Nonviolenza. Femminile plurale. 355



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 355 del 27 maggio 2011

 

In questo numero:

1. Il 30 maggio a Viterbo un intervento dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" su arsenico e potabilita' delle acque

2. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento

3. Contro la guerra una proposta agli enti locali

4. Riferimenti utili per l'informazione sui referendum. Per fermare il nucleare e per l'acqua bene comune

5. Allegra Alacevich: Sofonisba Anguissola

6. Allegra Alacevich: Europa Anguissola

7. Allegra Alacevich: Elena Anguissola

8. Allegra Alacevich: Anna Maria Anguissola

9. Allegra Alacevich: Pietra Caterina Arellano Borio

10. Allegra Alacevich: Orsola (Orsolina) Maddalena Caccia

11. Allegra Alacevich: Margherita Caffi

12. Allegra Alacevich: Lucrina Fetti

13. Allegra Alacevich: Tomasina Fieschi

14. Allegra Alacevich: Fede Galizia

15. Allegra Alacevich: Artemisia Gentileschi

16. Allegra Alacevich: Diana Gili (o Gilli o Gillia)

17. Allegra Alacevich: Anna Caterina Gili (o Gilli o Gillia)

 

1. INCONTRI. IL 30 MAGGIO A VITERBO UN INTERVENTO DELL'"ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE" SU ARSENICO E POTABILITA' DELLE ACQUE

[Dall'Associazione italiana medici per l'ambiente (per contatti: tel. 3383810091, e-mail: isde.viterbo at gmail.com) riceviamo e diffondiamo.

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate a consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione]

 

A Viterbo lunedi' 30 maggio 2011, alle ore 17, nella Sala delle conferenze della Provincia, in via Saffi 49, l'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) terra' una relazione medico-scientifica sul tema: "L'arsenico nelle acque destinate a consumo umano: problematiche ambientali e sanitarie, e proposte d'intervento".

La dottoressa Antonella Litta, referente dell'associazione, relazionera' sui meccanismi di azione e d'interazione dell'arsenico, elemento tossico e cancerogeno, e le patologie neoplastiche e le malattie correlate all'esposizione cronica a questo elemento soprattutto attraverso l'assunzione cronica di acque contaminate e di alimenti preparati con le stesse.

Saranno anche illustrate le proposte dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" per realizzare subito interventi efficaci per fornire acqua dearsenificata alle popolazioni (in particolare alle donne in gravidanza e ai bambini) che, come raccomandato dalla  comunita' scientifica internazionale e dall'Organizzazione mondiale della sanita', deve avere come obiettivo di qualita' un contenuto di arsenico pari a zero (o al piu', e in via transitoria, di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano come vera e sicura  tutela della salute pubblica.

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L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)-Isde di Viterbo

Viterbo, 27 maggio 2011

 

2. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Giova ripetere le cose che e' giusto fare.

Tra le cose sicuramente ragionevoli e buone che una persona onesta che paga le tasse in Italia puo' fare, c'e' la scelta di destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.

"Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli". Cosi' recita la "carta programmatica" del movimento fondato da Aldo Capitini.

Sostenere il Movimento Nonviolento e' un modo semplice e chiaro, esplicito e netto, per opporsi alla guerra e al razzismo, per opporsi alle stragi e alle persecuzioni.

Per destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' sufficiente apporre la propria firma nell'apposito spazio del modulo per la dichiarazione dei redditi e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione: 93100500235.

Per contattare il Movimento Nonviolento, per saperne di piu' e contribuire ad esso anche in altri modi (ad esempio aderendovi): via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

3. INIZIATIVE. CONTRO LA GUERRA UNA PROPOSTA AGLI ENTI LOCALI

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Proponiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza di inviare al sindaco del Comune, al presidente della Provincia ed al presidente della Regione in cui si risiede, una lettera aperta (da diffondere quindi anche a tutti i membri del consiglio comunale, provinciale, regionale, ed ai mezzi d'informazione) con cui chiedere che l'assemblea dell'ente locale approvi una deliberazione recante il testo seguente o uno analogo.

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"Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... ripudia la guerra, nemica dell'umanita'.

Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... riconosce, rispetta e promuove la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.

Richiede al Governo e al Parlamento che cessi la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Richiede al Governo e al Parlamento che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Richiede al Governo e al Parlamento che l'Italia svolga una politica internazionale di pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per il riconoscimento e l'inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Solo la pace salva le vite".

 

4. REPETITA IUVANT. RIFERIMENTI UTILI PER L'INFORMAZIONE SUI REFERENDUM. PER FERMARE IL NUCLEARE E PER L'ACQUA BENE COMUNE

[Riproponiamo la seguente segnalazione]

 

Segnaliamo il sito del Comitato nazionale "Vota si' per fermare il nucleare": www.fermiamoilnucleare.it

Segnaliamo il sito del Comitato referendario "2 si' per l'acqua bene comune": www.referendumacqua.it

Segnaliamo anche il sito del Forum italiano dei movimenti per l'acqua: www.acquabenecomune.org

Quattro si' ai referendum: per la legalita' e la dignita', per la democrazia ed il bene comune, per la biosfera e per l'umanita'.

 

5. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: SOFONISBA ANGUISSOLA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Per un profilo dell'autrice di questa voce, cfr. i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 557]

 

Sofonisba Anguissola, pittrice (Cremona tra il 1527 e il 1533 - Palermo 1625). Allieva di Bernardino Campi, attraverso un'attenta corrispondenza del dato naturale si accosto' da un lato alle forme del manierismo emiliano e dall'altro ai modi lombardi: cosi' si spiegano opere quali la Pieta' di Brera e una Sacra Famiglia dell'Accademia Carrara a Bergamo. Attiva nomadicamente a Cremona, in Spagna, nella Roma papale e a Milano, Mantova, Ferrara, Parma, Piacenza, Genova e Palermo, si dedico' prevalentemente al ritratto (ritratti della Pinacoteca di Cremona; autoritratti di Napoli, 1559, e Nivaagaard, Danimarca). Altri suoi dipinti sono conservati a Poznan (La partita a scacchi, 1555, Muzeum Narodowe), a Torino, ecc. Famosa presso i contemporanei, ottenne grandi onori presso la corte spagnola di Filippo II, dove si reco' dal 1559 al 1578. Il suo ruolo eminente tra le donne artiste, giocato attraverso un pulsante realismo avviato al superamento della canonicita' manierista, e' forse dovuto alla particolare situazione familiare: ben sei erano le sorelle dell'artista, unitamente versatili nell'esplorare i fertili territori della pittura (solo il fratello Asdrubale ignoro' tali interessi umanistici) non a fini di lucro, ma in vista della cultura dell'otium del tempo, in una sorta di emulazione corale basata sulla mutua solidarieta'. Anche la lungimiranza del padre Amilcare concorse a promuovere l'espandersi di quegli efflorescenti talenti filiali, avviando nel '46 le discendenti maggiori Sofonisba ed Elena (1536 ca. - 1586?) ad apprendere le tecniche del dipingere presso il conosciuto pittore locale Bernardino Campi (soltanto omonimo della famosa dinastia artistica ivi operante), e piu' tardi rivelando opportuna abilita' diplomatica nel magnificare le capacita' ritrattistiche della piu' fortunata primogenita per diffonderle, grazie alla estesa cerchia delle sue influenti relazioni epistolari, in un circuito di vasto raggio, suffragato da un cenacolo incentrato sulla cremonese Partenia Gallerati (1526 ca. - 1572), erudita conoscitrice di classici greci e latini e in seguito imparentata proprio con la famiglia Anguissola, che divulgo' con un'idea emancipativa delle donne fondata sull'acquisizione del sapere umanistico, animando un flusso di scambi epistolari con aristocratiche dame del territorio locale e limitrofo, ottenendo attestati di stima perfino dalla regina francese Margherita di Navarra (1492-1549).

Tangibili furono gli elogi dedicati a Sofonisba ed espressi da eminenti intellettuali a lei contemporanei, come Annibal Caro, Francesco Salviati, Giovanni Paolo Lo Mazzo, Giorgio Vasari (che durante la stesura delle Vite si rechera' in casa Anguissola per verificare l'inventiva della pittrice), il giovane Van Dyck, che nel tardo 1624 si rechera' a Palermo per omaggiare la pittrice ivi residente, ormai novantenne e quasi cieca, e addirittura Michelangelo. Celebre e' l'episodio narrato dai biografi riguardo alla giovanissima veneta Irene di Spilimbergo (1541-1559), allieva di Tiziano e morta precocemente, che nel vedere un autoritratto anguissoliano rimase cosi' colpita da volerne emulare l'autrice.

Opere: Ritratto di monaca, '51; Autoritratto, a Vienna, '54 (numerosi sono gli autoritratti della pittrice, da confrontare con il ritratto fattole nel '64 dal contemporaneo Bernardo Castello, realizzato per l'Accademia Nazionale di San Luca in Roma); Autoritratto in miniatura, Boston, ca. 54; Ritratto di Giulio Clovio, '56-57; Ritratto di dama, '57; Ritratto di Massimiliano Stampa, Baltimora, '57; Bernardino Campi ritrae Sofonisba, '59; Sacra famiglia, Bergamo, '59; Ritratto di Giovanna d'Austria, Boston, ca. '61; Ritratto di Lucia alla spinetta, presso Althorp, '63; Ritratto di Minerva, Milwaukee, '64; Ritratto d'Isabella di Valois con miniatura, Prado, ca. '65; Ritratto di Don Carlos, '66; Ritratto di Alessandro Farnese, Dublino, precedente al '66; Ritratto di Isabella Clara Eugenia e Ritratto di Caterina Micaela, intorno al '73; Ritratto di Anna d'Austria, Prado, '73; Ritratto dell'infanta Caterina Micaela, duchessa di Savoia, Prado, '85; Ritratto d'Isabella di Valois con miniatura, '85 ca.; Ritratto d'Isabella Clara Eugenia, Parigi, posteriore all''85; Ritratto di Caterina Micaela, duchessa di Savoia (altrimenti noto come Dama dall'ermellino), Glasgow, posteriore all''88; Madonna che allatta il Bambino, Budapest, '88; Ritratto di Margherita di Savoia con un nano, '95; Ritratto di fanciullo con vecchia serva, Ermitage; Bambina con nano, Madrid; Partita a scacchi; Ritratto di Lucia Anguissola; Ritratto di uomo barbuto; Ritratto di astronomo domenicano; Ritratto di famiglia, Nivaa; Autoritratto alla spinetta, Napoli; Ritratto di gentiluomo, Milano; Ritratto di Filippo II, Prado.

Bibliografia: Carlo Bonetti, Nel centenario di Sofonisba Anguissola, in "Archivio Storico Lombardo", a. LV, 1928, 3, ser. VI, fasc. XIX, p. 285.; Gombrich, E. H., The Image & the Eye: Further studies in the psychology of pictorial representation, Londra, Phaidon, 1998; Hagen, R. M. e R., What Great Paintings Say, vol. II, Taschen, 1996; Kusghe, M., La antigua galeria de retratos del Prado: su importancia para la obra de Tiziano, Moro, Sanchez Coello y Sofonisba Anguissola y su significado para Felipe II, su fundador, Madrid, Archivo Espanol de Arte, 1992; Sproccati, S. (dir.), Guia de Historia de Arte, Lisbona, Editorial Presenca, 1994; Raffaele Tamalio, La memoria dei Gonzaga. Repertorio bibliografico gonzaghesco (1473-1999), Firenze, Olschki, 1999.

Siti su Sofonisba Anguissola: www.mclink.it/n/dwpress/donnarte/7_00/donnarte.htm, www.women.it/galleriadelledonne/associazione_sofonisba_anguissol.htm, sull'associazione "Sofonisba Anguissola": www.women.it/galleriadelledonne/, www.esteri.it/polestera/dgrc/opereperse/n99.htm

Film: Sofonisba Anguissola e le sue sorelle, di Riccardo Vitale, Produzione Raiuno - FilmWork, 1994.

 

6. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: EUROPA ANGUISSOLA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Europa Anguissola, nata a Cremona nel 1542 o 1545, era una delle sette figlie di Amilcare Anguissola invariabilmente versatili nell'esplorare i fertili territori della pittura non a fini di lucro (la famiglia era benestante) ma in vista della cultura dell'otium del tempo.

Europa esegui' un ritratto di sua madre (non rintracciato) secondo la testimonianza di Vasari, e firmo' diversi altri quadri le cui sonorita' espressive piu' tardi riecheggianti nella Vocazione di Sant'Andrea, nella Crocifissione e in San Francesco riceve le stimmate, completate intorno al '71, si avvalgono di moduli compositivi condensati da esperienze chiaramente riferibili ai fratelli Giulio e Antonio Campi (quest'ultimo fu probabilmente suo maestro). Il solido realismo si discosta da quello della sorella Sofonisba per una maggiore incidenza impressa all'articolazione plastica e per il rischiararsi di un'evidente irradiazione pietistica che risente del controriformismo postridentino. Scomparve nel 1578.

Ne La partita a scacchi di Sofonisba Anguissola, compare Europa con le sorelle Lucia e Minerva.

Ricordano le fonti che una figlia di Europa Anguissola, Bianca, mantenne rapporti epistolari con la zia mentre quest'ultima si spostava da una corte europea all'altra.

Opere: Crocifissione, ca. '71; San Francesco riceve le stimmate, ca. '71; La chiamata dei santi Andrea e Pietro, Vidiceto, Parrocchiale, n. d.; Vocazione di Sant'Andrea, n. d. Tutte le opere di cui non e' indicata la collocazione fanno parte di collezioni private.

 

7. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ELENA ANGUISSOLA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Elena Anguissola, nata a Cremona nel 1536 o 1538, era una delle sette figlie di Amilcare Anguissola invariabilmente versatili nell'esplorare i fertili territori della pittura non a fini di lucro (la famiglia era benestante) ma in vista della cultura dell'otium del tempo. Ella probabilmente dipinse insieme a Sofonisba, dopo aver studiato pittura con Bernardino Campi dal 1545 circa e con Bernardino Gatti dal 1549. Entro' nel convento di S. Vincenzo di Mantova, dove fu sepolta nel 1585, anno della sua morte, e potrebbe essere il soggetto del Ritratto di una monaca (1551; Southampton, C.A.G.).

 

8. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ANNA MARIA ANGUISSOLA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Anna Maria Anguissola, nata a Cremona nel 1555 o 1556, era una delle sette figlie di Amilcare Anguissola invariabilmente versatili nell'esplorare i fertili territori della pittura non a fini di lucro (la famiglia era benestante) ma in vista della cultura dell'otium del tempo. Mori' attorno al 1611.

Opere; Ritratto di dama, 1568-69, collezione privata; Sacra famiglia con San Francesco e Sacra famiglia con San Giovannino, Cremona, Museo Civico Ala Ponzone.

 

9. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: PIETRA CATERINA ARELLANO BORIO

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Pietra Caterina Arellano Borio, organista e pittrice, nasce a Costigliole d'Asti il 10 agosto 1664. Figlia di Secondo Arellano, pittore attivo in provincia di Asti alla fine del XVII secolo, rappresento' insieme al genitore, ma con modi piu' raffinati, il quadro Madonna col bambino e i santi Rocco, Stefano, Carlo e Antonio da Padova conservato presso la confraternita di San Rocco di Antignano nel 1681, dimostrando discrete capacita' pittoriche e l'utilizzo di schemi compositivi del primo Seicento facenti capo alla bottega di Orsola Maddalena Caccia e del Moncalvo. Ai due Arellano sono attribuibili diverse opere visibili presso Costigliole d'Asti: due affreschi della chiesa della frazione San Carlo (in cui molti altri, come per esempio i due raffiguranti San Pietro e San Giovanni presso il presbiterio, sono andati perduti) rappresentanti i santi Defendente e Bovo ed alcune tele della parrocchiale della cittadina suddetta, ossia Madonna consolata con bambino, Santo Vescovo pendant di due quadretti con Coronazione di spine e Flagellazione, e Sant'Agata, quest'ultimo della confraternita della Misericordia di Costigliole d'Asti. Per tale congregazione religiosa Pietra Caterina decoro', tra le altre cose, due colonne, la cartella del sudario di Santa Veronica e la custodia del crocefisso utilizzato il Venerdi' santo; ella inoltre in essa si applico' a diversi affreschi almeno fino al 1705. Nel 1682 Pietra Caterina Arellano dipinse probabilmente la tela custodita nella Collegiata di San Secondo in Asti e raffigurante la Vergine del Rosario e Santi. Sposo' Pietro Dionisio Borio di Michele il 25 aprile 1695 e mori' il primo dicembre 1725.

Opere: Vergine del Rosario e Santi, Collegiata di San Secondo, Asti; presso la confraternita della Misericordia di Costigliole d'Asti decorazione di due colonne, la cartella del sudario di Santa Veronica, la custodia del crocefisso del Venerdi' santo, diversi affreschi. In collaborazione con Secondo Arellano: Defendente e Bovo, affreschi, chiesa della frazione di San Carlo di Costigliole d'Asti; Madonna Consolata con bambino, Santo Vescovo, tele della parrocchiale di Costigliole d'Asti; Sant'Agata, confraternita della Misericordia, Costigliole d'Asti; Madonna col bambino e i santi Rocco, Stefano, Carlo e Antonio da Padova, confraternita di San Rocco di Antignano (At).

Bibliografia: AA. VV., Confraternite, Asti, Edizioni Provincia di Asti, 1999.

 

10. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ORSOLA (ORSOLINA) MADDALENA CACCIA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Pittrice e figlia d'arte di Laura Oliva, discendente del pittore Ambrogio Oliva, e del noto artista Gugliemo Caccia detto il Moncalvo, Orsola Caccia nacque a Moncalvo (At) nel 1619. Una delle sei femmine di otto fratelli, vesti' come altre quattro, Agata Rosa Anna, Laura Margherita, Cristina Serafina e Anna Guglielma (Francesca), l'abito religioso. Orsola entro' prima nel convento delle Orsoline di Bianze', e poi nel 1625 nel monastero dedicato a S. Orsola che il Caccia fondava a Moncalvo ed in cui le figlie dell'artista formarono una comunita' religiosa soppressa poi nel 1802 circa. Due sorelle divennero valenti pittrici: suor Orsola Maddalena e suor Francesca. Insegnavano a dipingere alle novizie e parallelamente accettavano commissioni esterne al convento che ospito', tra l'altro, due altre sorelle pittrici della meta' del XVII secolo: Laura ed Angelica Bottero. Orsola, vissuta fino all'eta' di 80 anni, ebbe modo di perfezionare la sua arte: molti suoi dipinti si trovano in palazzi e musei del Piemonte e il matronage in cui ella fu coinvolta da parte dell'Infanta Margherita di Savoia, come il suo contatto personale con altri membri della corte sabauda, e' documentato da diverse lettere del 1643.

Orsola Maddalena Caccia e' a tutti gli effetti la prima specialista piemontese di nature morte: anche se il numero di opere di tal genere da lei realizzate non e' molto ampio, esse sono tutte di qualita' eccellente. Iconograficamente non si allontana dai quadri di natura morta arcaica fiamminga, o nordica, di Ludger tom Ring il vecchio e Georg Hoefnagel in particolare, per l'analoga struttura compositiva, semplice, fortemente verticalizzata e caratterizzata da grande simmetria ed equilibrio. La pittrice produsse inoltre piccoli dipinti ed oggetti devozionali caratterizzati da uno stile delicato in parte derivato dal padre (diversi sono conservati nel Municipio in Moncalvo, il cui palazzo incorpora quello del convento soppresso delle orsoline dal quale i quadri provengono), dalla cui opera e' percio' difficilmente discernibile la sua, anche se riconoscibili sono alcuni dipinti di "Orsolina" che firmava le sue opere con un ramoscello o un fiore. Tele e pale la cui attribuzione ad Orsola Caccia risulta accreditata, sono esposte in diverse chiese piemontesi: presso Moncalvo a San Francesco, a San Domenico (Sindone sorretta da Angeli), a San Paolo (Madonna del Rosario), e nella cattedrale (Cristo sfamato dagli angeli nel deserto, antisacrestia); presso Riva di Chieri (To) al santuario della Madonna della Fontana; presso Cuccaro (Al) nella parrocchiale (alcune pitture del tesoro della stessa sono attribuite anche a Francesca Caccia); presso Montatone (At), paese natale di Guglielmo Caccia, nella parrocchiale (una tarda Madonna del Rosario, forse frutto di una collaborazione tra padre e figlia) ed infine nella splendida cattedrale gotica di Asti sono conservate una Resurrezione e Gesu' confortato dagli angeli (nella Sacrestia dei Canonici).

Orsola Maddalena Caccia mori' il 26 luglio 1676.

Opere: L'arcangelo Gabriele, collezione privata; Santa Caterina d'Alessandria, collezione privata; Sant'Agnese, collezione privata; Composizione con fiori gialli, collezione privata; San Giovanni Battista, 1644, Montemagno (At); Natura morta con uccello e frutta, su coppa con piedistallo, Robert Simon Fine Art, Satis House, New York; Antonio col Bimbo e Madonna col Bimbo, Villa Pallavicino, Museo Civico di Bussetana (Pm). Santa che legge, collezione privata; Vaso di fiori, collezione privata; Madonna del Rosario, Parrocchia di San Paolo, Moncalvo d'Asti; Madonna del Rosario, cattedrale, Montabone (At); Cristo sfamato dagli angeli nel deserto, cattedrale, Moncalvo d'Asti.

Bibliografia: A. Baudi di Vesme, Schede Vesme, L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1963 e segg.; Giovanni Romano, intervento in "Paragone", n. 255, 1971, fig. 41; Alberto Cottino (a cura di), La seduzione della natura. Natura morta in Piemonte nel '600 e '700, Torino, Omega Arte, 2000; AA.VV., Montemagno tra arte e storia, Asti, edizioni Provincia di Asti, 2001.

I quadri di Orsola Maddalena Caccia sono stati esposti in due mostre recenti e importanti: La seduzione della natura. Natura morta in Piemonte nel '600 e '700, Torino, Museo di Arti Decorative della Fondazione Pietro Accorsi (2001); Natura morta lombarda, Milano, Palazzo Reale, 1999-2000.

 

11. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: MARGHERITA CAFFI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Margherita Caffi, pittrice, figlia dell'artista Vincenzo Volo', attiva tra il 1662 e il 1700 in Italia, in Lombardia e Toscana - dove lavoro' e visse intorno agli '80 del Seicento sotto il patronage mediceo (come testimoniato dai suoi quadri conservati presso gli Uffizi), prediletta da Vittoria della Rovere moglie di Ferdinando II (1610-1670) e dal nipote, il principe Ferdinando (1663-1713), grande mecenate -, ma anche in Austria (Innsbruck) e Spagna (Madrid), dove dimoro' a lungo dipingendo per gli Asburgo. Mori' a Milano intorno al 1710.

L'opera raffinata di Caffi si esplica in una trentina di quadri di fiori molto simili a quelli del collega ed amico milanese Giuseppe Vincenzino, nelle tele del quale le libere composizioni degli elementi naturali, di tipo fiammingo, risultano equilibrate; l'impianto di sontuoso effetto decorativo, l'utilizzo di lacche e di colori ricchi di sfumature e trasparenze, che permettono di avvicinare Caffi ai migliori pittori di nature morte barocche dell'Italia meridionale, si fondono in un'esecuzione vivace e gioiosa dalle tinte succose. Caffi, insieme a Vincenzino, fu la protagonista dello sviluppo della natura morta barocca in Lombardia: rinnovo' il repertorio figurativo locale grazie allo studio attento delle piu' aggiornate tendenze della pittura contemporanea; le sue scelte stilistiche si relazionano con gusto dei collezionisti milanesi del tardo Seicento, attenti a raccogliere gli esemplari della pittura romana, soprattutto di Mario Nuzzi. Gli stretti rapporti stilistici e compositivi tra le nature morte di Vincenzino e di Caffi fanno ipotizzare una comune formazione degli artisti presso la bottega di un ancora sconosciuto specialista del genere, attivo a Milano intorno alla meta' del Seicento.

Opere: Ghirlanda di fiori (Inv. Castello n. 578) Corridorio Vasariano, Uffizi, Firenze; Ghirlanda di fiori (Inv. Castello n. 579) Corridorio Vasariano, Uffizi, Firenze; Natura morta con fiori; Garofano, rose, tulipani ed altri fiori, in un vaso scolpito; Vaso di fiori e un bicchiere di garofani su pietra en plein air; Coppia di nature morte con composizioni floreali; Vaso con rose, anemoni e altri fiori, cavoli, margherite, fichi e un albero en plein air; Natura morta con composizioni floreali e frutta e pappagallo; Tre generiche Nature morte con fiori. Dove non segnalato altrimenti, i quadri appartengono a collezioni private. Alcuni quadri dell'artista, sono stati esposti in occasione delle mostre: L'anima e le cose, edificio Luigi Rossi, Fano, 2001; Incontro con la pittura. Presenze nell'arte dal XV al XVIII secolo, Bologna, Galleria Fondantico, 2002. Presso l'hotel Cavalieri Hilton di Roma sono conservati alcuni quadri della pittrice.

Bibliografia: AA.VV., Margherita Caffi, in Le tele svelate. Antologia di pittrici venete da Cinquecento all'Ottocento, Catalogo della mostra, Eidos, 1996, pp. 93-105; Giorgio Fiori, Il proficuo soggiorno piacentino di Margherita Caffi, in "Liberta'", 18 aprile, 1969.

 

12. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: LUCRINA FETTI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Lucrina Fetti, pittrice nata a Roma intorno al 1614, lascio' la propria citta' natale insieme al padre Pietro Fetti ed al fratello Domenico tra il 1613 e il 1614 ingaggiati dal duca estense per dipingere i cicli decorativi del Palazzo Ducale. Dal 1618 Domenico sembra occuparsi di uno studio al quale affluiscono numerosi giovani artisti ed aiutanti, tra i quali si distingue Giustina, il cui nome muta in Lucrina dopo la monacazione avvenuta nel 1614 nel convento francescano di Sant'Orsola a Mantova; anche il fratello, suo probabile maestro nell'educazione artistica e pittore di corte dei Gonzaga, si consacra alla vita religiosa. Lucrina, dopo la partenza del padre per Venezia avvenuta nel 1622, si dedico' completamente all'attivita' del dipingere e specialmente rappresentazioni di soggetto sacro, incentrate sulla narrazione mariana e intorno a episodi martirologici coinvolgenti figure di santita' femminile legate alla devozione delle nobili patrone afferenti al convento orsolino. Lucrina ottenne pubblici riconoscimenti anche per l'allestimento di ritratti di aristocratici, perfino del duca regnante Ferdinando Gonzaga. Qualita' tardomanieristiche trapelano in esecuzioni del '29 originariamente appartenenti al convento di Sant'Orsola, oggi presso l'Ospedale Civile di Mantova o in collezioni private della citta' lombarda, come il gruppo comprendente Adorazione dei Magi, Incoronazione di spine, Annunciazione, Visitazione, Deposizione, Orazione nell'orto, che suggeriscono probabili interventi o commistioni con Domenico Fetti e risentono del clima controriformista per la teatralita' emotiva, che contrasta con la staticita' della posa. Maggiore elaborazione si registra nell'iconografia femminile della dinastia Gonzaga, caratterizzata dal consueto taglio a tre quarti e da sontuosi abiti in broccato arricchiti da preziosi monili. Tracce della vita di Lucrina comprovano il protrarsi della sua attivita' fino al 1650-51, anno della morte.

Opere: Adorazione dei Magi; Incoronazione di spine; Annunciazione; Visitazione; Deposizione; Orazione nell'orto; Ritratto di Eleonora I; Ritratto di Margherita; Ritratto di Eleonora II; Ritratto di Caterina de' Medici; Santa Barbara, Roma; Santa Maria Maddalena, chiesa di San Martino, Mantova. Tutti i quadri la cui collocazione non compare, fanno parte di collezioni private.

Sono in corso di pubblicazione gli atti di un convegno, tenutosi tra l'8 ed il 10 dicembre 2000 presso il Palazzo dei Notai a Bologna, che comprendono l'intervento di Cynthia Gladen: Lucrina Fetti, nun and painter (sezione: Le monache e la sfera pubblica).

 

13. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: TOMASINA FIESCHI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Tomasina Fieschi, pittrice, ricamatrice e scrittrice nata a Genova nel 1440. Parente, secondo alcuni, di S. Caterina da Genova (S. Caterina Fieschi Adorno e i Genovesi, Genova, Tip. della Gioventu', 1919), era figlia di Innocenzo Fieschi di Savignone e moglie di Francesco Fieschi. Agostiniana lateranese a S. Maria delle Grazie, come risulta dai Monialium documenta pubblicati dal notaio Muzio e conservati manoscritti alla biblioteca civica Berio di Genova (Db. 10.7.39) e in due atti capitolari del monastero genovese S. M. de Gratiis ordinis S. Augustini Canon. Regul. S. Ioannis Lateranensis del 1458 e 1491 (in cui e' segnalata come Soror Thomasina de Flisco), intreccio' corrispondenze con numerosi esponenti del clero del tempo tra cui il fratello, maestro dei novizi, a cui indirizzo' un breve trattato sull'educazione tuttora inedito in cui ella s'ispira a Caterina da Siena e Bernardo di Clairvaux. Mori' nel 1534.

Nell'unica sua opera pittorica conosciuta, compare una snella S. Caterina da Genova cinquantenne, con un lungo naso patrizio e dei brillanti occhi marroni.

Opere: a) scritti: Meditazioni evangeliche, in "Memorie domenicane", nuova serie, 45/1 (1928); b) dipinti: Ritratto di S. Caterina da Genova, ospedale Pammatone, Genova.

 

14. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: FEDE GALIZIA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Fede Galizia, nata a Milano nel 1578, presumibilmente imparo' a dipingere dal padre Nunzio Galizia, miniaturista. Fu considerata un'artista sin dall'eta' di 12 anni, quando con tale parola la defini' lo scrittore Giovanni P. Lomazzo. Al giorno d'oggi Galizia e' discretamente conosciuta per le gioiose nature morte, ma si e' dedicata alla rappresentazione di ogni soggetto possibile: inizio' la propria carriera come ritrattista, per poi dedicarsi alle pale d'altare ed a scene da camera.

Le nature morte di Galizia, in cui l'influenza di Caravaggio si fonde con la tradizione naturalistica lombarda, presentano il medesimo schema compositivo: in primo piano ci appare un vaso con ai lati dei frutti poggiati su un ripiano; singolare e' l'armonia compositiva, dall'assetto cromatico essenziale e dalla luce fredda e tagliente. Sul mercato esistono diverse repliche effettuate dalla pittrice, ma purtroppo molte di esse, all'origine semplici e gaie, sono state rovinate da restauri pesanti; molti critici ne comparano lo stile con quello dello spagnolo Zurbaran. La pittrice mori' di peste nel 1630.

Opere: Fruttiera di ceramica con uva, prugne e pere, collezione Lodi, Campione d'italia; Natura morta con pesche; Giuditta e Oloferne. Dove non segnalato altrimenti, i quadri appartengono a collezioni private.

Bibliografia: Flavio Caroli, Fede Galizia, Torino, Allemandi, 1989; Nancy G. Heller, Women Artists: An Illustrated History, New York, Abbeville Press, 1991; Flavio Caroli, L'oggetto-stato d'animo: il volto delle cose, in Natura morta lombarda (catalogo), Milano, Electa, 1999...

Pare che un dipinto di Galizia, del 1602, rappresenti la piu' antica natura morta datata e firmata dopo il "Cesto di frutta" di Caravaggio.

Ha scritto Flavio Caroli: "Se c'e' un artista, in Italia, in Europa, che, nel risolutivo mutamento di idealita' maturato a cavallo fra il Cinque e il Seicento, anticipi lo scavo tonale sulle cose; un artista che rinunci quasi completamente all'apparato letterario, retorico, mitologico della cultura rinascimentale, per votarsi al "merito paziente" (sono parole di Shakespeare, un contemporaneo) di un'indagine senza limiti sulla forma, sulla luce, sull'ineffabile incanto della luce che si interna nella materia delle cose e della pittura; se di un artista e' lecito affermare tutto questo, tale artista e' Fede Galizia".

 

15. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ARTEMISIA GENTILESCHI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Artemisia Gentileschi, pittrice (Roma 1593 - Napoli ca. 1652), figlia di Orazio Gentileschi, pittore caravaggesco di cui fu allieva. Sin da piccola si rivela l'unica, tra i figli di Orazio, a essere dotata di talento: gia' nel 1609 esprime la sua abilita' ritraendo l'amica Tuzia insieme al figlio. Assunse ben presto una fisionomia definita, assai lontana dai modi raffinati di Orazio, e sempre legata alle opere di Caravaggio e di Vouet, ai temi cruenti della Giuditta e Oloferne, legati forse all'abuso da lei subito (1611) ad opera dell'amico e collega del padre, Agostino Tassi: nel 1612 ha inizio il processo per stupro ad esso relativo, che terminera' dopo cinque mesi con una lieve condanna per il pittore suddetto; Artemisia subi' l'umiliazione di plurime visite ginecologiche pubbliche, venne torturata, ma non ritratto' la sua deposizione che non venne mai accettata. Un mese dopo la fine del processo Artemisia, insieme al marito Pietro Antonio di Vincenzo Stiattesi, sposato nel novembre del 1612, si trasferi' a Firenze, dove venne introdotta alla corte del granduca Cosimo II. Il successo fu immediato: Artemisia inizio' a ottenere lavori su commissione. Di questo periodo fiorentino, che fu tra i piu' felici della carriera della pittrice, resta come testimonianza topica la Giuditta e Oloferne degli Uffizi. Con i figli ritorno' a Roma, ma tra il 1625 e il 1630 fu quasi sicuramente a Venezia; nel 1630 visse a Napoli, mentre nel 1637 giunse alla corte di Carlo I d'Inghilterra. Dopo la morte del padre Orazio, avvenuta nel 1639, torno' nella città partenopea, dove rimase poi per sempre. Non si conosce la data precisa della sua morte. Di questi anni restano opere con forti caratteri luministici, tele per la cattedrale di Pozzuoli, e altre inviate per tutta Europa.

Opere: Madonna con bambino, 1609; Donna che suona il flauto, 1610-1612; Giuditta che decapita Oloferne, 1612/13 circa; Minerva, 1615; Maddalena penitente, 1615/6 circa; Giuditta e la sua serva, 1613-1614; L'angelo, 1613-1615; Maddalena penitente, 1617-1620; Giaele e Sisara, 1620; Cleopatra, 1621-22; Lucrezia, 1621; Ritratto di Gonfaloniere, 1622; Giuseppe e la moglie di Potifar, 1622-23; Giuditta e la sua serva con la testa di Oloferne, 1625 circa; Autoritratto come allegoria della Pittura, 1630; Cleopatra, 1630 circa; Clio, 1632; Adorazione dei Magi, 1636-37; Nascita di S. Giovanni Battista, 1635; Lucretia, 1642-43; Davide e Betsabea, 1640; Lot e le sue figlie, 1640; Corisca e il satiro, 1640.

Bibliografia; Tiziana Agnati, Art Dossier, n. 153, 1999; Tiziana Agnati, Francesca Torres, Artemisia Gentileschi: La pittura della passione, Selene Edizioni, Vignate (Mi), 1998; Anna Banti, Artemisia, Milano, Mondadori, 1974; Giuliana Bruno, "Anatomia di un'analisi: il noir d'autore", in Lapis, n. 18, giugno 1993, pp. 36-40; Eva Menzio (a cura di): Atti di un processo per stupro. Artemisia Gentileschi, Agostino Tassi, Milano, Edizioni Delle Donne, 1981.

Siti su Artemisia Gentileschi: www.mclink.it/n/dwpress/donnarte/10_97/donnarte.htm

 

16. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: DIANA GILI (O GILLI O GILLIA)

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Diana Gili (o Gilli o Gillia), attiva a Torino nella seconda meta' del XVIII secolo presso la corte piemontese, dipingeva fiori. Probabilmente era la sorella minore di Anna Caterina e Cristina Gili (o Gilli), con le quali condivideva lo stile pittorico, ossia la maniera fiamminga, e le commissioni relative a decorazioni di boiseries e di parti secondarie di grandi quadri.

Opere: Natura morta di fiori e frutti, collezione privata.

Bibliografia: Thieme becker, vol. IV, 1921, cfr. Anna Caterina Gili; AA.VV., Arte di Corte a Torino da Carlo Emanuele III a Carlo Felice, Torino, Cassa di risparmio, 1987.

 

17. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ANNA CATERINA GILI (O GILLI O GILLIA)

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Anna Caterina Gili (o Gilli o Gillia), nata a Torino, di lei si hanno notizie dal 1729 al 1751. Corredo' di fiori e putti il "Ratto di Elena" del pittore della corte savoiarda, Beaumont, andato distrutto, del Gabinetto dei Fiori; e decoro' a fiori e ghirlande lambriggi, sovrapporte, pannelli e paracamini del Palazzo Reale di Torino e di Stupinigi.

Opero' a Venaria Reale su sovrapporte e controfornelli con i Franceschini e l'Alberoni tra il 1738 e 1750 nell'ala che al tempo fu risistemata per le nozze. Molte altre sue opere del 1738 e '39, all'epoca esposte a Venaria, sono andate perse. Sono sue, inoltre, le cascate di fiori del Gabinetto Ottagonale del Palazzo Isnardi di Caraglio (Accademia filarmonica di Torino) in cui e' chiara l'ispirazione dal Rapous e dai fiamminghi.

Opere: Fiori del "Ratto di Elena" di Beaumont, Gabinetto dei Fiori, Palazzo Reale di Torino (quasi del tutto distrutto); Ghirlande di fiori su lambriggi, sovrapporte, pannelli e paracamini del Palazzo Reale di Torino e di Stupinigi (anni Quaranta del '700); Decorazioni di Venaria Reale (tra gli anni Trenta e Cinquanta del Settecento); Cascate di fiori, Gabinetto Ottagonale del Palazzo Isnardi di Caraglio (Accademia filarmonica di Torino).

Bibliografia: C. Rovere, Descrizione del Reale Palazzo di Torino, Torino, 1858; F. Delogu, Pittori minori liguri, lombardi, piemontesi del Seicento e del Settecento, Venezia, 1931; S. Pinto (a cura di), Arte di Corte a Torino da Carlo Emanuele III a Carlo Felice, Torino, Cassa di risparmio, 1987; A. Griseri, Pittura, in "Mostra del Barocco piemontese", catalogo, vol. II, Torino, 1963; A. Baudi di Vesme, L'arte piemontese dal XVI al XVIII secolo, vol. II, Torino, 1966.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 355 del 27 maggio 2011

 

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