si e' totalmente 'liberato' attraverso gli strumenti della ragione e della cultura", scriveva Pasolini ("Vie Nuove", 4 gennaio '62).
Se si trattasse di questo, non sarebbe forse gran cosa, la nonviolenza. Essere fuori dal conformismo e' fondamentale, soprattutto in un paese come il nostro che rigetta nel pantano del conformismo, dei conformismi, ogni tentativo di pensiero originale, coraggioso, indipendente: e la storia della nonviolenza italiana puo' essere letta anche come una storia dell'anticonformismo (i giudizi delle cosiddette autorita' - dai giudici alla polizia politica - su Capitini, Dolci o don Milani stanno a dimostrare lo scandalo dei benpensanti).
Ancora piu' importante e' per la nonviolenza la liberazione. Essa e', in effetti, una teoria e una prassi - una teoria pratica - di liberazione. Ma non si tratta della liberazione dell'individuo, che attraverso la ragione si e' affrancato dal pregiudizio e dall'ignoranza: una sorta di conquista dell'intellettuale borghese. La liberazione di cui si occupa la nonviolenza e' la liberazione di tutti, a partire da chi piu' e' oppresso.
Ieri qui - una qualsiasi citta' del Sud del paese - sono stati ritrovati due cadaveri. Uno e' di un marocchino di quarantasei anni, ucciso a colpi di pietra lungo i binari ferroviari, l'altro di un liberiano trentaduenne, trovato pochi metri piu' in la'. Del liberiano dicono i giornalisti che probabilmente e' morto "per cause naturali". Il che vuol dire che e' morto di fame. L'altro puo' essere che sia stato ucciso durante una guerra tra disperati per il posto in cui dormire. "Tra noi c'e' un mondo di condannati a morte da noi", scriveva Danilo Dolci nelle prime righe di Banditi a Partinico (1955). C'e' ancora, quel mondo di condannati a morte. Dolci si riferiva al mondo di quel sottoproletariato meridionale i cui figli non poche volte morivano di fame. I condannati a morte di oggi appartengono al nuovo sottoproletariato: al mondo dei "clandestini", categoria la cui creazione o accettazione pesera' come una vergogna incancellabile su di noi. Il Medio Oriente condanna a morte pronunciando sentenze solenni, che suscitano la giusta riprovazione ed indignazione degli occidentali; il mondo capitalistico occidentale condanna a morte in modo silenzioso: ma non per questo la condanna e' meno reale. Sono condannate a morte le persone che vengono rispedite in Libia dopo aver tentato di raggiungere l'Italia (molte di loro avrebbero diritto all'asilo politico), e vengono lasciate morire nel deserto; sono condannate a morte le persone che languono nei tuguri senza luce ne' acqua, sfruttate a sangue nei campi, e che annegano nei vasconi per l'irrigazione nei quali tentano di lavarsi; sono condannate a morte le persone che semplicemente crepano di fame o di freddo, ai margini del nostro sguardo.
Per affrontare la violenza occorre andare alla radice. La radice di ogni violenza e' il dominio, che e' la degenerazione del potere. Potere e' soddisfare i propri bisogni, insieme e grazie alla collaborazione degli altri; dominio e' usare gli altri per soddisfare i propri bisogni, imporre ad altri bisogni fittizi, soddisfare bisogni che agli altri sono negati - e distruggere la vita di chi si oppone a tutto cio'. I sottoproletari - i clandestini, gli extracomunitari, ma anche quel sottoproletariato urbano che continua ad esistere ostinatamente, quasi per fare un dispetto alle magnifiche sorti e progressive - sono le prime vittime del dominio. Non le uniche. Gli stessi dominatori, in fondo, sono vittime del sistema di dominio.
E' il caso di ricordare altre parole di Pasolini: quelle con le quali lo scrittore invitava il Partito Comunista a diventare il "partito dei poveri", vale a dire dei sottoproletari, e ricordava ai borghesi che lo scrittore non e' un sacerdote ne' una guida spirituale, ma "qualcosa che e' in lui stesso, nell'uomo pratico e producente, il meglio di lui, e quindi, in definitiva, lui, nell'atto di pensare, lui, uomo: ivi compreso il piu' povero della terra piu' povera, sul punto di essere eliminato, da lui, dal mondo, di non esistere piu'" (P. P. Pasolini, "Marxisants", in "Officina", n. s., 2, maggio-giugno 1959, p. 73). Sfuggendo alle richieste della borghesia neocapitalistica, lo scrittore, l'intellettuale assolvono ad una funzione di difesa di quanto e' piu' umano negli stessi borghesi, e di apertura all'umanita' che e' negli ultimi. Come e' noto, il Partito Comunista - partito proletario, ma non sottoproletario (decisamente borghese e' la forza politica che ne raccoglie l'eredita') - non ha seguito l'invito.
Se non vuole essere una faccenda borghese, una ideologia per anime belle e sensibili, tutte intente alla propria personale liberazione dalle brutture del mondo, la nonviolenza non ha che una via: farsi sottoproletaria, clandestina, straniera, extracomunitaria.
 

10. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. MARCELLO VIGLI: CHE CRESCA ANNO DOPO ANNO

[Ringraziamo Marcello Vigli (per contatti: marcvigl at tin.it) per questo intervento ch estraiamo d auna piu' ampia lettera di stile colloquiale scritta in risposta a una proposta di intervista di Paolo Arena e Marco Graziotti, che anch'essi ringraziamo.

Marcello Vigli, animatore del comitato "Scuola e Costituzione" e di tante iniziative per i diritti, di pace e di solidarieta', e' una delle piu' limpide figure della cultura democratica italiana]

 

... Vi confermo la mia non condivisione della concezione della nonviolenza come punto di vista complessivo dal quale analizzare, come emerge dalle vostre domande, il complesso dei fenomeni sociali, politici e culturali.

Riconosco la sua valenza perche' e' frutto di una ricerca che idealmente puo' collegarsi con il "porgi l’altra guancia" e "perdona settanta volte sette" proclamati da Gesu' di Nazareth. I suoi seguaci non hanno seguito questo suo insegnamento, ma esso, come tutto il resto del messaggio evangelico ha come sale, seme, lievito, portato frutto intrecciandosi e integrandosi con altre idee e altri principi maturati in altre sedi. E’ sbagliato e autoreferenziale, infatti, rivendicare “radici cristiane” per tutto quello che c’e' di buono nel mondo. E’ utile ricordare che, nel bene nel male, siamo tutte e tutti figli della storia e dei percorsi “carsici” seguiti dalle “visioni del mondo” ispiratrici nel tempo delle donne e degli uomini che l’hanno costruita.

La scelta di risolvere i conflitti e le controversie con il dialogo, gli accordi, i compromessi, le mediazioni si e' progressivamente affermata insieme con l’evoluzione della razionalita' umana e delle conoscenze  scientifiche. Ci si e' accorti che la soluzione pacifica dei problemi e' piu' conveniente, specie per i piu' deboli che sono la maggioranza degli abitanti del pianeta. Sono nate cosi' la ricerca di “arbitri” e la diplomazia, il primato della giustizia e l’esaltazione dell’uguaglianza, la condanna della violenza e le “elucubrazioni” sulla ”guerra giusta" e, oggi, "umanitaria”.

In questo divenire di prassi e di elaborazioni e' nata e si e' diffusa la nonviolenza come ideologia usata per interpretare la realta' sociale e indicare soluzioni per i problemi che l’attraversano. Ha bisogno, pero', per questo di riempirsi di contenuti - la vostra analisi va opportunamente in questa direzione - a partire dalla definizione di violenza: fisica, psichica, sociale, mentale... oggi mediatica.

Non intendo ne' mi pare utile addentrarmi in questa analisi sia perche' ritengo impossibile giungere ad una visione univoca, sia perche' il rischio di finire nell’integralismo e' molto alto. Nella mia esperienza di insegnante mi e' capitato di sperimentarlo. Ogni manifestazione studentesca negli anni della contestazione veniva considerata “violenta” e come tale non degna di essere analizzata nei suoi contenuti e nelle sue motivazioni. E’ solo un’applicazione particolare di un atteggiamento che torna di moda oggi per demonizzare chi contesta in piazza o nelle fabbriche da parte di chi usa violenza con i ricatti salariali o il bando dai mezzi di comunicazione di massa.

Ben venga quindi il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato Giornata internazionale della nonviolenza nell'anniversario della nascita di Gandhi, avvenuta appunto il 2 ottobre 1869, e auguriamoci che cresca anno dopo anno fino a diventare un rilevante punto di riferimento per la coscienza civile (così come la Giornata della memoria della Shoah il 27 gennaio).

Ammiro, e mi auguro che non si esaurisca, il lavoro del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, e con esso di tutti i centri, i movimenti e i gruppi che fanno della nonviolenza la loro bandiera, ma non e' la mia. Non sono certo violento, ne' ritengo che la sola violenza possa risolvere i problemi del mondo, ma non condivido la scelta di assumere la nonviolenza come criterio nella vita politica e principio fondante di una corretta visone del mondo.

Vi auguro di portare a termine con soddisfazione la vostra ricerca e vi prego di farmene avere i risultati perche' resto convinto che la vostra sia una battaglia preziosa anche perche' alle tradizionali forme di violenza si e' aggiunta - ed estesamente diffusa - oggi quella mediatica fatta di menzogne fonte di disinformazione, virtuale spacciato per reale.

 
11. VERSO IL 2 OTTOBRE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": PER IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
[Riceviamo e diffondiamo]
 
L'associazione "Respirare" - promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente - aderisce alla Giornata internazionale della nonviolenza indetta per il 2 ottobre dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.
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Invitiamo movimenti ed istituzioni, scuole ed associazioni, a promuovere in quella data iniziative di informazione, documentazione, riflessione, studio e solidarieta' per un adeguato accostamento alla nonviolenza.
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Particolarmente in un tempo in cui sono in corso orribili ed insensate guerre, divampano fenomeni di osceno e abominevole razzismo, ad ogni livello poteri criminali assassini agiscono contro l'umanita', la stessa biosfera viene devastata ed inquinata in modi e misure tragicamente irreversibili, ebbene, ancor piu' necessario ed urgente e' conoscere, scegliere e promuovere la nonviolenza.
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La nonviolenza e' una risorsa decisiva per il presente e il futuro dell'umanita': per la pace che salva le vite, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della natura.
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L'associazione "Respirare"
Viterbo, 18 settembre 2010
L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
 
12. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
 
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 359 del 19 settembre 2010
 
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