[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 52



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 52 del 24 ottobre 2013

 

In questo numero:

1. Un appello al parlamento italiano: faccia cessare le stragi nel Mediterraneo

2. Movimento Nonviolento: 24-30 ottobre, Settimana internazionale per il disarmo. Se vuoi la pace prepara la pace

3. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

 

1. INIZIATIVE. UN APPELLO AL PARLAMENTO ITALIANO: FACCIA CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO

 

Rivolgiamo un appello al parlamento italiano: faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

 

2. APPELLI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: 24-30 OTTOBRE, SETTIMANA INTERNAZIONALE PER IL DISARMO. SE VUOI LA PACE PREPARA LA PACE

[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello]

 

Tutti gli anni le Nazioni Unite celebrano dal 24 al 30 ottobre la "Settimana per il disarmo". La giornata di avvio della Settimana non e' casuale ma e' il giorno in cui cade l'anniversario della fondazione delle stesse Nazioni Unite, il 24 ottobre 1945. La "Settimana per il disarmo" e' stata istituita dall'Assemblea Generale nel 1978, con un documento (Risoluzione S-10/2) nel quale si richiama l'attenzione di tutti gli Stati sull'estrema pericolosita' della corsa agli armamenti e si incoraggia a compiere gli sforzi per porvi fine e a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'urgenza del disarmo.

Oggi la corsa agli armamenti e' di gran lunga piu' grave e accelerata del 1978 e le spese militari globali hanno raggiunto la somma astronomica di oltre 1.700 miliardi di dollari annui - cifra mai raggiunta, in termini reali, nella storia dell'umanita' - che corrisponde a piu' di 4,6 miliardi di dollari al giorno, "somma che da sola e' quasi il doppio del bilancio delle Nazioni Unite di un anno", ha denunciato, inascoltato, Ban Ki Moon Segretario generale dell'Onu il 30 agosto 2012. Il disarmo oggi e', dunque, ancora piu' urgente di quando la Settimana fu istituita, ed essa non puo' esaurirsi in mero pretesto per dichiarazioni retoriche, ma - se vogliamo davvero costruire la pace - deve diventare la settimana dell'impegno di tutti per il disarmo. A ciascuno di fare qualcosa.

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Dieci tesi per il disarmo (e un'appendice importante)

1. I governi nel loro insieme non hanno mai speso tanto per la guerra, neanche nel periodo della cosiddetta "corsa agli armamenti". Nel decennio 2002-2011 le spese militari sono anzi aumentate di oltre il 50 % ed hanno ampiamente superato il picco raggiunto durante la "guerra fredda".

2. Gli armamenti sono una tragedia in atto sia quando vengono usati, perche' producono guerre, morte e distruzione, sia quando vengono accumulati perche' sottraggono preziose risorse pubbliche alle spese civili. Cioe' alla vera sicurezza. Lo afferma con autorevolezza anche il Segretaio generale delle Nazioni Unite: "Gravi problemi di sicurezza possono sorgere a causa di tendenze demografiche, poverta' cronica, disuguaglianza economica, degrado ambientale, pandemie, crimine organizzato, repressione e altri processi che nessuno Stato puo' controllare da solo. Le armi non sono in grado di risolvere tali problemi" (30 agosto 2012).

3. Il riarmo e' sempre una sciagura per l'umanita', ma lo e' in maniera ancor piu' grave quando avviene nel pieno di una gravissima crisi economica come l'attuale. Si veda il caso della Grecia dove e' proseguito l'aumento delle spese militari mentre 400.000 bambini in eta' scolare hanno problemi di malnutrizione (dati Unicef), senza alcuno scandalo delle autorita' monetarie europee che invece chiedono ulteriori e crescenti tagli ai salari, alle pensioni, alla sanita', al lavoro.

4. Eppure, il tema del riarmo in atto e' competamente rimosso dalle agende politiche nazionali e internazionali. Gli stessi appelli del Segretario generale delle Nazioni Unite - quando sostiene che "tali armi sono inutili contro le minacce odierne alla pace e alla sicurezza internazionali. La loro stessa esistenza e' destabilizzante: piu' sono pubblicizzate come indispensabili, maggiori sono gli incentivi alla loro proliferazione" - cadono nel vuoto, nel silenzio dei mass-media, nell'indifferenza dei governi.

5. Altrettanto rimosso e' il tema speculare del disarmo. Mentre durante il confronto armato Est-Ovest la politica, gli intellettuali, i giornali avevano all'ordine del giorno delle proprie agende la preoccupazione attiva per il disarmo, oggi, di fronte alle molte guerre in atto ed in preparazione, e seduti sulla piu' grande polveriera globale mai accumulata - convenzionale e nucleare - e della quale i conflitti in corso sono pericolosissime micce accese, nessuno si preoccupa piu' dell'urgenza del disarmo. Neanche in Italia questo tema e' presente nelle "carte d'intenti" di chi si candida a governare.

6. Eppure, anche in Italia - come in Grecia - a fronte degli innumerevoli tagli alla spesa pubblica, civile e sociale, l'unico settore di spesa immune alle forbici continua ad essere quello, incivile e asociale, delle spese militari. Senza che nessun governo si impegni seriamentre a ridurle per destinare le cifre risparmiate alla difesa della Patria dalle vere minacce in atto: disoccupazione, poverta', mafie, degrado ambientale... Anzi, lo stesso Ministero della Difesa difende, costi quel che costi, la scellerata decisione dell'acquisto dei caccia F-35.

7. I cacciabombardieri d'attacco JSF (Joint Strike Fighter) F-35, invisibili ai radar e capaci di trasportare testate nucleari, sono il piu' grande progetto di riarmo offensivo della nostra storia. Il cui costo reale - maldestramente tenuto nascosto dai militari anche al Parlamento italiano - pur con la riduzione da 131 a 90 esemplari si aggira intorno ai 15 miliardi di euro, che si aggiungono agli annuali 23 miliardi di euro per le spese militari "ordinarie". Con l'equivalente di uno solo di questi mostri si potrebbero mettere in sicurezza 500 scuole, o con l'equivalente del costo di sette ali si potrebbero ricostruire gli ospedali di Mirandola, Carpi e Finale Emilia colpiti dal terremoto... L'ottusa ostinazione all'acquisto da parte del Governo, sordo a tutti gli appelli del popolo della pace, e' dunque immorale, antieconomica e anticostituzionale.

8. Anticostituzionale, a meno che l'articolo 11 della nostra Costituzione - "Principio fondamentale" che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" - non sia stato vittima di una tacita riscrittura golpista che lo ha trasformato, piu' o meno, cosi': "L'Italia prepara la guerra come strumento di offesa all'integrita' degli altri Stati e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, a questo scopo, alle limitazioni del bilancio dello Stato in tutti i settori della spesa pubblica, tranne quello della spesa militare che puo', al contrario, dotarsi dei piu' distruttivi sistemi d'arma disponibili sul mercato". Riscrittura inquietante? Certo, ma aderente alla realta'.

9. Come se non bastasse questo dispendio di risorse pubbliche per la guerra, l'Italia e' anche campione della produzione e del commercio delle armi - tra i primi dieci paesi al mondo - attraverso la multinazionale Finmeccanica, controllata al Governo italiano che ne e' l'azionista di maggioranza. Cio' significa che mentre il nostro Paese si riarma pesantemente, e mentre da vent'anni e' impegnato continuativamente in guerre in giro per i mondo - nel pieno ripudio della Costituzione formale (ma in ossequo a quella tacitamente riscritta) - le armi italiane, pesanti e leggere, sparano e uccidono, ogni giorno, in tutte le guerre del pianeta, in nome e per conto del popolo italiano.

10. Troppe volte nella storia dell'umanita' abbiamo visto le crisi economiche internazionali sfociare in guerre regionali o mondiali. L'attuale fase di riarmo non prelude a niente di buono. La fame, la siccita', la desertificazione che avanzano in molte aree del pianeta preparano gravi scenari di crisi. L'unica risposta possibile e' quella indicata dal presidente Pertini: "svuotare gli arsenali strumenti di morte e colmare i granai strumenti di vita". Cioe' il rovesciamento della vecchia massima "se vuoi la pace prepara la guerra" in quella nuova e nonviolenta, proposta da Aldo Capitini, "se vuoi la pace prepra la pace".

Appendice

Il Movimento Nonviolento - sezione italiana della War Resister's International - continua la Campagna per il Disarmo: mettiti in contatto con noi, cercaci sul web, su facebook, abbonati ad "Azione nonviolenta", la rivista fondata da Aldo Capitini, e porta l'impegno per il disarmo sul tuo territorio, nella tua scuola, nella tua associazione, nel tuo partito, nel sindacato, all'universita'. Dovunque c'e' qualcosa da fare. A ciascuno di fare qualcosa.

Movimento Nonviolento, via Spagna, 8 37123 Verona (Italy), tel. 0458009803, fax: 0458009212, sito: www.nonviolenti.org

 

3. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 52 del 24 ottobre 2013