Telegrammi. 991



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 991 del 23 luglio 2012

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. La catastrofe della guerra. Un incontro di studio a Viterbo

2. "Una politica economica governativa scandalosa e scellerata". Un discorso a Viterbo

3. L'appello dei giuristi in difesa della Costituzione

4. Segnalazioni librarie

5. La "Carta" del Movimento Nonviolento

6. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. LA CATASTROFE DELLA GUERRA. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto sabato 21 luglio 2012 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema "La catastrofe della guerra. Necessita' dell'azione nonviolenta per il disarmo e la smilitarizzazione".

L'incontro avvia un percorso di riflessione e di mobilitazione verso la Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre e verso l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" del 4 novembre.

Al termine dell'incontro e' stato nuovamente formulata la richiesta che cessi la criminale partecipazione italiana alla guerra afgana; che cessi l'infame sperpero di risorse pubbliche per il riarmo assassino; che cessi la scellerata persecuzione razzista nel nostro paese; che i pubblici denari siano utilizzati per salvare le vite umane e non per sopprimerle.

 

2. INCONTRI. "UNA POLITICA ECONOMICA GOVERNATIVA SCANDALOSA E SCELLERATA". UN DISCORSO A VITERBO

 

Domenica 22 luglio 2012 si e' svolto a Viterbo un incontro di riflessione con il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di argomentata denuncia della politica economica governativa, "una politica economica scandalosa e scellerata".

*

Peppe Sini ha rilevato come le scelte fondamentali del governo italiano siano caratterizzate da una profonda complicita' con la speculazione finanziaria, con la violenza padronale e con un sistema di dominio internazionale onnicida; siano caratterizzate dalla prosecuzione della guerra afgana, del riarmo, della persecuzione razzista dei migranti; siano caratterizzate dall'aggressione ai diritti umani delle persone appartenenti alle classi sociali sfruttate e subalterne; siano caratterizzate dalla distruzione del welfare state e dalla negazione del diritto alla salute e all'assistenza; siano caratterizzate dalla devastazione dell'ambiente, la privatizzazione dei beni pubblici, il favoreggiamento di poteri economici criminali.

Analizzando minutamente i provvedimenti governativi di questi mesi, il responsabile della struttura pacifista viterbese ha indicato come la scelta della prosecuzione della guerra e del riarmo significhi continuare a spendere ingentissime quantita' di pubblici denari per far morire degli esseri umani; come la mancata abrogazione delle piu' infami misure razziste significhi continuare in una politica hitleriana, disumana e assassina; come i tagli selvaggi ai servizi sociali e sanitari essenziali significhino abbandonare persone malate e bisognose al dolore e alla disperazione, condannandole alla sofferenza e alla morte; come l'attacco brutale ai diritti dei lavoratori significhi favoreggiare clientelismo, corruzione e schiavismo.

A questa feroce politica economica occorre opporsi in modo nitido e intransigente: resistendo alla furia del governo eversivo e vampiresco, e proponendo una politica economica alternativa fondata sulla giustizia sociale, il dettato costituzionale, la legalita' che salva le vite, la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, il rispetto della biosfera.

Al governo dei tecnocrati del capitale finanziario globale, al governo del comitato d'affari delle classi rapinatrici dominanti e dei ceti manageriali loro pretoriani, al governo sostenuto dai partiti del regime della corruzione, al governo appoggiato dalla banda golpista berlusconiana - filomafiosa, neofascista, razzista -, a questo governo occorre opporre il progetto politico della nonviolenza in cammino; occorre opporre la politica economica della solidarieta' umana e del bene comune; occorre opporre la lotta costruttiva di liberazione delle oppresse e degli oppressi, della solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, del principio responsabilita' verso l'umanita' e verso la natura.

All'eversione dall'alto delle classi proprietarie occorre opporre la difesa nonviolenta della Costituzione antifascista; alla politica barbara della guerra e dell'ingiustizia occorre opporre la politica nonviolenta della pace e dell'aiuto reciproco; alla politica degli speculatori, dei corrotti, degli sfruttatori, occorre opporre la politica nonviolenta dell'uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.

*

Alle persone amiche della nonviolenza - ha concluso il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo - oggi incombe il compito di ricostruire il movimento e il programma delle lotte per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani: ricostruire una sinistra e quindi una politica rigorosamente nonviolenta, e quindi femminista ed ecologista, socialista e libertaria; una sinistra e una politica delle persone, delle classi e dei popoli oppressi; una sinistra e una politica della fraternita' e della liberazione.

Difendere la democrazia, la legalita' repubblicana, la dignita' umana.

Opporsi al governo della guerra, del razzismo, della speculazione e della schiavitu'.

La nonviolenza e' in cammino. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. REPETITA IUVANT. L'APPELLO DEI GIURISTI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE

[Riproponiamo ancora il seguente appello]

 

Con una inammissibile precipitazione il Senato ha approvato in commissione un disegno di legge di riforma costituzionale che s'intende portare in aula gia' martedi' prossimo. Ma la Costituzione non puo' essere profondamente mutata senza una vera discussione pubblica, senza che i cittadini adeguatamente informati possano far sentire la loro voce. E' inaccettabile che la richiesta di partecipazione, cosi' forte ed evidente proprio in questo momento, venga ignorata proprio quando si vuole addirittura modificare l'intero edificio costituzionale. I cittadini, che negli ultimi tempi sono tornati a guardare con fiducia alla Costituzione, non possono essere messi di fronte a fatti compiuti.

Offrendo ad una opinione pubblica offesa da prevaricazioni e prepotenze un'esigua riduzione del numero dei parlamentari, che passerebbero da 630 a 508 alla Camera e da 315 a 254 al Senato, si vuol cogliere l'occasione per alterare pericolosamente l'assetto dei poteri istituzionali (la riduzione dei parlamentari puo' essere affidata ad una legge costituzionale a se' stante, senza stravolgere la Costituzione). Viene attribuita una posizione assolutamente centrale al Presidente del Consiglio, mortificando il Parlamento e ridimensionando in maniera radicale la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica. Il Parlamento e' conculcato nelle sue stesse funzioni e nella sua liberta', fino a poter essere sciolto dallo stesso Presidente del Consiglio, nel caso votasse contro una sua legge sulla quale fosse stata posta e negata la fiducia. L'intreccio tra sfiducia costruttiva e potere del Presidente del Consiglio di chiedere lo scioglimento delle Camere attribuisce a quest'ultimo un improprio strumento di pressione e rende marginale il ruolo del Presidente della Repubblica. I problemi del bicameralismo vengono aggravati, il procedimento legislativo complicato. Gli equilibri costituzionali sono profondamente alterati, cancellando garanzie e bilanciamenti propri di un sistema democratico. E ora si propone di passare da una repubblica parlamentare ad una presidenziale, di mutare dunque la stessa forma di governo, addirittura con un emendamento che sara' presentato in aula all'ultimo momento.

I firmatari di questo documento denunciano all'opinione pubblica la gravita' di questa iniziativa per i pregiudizi che puo' arrecare alle istituzioni della repubblica e si rivolgono a tutti i parlamentari perche' rinuncino a portare avanti una modifica tanto pericolosa del sistema costituzionale.

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Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Domenico Gallo, Ferdinando Imposimato, Raniero La Valle, Alessandro Pace, Alessandro Pizzorusso, Eligio Resta, Stefano Rodota', Gustavo Zagrebelsky

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riedizioni

- Silvio Pons, Storia del comunismo, Mondadori, Milano 2012, pp. XXIV + 764, (contiene La rivoluzione globale. Storia del comunismo internazionale 1917-1991, Einaudi, Torino 2012, e Stalin e la guerra inevitabile. 1936-1941, Einaudi, Torino 1995), euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

 

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

6. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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