Telegrammi. 1412



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1412 del primo ottobre 2013

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Breve un ragionamento per il 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza

2. In memoria di Barry Commoner, un anno dopo

3. La "Carta" del Movimento Nonviolento

4. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: BREVE UN RAGIONAMENTO PER IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA

 

Quando l'Onu, pochi anni fa, ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza la cui celebrazione cade il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, ha confermato una necessita' di cui e' consapevole ogni persona onesta: la necessita' che la nonviolenza diventi il criterio fondamentale cui adeguare ogni relazione tra gli esseri umani (dalle relazioni interpersonali fino a quelle tra i popoli e tra gli ordinamenti giuridici), tra gli esseri umani e gli altri esseri viventi (animali, vegetali) e tra gli esseri umani e la natura.

Affermare questa necessita' costituisce una scelta impegnativa, eppure indispensabile.

Indispensabile perche' lo sviluppo tecnologico cui la civilta' umana e' giunta ci espone al rischio di distruggere noi stessi, la nostra civilta', la biosfera. E quindi occorre decidere di abolire la violenza come modalita' relazionale tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e il mondo vivente.

Impegnativa perche' la scelta della nonviolenza ci costringe ad analizzare e modificare molte condotte che per uso inveterato sembrano quasi essere "naturali" ovvero coessenziali all'essere umano, mentre invece sono anch'esse "storiche" ed in quanto tali modificabili. Ma questa analisi e questa modifica sono tutt'altro che ovvie, tutt'altro che facili, richiedono un di piu' di coscienza, di intelligenza e di volonta'. Richiedono una decisione e una fatica.

Ma questa decisione va presa, questa fatica va sostenuta.

*

Quando gli scienziati all'uopo incaricati dall'Onu ci avvertono che l'attuale modello di sviluppo sta portando il pianeta alla catastrofe, ogni persona si avvede che occorre cambiare modi di produzione e riproduzione sociale, stili di vita, consumi: ed abbracciare un modo di vivere piu' responsabile, piu' sobrio, piu' sostenibile, piu' generoso, piu' accudente, piu' sollecito del bene comune e della vita, della dignita' e dei diritti dell'umanita' presente e di coloro che verranno, le generazioni future.

Quando meditiamo sugli orrori della guerra, ogni persona sente e sa che la guerra e' un crimine contro l'umanita' e che essa va abolita.

Quando ci colpisce il dolore per la persecuzione o l'uccisione di qualcuno, o per la sofferenza o la morte di qualcuno che ci e' caro, ogni persona sa che tutta l'umanita' deve unirsi contro il male e la morte ed agire unanime per recare soccorso e salvare ogni essere umano.

La nonviolenza e' questo: la lotta contro tutte le violenze, la solidarieta' che tutti raggiunge, la responsabilita' di ciascuna persona per l'intera umanita', per l'intero mondo vivente.

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Certo, non basta un giorno all'anno per ricordarci questa lezione. Certo, gli anniversari hanno in se' qualcosa di ripetitivo e di rituale che non sempre ci attrae. Certo, se la Giornata internazionale della nonviolenza divenisse il trucco che consente di lasciare tutti gli altri giorni dell'anno negli artigli della violenza, sciacquandosi la coscienza a buon mercato semel in anno, ebbene, allora la celebrazione del 2 ottobre sarebbe una beffa e una frode. Ma e' ben possibile che non sia cosi', e dipende solo da noi.

Dipende da noi fare in modo che il 2 ottobre sia non solo il Giorno della nonviolenza, ma l'avvio dell'Anno della nonviolenza, l'avvio della Storia della nonviolenza.

Ad esempio nelle scuole: dal 2 ottobre cominci il lavoro educativo centrato sulla pace, la solidarieta', la difesa dei diritti umani e dell'ambiente, la scelta teorica e pratica della nonviolenza: e prosegua per tutto l'anno scolastico, per tutti gli anni scolastici.

Ad esempio negli enti locali: dal 2 ottobre inizi un percorso di buone pratiche che rigorizzi le condotte amministrative, lumeggi la responsabilita' morale, sproni alla politica - locale e complessiva - della nonviolenza: e prosegua per tutto il mandato amministrativo, per l'intera esperienza di pubblico servizio.

Ad esempio nell'associazionismo democratico, nei movimenti sociali, nelle esperienze collettive tutte.

Il 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, sia non la celebrazione di un'ora ma l'inizio di un percorso di solidarieta', di liberazione, di pace e di responsabilita'.

 

2. INCONTRI. IN MEMORIA DI BARRY COMMONER, UN ANNO DOPO

 

Si e' svolto la mattina di lunedi' 30 settembre 2013 a Viterbo per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione di Barry Commoner, il grande scienziato ambientalista deceduto un anno fa.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ripercorso la riflessione e l'azione del grande scienziato pacifista e ambientalista, di cui sono stati letti e commentati alcuni testi. "L'opera e la testimonianza di Barry Commoner costituiscono un fondamentale contributo alla nonviolenza in cammino, ovvero all'azione consapevole dell'umanita' per salvare la propria civilta', la propria esistenza e  la biosfera dalla distruzione che un modello di sviluppo dissennato e la violenza assassina minacciano; solo con la nonviolenza si potra' garantire un futuro alle generazioni che verranno, solo con la nonviolenza e' possibile costruire relazioni di pace e di giustizia, solo con la nonviolenza il rapporto tra umanita' e natura potra' essere armonico, di rispetto e accudimento. Barry Commoner ci lascia una grande eredita' di conoscenza e di consapevolezza, di sapere e di saggezza. A due giorni dalla celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza il suo ricordo ci ammonisce e ci illumina, ci invita a perseverare in cio' che e' buono e giusto".

*

Barry Commoner (New York, 28 maggio 1917 - 30 settembre 2012), biologo, ecologo, e' stato uno degli autori e degli attivisti piu' significativi dell'impegno ecopacifista internazionale. Dal sito dell'Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali di Pisa (www.anisn.it/pisa) abbiamo ripreso alcuni anni fa e riproponiamo oggi  la seguente scheda redatta da Brunella Danesi: "Barry Commoner (1917), di formazione fisiologo delle piante, negli anni Cinquanta comincio' ad occuparsi delle fonti di inquinamento dovute ai test nucleari e divenne in breve tempo uno degli esponenti di maggiore spicco del movimento ecologista che fra i primi denuncio' i problemi connessi con uno sviluppo economico irrispettoso delle esigenze ambientali; nel 1958, insieme ad altri scienziati, fondo' infatti il notiziario "Nuclear information", trasformatosi nel 1969 nella rivista "Environment"; fu anche grazie al diretto coinvolgimento dell'opinione pubblica che il movimento ecologista riusci' a suscitare, che nel 1963 Stati Uniti, Urss ed Inghilterra stipularono il trattato che vietava le esplosioni di bombe nucleari nell'atmosfera. Per circa venti anni ha diretto il Centro per la Biologia dei Sistemi Naturali presso il Queens College di New York. Fra i suoi saggi ricordiamo: Science and Survival (1967), The Closing Circle (1971), Energy and Human Welfare (1975), The Poverty of Power (1976), The Politics of Energy (1979), Making Peace with the Planet (1990). In particolare il saggio The closing circle (Il cerchio  da chiudere) del 1972, tradotto in italiano lo stesso anno, divenne subito un testo-base del movimento ecologista anche italiano; il libro era una serrata denuncia dei danni perpetrati nei confronti dell'ambiente da parte di tutta una serie di inquinanti; secondo l'autore il maggior responsabile dell'attuale situazione ambientale e' da ricercarsi nei metodi industriali che utilizzano prevalentemente combustibili fossili che per formarsi hanno avuto bisogno di milioni e milioni di anni e che invece saranno consumati in un periodo di tempo brevissimo dal punto di vista geologico, con gravissime ripercussioni sui delicati equilibri ambientali. Soltanto la logica del profitto guida un tale comportamento, una logica che manca completamente di una dimensione etica. In quel libro venivano fra l'altro sinteticamente enunciate le "quattro leggi dell'ecologia": 1. ogni cosa e' connessa con qualsiasi altra, in cui si denunciano i limiti di un pensiero riduzionista, che pensa di poter isolare i singoli problemi dal loro contesto; 2. ogni cosa deve finire da qualche parte: la legge fisica della conservazione della materia e' stata e continua ad essere troppo spesso dimenticata, anche nelle azioni di tutti i giorni, come quelle legate alla gestione dei rifiuti di casa; le cose utilizzate dall'uomo, come le pile, la plastica, gli oli, non scompaiono per magia una volta portati fuori dalla porta delle abitazioni o delle fabbriche, ma prima o poi ritornano nei suoli, nelle acque, nell'aria; 3. la natura e' l'unica a sapere il fatto suo: non si puo' intervenire a caso nei delicati equilibri ambientali; non e' lecito, pertanto, immettere nell'ambiente sostanze nuove, create nei laboratori dall'uomo, come pesticidi, detersivi, erbicidi; 4. non si distribuiscono pasti gratuiti: l'affermazione, mediata dall'economia, sintetizza le tre leggi precedenti. Secondo l'autore, ci sono alternative possibili all'attuale situazione di degrado ambientale e vanno perseguite, ma cio' e' possibile solo a patto che vi sia una ferma volonta' politica di cambiare le regole del gioco". Tra le opere di Barry Commoner: Il cerchio da chiudere, Garzanti; La tecnologia del profitto, Editori Riuniti; La poverta' del potere, Garzanti; (con Virginio Bettini), Ecologia e lotte sociali, Feltrinelli; La politica dell'energia, Garzanti; Se scoppia la bomba, Editori Riuniti; Far pace col pianeta, Garzanti.

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Ha scritto nel suo testo fondamentale, Il cerchio da chiudere (Garzanti, Milano 1972, 1977, p.

270): "La lezione della crisi ambientale e', dunque, chiara. Se vogliamo sopravvivere, le considerazioni ecologiche devono guidare quelle economiche e politiche. E se vogliamo imboccare la via della saggezza ecologica, dobbiamo accettare infine la saggezza ancora maggiore di riporre la nostra fiducia non nelle armi che minacciano una catastrofe mondiale ma nel desiderio, ovunque condiviso nel mondo, di essere in armonia con l'ambiente e in pace con la gente che lo abita. Cosi' come l'ecosfera, i popoli del mondo sono legati, attraverso le loro necessita' diverse, ma interconnesse, a un destino comune. Il mondo sopravvivera' alla crisi ambientale nella sua integrita', oppure soccombera' tutto intero".

 

3. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

4. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1412 del primo ottobre 2013

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