Telegrammi. 569



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 569 del 28 maggio 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Chi semina vento

2. Mao Valpiana: Sessantatreesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

 

3. Si e' svolto il 27 maggio a Viterbo un incontro di formazione su "L'azione diretta nonviolenta contro la guerra"

4. Claudia Cernigoi: Il militarismo produce oppressione e morte

5. Maria G. Di Rienzo: Ragazze consapevoli

6. Giulio Vittorangeli: Ballottaggi e referendum

7. Tonio Dell'Olio ricorda Roberto Morrione

8. Comunita' cristiana di base di San Paolo in Roma: Alle sorelle e ai fratelli delle comunita' cristiane di Milano

9. Associazione Liberarsi: Mobilitazione in favore dell'amnistia, a fronte delle condizioni inumane ed illegali delle carceri italiane

10. Allegra Alacevich: Silvia Curtoni Verza Guastaverza

11. Francesca Santucci: Alba de Cespedes

12. Elena Silvestrini: Fausta Cialente

13. Elena Silvestrini: Dhuoda (Duoda)

14. Elena Silvestrini: Tullia d'Aragona

15. Per sostenere il Movimento Nonviolento

16. Segnalazioni librarie

17. La "Carta" del Movimento Nonviolento

18. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: CHI SEMINA VENTO

 

L'Italia dei potenti assassini che illegalmente, criminalmente partecipa alla guerra che da anni e anni sta massacrando la popolazione afgana.

L'Italia dei potenti assassini che illegalmente, criminalmente partecipa alla guerra che da mesi e mesi sta massacrando la popolazione libica.

L'Italia dei potenti assassini che illegalmente, criminalmente perseguita, schiavizza e massacra i migranti in fuga dalla fame, dalle dittature, dalle guerre (in fuga dalla fame provocata anche dall'Italia, dalle dittature sostenute ed armate anche dall'Italia, dalle guerre condotte anche dall'Italia).

L'Italia dei potenti assassini che muove guerra all'umanita', stoltamente dimentica del fatto che anche gli italiani - e finanche essi stessi potenti assassini - sono parte dell'umanita'.

Questa Italia dei potenti assassini e' corresponsabile anche sia degli attentati terroristici, sia degli atti di guerra (se una distinzione tra le due cose e' piu' possibile, dopo il secolo breve in cui ogni guerra e' divenuta per sempre sostanzialmente guerra di militari armati contro civili inermi), che colpiscono esseri umani italiani.

Cessi la partecipazione italiana alle guerre.

Cessi la complicita' italiana con le dittature locali e planetarie.

Cessi la persecuzione italiana dei migranti.

Vi e' una sola umanita'.

Uccidere e' sempre un crimine contro l'umanita'.

Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Opporsi ad ogni persecuzione, ad ogni oppressione, ad ogni potere criminale.

Scegliere la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: SESSANTATREESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

La violenza e' per i deboli, la nonviolenza per i forti.

La guerra, che e' il massimo della violenza, e' la scelta dei deboli.

La pace, che puo' essere raggiunta solo con mezzi pacifici, e' la scelta

dei forti.

Solo la nonviolenza dei forti puo' sconfiggere guerra e nucleare.

Il digiuno, che e' un mezzo della nonviolenza, rafforza e non indebolisce. Il digiuno raccoglie e restituisce energie, spirituali e mentali, che nessun cibo materiale puo' dare. La forza del digiuno supera qualsiasi forza fisica. E' una forza interiore, che fa bene a chi la trova e a chi la riceve.

Il digiuno che stiamo conducendo e' un gesto di nonviolenza attiva, e' un atto di speranza, e' un fatto concreto contro la guerra e la sua preparazione, contro il nucleare che uccide il presente e il futuro.

Sono 160 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare". C'e' chi digiuna anche se malato in ospedale, chi in una cella di convento o di carcere, chi partecipa ma preferisce non farlo sapere pubblicamente e chi, non potendo aderire per vari motivi, lo fa spiritualmente.

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a venerdi' 3 giugno. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 63 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

*

Di seguito l'elenco delle persone che digiuneranno nei prossimi giorni.

Sabato 28 maggio: Asma Haywood (Padenghe sul Garda), Giovanni Chianchini (Chieti), Marco Iannelli (Roma), Aurelio Iarrusso (San Giorgio del Sannio - Benevento), Fanco Codega (Trieste); domenica 29 maggio: Asma Haywood (Padenghe sul Garda), Aurelio Iarrusso (San Giorgio del Sannio - Benevento), Milan Ota (Trieste); lunedi' 30 maggio: Paolo Lupattelli (Citta' di Castello), Giovanni Sarubbi (Monteforte Irpino - Avellino), Pasquale Dioguardi (Livorno), Gianluca D'Andrea (Potenza), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia), Aurelio Iarrusso (San Giorgio del Sannio - Benevento); martedi' 31 maggio: Oriana Gorinelli (Rivalta di Torino); mercoledi' primo giugno: Marco Plombo (Isola d'Elba - Roma), Anna Bellini (Ferrara); giovedi' 2 giugno: Claudio Bedussi (Brescia); venerdi' 3 giugno: Rocco Altieri (Pisa), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Paola e Marco Baleani (Gubbio), Piero P. Giorgio (Gargnano - Brescia), Maria Bernarda Cursano (Macapa' - Brasile).

Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Gianluca D'Andrea, Pasquale Dioguardi, Adalgisa Freddi, Marco Rizzinelli e Giovanni Sarubbi digiuneranno tutti i lunedi'; Oriana Gorinelli digiunera' tutti i martedi'; Anna Bellini e Marco Palombo digiuneranno tutti i mercoledi'; Claudio Bedussi digiunera' tutti i giovedi'; Rocco Altieri, Paola e Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Piero P. Giorgio, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.

 

3. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 27 MAGGIO A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE SU "L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA CONTRO LA GUERRA"

 

Venerdi' 27 maggio si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di formazione su "L'azione diretta nonviolenta contro la guerra".

L'incontro e' stato coordinato dal responsabile della struttura pacifista viterbese.

Nella prima parte dell'incontro e' stata proposta la descrizione e l'interpretazione di alcune esperienze storiche di concreta ed efficace opposizione nonviolenta alla guerra, e quindi la riflessione sui vari aspetti (anche organizzativi e tecnici) di azioni nonviolente di questo tipo.

La seconda parte dell'incontro e' consistita nell'elaborazione e nell'analisi di un modello di azione diretta nonviolenta che si potrebbe realizzare nel prossimo futuro in Italia per contrastare le guerre cui il nostro paese follemente e criminalmente partecipa in violazione della legalita' costituzionale e del diritto internazionale.

Nel corso della riflessione si sono utilizzate anche metodologie di training nonviolento per valutare le proposte formulate ed approfondire le questioni esaminate.

 

4. RIFLESSIONE. CLAUDIA CERNIGOI: IL MILITARISMO PRODUCE OPPRESSIONE E MORTE

[Ringraziamo Claudia Cernigoi (per contatti: nuovaalabarda at yahoo.it) per questo intervento.

Su Claudia Cernigoi dal sito www.nuovaalabarda.org riprendiamo per stralci le seguenti notizie biobiografiche: "Claudia Cernigoi, nata a Trieste nel 1959, dove ha conseguito la maturita' scientifica, ha cominciato l'attivita' giornalistica all'interno di Radio Citta' Trieste Canale 89, la prima radio libera (nel senso di politicamente impegnata a sinistra) alla fine degli anni Settanta. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1990 dirige il periodico triestino "La Nuova Alabarda". E' stata tra i fondatori di Radio Onda Libera nel 1980, ha collaborato per diversi anni con l'emittente radiofonica bilingue "Radio Opcine" di Trieste ed ha diretto per alcuni anni "il Movimento", periodico del Movimento dei Finanzieri democratici. Il suo ambito di ricerca verte sulla seconda guerra mondiale, il neofascismo, la strategia della tensione... Pubblicazioni: Operazione foibe a Trieste, Kappa Vu, Udine 1997); con Mario Coglitore, La memoria tradita, Zeroincondotta, Milano 2002; Operazione foibe tra storia e mito, Kappa Vu, Udine 2005). Cura la collana dei dossier de "La Nuova Alabarda" (disponibili anche nel sito internet del periodico www.nuovaalabarda.org), all'interno della quale ha pubblicato i seguenti titoli: "Luci ed ombre del Cln di Trieste"; "L'ombra di Gladio. Le foibe tra mito ed eversione"; "La 'foiba' di Basovizza"; "Le inchieste dell'ispettore De Giorgi"; "1972. Ricordi della strategia della tensione"; "La strategia dei camaleonti"; "No Gud. Breve dossier sulla cultura fascista"; "Strani casi di morte a Trieste"; "Operazione Plutone"; ed "I Diari di Diego de Henriquez" in collaborazione con Vincenzo Cerceo. Ha pubblicato anche una raccolta di poesie dal titolo Anch'io son poeta!"(2006)... Negli anni '80 ha fatto parte del direttivo dell'associazione culturale Civilta' Mitteleuropea... Si e' impegnata in numerose battaglie ambientaliste a Trieste..."]

 

La guerra che verra'

non e' la prima. Prima

ci sono state altre guerre.

Alla fine dell'ultima

c'erano vincitori e vinti.

Fra i vinti la povera gente

faceva la fame. Fra i vincitori

faceva la fame la povera gente egualmente.

(Bertolt Brecht)

 

In piazza Unita' a Trieste, la piazza affacciata sul mare e dove si affacciano il municipio e la prefettura, il palazzo della regione ed i locali storici della citta', da alcuni giorni si vede una strana installazione. Da lontano sembra una tenda militare di cartone, da vicino si vede che si tratta di una sorta di piramide sulle cui facciate (su una appare la data 1861, sull'altra 2011) sono impresse a sbalzo scene di vita militare (bersaglieri, carri armati, paracadutisti, un cappellano militare che impartisce l'estrema unzione, soldati in svariate attivita', suore, bambini, un uomo che legge la "Pravda" ed uno che legge il "New York Times"...). Le due pareti sono traforate da una silhouette che dovrebbe rappresentare un militare che alza la mano per il giuramento: e si invitano le persone ad attraversare l'interno della piramide (dove vi sono altre scene di vita militare e nomi di luoghi dove e' intervenuto l'esercito italiano) per "interagire" con questa installazione che vuole ricordare i militari caduti in servizio.

E' per il rispetto che provo per la vita umana, per qualunque vita umana, che io aborro gli eserciti; perche' senza gli eserciti non vi sarebbero guerre; perche' le guerre sono sempre ingiuste, perche' il ricorso alle armi puo' essere a volte una scelta obbligata, come lo fu per i resistenti antifascisti d'Europa, ma la vita militare, il mestiere del militare io li aborro perche' sono causa di lutti, tragedie e disperazione.

L'esercito italiano, nei suoi 150 anni di vita, e' stato sempre un esercito di invasione imperialista e non un esercito difensivo. Quando, dopo il 1945 e la fine del fascismo e delle sue avventure coloniali (con i crimini di guerra che furono commessi e si tende a rimuovere), l'esercito italiano ando' in "missioni di pace", participo' anche a delle azioni nefande, come le torture ai danni di prigionieri somali, l'uccisione sconsiderata di civili in Afghanistan, le azioni nell'Iraq occupato che non erano sempre tese al mantenimento dell'ordine, ma spesso alla repressione generalizzato contro una popolazione che era stata occupata manu militari.

E solo un breve cenno alla partecipazione italiana ai bombardamenti sulla Jugoslavia nel 1999, una cosa di cui avremo da vergognarci fino alla fine dei nostri giorni.

Per questi motivi oggi ho stampato un manifestino che ho distribuito ai passanti ed ho attaccato temporaneamente con il nastro adesivo sulla struttura che invitava all'interazione: e' stato il mio modo di interagire, ho spiegato al funzionario della Digos che mi chiedeva spiegazioni.

Diceva il medico e scrittore svedese Axel Munthe: perche' si spendono tanti soldi per insegnare l'arte di uccidere e cosi' pochi per insegnare l'arte di guarire? ed il nostro concittadino, il professor Diego de Henriquez che dedico' la sua vita alla raccolta di materiale militare, lo fece perche' la gente si rendesse conto di quanto si spendeva ed investiva nella macchina bellica a scapito della ricerca in campo civile.

Contro le guerre e contro la violenza. Sempre.

 

5. RIFLESSIONE. MARIA G. DI RIENZO: RAGAZZE CONSAPEVOLI

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo articolo.

Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]

 

La citta' pakistana di Peshawar, sul confine con l'Afghanistan, e' attualmente nota per due dati di cui non c'e' da vantarsi: la radicalizzazione pseudo-religiosa della sua gioventu' maschile, e la fiorente industria artigiana di armi leggere, con relativo commercio. La violenza e' la moneta corrente di quest'area nel nordovest del paese.

Naturalmente anche qui c'e' chi dice "no", ma dev'esserci voluto un coraggio straordinario per cominciare a farlo a 16 anni, ed essendo una femmina. Gulalai Ismail, oggi ventiquattrenne, da otto anni fa funzionare due programmi di seminari e incontri per contrastare la violenza (uno sul genere e l'altro sulla costruzione della pace) da casa sua, a Peshawar. Invitata a Londra, nel maggio di quest'anno, ha parlato ai giovanissimi del suo lavoro: "Ho messo in piedi 'Ragazze consapevoli' quando avevo 16 anni perche' tutto attorno a me vedevo le femmine trattate in modo diverso dai maschi. Mia cugina aveva 15 anni quando le fu combinato un matrimonio con un uomo che aveva il doppio della sua eta'. Non pote' terminare gli studi, mentre i suoi fratelli continuavano ad andare a scuola. Cio' era considerato normale. Le ragazze hanno interiorizzato tutta questa discriminazione: una donna che soffre la violenza ma non dice nulla dev'essere ammirata e presa a modello, una brava donna si sottomette a suo marito o suo padre. 'Ragazze consapevoli' suscita la coscienza dell'eguaglianza di status. Nei seminari insegniamo che le donne hanno diritti umani, e le tecniche per prendere l'iniziativa e negoziare all'interno delle famiglie per avere un'istruzione ed il controllo sulle proprie vite. La posizione delle donne nella societa' si e' deteriorata con il tempo. Peshawar era una citta' molto progressista, ma dopo la 'talibanizzazione' la vita per le ragazze e' diventata piu' dura. Mia sorella minore vive peggio di come ho vissuto io alla sua eta'. Persino andare al mercato e' difficile, a causa delle molestie sessuali".

Se qualcuno aveva ancora dubbi sull'uso politico della violenza sessuale, in tutte le sue forme, la storia di Gulalai Ismail dovrebbe dissolverli: il principale ostacolo all'organizzazione dei seminari di "Ragazze consapevoli" sono proprio le molestie. Ismail e il suo staff devono spendere un bel po' di tempo a costruire, nelle comunita' che visitano, la fiducia che le ragazze non subiranno violenze se partecipano agli incontri. Lavorare nelle zone rurali richiede molta pazienza, ma Ismail non e' interessata all'opzione piu' semplice di lavorare solo in aree urbane.

Le discriminazioni di genere sono state la sua prima motivazione, ma molto presto la ragazza ha colto la connessione fra genere e pace: "Durante un seminario, una donna narro' di come suo figlio dodicenne fosse stato portato in Afghanistan dai miliziani. Dieci mesi piu' tardi era morto. Questo ha fatto si' che io cominciassi a chiedermi come potevamo indurre queste giovanissime persone a non unirsi ai miliziani". Il risultato della riflessione di Ismail e' stato il network "Semi di pace" che lo scorso anno ha fornito formazione a 25 giovani. Costoro, a loro volta, formeranno altre 20 persone che avranno il compito di passare l'insegnamento ad altre venti e cosi' via. Ognuno di essi, stima Ismail, potra' raggiungere almeno 500 ragazzi tramite i seminari: "Identificano i giovani nelle loro comunita' che potrebbero essere vulnerabili all'estremismo ed organizzano incontri per discutere cause e conseguenze del conflitto, e la storia della talibanizzazione. Parliamo di tolleranza e rispetto per chi ha un'altra fede. L'estremismo si infiltra in ogni aspetto della crescita dei bambini: persino i libri di scuola chiedono loro di essere pronti per la guerra santa, e dappertutto ci sono canzoni e film che glorificano la guerra, il martirio e la violenza. 'Semi di pace' ha lo scopo di fornire un'altra prospettiva, quella dei diritti umani. La pace non e' solo l'assenza di guerra, la pace e' proprio tolleranza e rispetto, e le donne hanno un ruolo importante nell'educazione dei bambini".

Ismail sa bene che il suo lavoro sfida il dominio dei talebani e conosce i pericoli che questo comporta. E' anche consapevole che vi sono istanze politiche coinvolte nella radicalizzazione della regione in cui vive, ma crede che il cambiamento dal basso sia una parte cruciale della costruzione della pace. "Per risolvere un conflitto", dice Ismail, "hai bisogno sia delle negoziazioni politiche ad alto livello, sia della partecipazione della gente comune".

Ruari Nolan di "Peace Direct", che ha portato la giovane donna in Gran Bretagna, e' d'accordo: "Le trattative politiche sono i mattoni, il coinvolgimento della comunita' e' il cemento che li tiene insieme. L'esperienza dell'Irlanda nel Nord ce lo ha insegnato: decenni di costruzione della pace dal basso sono stati la premessa fondamentale al processo politico che e' culminato con l'accordo".

Alle conferenze internazionali, Gulalai Ismail ha incontrato "semi di pace" provenienti dall'Uganda, dallo Sri Lanka, e da molte altre parti del mondo. "Nonostante le forme dei conflitti siano diverse, vedo che stiamo facendo lo stesso lavoro. Questo mi riempie di speranza".

*

Fonti: Awid, The Guardian.

 

6. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: BALLOTTAGGI E REFERENDUM

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento.

Per un profilo di Giulio Vittorangeli - che e' da sempre uno dei principali collaboratori di questo foglio e uno degli amici piu' cari - dall'ampia intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 325 riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica "Giulio Vittorangeli e' nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili. E' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni. Ha partecipato alla realizzazione, stesura e pubblicazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla (Vt) 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"]

 

I ballottaggi alle elezioni amministrative ed i referendum possono segnare l'inizio del crepuscolo dell'estremismo berlusconiano: per questo dobbiamo concretamente e quotidianamente impegnarci.

Ma anche in caso di esito favorevole e' presto per cantare vittoria e per festeggiare l'apertura di una nuova stagione politica. Restano dei nodi irrisolti, ad iniziare dall'assenza di un vero progetto politico alternativo al centrodestra (frantumazione della sinistra, mancanza di prospettive per l'uscita dalla crisi economica, ecc.), oltre al prevalere, in larghi strati della societa', della cosiddetta cultura berlusconiana, che ha portato ad una involuzione populistico-autoritaria della nostra democrazia.

Nessuno si illude che una volta riusciti nell'impresa (non facile) di cacciare Berlusconi avremo mai al suo posto (per quanto auspicabile) un governo di centrosinistra basato sulla difesa della Costituzione, che significa no alla guerra e alla cancellazione dei diritti del lavoro; che punti al rilancio del ruolo pubblico nella pianificazione economica ed alla difesa dei beni comuni; che cambi il sistema elettorale in senso proporzionalista e che torni al rispetto dei trattati internazionali in materia di diritti umani e cooperazione allo sviluppo. Pero', almeno, che sia un governo capace di restituire un minimo di equita' e di decenza.

Altrettanto arduo e' trovare un'alternativa all'impoverimento umano del ventennio berlusconiano.

"Oggi a cosa diamo valore, mi chiedo? Non diamo piu' il giusto valore alla vita, al pezzo di pane che possiamo mangiare, al fatto di avere un letto dove poter dormire, e che molti non possono avere. Assistiamo all'epoca del disprezzo... Forse non ci interroghiamo piu' su cosa sia la vita. Nessuno dice che la vita debba essere necessariamente considerata meravigliosa: la vita in effetti e' faticosa, difficile, complicata. La vita e' una lotta, ma se ci pensate bene non abbiamo niente di meglio. Forse e' il dono piu' grande che ognuno di noi puo' avere" (Edith Bruck).

Lega e Pdl, il blocco di potere reazionario al governo, sono a tutti gli effetti i rappresentanti delle peggiori istanze sociali del nostro Paese e di una cultura padronale, razzista, autoritaria e intimamente illiberale. Continuano a fare forza sugli istinti bestiali del "popolo animale", come loro sperano che sia e come giorno dopo giorno lo allevano. Abbiamo un viceministro che si rammarica che non si possa sparare sulle imbarcazioni di migranti, ed un eurodeputato che sostiene che "sparare e' lecito" perche' le barche "invadono le acque territoriali italiane".

Per non considerare il feticismo che ancora larghi strati dei nostri cittadini nutrono verso il capo. Un attaccamento infantile e isterico a un corpo-feticcio.

Ritorna la lezione di Antonio Gramsci: "Cio' che avviene, non avviene tanto perche' alcuni vogliono che avvenga, quanto perche' la massa degli uomini abdica alla sua volonta', lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potra' tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta fara' abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potra' rovesciare". Solo che siamo in Italia e le rivolte del mondo arabo che hanno travolto i dittatori sembrano lontanissime.

Non solo, se scaviamo in profondita', scopriamo che il virus del populismo berlusconiano non e' altro che il risultato della continua e costante personalizzazione della politica, degli eccessi di individualismo e di narcisismo, che ha portato alla ipertrofia di leader spesso privi anche di carisma.

Saremo tutti piu' liberi quando potremo tornare nella cabina elettorale per mettere la croce sul simbolo di una credibile forza politica, invece che sul nome di un improbabile personaggio. "La vera novita' sarebbe quella di presentare al paese un progetto di lavoro collegiale, collegialmente gestito: una squadra, non un leader, una squadra di uomini e donne competenti nei vari comparti della cosa pubblica e non un uomo solo al comando, un governo e non un premier, un partito e non un capo" (Mario Tronti).

Certo, ci sono anche le note positive date dalle lotte operaie contro le crisi aziendali, la resistenza di Pomigliano e Mirafiori alle pretese di Marchionne di applicare il modello di una moderna schiavitu': il feudalesimo aziendale; dal movimento dei migranti che cercano di riscattare la loro condizione di schiavi; dalle proteste degli studenti e dei ricercatori contro la controriforma dell'Universita'; ecc. Tutte lotte che indicano che la storia non e' finita e che l'Italia non e' arresa.

Siamo in una notte interminabile, in cui forse si intravede l'alba. Forse.

 

7. LUTTI. TONIO DELL'OLIO RICORDA ROBERTO MORRIONE

[Da "Mosaico di pace" (per contatti: info at mosaicodipace.it) riceviamo e diffondiamo]

 

Ciao Roberto. Ricordi? "Notevole". In genere commentavi cosi' le cose che ti piacevano. E io ci scherzavo su prendendoti anche in giro.

Quell'espressione era il segno del tuo essere sempre misurato e serio, del tuo portamento composto. Rispettoso, sempre educato. Lo stesso che, quando meno te l'aspettavi, ti portava a telefonarmi per un grazie o per un complimento. E io a dirti: Roberto sei un vero signore!

Sono in tanti in queste ore a mettere giustamente in evidenza le tue doti di giornalista giornalista, la schiena dritta, la tua passione civile, i 44 anni alla Rai in difesa della verita', della liberta', a far giocare al servizio pubblico quel contributo alla conoscenza, alla critica...

A me preme dire della tua qualita' umana. La stessa che hai sfoderato con umilta' anche nel corso della malattia. Notevole. Davvero notevole, Roberto Morrione. Sempre in punta di piedi. Sempre a innaffiare la speranza. A scommettere sui giovani. A indignarti per le ingiustizie e i pregiudizi. Sembra che il giornalismo d'inchiesta di un galantuomo abbia impresso il carattere dell'eternita'.

Da credente (ma anche da amico) sono certo che Dio al tuo arrivo ti ha riservato un abbraccio nel quale ti sei immerso. Ma sono altrettanto certo che subito dopo, taccuino alla mano, hai cominciato a fargli qualche domanda. Forse le stesse che anche noi vorremmo porgli.

 

8. SOLIDARIETA'. COMUNITA' CRISTIANA DI BASE DI SAN PAOLO IN ROMA: ALLE SORELLE E AI FRATELLI DELLE COMUNITA' CRISTIANE DI MILANO

[Dalle amiche e dagli amici della Comunita' cristiana di base di San Paolo in Roma (per contatti: cdbsanpaolo at aruba.it) riceviamo e diffondiamo]

 

La Comunita' cristiana di base di San Paolo esprime piena solidarieta' all'arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi, fautore del "solidarismo ambrosiano", a don Virginio Colmegna, fondatore della Casa della carita', per l'azione di fermo contrasto e di condanna delle  espressioni razziste usate da esponenti politici nella recente campagna elettorale, nei confronti delle comunita'  Rom.

Nell'azione pastorale l'arcivescovo e tutti gli altri operatori di pace difendono da anni i diritti fondamentali di ogni persona alla dignita' e alla liberta' religiosa. E con il loro impegno religioso e sociale testimoniano concretamente quei principi cristiani a cui si ispirano tutti i discepoli di Cristo ed i credenti di ogni religione e le coscienze etiche dell'umanita'.

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La Comunita' cristiana di base di San Paolo in Roma

Roma, 25 maggio 2011

 

9. INIZIATIVE. ASSOCIAZIONE LIBERARSI: MOBILITAZIONE IN FAVORE DELL'AMNISTIA, A FRONTE DELLE CONDIZIONI INUMANE ED ILLEGALI DELLE CARCERI ITALIANE

[Dall'Associazione Liberarsi (per contatti: assliberarsi at tiscali.it) riceviamo e diffondiamo]

 

L'Associazione Liberarsi di Firenze aderisce alla mobilitazione, interna ed esterna al carcere, promossa da Marco Pannella e dal Partito Radicale in favore dell'amnistia, a fronte delle condizioni inumane ed illegali delle carceri italiane.

Di piu', aggiungiamo noi: condizioni di tortura che sfociano con cadenza impressionante in una catena di morti, al punto che l'invio in carcere diventa per moltissime persone detenute invio al cimitero.

Alla strage carceraria, opportunamente silenziata con la complicita' mediatica, va aggiunta una ancora piu' invisibile quota dei sepolti vivi: l'ergastolo ed il 41bis, le punte dell'iceberg della tortura nelle nostre carceri.

L'Associazione Liberarsi, con tutti i suoi soci interni ed esterni al carcere, si unisce alla mobilitazione richiamandosi a quell'articolo 27 della Costituzione che sembra essere diventata carta straccia per il Ministero della Giustizia e l'intero governo non piu' in grado di garantire la sopravvivenza delle persone recluse.

Ai nostri soci e alle agenzie sociali che gia' aderiscono a questa mobilitazione segnaliamo l'appuntamento unitario del 24, 25 e 26 giugno (il 26 giugno e' la Giornata internazionale dell'Onu contro la tortura).

In questi tre giorni ci sara' una nuova mobilitazione dentro e fuori le carceri su quattro punti: sovraffollamento e invivibilita', no all'ergastolo, la tortura del 41bis, la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari.

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Per l'Associazione Liberarsi: Christian De Vito, Beppe Battaglia, Giuliano Capecchi, Carmelo Musumeci, Alfredo Sole.

Per informazioni e contatti: Associazione Liberarsi, casella postale 30, 50012 Grassina (Firenze), tel. 3664937843, e-mail: assliberarsi at tiscali.it, sito: www.informacarcere.it

 

10. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: SILVIA CURTONI VERZA GUASTAVERZA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Per un profilo dell'autrice di questa voce, cfr. i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 557]

 

Silvia Curtoni Verza Guastaverza, nata nel 1751 a Verona, appartenente ad una famiglia in vista e di antica nobilta' (era contessa), fu nota per la sua bellezza e per la grande cultura. Sposo' il barone Guastaverza e tenne un salotto frequentato dai piu' grandi intellettuali del tempo e dall'amica Elisabetta Contarini Mosconi... Amica di Parini dal 1788 (riporta in una lettera a un suo facoltoso concittadino l'impressione dominante ricavata dal primo incontro con il letterato: "Ho conosciuto il bravo abate Parini, che ha nel vero due grandi occhi poetici"), lo visitava spesso recandosi a Brera, durante i propri numerosi e lunghi viaggi in giro per l'Europa. Intrattenne diverse relazioni chiacchierate; si ricordino le storie d'amore che ella visse con Ippolito Pindemonte e con l'insurrezionalista Francesco Emilei, condannato a morte dallo stesso tribunale capeggiato da Napoleone. Mori' nel 1835.

Opere: Ritratti di alcuni illustri amici, Verona, Gambaretti, 1807; Terze rime di Silvia Curtoni Verza Guastaverza, Verona, Societa' Tipografica Editrice, 1822; Carteggio inedito di una nobildonna veneziana, Venezia, Artigianelli, 1884. Presso la biblioteca civica di Verona sono conservati alcuni chirografi della scrittrice: Corrispondenza e due poesie d'occasione - Carteggi b. 77.

Bibliografia: Costanza Giorgetti, Ritratto di Isabella, Firenze, Le Lettere, 1992; Luisa Ricaldone, La scrittura nascosta, Parigi-Firenze, Champion-Cadmo, 1996; Salvo di Matteo, Viaggiatori Stranieri in Sicilia, Palermo, Isspe, 2000.

 

11. PROFILI. FRANCESCA SANTUCCI: ALBA DE CESPEDES

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]

 

Alba de Cespedes nacque a Roma nel 1911 da madre italiana e padre cubano. Comincio' a scrivere nel '34 sul "Messaggero" e letterariamente esordi' nel 1935 con una raccolta di racconti, L'anima degli altri, cui seguirono poesie e romanzi scritti quasi tutti in italiano, tranne alcuni in francese. Il suo primo libro fu il romanzo Nessuno torna indietro, pubblicato nel 1938, in piena era fascista, e subito incorso nella censura del regime che fermo' anche il successivo, la raccolta di racconti Fuga del 1940. Arrestata nel '35, nel '43 attraverso' le linee tedesche; attiva partigiana, collaboro' a Radio Bari con il nome di Clorinda e nel '44 fondo' e diresse, fino al 1948, la rivista letteraria "Mercurio". Terminata quest'esperienza comincio' a scrivere per i giornali "Epoca" e "La stampa", infine abbandono' la collaborazione giornalistica e si dedico' completamente alla scrittura, pubblicando raccolte di poesie, racconti, romanzi, riscotendo sia il consenso del pubblico che il favore della critica piu' esigente.

Stabilitasi a Parigi, vi mori' nel 1997, a 86 anni; solo otto giorni prima aveva donato le sue carte agli Archivi Riuniti delle Donne di Milano.

Esemplare nei suoi romanzi restano la ricognizione della storia e delle contraddizioni degli intellettuali della sua epoca, l'acuta indagine della figura femminile in conflitto tra conformismo e individualita' e la crisi della coppia, simbolo di una piu' generale crisi delle strutture della societa' del tempo.

Opere: Prigionie, 1936; Io, suo padre, 1936; Concerto, 1937; Nessuno torna indietro, 1938; Fuga, 1941; Il libro del forestiero, 1946; Dalla parte di lei, 1949; Quaderno proibito, 1952; Prima e dopo, 1955; Invito a pranzo, 1955; Il rimorso, 1963; La bambolona, 1967; Chanson des filles de mai, 1969 ( in francese); Sans autre lieu que la nuit, 1973 (in francese); Nel buio della notte, 1976.

Bibliografia: Thomas G. Bergin in "Columbia Dictionary of Modern European Literature", ed.  Jean- Albert Bede' e William B. Edgerton, 1980; Parsani M. Assunta - De Giovanni Neria, Femminile a confronto. Tre realta' della narrativa italiana contemporanea: Alba de Cespedes, Fausta Cialente, Gianna Manzini, Lacaita, 1984; G. Pullini, Il romanzo italiano del dopoguerra, 1961; Claire Buck, Women's Literature, 1992; Piera Carroli, Esperienza e narrazione nella scrittura di Alba de Cespedes, 1993; Carroli Piera - Longo Angelo, Esperienza e narrazione nella scrittura di Alba de Cespedes, 1993; Robin Pickering-Iazzi, Politics of the Visible: Writing Women, Culture and Fascism, 1997.

 

12. PROFILI. ELENA SILVESTRINI: FAUSTA CIALENTE

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]

 

Fausta Cialente, scrittrice, nata a Cagliari nel 1898. Visse per lungo tempo ad Alessandria d'Egitto, dove fondo' nel 1943 il settimanale antifascista "Fronte unito". Tornata in Italia nel dopoguerra collaboro' a "L'Unita'", "Rinascita", "Italia nuova" e "Noi donne". E' morta nel 1994 a Pangbourne (Gran Bretagna).

Opere: Natalia, 1927, pubblicata su "Sapientia", Roma, 1930; Pamela o la bella estate, 1935; Cortile a Cleopatra, 1966; Un inverno freddissimo, 1966; Ballata levantina, 1968; Il vento sulla sabbia, 1972; Le quattro ragazze Weiselberger, 1976; Interno con figure, 1976.

Bibliografia: E. Cecchi, Prefazione all'edizione 1953 di Cortile a Cleopatra; Dizionario universale della letteratura contemporanea, Milano, Mondadori, 1963, vol. IV, p. 179; A. Nozzoli, Tabu' e coscienza, La Nuova Italia, 1978;  M. A. Parsani, N. De Giovanni, Femminile a confronto: Alba De Cespedes, Fausta Cialente, Gianna Manzini, 1984; S. Petrignani, Le signore della scrittura, La Tartaruga, 1984; Il romanzo di Fausta Cialente, a cura di V. Consoli, Milano, 1985; Novelle italiane. Il Novecento, a cura di G. Finzi, tomo II, Garzanti, Milano, 1994, pp. 1125-1133; G. Manacorda, Storia della letteratura italiana contemporanea, Roma, 1996; R. Asquer, Fausta Cialente. La triplice anima, Novara, 1998.

 

13. PROFILI. ELENA SILVESTRINI: DHUODA (DUODA)

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Nata all'inizio del secolo IX. Ando' sposa nel 824 a Bernardo di Septimania, imparentato con Carlo Magno. Dapprima segui' il marito nei suoi viaggi, poi venne relegata nel sud della Francia nel castello di Uzes. Lontana dal marito e dal figlio Guglielmo (inviato come ostaggio a Carlo il Calvo) espresse la sua solitudine nel Liber Manualis che delinea anche il suo ideale pedagogico.

Opere: Liber Manualis, ora in Educare nel Medioevo, Jaca Book, 1984.

Bibliografia: P. Riche', Dall'educazione antica all'educazione cavalleresca, Milano, 1972; P. Dronke, Donne e cultura nel Medioevo, Milano, 1986; F. Cardini, Dhuoda, la madre, in Medioevo al femminile, Laterza, 1989; Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, M. Parodi, Storia della filosofia medioevale, Laterza, 1990; G. De Martino, M. Bruzzese, Le filosofe, Liguori, 1992.

 

14. PROFILI. ELENA SILVESTRINI: TULLIA D'ARAGONA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Nata a Roma nel 1510 (secondo altre fonti: Napoli, 1550), figlia naturale del cardinale Luigi d'Aragona, risulta dagli atti nata dalla cortigiana ferrarese Giulia Campana e da Costanzo Palmieri. Ancora fanciulla, disputava e scriveva in italiano e latino, suonava e cantava. Fu amica di molti letterati del tempo (Bembo, Varchi, Muzio...). Mori' a Roma nel 1556.

Opere: Dell'infinita' di amore, Venezia, 1547, ora in Trattati d'amore del Cinquecento, a cura di M. Pozzi, Laterza, 1980; Rime della signora Tullia d'Aragona e di diversi a lei, 1547; Il Meschino o il Guerino, 1560.

Bibliografia: A. Levati, Dizionario biografico cronologico degli uomini illustri. Classe V: donne illustri. Milano, 1821; Ginevra Canonici Fachini, Prospetto biografico delle donne italiane rinomate in letteratura dal sec. XIV fino ai nostri giorni, Venezia, 1824; A. Verona, Le donne illustri d'Italia, Milano, Colombo, 1864; E. Camerini, Donne illustri. Biografie, Milano, 1871; E. Comba, Donne illustri italiane proposte ad esempio alle giovinette, Torino, 1920; Jolanda De Blasi, Le scrittrici italiane dalle origini all'800, Firenze, 1930; Jolanda De Blasi (a cura di), Antologia delle scrittrici italiane, Firenze, 1930; G. Zonta, Trattati d'amore del Cinquecento, Bari, 1912; Id., Trattati del Cinquecento sulla donna, ivi, 1913; Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, a cura di G. Petronio, Laterza, Bari, 1970, vol. I; N. Costa Zalesson, Scrittrici italiane dal XIII al XX secolo. Testi e critica, Longo 1982; Nel cerchio della luna. Figure di donne in alcuni testi del XVI secolo. Appendici. III, a cura di M. Zaccan, Venezia, 1983; E. Cecchi, N. Sapegno, Storia della letteratura italiana, Il Cinquecento, Garzanti, Milano, 1992, pp. 251-252; R. De Maio, Donna e Rinascimento, Esi, Napoli, 1995; A. Gianni, Anch'esse "quasi simili a Dio", Baroni, Viareggio-Lucca, 1997, pp. 60-61.

 

15. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

16. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV:, Le maschere di Osama, I classici di Limes - Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2011, pp. 200, euro 12.

- Lluis Artal e Josep Sales, Ipoteche ed equazioni. La matematica dell'economia, Mondo matematico - Rba Italia, Milano 2011, pp. 160, s.i.p. (ma euro 9,99).

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Riedizioni

- Michela Murgia, Il mondo deve sapere, Isbn Edizioni, Milano 2006, 2010, pp. 152, euro 9.

 

17. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

18. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 569 del 28 maggio 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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