Nonviolenza. Femminile plurale. 380



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 380 del 29 giugno 2011

 

In questo numero:

1. Domani a Blera

2. Valarie Kaur: Vortice

3. Allegra Alacevich: Lucia Caterina (Cattarina) Viale

4. Allegra Alacevich: Eleonora Genrikhovna von Notenberg (Elena Genrichovna Guro)

5. Allegra Alacevich: Edith Wharton

6. Allegra Alacevich: Phillis Wheatley

7. Carlo Caporossi: Annie Vivanti

8. Barbara Gabotto: Pauline Viardot-Garcia

9. Barbara Gabotto: Hildegard von Bingen

10. Barbara Gabotto: Clara Josephine Wieck Schumann

11. Anna Santoro: Anna Zuccari Radius (Neera)

12. Elena Silvestrini: Renata Vigano'

13. Vincenza Silvestrini: Edith von Haynau (Rosa Rosa')

 

1. INCONTRI. DOMANI A BLERA

[Dalle amiche e dagli amici della cooperativa "Il Vignale" di Blera (per contatti: tel. 3475988431 - 3478113696, e-mail: ilvignale at gmail.com) riceviamo e diffondiamo.

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali e comunicazioni di massa, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che da due anni si svolgono settimanalmente a Viterbo; nella seconda meta' del 2010 insieme a Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Recentemente ha tenuto una conferenza all'Universita' di Roma "La Sapienza" sul cinema di Tarkovskij.

Andrej Tarkovskij, straordinario regista cinematografico (1932-1986): "testimonianza di fervore stilistico altissimo e di grande impegno morale" (Fernaldo Di Giammatteo). Opere di Andrej Tarkovskij: Il rullo compressore e il violino (1961); L'infanzia di Ivan (1962); Andrej Rublev (1969); Solaris (1972); Lo specchio (1974); Stalker (1979); Nostalghia (1983); Sacrificio (1986). Tra le opere su Andrej Tarkovskij: Tullio Masoni, Paolo Vecchi, Andrej Tarkovskij, Il castoro cinema, Milano 1997, 2001]

 

Giovedi' 30 giugno 2011, alle ore 17,30, presso la biblioteca comunale di Blera (Vt), in via Roma n. 61, la cooperativa agricola "Il Vignale" promuove una conferenza su "Il mistero, il dolore, la dignita' umana: una riflessione muovendo da Stalker di Andrej Tarkovskij".

Relatore il critico e saggista Paolo Arena, che su questo argomento ha tenuto recentemente una conferenza presso l'Universita' "La Sapienza" di Roma.

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Cooperativa agricola "Il Vignale"

Per informazioni: tel. 3475988431 - 3478113696; e-mail: ilvignale at gmail.com

 

2. RIFLESSIONE. VALARIE KAUR: VORTICE

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per aerci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente articolo.

Valarie Kaur, americana sikh, autrice di filmati, attivista, dirige "Groundswell", un movimento di fedi diverse per la giustizia. Il suo film "Divisi cadiamo" registra il razzismo, l'odio e la guarigione negli Usa dopo l'11 settembre]

 

"Tati Vao Na Lagi, Par Brahm Sharnai...". Mio nonno mi insegno' questa preghiera quando ero bambina. La mormorava mentre si legava il turbante, lavorava in giardino e ci portava a scuola in auto tutte le mattine. Consideravo questa preghiera, questo shabad delle scritture sikh, come il segreto della sua mancanza di paura. Quando fossi cresciuta, mi dicevo, sarei diventata fiduciosa e coraggiosa come lui.

La preghiera era sulle mie labbra quando avevo vent'anni e mi stavo nascondendo in camera da letto. Un uomo della mia comunita' era appena stato ucciso. Una donna pugnalata. E un'altra inseguita da una folla inferocita. I crimini dell'odio contro i musulmani eruppero attraverso gli Usa dopo l'11 settembre, ma non vennero riportati dai media.

La mia famiglia si e' sistemata nel paese circa cento anni fa, ed io sono un'americana sikh di terza generazione. Ma in quel momento i nostri turbanti e la nostra pelle scura ci marchiavano automaticamente come sospetti, stranieri per sempre, e potenziali terroristi.

Ero terrorizzata e confusa. Mi sentivo come se una tromba d'aria stesse crescendo fuori dalla finestra della mia stanza. Volevo fare qualcosa, ma il copione diceva che una giovane donna di colore senza diploma universitario doveva tenere la testa bassa.

Sono arrivata a pensare alle crisi come questa come ai "momenti del vortice". In questi momenti, il copione che ci hanno dato da seguire non suona vero. C'e' una dissonanza che risuona nelle nostre orecchie, le nostre mani tremano, nei nostri cuori si desta qualcosa, e abbiamo una scelta: continuare a sostenere lo status quo o seguire la nostra bussola morale - e saltare.

Non avrei potuto saltare da sola. Ma con la preghiera di mio nonno in mente, ho afferrato la camera da presa e ho cominciato un viaggio attraverso il paese per testimoniare i crimini dell'odio contro sikh, musulmani ed altri americani. All'inizio, mi pareva di volare. Mi sentivo invincibile con la mia videocamera e presto cominciai ad usarla per riprendere le storie delle persone che lottavano per la giustizia.

Fino ad un giorno. Nel 2004, sono stata arrestata di forza mentre filmavo una protesta a New York. Dietro le sbarre, reggendomi un braccio intorpidito che era stato malamente storto da un poliziotto, ho fatto esperienza di cio' che le donne sanno da secoli: sfidare lo status quo richiede un prezzo. Quando saltiamo nel vortice, cadiamo. Le donne e le ragazze che in tutto il mondo si oppongono all'oppressione nelle loro famiglie, o comunita', o paesi, pagano un prezzo - talvolta con le loro vite.

Dieci anni piu' tardi, sono una trentenne. Barack Obama e' presidente, Osama bin Laden e' appena morto. Non riesco ancora a scrivere senza provare dolore nel polso che mi era stato slogato.

Ma questo dolore mi ha mostrato che mettere fine ai cicli della violenza richiede la guarigione dei corpi e delle menti delle vittime e degli oppressori. Richiede l'umanizzare i nostri oppositori, di modo che noi si lavori per trasformarli, anziche' per distruggerli e sostituirci a loro.

Ora so che il modo in cui operiamo il cambiamento e' importante quanto il cambiamento stesso. Non avrei mai appreso questo, senza cadere nel vortice. Oggi lavoro con straordinari compagni e compagne a disseppellire storie sepolte, attraverso i filmati, i reportage e le cause legali, per contribuire a guarire una nazione ancora divisa. I vortici si sono moltiplicati. Le istanze in gioco sono moltissime ed il bisogno di umanita' nelle nostre lotte per la giustizia non e' mai stato cosi' grande.

Alcune settimane fa, ho condiviso la mia storia con le ragazze della scuola "S. Domenico", un liceo femminile a nord di San Francisco. Alla fine del mio discorso, ho chiesto loro di condividere i loro "momenti del vortice". Una ha alzato una mano: "Sono saltata nel vortice quando ho detto ai miei genitori di essere bisessuale. E' stata dura, e all'inizio non hanno capito. Era il costo da pagare. Ma ora sto imparando ad essere libera". "Il mio vortice e' stato venire dalla Cina in questo paese come migrante", ha detto un'altra ragazza. "Il mio vortice e' stato dire di essere ebrea in un liceo cristiano", ha detto un'altra ancora.

Ecco cos'ho imparato nel girovagare per gli Usa in 150 citta', ascoltando assemblee scolastiche, congregazioni religiose e consigli d'amministrazione. C'e' una fonte la' fuori, una fonte di persone giovani che si stanno appellando alla loro fede o alla loro bussola morale per saltare nei vortici, piccoli e grandi.

Nessuna area della societa' ne e' immune: le campagne spaziano dalla riforma delle leggi sull'immigrazione alla liberta' religiosa e all'eguaglianza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, ma sono legate in una sola lotta per la giustizia, un movimento che guarisce e ripara il mondo. Stiamo diventando consci dell'interconnessione fra le cause piu' disparate, un tempo percepite ed agite come divise. E molti di noi stanno trascinando la propria fede e le proprie tradizioni nella lotta.

Come donne e ragazze, quando uniamo le braccia e saltiamo nel vortice insieme, cambiamo il mondo.

Quando mio nonno mori', io ero arrabbiata con lui perche' mi aveva lasciata prima di insegnarmi il segreto del suo coraggio. La notte precedente il funerale, compresi infine il significato della preghiera che mi cantava da bambina. "Tati Vao Na Lagi, Par Brahm Sharnai...". Significa: "I venti roventi non possono toccarmi, il Divino mi fa da rifugio".

Fu la sua ultima lezione per me: quando salti nel vortice, cadi. Ma con la verita' nel tuo cuore, sarai riparata dai vorticosi venti bollenti - e ti solleverai per cambiare il mondo.

 

3. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: LUCIA CATERINA (CATTARINA) VIALE

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Per un profilo della curatrice di questa voce, cfr. i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 557]

 

Nata a Cuneo il 15 gennaio 1740, rimase orfana all'eta' di dieci anni e fu accolta nell'Ospizio di Carita' della propria citta' natale. Ricevuta un'educazione che ella stessa defini' accurata, entro' in servizio presso famiglie agiate di Fossano e Nizza Monferrato (sua allieva fu Carolina Corsi Viano, moglie di Santorre di Santarosa) in qualita' di istitutrice di giovani donne, lavoro che le frutto' una pensione annua da parte di Luigia Roero di Cortanze in segno di riconoscenza. Nel 1806 rientra come maestra nel ritiro astigiano delle orfane e vi rimane fino al 1825, anno in cui si ammala e muore.

Scrisse delle opere pedagogiche, sorta di manuali di comportamento, ad uso delle ragazze di buona famiglia con cui entro' in contatto.

Opere: Lettere critiche e morali di Lucia Cattarina Viale, cuneese, Cuneo, Fratelli Reycends, 1777; Biblioteca di campagna ossiano novelle oltremontane (tre volumi), Torino, Francesco Prato, 1792; Le due emigrate, novella, Torino, Francesco Prato, 1793.

 

4. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: ELEONORA GENRIKHOVNA VON NOTENBERG (ELENA GENRICHOVNA GURO)

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Scrittrice e pittrice russa (Pietroburgo 1877 - Usikirko, Finlandia, 1913). Si firmo' Elena Genrichovna Guro. Nel 1909 esordi' con Sarmanka (L'organetto), un insieme di prose, poesie e brevi drammi, da lei stessa illustrato. Come nelle opere successive, il tema e' l'antinomia tra innocenza della natura e insidie della societa', tra ingenuita' della fanciullezza e forzato adeguamento alla vita; frequente, e tipicamente futurista, e' l'uso di neologismi, creati come parte integrante di un linguaggio infantile immaginario. Seguirono i drammi Osennij son (Sogno d'autunno, 1912) e la raccolta di prose e poesie, pubblicata postuma, Nebesnye verbljuzhata (I cammellini del cielo, 1914). Con il marito M. Matjusin ed altri, l'autrice fece parte del gruppo futurista Gileja e partecipo' ai due volumi di Sadok sudej (Il vivaio dei giudici). Scrittrice originale e sensibilissima, ella deve ancora trovare una adeguata valutazione critica.

Opere: Nebesnye Verblyuzhata, St. Pietroburgo, Zuravl', 1914; Socinenija, Berkeley, Berkeley Slavic Specialties, 1996.

Bibliografia: Peter Rollberg, The Modern Encyclopedia of East Slavic, Baltic, and Eurasian Literatures, vol. IX, Academic International Press, Usa, 1997; AA.VV, Nova, Grande dizionario enciclopedico, Torino, Utet, 2001.

 

5. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: EDITH WHARTON

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Scrittrice, nasce nel 1862 a New York City. A soli 16 anni, nel 1878, pubblica privatamente dei versi (Verses). Nel 1885 sposa Edward - soprannominato "Teddy" - Wharton. Nel 1889 comincia a collaborare con la rivista "Scribner's Magazine", su cui pubblica delle poesie. Nel 1897 esce Decoration of Houses, che Wharton scrive a quattro mani con Ogden Codman. La prima storia della scrittrice risale al 1899, e' Greater Inclination, e ad essa segue presto il primo romanzo, Valley of Decision (1902), e un grande best seller: House of Mirth (1905). Nel 1907 l'autrice si trasferisce a Parigi e dopo poco piu' di un anno il marito ha un esaurimento nervoso. L'altro best seller, Ethan Frome, esce nel 1911; due anni dopo divorzia da Teddy. Del 1920 e' invece il romanzo The Age of Innocence, che vinse il premio Pulitzer. Nel 1923 riceve la laurea honoris causa a Yale e nel 1930 viene eletta come membro onorario dell'"American Academy of Arts and Letters". Edith Wharton muore in Francia nel 1937 d'infarto.

Opere: Decoration of Houses, 1897 (scritto a quattro mani con Ogden Codman); Greater Inclination, 1899; Valley of Decision, 1902; House of Mirth, 1905; Ethan Frome, 1911; The Age of Innocence, 1920.

Bibliografia: AA.VV., Edith Wharton, a collection of critical essays, Prentice-Hall, New Jersey, 1962; AA.VV., The Letters of Edith Wharton, New York, Collier, 1989; AA.VV., The Cambridge Companion to Edith Wharton. Cambridge, Millicent Bell, 1995; R.W.B. Lewis, Edith Wharton: A Biography, New York, Fromm International, 1985; R.W.B. Lewis, Novels. Selected and annotated, New York, Mass Market Paperback, 1985; Cynthia Griffin Wollf, Novellas and Other Writings, New York, Paperback1990; Cynthia Griffin Wollf, A Feast of Words: The Triumph of Edith Wharton, New York, Addison Wesley, 1995.

 

6. PROFILI. ALLEGRA ALACEVICH: PHILLIS WHEATLEY

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Poetessa, nacque in Africa e fu portata come schiava nelle colonie inglesi nel 1761. Apparteneva alla famiglia di John e Susanna Wheatley, a Boston, nel Massachusetts. Grazie all'appoggio dei Wheatley, specialmente della quasi coetanea Mary, Phillis imparo' l'inglese cosi' bene - in poco piu' di un anno - che presto fu in grado di leggere le parti piu' difficoltose della Bibbia, cosa davvero incredibile poiche' all'epoca nelle colonie non solo pochissime persone sapevano leggere, ma in certi stati l'istruzione dei neri era addirittura vietata. Poco dopo aver imparato a scrivere, scrisse On the Death of the Rev. Mr. George Whitefield, 1770, poema che le permise di diventare famosa e nelle colonie e in Inghilterra prima di aver compiuto vent'anni. Grazie ad una dichiarazione firmata dal governatore del Massachusetts e altri illustri politici del tempo, il poema fu accettato effettivamente come scritto dalla poetessa e le apri' la strada per altre pubblicazioni: nel 1773 diede alle stampe Poems on Various Subjects, Religious and Moral, curando in prima persona l'uscita a Londra del volume che le permise di attestarsi come primo "autore" afro-americano in assoluto e seconda autrice delle colonie inglesi. Fu fortemente influenzata da Alexander Pope, le cui traduzioni di Omero erano tra i libri favoriti dell'autrice, e scrisse nello stile neoclassico dell'epoca. Continuo' a comporre versi, ma non pubblico' altro. Mori' nel 1784.

Opere: Phillis Wheatley's Poems on Various Subjects Religious and Moral, Londra, 1773; The Collected Works of Phillis Wheatley, edited by John Shields, Oxford, 1988.

 

7. PROFILI. CARLO CAPOROSSI: ANNIE VIVANTI

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]

 

Figlia di Anselmo, patriota mantovano di antico ceppo ebraico, e di Anna Lindau (scrittrice tedesca, sorella dei celebri letterati Paul e Rudolph, d'importante casata ebrea germanica), Annie Vivanti nacque a Londra il 7 aprile 1866. Nella capitale britannica il padre, seguace degli ideali mazziniani, aveva trovato rifugio politico dopo i moti di Mantova del 1851.

Dopo essere cresciuta fra l'Italia, l'Inghilterra, la Svizzera e gli Usa (dove Anselmo, importante commerciante di seta, fu presidente della Societa' Reduci dalle Patrie Battaglie e della Camera di Commercio Italiana di New York) e dopo aver vissuto esperienze stravaganti come artista di teatro, la Vivanti esordi' nel mondo letterario con la raccolta poetica Lirica (Milano, Treves 1890), pubblicata in Italia con la prefazione di Giosue Carducci, ottenendo subito un vasto successo e legando il suo nome a quello del grande poeta italiano per il quale nutri' un intenso sentimento che duro' fino alla morte di lui (Bologna, 1907). Nel 1891 pubblico' il primo romanzo, Marion artista di caffe' concerto (Milano, Galli) ma dopo il matrimonio con l'irlandese John Chartres - celebrato in Inghilterra nel 1892 - Annie trascorse quasi venti anni fra l'Inghilterra e gli Usa, scrivendo soltanto in inglese racconti (Perfect, 1896; En Passant, 1897; Houp-la', 1897; A fad, 1899), romanzi (The Hunt for Happiness, 1896; Winning him back, 1904) e opere teatrali (That man, 1898; The ruby ring, 1900). In Italia sembro' aver lasciato la letteratura, con l'unica eccezione del dramma La rosa azzurra, rappresentato in teatro fra il 1898 e il 1899, l'unico clamoroso insuccesso della sua fortunata carriera, mai pubblicato.

Un nuovo capitolo della sua vita si apri' dopo il 1900, anche a seguito di un difficile periodo vissuto a cavallo fra i due secoli, quando la figlia Vivien - nata nel 1893 - comincio' ad affermarsi come enfant prodige del violino ed in breve divenne una acclamata celebrita' internazionale. Dall'esperienza del successo di Vivien, Annie trasse motivo per un suo rilancio in letteratura, prima col racconto The true story of a Wunderkind (1905) e poi con l'opera sua piu' celebre, The devourers, scritta e pubblicata in Inghilterra nel 1910 e poi riscritta in italiano col titolo I divoratori (Milano, Treves 1911) con cui, dopo vent'anni, ella torno' a dominare il mercato editoriale italiano. Da questo momento in poi, fino alla fine degli anni '30, conobbe un successo ininterrotto con romanzi come Circe (Milano, Quintieri 1912), Vae Victis (Milano, Quintieri 1917), Naja tripudians (Firenze, Bemporad 1920), Mea culpa (Milano, Mondadori 1927); raccolte di novelle (Zingaresca, Milano, Quintieri 1918; Gioia, Firenze, Bemporad 1921; Perdonate Eglantina, Milano, Mondadori 1926); drammi (L'Invasore, Milano, Quintieri 1915; Le bocche inutili, Milano, Quintieri 1918); racconti per l'infanzia (Sua altezza, Firenze, Bemporad 1924; Il viaggio incantato, Milano, Mondatori 1935); reportages di viaggio (Terra di Cleopatra, Milano, Mondadori 1925). Le sue opere furono accompagnate sempre da un notevole successo internazionale, tradotte in tutte le lingue europee e recensite da grandi nomi della cultura quali Benedetto Croce e Giuseppe Antonio Borgese in Italia, George Brandes e Paul Heyse in Europa.

Durante la prima guerra mondiale, la Vivanti si impegno' a difendere la causa italiana sulle colonne dei principali giornali inglesi ("The times", "Westiminster gazette", "Nineteenth century"), e nell'immediato dopoguerra abbraccio' la causa nazionalista, avvicinandosi sempre di piu' a Mussolini e al nascente fascismo, e scrivendo su testate come "Il popolo d'Italia" e "L'idea nazionale". Contemporaneamente sostenne col marito - attivista sinnfeiner - la causa dell'indipendenza irlandese, impegnandosi su varie testate giornalistiche e facendo da assistente alla delegazione irlandese a Versailles nel 1919.

Stabilitasi da anni definitivamente in Italia, accompagnata sempre dal segretario Luigi Marescalchi, Annie Vivanti era una celebrata ed ormai anziana scrittrice quando la svolta anglofoba del regime fascista la colpi', nel 1941, con un provvedimento di domicilio coatto ad Arezzo, in quanto cittadina britannica. Presto liberata per diretta intercessione di Mussolini, pote' tornare a Torino, dove risiedeva, ma l'aggravarsi delle sue condizioni fisiche e la notizia della morte di sua figlia Vivien, suicidatasi a Brighton nell'autunno 1941, precipitarono la situazione ed ella mori', il 20 febbraio 1942, poco dopo essersi convertita al cattolicesimo. E' sepolta al cimitero monumentale di Torino, e sulla sua semplice tomba sono scritti i primi versi della piu' celebre fra le poesie che Carducci le aveva dedicato:

"Batto alla chiusa imposta con un ramicello di fiori

Glauchi ed azzurri come i tuoi occhi, o Annie".

L'incontro fra culture, lingue, nazionalita' e religioni diverse costituisce l'eccezionalita' dell'esperienza di vita e di letteratura di Annie Vivanti, unica nel contesto italiano. Nata e cresciuta a diretto contatto con la realta' inglese, italiana, tedesca ed americana, Annie assimilo' e fuse quelle diverse componenti culturali e spirituali, filtrandole attraverso la lente di un sentimentalismo tutto latino ma anche di un pragmatismo puramente anglosassone che in lei si sono esaltate e riassunte.

Il marito John Chartres, uomo d'affari e giornalista, ma anche attivista sinnfeiner per l'indipendenza irlandese, aggiunse una componente di passione politica nella vita di Annie - che gia' aveva ricevuto l'impronta dell'esempio paterno - che la condusse, negli anni della maturita', a prendere parte attiva alle vicende politiche irlandesi ed italiane, in chiave irredentistica, contro lo status quo imposto dalle grandi nazioni, principalmente dall'Inghilterra. La conversione al cattolicesimo compiuta a pochi giorni dalla morte, nel 1942, rappresenta l'anello conclusivo di un percorso eterogeneo e affascinante attraverso tutte le forme della spiritualita' umana, un traguardo cui la Vivanti giunse alla fine di un complesso itinerario spirituale ed esistenziale.

Grande viaggiatrice, inserita appieno nei contesti in cui visse, ordinatrice della propria realta', Annie Vivanti nutri' sempre un sentimento contraddittorio verso l'Inghilterra - paese in cui nacque e di cui resto' sempre cittadina -, sentiva congeniale la vita e la mentalita' americana, ma elesse l'Italia come sua patria. Pero' ogni attribuzione di carattere nazionale e' riduttiva per il suo temperamento apolide e poliedrico: Annie Vivanti in Italia, Annie Vivanti Chartres in Europa, Anita Vivanti Chartres - o solo Anita Chartres - negli Stati Uniti, le diverse immagini che ella offri' di se' ai suoi tanti pubblici simboleggiano appieno la sua mutevolezza volage, che si sostanzia nell'unica dimensione spazio-temporale che le e' congeniale, il "qui e ora", un continuo presente senza radici, senza proiezioni ne' prospettive, un perpetuo ed aereo movimento che conferisce alla sua opera un senso di freschezza e di spontanea immediatezza, permettendole di porgere al lettore una serie di impressioni palpitanti ed emotivamente coinvolgenti che trovano nelle novelle e nei racconti i risultati piu' felici.

Annie Vivanti non appartiene a un solo genere letterario ne' si accosta ad un preciso movimento culturale, stante anche la sua internazionalita' e la formazione disordinata. Certamente forti sono gli echi della poesia di Heine, cosi' come - per il contesto italiano - le suggestioni tardoromantiche dell'ultimo periodo della Scapigliatura, particolarmente presenti in Lirica e in Marion artista di caffe' concerto, e certamente l'incontro e la frequentazione di Carducci la tennero lontana dall'imperante influenza dannunziana, alimentando nei suoi versi il piglio volitivo e soprattutto allontanandola da temi e stili che interessavano la scrittura femminile dei suoi tempi.

Conclusa presto l'esperienza della poesia, la Vivanti trovo' la strada del maggior successo nel romanzo e nella novella, elaborando ed inaugurando, con tecnica sicura, un genere di best seller accattivante, scritto con stile rapido e suggestivo, alla cui riuscita concorse un continuo rimando a spunti autobiografici, sempre presenti ma dosati e amalgamati al contesto narrativo al punto che il lettore non sa quasi mai riconoscere il confine in cui la realta' sfuma nella finzione: e' il caso di Marion artista di caffe' concerto (in cui personaggi e ambienti riconducono al periodo giovanile delle esperienze teatrali di Annie) e soprattutto de I divoratori, saga familiare il cui tema di fondo e' la predestinazione del Genio (prima una piccola poetessa, poi un enfant prodige della musica) a "divorare" inevitabilmente chi piu' gli sta vicino e lo ama. O ancora il piu' complesso caso di Circe, romanzo-confessione di Maria Tarnowska (protagonista di un celebre fatto di sangue in Italia nel 1907), in cui l'autrice stessa e' interlocutrice della protagonista, e non manca di lasciar intendere che soltanto il destino ha potuto condurre a sorti diverse due donne dalle esperienze di vita solo apparentemente dissimili.

In eta' matura, l'esperienza della guerra e l'impegno politico si innestano sulle trame gia' consolidate nei drammi L'Invasore (che affronta il tragico tema degli stupri delle fanciulle belghe durante l'occupazione tedesca, motivo che sara' anche alla base del romanzo Vae victis) e Le bocche inutili (sul dramma morale di un soldato fra la scelta patriottica e affettiva), oppure dietro uno stile ironico e leggero si nasconde - in Naja tripudians - la denuncia contro la societa' corrotta del primo dopoguerra che invischia nelle sue spire perverse le persone piu' ingenue e meno preparate culturalmente. Negli anni '20, sempre piu' presa dal sostegno alle nazionalita' oppresse, in Mea culpa Annie Vivanti espresse un atto d'accusa vero e proprio contro il colonialismo inglese in Egitto e un'appassionata difesa delle rivendicazioni nazionalistiche che erano gia' state esaltate in Terra di Cleopatra, piu' che romanzo vero e proprio reportage dall'Egitto in lotta contro il dominio inglese.

Temi piu' leggeri, talora anche scherzosi, uno stile altrettanto brillante e ironico, potremmo dire davvero britannico, connotano le raccolte di novelle, apparse sui maggiori quotidiani italiani prima di essere riunite in volume, ed e' degna di nota particolare anche la sua produzione per l'infanzia a testimoniare un percorso artistico veramente completo.

Opere: a. opere italiane: a.1. poesia: Lirica di Annie Vivanti, Milano, Treves 1890 (I e II ed.), Milano, Galli 1891 (III e IV ed), Milano, Treves 1899 (V ed.), Milano, Treves 1907 (VI ed.); Lirica, Nuova edizione con aggiunte, Firenze, Bemporad 1921; a.2. teatro: L'Invasore, Milano, Quintieri 1915 (IV ed. 1920), poi Milano, Mondadori 1928; Le bocche inutili, Milano, Quintieri 1918 (II ed. 1920), poi Milano, Mondadori 1926; a.3. racconti: Zingaresca, Milano, Quintieri 1918 (VI ed. 1924), poi Milano, Mondadori 1926 (V ed. 1935); Gioia, Firenze, Bemporad 1921 poi Milano, Mondadori 1933; Perdonate Eglantina, Milano, Mondadori 1926 (V ed. 1933); Perdonate Eglantina, a cura di G. Anguissola, Milano, Mondadori 1964 (Selezione dalle tre raccolte di novelle); a.4. romanzi: Marion, artista di caffe' concerto, Milano, Galli 1891; I divoratori, Milano, Treves 1911, poi Milano, Quintieri 1911 (VI ed. 1920), poi Firenze, Bemporad 1920 (X ed. 1932), poi Milano, Mondadori 1930 (VIII ed. 1949); Circe, Milano, Quintieri 1912 (VIII ed. 1922), poi Milano, Mondadori 1926 (IX ed. 1942); Vae victis!, Milano, Quintieri 1917 (X ed . 1924) poi Milano, Mondadori 1926 (IX ed. 1940); Naja tripudians, Firenze, Bemporad 1920 (VII ed. 1932), poi Milano, Mondadori 1930 (VII ed. 1946, I ed. collezione Oscar a cura di C. Garboli, 1970); Marion, Milano, Quintieri 1921, poi Milano, Mondadori 1927(IV ed. 1939); ... Sorella di Messalina, Torino, Letteraria, 1922; Mea culpa!, Milano, Mondadori 1927 (XI ed. 1941); Fosca, sorella di Messalina, Milano, Mondadori 1931; Salvate le nostre anime, Milano, Mondadori 1932 (VIII ed. 1942); a.5. libri per fanciulli: Sua altezza (favola candida), Firenze, Bemporad 1923; Il viaggio incantato, Milano, Mondadori 1933; a.6. reportages di viaggi: Terra di Cleopatra, Milano, Mondadori 1925 (III ed. 1943); b. opere in inglese: b.1. romanzi: The Hunt for Happiness, London, William Heinemann, 1896; The Hunt for Happiness, New York, Town Topics Publishing Company, 1900; Winning him back, New York - London, The smart set publishing co., 1904; The devourers, London, Heinemann 1910; The devourers, New York-London, G. P. Putnam's sons 1910; Marie Tarnowska, London, Heinemann 1915; Marie Tarnowska, New York, The Century Co., 1915; Vae Victis, London, Edward Arnold 1917; b.2. teatro: The ruby ring, San Antonio, Maverick-Clarke litho 1900; The outrage, New York, A. A. Knopf, 1918.

Bibliografia: a. testi in italiano: B. Allason, "Ricordi di Annie Vivanti" in "Nuova Antologia", aprile 1952, pp. 369-381; B. Allason, Vecchie ville, vecchi cuori, Torino, Palatine 1950; "Annie Vivanti" in Dizionario degli italiani illustri e meschini dal '70 ad oggi, ne "Il borghese", n. 11, 18 marzo 1955, p. 435; "Annie Vivanti" in Dizionario generale degli autori italiani contemporanei, II, Firenze, Vallecchi 1974; "Annie Vivanti", in Poetesse e scrittrici, a cura di M. Bandini Buti, II, Roma, Ebbi, 1942, p. 359; G. Antonini, "Ada Negri e Annie Vivanti", in Il romanzo contemporaneo in Italia, L'Aquila, Vacchioni 1928, pp. 314-320; G. A. Borgese, "Un romanzo di Annie Vivanti", in La vita e il libro, III, Torino, Bocca, 1913, pp. 231-241; C. Caporossi, "Per rileggere Annie Vivanti" in "Nuova Antologia", a. 137, fasc. 2221, gennaio-marzo 2002, pp. 269-292; G. Carducci, "Liriche di Annie Vivanti", in "Nuova Antologia", 16 giugno 1890, poi in Edizione nazionale delle Opere di Giosue Carducci, XXII, "Bozzetti e scherme", Bologna, Zanichelli, 1937, pp. 441-453; G. Casati, "Annie Vivanti" in Manuale di letture, Milano, Federazione italiana delle Biblioteche circolanti, 1924, p. 143; C. Catanzaro, "Annie Vivanti" in La donna italiana nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, Firenze, Biblioteca editrice della Rivista italiana, 1899, pp. 206-207; E. Cecchi, "Pancrazi postumo" in Letteratura italiana del Novecento, a cura di P. Citati, II, Milano, Mondadori 1972, pp. 1273-1276; A. Cervellati, Donne e poeti all'Arena del Sole: Byron - Teresa Guiccioli, Carducci - Annie Vivanti, Panzini, Bologna, Tamari 1966; M. Console, La letteratura italiana contemporanea, Milano 1941, pp. 51-52; B. Croce, "Annie Vivanti" in La letteratura della nuova Italia, IV, Bari, Laterza, 1940, pp. 303-315; B. Croce, "La contessa Lara - Annie Vivanti" in La letteratura della nuova Italia, II, Bari, Laterza, 1914, pp. 315-333; G. Donati Petteni, Colloqui e profili, Bologna, Zanichelli 1925, pp. 3-11; F. Finotti, "Naja Tripudians: strutture e committenza del romanzo di consumo novecentesco", in Dame, droga e galline. Romanzo popolare e romanzo di consumo tra Ottocento e Novecento, a cura di A. Arslan Veronese, Milano, Unicopli, 1986, pp. 256-267; M. Fiorentini, "Annie Vivanti e la donna divoratrice" in "Annali dell'Universita' per stranieri di Perugia", nuova serie, a. 2, luglio-dicembre 1994, pp. 121-128; F. Flora, "Neera, Annie Vivanti" in Storia della letteratura italiana, V, Milano, Mondadori, 1972, pp. 448-450; A. Fraccaroli, Celebrita' e quasi, Milano, Sonzogno 1923; E. M. Fusco, La lirica, II, Milano, Vallardi, 1950, pp. 333-334; D. Garoglio, "Lirica di Annie Vivanti" in Versi d'amore e prose di romanzi, Livorno, Giusti, 1903, pp. 3-29; M. Gastaldi, Donne, luce d'Italia. Panorama della letteratura femminile contemporanea, Milano, Quaderni di poesia, 1936, pp. 815-819; A. Molesini Spada, "Idillio e tragedia: verifica di uno schema" in Dame, droga e galline. Romanzo popolare e romanzo di consumo tra Ottocento e Novecento, a cura di A. Arslan, Milano, Unicopli, 1986, pp. 241-256; E. Montale, Un amoroso incontro, ne Il secondo mestiere. Prose 1920-1979, a cura di G. Zampa, tomo I, Milano, Mondadori 1996, p. 1255; A. Nozzoli, "La letteratura femminile in Italia tra Ottocento e Novecento" in Tabu' e coscienza, Firenze, La Nuova Italia, 1978, pp. 1-40; P. Pancrazi, Ricordo di Annie Vivanti, in Italiani e stranieri, Milano, Mondadori, 1957; P. Pancrazi, Un amoroso incontro della fine dell'Ottocento, Firenze, Le Monnier 1951; G. Papini, L'uomo Carducci, Bologna, Zanichelli 1918; A. Persico, Il racconto e la retorica. La donna e la norma tra necessita' e verosimiglianza delle azioni in due romanzi di Annie Vivanti, Napoli, Fiorentino, 1980; L. M. Persone', "Annie Vivanti" in Le belle statuine, volti gesti e atteggiamenti di scrittori contemporanei, Firenze, Nemi, 1930, pp. 349-359; L. M. Persone', A quattr'occhi. Incontri con gente famosa, Firenze, Polistampa 2002; L. M. Persone', "Il centenario di Annie Vivanti" in "L'Osservatore politico-letterario" XV, n. 12, dicembre 1969; B. Pischedda, "Ritratti critici di contemporanei: Annie Vivanti" in "Belfagor", 1, 1991; G. Ravegnani, "La Vivanti, l'Aleramo e la letteratura femminile" in I contemporanei, I, Milano, Ceschina, 1960, pp. 99-113; L. Russo, "Annie Vivanti" in I narratori, Milano-Messina, Principato, 1958, pp. 276-278; R. Serra, "Le lettere" in Scritti di Renato Serra, Firenze 1918, pp. 331-332; A. Urbancic, "L'America di Annie Vivanti" in "Rivista di studi italiani", a. X, n. 2, dicembre 1992, Toronto; A. Urbancic, "L'invasore di Annie Vivanti" in Donna. Women in Italian Culture, edited by A. Testaferri, Toronto, Dovehouse Editions Inc. 1989, pp. 121-129; A. Urbancic, "L'io-narrante autobiografico di Annie Vivanti" in Campi Immaginabili, I-II 1991, pp. 145-152; U. Valcarenghi, Sulla breccia dell'arte. Note critiche e polemiche (1881-1900), Torino, Lattes, 1903; C. Villani, Stelle femminili, Napoli-Roma-Milano, Dante Alighieri, 1915, pp. 734-739; G. Zanotti, Sotto il cielo di Torino, Torino, Sei, 1960; b. testi in inglese: "Annie Vivanti" in Biography Index. A Cumulative Index to Biographical Material in Books and Magazines. Volume 1: January, 1946 - July, 1949. New York: H.W. Wilson Co., 1949; "Annie Vivanti" in Biography Index. A Cumulative Index to Biographical Material in Books and Magazines. Volume 20: September, 1994 - August, 1995. New York: H.W. Wilson Co., 1995; "Annie Vivanti" in Columbia Dictionary of Modern European Literature. First edition. Edited by Horatio Smith. New York: Columbia University Press, 1947; "Annie Vivanti" in Columbia Dictionary of Modern European Literature. Second edition. Edited by Jean-Albert Bede and William B. Edgerton. New York: Columbia University Press, 1980; "Annie Vivanti" in Encyclopedia of Continental Women Writers. Two volumes. Edited by Katharina M. Wilson. Garland Reference Library of the Humanities, vol. 698. New York: Garland Publishing, 1991; "Annie Vivanti" in Gale Composite Biographical Dictionary Series, Number 5. Detroit: Gale Research, 1979; "Annie Vivanti" in The Bloomsbury Guide to Women's Literature. Edited by Claire Buck. New York: Prentice Hall General Reference, 1992; "Annie Vivanti" in Who Was Who in Literature, 1906-1934. Based on entries that first appeared in [Literary Yearbook] (1906-1913), [Literary Yearbook and Author's Who's Who] (1914-1917), [Literary Yearbook] (1920-1922), and [Who's Who in Literature] (1924-1934). Two volumes; "Annie Vivanti" in Women in World History. A Biographical Encyclopedia. Seventeen Volumes. Waterford, CT: Yorkin Publications, 1999; "Annie Vivanti Chartres" in Encyclopaedia Judaica, vol. 16, Jerusalem 1971; G. Brandes, "The Devourers" in "Forthnightly review", n. 533, new series, 1 July 1910, pp. 170-173; Phelps Ruth Shepard, Italian silhouettes, New York, Knopf 1924, pp. 55-66; A. Urbancic, "Cinematographic Techniques and Stereotypes in the Stories of Annie Vivanti" in Theatre and the Visual Arts edited by G. Sanguinetti Katz, V. Giolini and D. Pietropaolo, New York-Ottawa-Toronto, Legas, pp. 209-220.(Da: Italian Women Writers).

 

8. PROFILI. BARBARA GABOTTO: PAULINE VIARDOT-GARCIA

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Su Barbara Gabotto cfr. la breve notizia biografica nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 554]

 

Figlia del musicista Manuel Garcia e sorella della notissima cantante Maria Malibran, fu ella stessa una apprezzatissima mezzosoprano, di grandi capacita' tonali che le consentivano anche parti di soprano e contralto. Esordi' nel 1837  in concerto a Bruxelles, poi a Londra nell'Otello di Rossini. Canto' poi stabilmente al Teathre Italien di Parigi, del quale sposo' il direttore Louis Viardot, e con grande successo in teatri di tutta Europa. Come compositrice ebbe fra i maestri Listz e Reicha. Produsse musica da camera e due operette. Mori' nel 1910.

 

9. PROFILI. BARBARA GABOTTO: HILDEGARD VON BINGEN

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Nata a  Bermersheim nel 1098, badessa del convento di Rupertsberg, che ella stessa fondo', e' stata una celebre mistica e poetessa (poi santificata come Santa Ildegarda). Come compositrice e' nota soprattutto per la "Symphonia Armoniae Celestium Revelationum" e per "Ordo Virtutum", una specie di sacra rappresentazione su un tema che fu gia' usato da Rosvita di Gandersheim. Il suo linguaggio musicale, monofonico, e' basato su una serie di formule melodiche. Mori' a Rupertsberg nel 1179.

 

10. PROFILI. BARBARA GABOTTO: CLARA JOSEPHINE WIECK SCHUMANN

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae"]

 

Nata a Lipsia nel 1819, figlia del maestro di musica Friedrich Wieck, del quale fu anche allieva, e della cantante Marianne Tromlitz, debutto' come pianista a nove anni, dette il primo recital a undici e la prima tournee a dodici. Oltre al piano studio' con assiduita' canto, violino, orchestrazione, contrappunto e composizione e produsse prestissimo le prime sonate. Nel 1840, nonostante l'opposizione paterna e appena compiuta la maggiore eta', sposo' Robert Schumann, del quale fu fondamentale sostenitrice sia come pianista (Schumann, per seri problemi alle mani, dovette smettere di suonare), sia sul piano umano per i continui stati di depressione in cui lui cadeva. Viene annoverata fra i migliori pianisti dell'800, molto richiesta in tutta Europa (ando' 38 volte in tournee fuori della Germania), grande interprete soprattutto di Beethoven, di Chopin, di Liszt e di Brahms, al quale fu legata da grande amicizia, oltre che del marito e di se stessa. Insegno' dal 1878 al 1892 al conservatorio di Francoforte sul Meno.

Le sue composizioni sono caratterizzate da un forte spirito poetico su una tecnica magistrale e innovativa, tanto che molti musicisti suoi contemporanei ne subirono l'influenza. Compose, oltre a numerosi brani solistici, quattro concerti e tre riduzioni da Beethoven e Mozart per pianoforte e orchestra e molti lieder (su liriche di Heine, Goethe, Burns ed altri poeti). Curo' la pubblicazione delle opere pianistiche e dei carteggi del marito. Mori' nel 1896 a Francoforte.

 

11. PROFILI. ANNA SANTORO: ANNA ZUCCARI RADIUS (NEERA)

[Dal sito www.arabafenice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Per un profilo dell'autrice di questa voce, cfr. "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 345]

 

Nata a Milano il 7 maggio 1846, da Fermo, architetto discendente da antica e famosa famiglia e da Maddalena Manusardi, perse la madre a dieci anni e trascorse gran parte di una malinconica fanciullezza a Caravaggio, interessandosi alla letteratura e scrivendo racconti. Nel 1866 perse anche il padre molto amato, e nel 1871 sposo' Adolfo Radius smettendo di scrivere per qualche anno. Nel 1875 riprese la sua attivita', collaborando, gia' con lo pseudonimo oraziano di Neera, prima al "Pungolo", poi al "Fanfulla", al "Corriere del mattino", al "Corriere di Napoli", al "Fanfulla della Domenica", al "Giorno", al "Corriere della sera"... Fondo', assieme ad altre, "Vita intima" (1890-1). Stimata da uomini come Capuana (al quale dedico' la sua Autobiografia) e Croce, in corrispondenza con Verga, Fogazzaro, Capuana, pur compiendo frequenti viaggi, condusse una vita appartata con stabile riferimento a Milano, dove mori' nel 1918.

Opere: Un romanzo, Milano, Brigola, 1876; Addio, Milano, Brigola, 1877; Vecchie catene, 1878; Un nido, 1880 (che le procuro' la stima e la segnalazione di Capuana); Il castigo, 1881; Dizionario d'igiene per le famiglie (in collaborazione con Paolo Mantegazza), Milano, Ottino, 1881; Il marito dell'amica, 1885; Teresa, Milano, Galli, 1886; Lydia, 1887; L'indomani, Milano, Galli, 1890; Autobiografia, Torino-Roma, Roux, 1891; L'amor platonico, Napoli, Pierro, 1897; Battaglie per un'idea, 1898; Fotografie matrimoniali, Catania, Giannotta, 1898; Una passione, in "Nuova Antologia", 1902, e poi in volume Milano-Palermo-Napoli 1903 e Milano 1929; Le idee di una donna, Milano, 1903; Un idealista, Milano, Galli e Raimondi, 1908; Il Canzoniere della nonna. Poesie, Milano, Cogliati, 1908; Duello d'anime, Milano, Treves, 1911; Poesie, Milano, Cogliati, 1919; Una giovinezza del secolo XIX, Milano, Cogliati, 1919 (con prefazione di Croce).

Bibliografia: L. Capuana, Studi della letteratura contemporanea, Catania, 1882; Id., Gli ismi contemporanei, Catania, 1898; B. Croce, in Letteratura della nuova Italia, Bari 1949 (saggio del 1904); Id., Neera, Antologia di testi, Milano, Garzanti, 1942; A. Borlenghi, Neera, in Narratori dell'Ottocento e del primo Novecento, Milano-Napoli 1966; L. Baldacci,  Nota introduttiva a Teresa, Torino, 1976; F. Sanvitale (a cura di), Le idee di una donna e Confessioni letterarie, Firenze, Vallecchi, 1977; A. Arslan, Luigi Capuana e Neera: corrispondenza inedita 1881-1885, in Miscellanea di Studi in onore di V. Branca, V, Firenze, 1983; A. Arslan, Crevalcore (1907) di Neera, in Dame, droga e galline, Milano, 1986; Ead., "Neera" in: Dizionario critico della letteratura italiana, Utet; A. Santoro, Narratrici italiane dell'800, Napoli, Federico, 1987.

 

12. PROFILI. ELENA SILVESTRINI: RENATA VIGANO'

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]

 

Poetessa e scrittrice, nata a Bologna nel 1900. Ha partecipato attivamente alla Resistenza al fianco del marito, comandante di formazione garibaldina. Ha conseguito il premio Viareggio nel 1949 con L'Agnese va a morire. E' morta a Bologna nel 1976.

Opere: a) poesia: Ginestra in fiore. Liriche, Bologna, 1913; Piccola fiamma. Liriche (1913-1915), Milano, 1916; Il lume spento, Milano, 1933; b) narrativa e prosa: L'Agnese va a morire, Torino, 1949; Mondine, Modena, 1952; Arriva la cicogna, Roma, 1954; Donne della Resistenza, Bologna, 1955; Ho conosciuto Ciro, Bologna, 1959; Una storia di ragazze, Milano, 1962; Matrimonio in brigata, Milano, 1976.

Bibliografia: I. Calvino, La rivolta dei pescatori, in "L'Unita'", 4 agosto, 1949; V. Cobrini, in "Avanti!", 6 ottobre 1949; G. De Robertis, in "Tempo", 15 ottobre 1949; E. Castellani, in "Movimento di liberazione nazionale", novembre 1949; L. Serra, in "Il Ponte", febbraio 1950; M. Camilucci, in "Vita e Pensiero", aprile 1950; C. Varese in "Nuova Antologia", giugno 1950; A. Piromalli in "Il Ponte", 2, 1955; A. Asor Rosa, in Scrittori e popoli, Roma, 1965; G. Barberi Squarotti, La narrativa italiana del dopoguerra, Cappelli, Bologna 1965; G. Pullini, Il romanzo italiano del dopoguerra, Marsilio, Padova 1970; O. Lombardi, La narrativa italiana nella crisi del Novecento, Sciascia, Caltanisetta-Roma 1971; D. Zanelli in "Il resto del Carlino", 2 luglio 1975; E. Rava in "Paese sera", 20 luglio 1975; G. Falaschi, La resistenza armata nella narrativa italiana, Einaudi, Torino 1976; G. Caltagirone, in "Annali di Facolta' del Magistero dell'Universita' di Cagliari", 1978-79; A. Battistini, Parole e guerra. Lingua e ideologia dell'Agnese va a morire, Ferrara, 1983; Enciclopedia della letteratura, Garzanti, Milano 1991, p. 1030; E. Cecchi, N. Sapegno, Storia della letteratura italiana, Garzanti, Milano 1992, Il Novecento, tomo II, pp. 599 e 1035; Dizionario della letteratura italiana del Novecento, Einaudi, Torino 1992; E. Colombo, Matrimonio in brigata. Le opere e i giorni di Renata Vigano' e Antonio Meluschi, Grafis, 1995.

 

13. PROFILI. VINCENZA SILVESTRINI: EDITH VON HAYNAU (ROSA ROSA')

[Dal sito www.arabafenice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa)]

 

Scrittrice, pittrice, disegnatrice nata a Vienna nel 1884, nota come Rosa Rosa'. Come appartenente al movimento collaboro' a "L'Italia futurista" e partecipo' alla "Grande Esposizione Nazionale Futurista" (Milano, Genova, Firenze) del 1919 e a quella internazionale di Berlino del 1922. Illustro' numerosi libri futuristi tra cui alcuni di Carra', Ginna, Carli. Mori' nel 1978 a Roma.

Opere: Una donna con tre anime, Milano, 1918; La sarabanda, in appendice a Una donna con tre anime, Milano, 1918; Non c'e' che te!, ivi, 1919; Eterno Mediterraneo, Roma, 1964; Il fenomeno di Bisanzio, Milano, 1970.

Bibliografia: C. Salaris, Le futuriste, Edizioni delle Donne, 1982; L'orrore al femminile. Venti scrittrici di narrativa gotica, nera, fantastica, a cura di E. Childe e J. G. Pinamonte, Milano, 1986, pp. 247-50; A. Asor Rosa, Letteratura italiana. Gli autori, vol. II, p. 1530.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

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Numero 380 del 29 giugno 2011

 

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